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Good religion trascendenza/mistica


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Inviato

Ogni maestro, senza tener conto dell'epoca o del luogo in cui è vissuto, ha ascoltato la chiamata e ha conseguito l'armonia con il cielo e la terra. Esistono molto sentieri che conducono alla cima del Monte Fuji, ma la metà è sempre la stessa. Esistono molti metodi per raggiungere la vetta, e tutti  ci conducono in alto. Non c'è motivo di litigare tra noi, siamo tutti fratelli e sorelle che dovrebbero percorrere il Sentiero assieme, mano nella mano. Mantenetevi sul vostro Sentiero, e nient'altro vi interesserà. Una volta perso il desiderio per le cose che non contano, sarete liberi 

Tratto da:

 

 

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Fondatore dell'Aikido

Inviato

Sono piuttosto sorpreso, ma M. Ueshiba potrebbe essere considerato un vero e proprio metafisico

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Tratto sempre dal testo di cui sopra

Inviato

 

L’uomo prende coscienza del sacro perché esso si manifesta, si mostra come qualcosa del tutto diverso dal profano. Per tradurre l’atto di questa manifestazione del sacro abbiamo proposto il termine ierofania, che è comodo, tanto più in quanto non implica alcuna precisazione supplementare: non esprime niente di più di quanto è intrinseco al suo contenuto etimologico, vale a dire che qualcosa di sacro ci si mostra. Si potrebbe dire che la storia delle religioni, dalle più primitive alle più elaborate, è costituita dall’accumularsi di ierofanie, ossia dalle manifestazioni di realtà sacre. Dalla ierofania più elementare, per esempio la manifestazione del sacro in un oggetto qualsiasi, una pietra o un albero, alla ierofania suprema, che per un cristiano è l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, non vi è soluzione di continuità. È sempre lo stesso atto misterioso: la manifestazione di qualcosa di completamente diverso, di una realtà che non appartiene al nostro mondo, in oggetti che fanno parte integrante del nostro mondo “naturale”, “profano”.

L’uomo occidentale moderno prova un certo disagio di fronte a talune forme di manifestazione del sacro: gli è difficile accettare il fatto che, per certi esseri umani, il sacro possa manifestarsi nelle pietre o negli alberi. Ma, come vedremo, non si tratta di venerare la pietra o l’albero in sé stessi. La pietra sacra, l’albero sacro non sono adorati in quanto tali; lo sono, invece, proprio per il fatto che sono ierofanie, perché “mostrano” qualcosa che non è più né pietra né albero, ma il sacro, il ganz andere.

...La conoscenza sacra e, per estensione, la sapienza, sono considerate frutto di un’iniziazione, ed è significativo il fatto che tanto in India quanto in Grecia il simbolismo ostetrico sia legato al risveglio della coscienza suprema. Non senza ragione Socrate si paragonava a una levatrice: aiutava l’uomo a trovare la coscienza di sé stesso, partoriva “l’uomo nuovo”. Lo stesso simbolismo si trova nella tradizione buddista: il monaco abbandonava il suo cognome e diventava un “figlio di Budda” (sakya-putto) poiché era “nato fra i santi” (āriya). Così diceva Kassapa parlando di sé stesso: “Figlio naturale di Beati, nato dalla sua bocca, nato dal dhamma (la Dottrina), plasmato dal dhamma”, ecc. (Samyutta Nikāya, II, 221).

Questa nascita iniziatica implicava la morte all’esistenza profana. Lo schema si è conservato sia nell’induismo che nel buddismo. Lo yogi “muore a questa vita” per rinascere a un altro modo d’essere: quello rappresentato dalla liberazione. Budda insegnava la strada e i mezzi per morire alla condizione umana profana, cioè alla schiavitù e all’ignoranza, per rinascere alla libertà, alla beatitudine e allo stato incondizionato del nirvāṇa. La terminologia indiana della rinascita iniziatica ricorda talvolta il simbolismo arcaico del “corpo nuovo” ottenuto dal neofita per virtù della iniziazione. Lo stesso Budda proclama: “Ho mostrato ai miei discepoli i mezzi con i quali essi possono creare, uscendo da questo corpo (costituito dai quattro elementi corruttibili), un altro corpo sostanzialmente intellettuale (rūpim manomayam), completo di tutte le membra e dotato di facoltà trascendentali (abhinindriyam).”27 Il giudaismo alessandrino e il cristianesimo hanno ripreso a valorizzare il simbolismo della seconda nascita o del parto in quanto accesso alla spiritualità. Filone fa largo uso del tema del parto a proposito della nascita a una vita superiore, la vita dello spirito (vedi, per esempio, Abramo, XX, 99). San Paolo, a sua volta, parla di “figlio spirituale”, dei figli che egli ha procreato per mezzo della fede. “Tito, il mio vero figlio nella fede che ci unisce” (Lettera a Tito, 1. 4). “Ti prego per mio figlio che ho generato fra le catene, per Onesimo...” (Lettera a Filemone, 10).

Tratto da:

 

 

 

 

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Inviato

La religione, con la sua promessa di una vita nell' aldilà e con la letterale demonizzazione del "nemico" (quando un religioso definisce "Satana" il nemico non sta usando una metafora, intende veramente dire che il nemico è un emissario del demonio in terra) è uno dei più potenti motori della spietatezza in guerra e, soprattutto, un potente fattore di accettazione del rischio di morte da parte del militare.

:

Naturalmente altre convinzioni "forti" come l'ideologia possono avere un effetto simile ma non potendo promettere un "paradiso" agli eroi morti per la Causa sono almeno un passo indietro.

:

Citazione: 

:

Immagina che non ci sia il paradiso
È facile se ci provi
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
(...)

Immagina che non ci siano nazioni
Non è difficile da fare
Niente per cui uccidere o morire
E nemmeno una religione
(...)

(John Lennon, ucciso "anche" per la sua negazione di Dio)

:

Contro-citazione (la mia preferita):

"Tuez-les tous ! Dieu reconnaitra les siens" ("Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi" - Sentenza attribuita al legato pontificio e capo della crociata contro gli Albigesi, Arnaud Amaury, con cui disponeva di uccidere tutti gli abitanti di Béziers - albigesi e cattolici - non potendo distinguere gli uni dagli altri).

 

 

Inviato

Trattasi di fondamentalismo religioso

Dice poco o nulla su mistica e maggiori rappresentanti delle grandi tradizioni religiose

Copio ed incollo quello che ho già scritto su altro thread...

 

Si potrebbe parlare di inflazione egoica

Anzichè trascendere l'ego, esso diventa narcisisticamente dio, con tutte le conseguenze tragiche del caso

Trattasi di una spiritualità falsa e pericolosa

E' sufficiente studiare i maggiori mistici (oriente/occidente) di tutti i tempi per rendersene conto

A prova di ciò, essi spesso approdano alla dimensione del vuoto (non nichilistico) e alla loro nullità

Comunque, il focus del thread è sul lato positivo delle religioni/ trascendenza

Se vuoi, puoi aprirne uno sulla bad religion :classic_smile:

 

P.s.

Lennon, da quanto mi risulta, non era contro la religione/spiritualità in senso lato, ma per lo più criticava il lato negativo delle istituzioni religiose

https://www.ondamusicale.it/musica/12292-john-lennon-questo-era-il-suo-rapporto-con-la-religione-cristiana/

Durante la permanenza nel 1968 in India, lì con i Beatles per apprendere dal maestro Maharishi le tecniche della meditazione trascendentale, John scrive una lettera di risposta a una fan (una certa Beth) in cui si definisce un uomo di fede, citando la Bibbia: “Cara Beth, grazie della lettera e delle tue premure. Se leggi che siamo in India in cerca della pace ecc., non significa che non abbiamo fede in Dio e in Gesù ci crediamo eccome. La meditazione trascendentale non si contrappone ad altre religioni. Si basa sulle verità fondamentali di tutte le religioni, è il denominatore comune."

 

Gesù diceva «Il Regno dei Cieli è dentro di te» (vangelo di Matteo, ndr) – ed è esattamente questo che intendeva – «il Regno dei Cieli è vicino» – non in un remoto tempo futuro, o dopo la morte, ma adesso. Durante il digiuno ecc. nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti, Gesù doveva fare qualche forma di meditazione, non stava solo seduto sulla sabbia a pregare, anche se meditare è una forma di preghiera. Spero che quel ti ho detto abbia un senso per te, sono certo che ce l’ha per un vero cristiano, cosa che cerco di essere in tutta sincerità” (a cura di Hunter Davies, Le lettere di John Lennon, Mondadori, pp. 121-122).

Rimase comunque distante dalla Chiesa. Odiava gli anglicani e ogni autorità costituita perché anarchico e mistico come i pensatori russi, alla Lev Tolstoj. Criticava le istituzioni che esercitavano ogni forma di potere morale e politico sul popolo

 

Inviato

 

Molte nevrosi sono causate dal fatto che molti vogliono restare sordi e ciechi alle proprie aspirazioni spirituali, al seguito d’una passione infantile per i lumi della propria ragione.”

C.G. Jung

 

 

 

Inviato

Ogni cosa che ci irrita negli altri può portarci alla comprensione di noi stessi. (C.G.Jung)

Inviato

Tutto sommato, la Persona non è nulla di “reale”, è un compromesso fra l’individuo e la società su “ciò che uno appare”. L’individuo prende un nome, acquista un titolo, occupa un impiego, ed è questa o quella cosa. In un certo senso ciò è reale, ma in rapporto all’individualità del soggetto in questione è come una realtà secondaria, un mero compromesso, a cui talvolta altri partecipano ancor più di lui. Poichè la nostra coscienza – conformemente allo stile occidentale – guarda soprattutto all’esterno, così le cose interiori restano al buio. Quanto più il mondo alletta l’individuo a identificarsi con la maschera, tanto più l’individuo è dato in preda alle influenze interiori. Le due “realtà”, il mondo della coscienza e il mondo dell’inconscio, non si contestano il primato, ma si rendono reciprocamente relative. Che la realtà dell’inconscio sia assai relativa, è cosa che non susciterà molte obiezioni, ma che la realtà del mondo della coscienza possa essere tratta in dubbio, è cosa che pochi tollerano. Eppure, entrambe le “realtà” sono esperienza psichica, apparenza psichica, sopra sfondi irriconoscibilmente oscuri. Di fronte a un’indagine critica, nulla resta di una realtà assoluta.

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La Persona è un complicato sistema di relazioni fra la coscienza individuale e la società, una specie di maschera che serve da un lato a fare una determinata impressione sugli altri, dall’altro a nascondere la vera natura dell’individuo. La costruzione di una Persona collettivamente conveniente è una grave concessione al mondo esteriore, un vero sacrificio di sé, che costringe l’Io a identificarsi addirittura con la Persona, tanto che c’è della gente che crede sul serio di essere ciò che rappresenta

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Chi è nato e venuto a questo mondo per conoscere la verità, non può perseverare nell’ignoranza, l’impulso al Reale in lui è indomito e ribelle. Soffre enormemente sotto il peso e il dominio della falsità, della calunnia, dell’inganno, della morte continua; è assetato di libertà, di giustizia, di vita reale e di Verità.

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Non si devono dimenticare i diritti dell’anima in mezzo alle novità della civiltà occidentale, col suo carattere terreno tecnico-materialistico. L’affannosa pulsione di possesso in campo politico, sociale, intellettuale, che sconvolge con passione che si direbbe indomabile la psiche dell’occidentale, si diffonde inarrestabile anche in Oriente, minacciando conseguenze incalcolabili. Non soltanto in India, ma anche in Cina, è tramontato già molto di ciò che alimentava un tempo l’anima e ne stimolava il progresso. L’esteriorizzazione della cultura può, è vero, far piazza pulita di molti mali la cui eliminazione appare sommamente desiderabile e vantaggiosa; ma l’esperienza dimostra che questo passo innanzi è comprato a troppo caro prezzo, cioè con un danno nel campo della cultura spirituale. È senza dubbio molto più comodo

vivere in una casa ordinata e attrezzata dal punto di vista igienico, ma rimangono tuttora senza risposta le domande: “Chi abita in quella casa? E la sua anima gode anch’essa dell’ordine e della pulizia di cui gode la casa destinata alla sua vita esteriore?

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Trovo evidente la motivazione che porta a considerare Jung un personaggio scomodo e frequentemente svalutato, soprattutto nei tempi odierni

Inviato

La percezione del mondo, basata sulla vostra identificazione con il corpo e la mente, finora è stata la fonte della vostra schiavitù. Verrà il tempo in cui questo tipo di percezione svanirà davanti al risveglio della coscienza universale, che si rivelerà come un aspetto della Conoscenza Suprema. Cosa succederà alla stessa Essenza, quando ci sarà la conoscenza dell’Essenza delle cose? Rifletteteci! Quando sorgerà l’intuizione della forma e del senza forma in tutta la sua immensità, tutto sarà sradicato. Trascendendo il livello in cui esistono forma, diversità e manifestazione, si entra nello stato

dell’assenza di forma. Come si può chiamare? Dio, Divinità, lo stesso Paramatman. Man mano che il sé individuale viene gradualmente liberato da tutte le catene, che non sono altro che il velo dell’ignoranza, esso realizza la sua unità con lo Spirito Supremo (Paramatman) e si stabilisce nel suo Essere essenziale.

...Come potrebbe esistere il figlio senza il padre o il padre senza il figlio? In questo modo si capisce che nessuno dei due è meno importante dell’altro, e che qui non può esservi distinzione tra più alto e più basso: c’è solo uguaglianza, identità. C’è però un posto in cui si può effettivamente parlare di stati più alti e più bassi. Ciascuno dei due punti di vista è in sé completo. (Nessuna similitudine può essere applicata in ogni dettaglio, perciò considerate solo quel tanto per cui è intesa). Sia l’acqua sia il ghiaccio condividono la natura dell’eternità; così non c’è dubbio che Lui sia con e senza forma. Quand’è con forma – cosa paragonabile al ghiaccio – Egli appare sotto innumerevoli forme e modi, ciascuno dei quali è la Sua forma spirituale (Cinmayi vigraba). Secondo la propria via d’approccio, si dà risalto ad una forma particolare. Perché dovrebbero esserci tante differenti sette e sottosette religiose? Attraverso ciascuna di esse Egli Si dona a Se stesso, affinché ogni persona possa avanzare secondo la sua unicità individuale.

Tratto da: Antologia di discorsi (Sri Anandamayi Ma)


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