i Juke Box... che nostalgia
Organi da strada… carini, vero?
E i JukeBox? Sicuramente un oggetto che molti di noi conoscono.
Tre le marche fondamentali:
Wurlitzer, Seeburg, Rock-Ola
E mica parliamo di “macchinette” eh…! La diffusione di queste macchine era, dal 1930 al 1960, molto vasta.
Tanti locali pubblici, e non di certo solamente negli USA, ne avevano uno.
Pensate che nel solo anno 1936 la Wurlitzer riuscì a vendere più di 40.000 jukebox…
Era stata la ditta Ami a produrre il primo vero fonografo a moneta che fu messo sul mercato nel lontano 1927. Questa azienda aveva un certo nome come produttore di pianoforti automatici… Non riuscì a diventare marchio leader negli States. Cosa che però, gli riuscì in Europa.
Nel 1933 (quindi 3 anni dopo la AMI) la Wurlitzer presentò il suo primo apparecchio, col quale si poteva selezionare uno dei dischi inserito in questo “mobile” (che, inizialmente, era fatto di legno).
Quella di poter selezionare il brano che si voleva ascoltare si rivelò subito una scelta vincente.
In pochi anni anche Seeburg e Rock-Ola riuscirono ad affermarsi sul mercato.
Il mobile di questi apparecchi prodotti in quegli anni erano fatti di legno.
I dodici (ma c’erano anche modelli con una selezione/offerta più piccola…) dischi erano, visto il periodo, a 78 giri. I dischi erano disposti in una pila verticale dalla quale di volta in volta venivano estratti e “suonati”.
Fu la ditta Seeburg a sposare, prima di tutti, il “KITSCH”, tipo di design che ha reso famosi questi aggeggi. Non vi è dubbio alcuno che il grande successo di vendita fu anche per i vari mobili, cromature, colori, plastiche illuminate.
Interessante sapere che questi JukeBox raramente venivano venduti ai locali, bar, ristoranti ecc.
Si preferiva venderli ai noleggiatori, che noleggiavano ai locali pubblici le ultime novità. Tempo un anno, e la macchina passava dai grandi locali ai bar più piccoli, poi nelle cittadine meno grandi, infine nei locali di campagna. Questi bar e ostelli erano l’ultimo anello della catena… quando arrivava un nuovo modello, con ancora più luci, colori, scelte e stranezze varie, il jukebox, spesso ancora perfettamente funzionante, veniva distrutto.
Consumismo, si chiama. Ne sappiamo qualcosa anche noi, adesso….. 😁
Comunque sia… fu nel 1940 che ebbe inizio la produzione di Jukebox ad arco. Erano sempre stati squadrati, prima. Fu una grande idea, tant’è che i dieci anni successivi i jukebox prodotti avevano tutti, più meno, la stessa forma.
Non sarebbe completamente giusto però, scrivere “10 anni successivi”, perché negli anni della seconda guerra mondiale i vari Seeburg, Wurlitzer, Ami e Rock-Ola furono, più o meno, costretti a convertire i macchinari di produzione alla fabbricazione di materiale bellico.
Così fu che molti vecchi JukeBox che prima della guerra venivano distrutti perché “non più di moda”, durante la guerra venivano dismessi in grandi magazzini. Così si potevano recuperare dei pezzi di ricambio;
Un pezzo unico, una meccanica unica, fu la svolta che fece di Wurlitzer il marchio leader. Cambiava la carrozzeria, ma la meccanica restava pressoché uguale.
In pratica… si teneva il mobile originale, ma si cambiavano il design e le dimensioni esterne…..
I costi diminuirono e….così i locali più modaioli e lussuosi ebbero sempre dei jukebox nuovi, che però… erano sempre gli stessi, a livello tecnico; cambiava solo il mobile esterno nella sua veste estetica!
Dopo la guerra 1939/1945, l’entusiasmo per i JukeBox cresceva in tal modo che era davvero difficile trovare un locale pubblico che non ne avesse uno. Non si dipendeva più solo dai brani musicali proposte dalle radio, o, per i più fortunati, da qualche disco che si poteva avere in casa… coi vari Seeburg, Rock-Ola, Ami e Wurlitzer (e altri nomi…) se volevi ascoltare il brano preferito era sufficiente inserire una monetina e… l’ascolto era fatto 😜
Ovviamente era anche un bel mercato per l’industria discografica… (a propò… qualcuno si ricorda del “FestivalBar” che si faceva, una volta all’anno, nell’Arena di Verona? La classifica finale si basava sulle selezioni effettuate da chi inseriva 100 lire <200 ?> Chi si ricorda più, sic!)…
Io, nel mio piccolo, ho sempre dubitato che fosse un conteggio vero e non pilotato, ma questo è un altro discorso… 🙄
IL nome JUKE BOX non si sa di preciso da dove venga… esistono più teorie, probabilmente tutte vere… Fatto sta che avere la possibilità di avere un mobile che riproduceva musica, e magari pure quella più popolare, non fu molto ben vista dai musicisti.
Del resto… i musicisti suonavano per guadagnarsi da vivere, stavano sul palco, anche se improvvisato, nei bar, e suonavano… Vedersi sostituiti da una macchina “infernale come questa…. " significava dover cercare altri luoghi dove poter guadagnare suonando… oppure… erano costretti a cambiare lavoro o diventare musicista da strada… (rubare il lavoro lo si può fare/interpretare in molti modi…..) .
Dite la verità, qui, forse, siamo tutti audiofili… sì, ma anche un po’ nostalgici… (o no???)
Chi di noi non avrebbe voglia, entrando in un bar, di inserire una moneta nella fessura, selezionare qualche brano e ascoltare quel suono di “poca fedeltà” ma molto fascino?
Chissà… magari nel bar si trovano delle ragazze e voi potreste invitarle a ballare… roba d’altri tempi? be', sì… certo. Ma … a voi non piacerebbe averne uno, in casa?
Se vi interessa (e se avete lo spazio necessario…) cercate sul web… troverete molti JukeBox usati/garantiti/originali in vendita… non costano poco, OK, … ma… volete mettere?
PS… avevo scritto queste righe più di un mese fa, per poi dimenticarmene (…) l’altro giorno sono andato al museo “Nicolis” di Villafranca Veronese, e lì ci sono esposti 4/5 jukebox originali, (e anche... udite udite, qualche organo da strada di cui parlavo tempo fa...) molto belli.
E … mi è venuto voglia di riaprire queste righe…
Vedo di inserire qualche foto, grazie per la lettura esistono delle belle letture sull'argomento, spesso hanno delle belle immagini. Molto di ciò che ho scritto l'ho preso da questo bellissimo libro. Ve lo consiglio... (contiene anche un CD di musiche del JukeBox_Time...)