Questo è un messaggio popolare. spersanti276 Inviato 15 Settembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Settembre 2022 Oggi, settembre, è il primo giorno che piove davvero. Mi è tornata alla mente questa meravigliosa poesia che imparai a memoria tanti anni fa. . LA PIOGGIA NEL PINETO Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove sui pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione. Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita. E immensi noi siam nello spirito silvestre, d'arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. Ascolta, Ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota. Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria è muta: ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione. Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alveoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i melleoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione. . Parafrasi Non parlare. Ora che siamo all’inizio del bosco non sento più nessuna parola proveniente da alcun essere umano ma sento solo parole diverse, e migliori, pronunciate dalle gocce e dalle foglie in lontananza. Ascolta e basta: piove dalle nuvole sparpagliate nel cielo, piove sulle tamerici ricoperte dal sale del mare e seccate dal sole estivo, piove sui pini e sulle loro cortecce fatte a scaglie e sui loro aghi appuntiti. Piove sui mirti, piante sacre a Venere (divini), e piove sulle ginestre che sotto la pioggia risplendono. Piove anche sui fiori ancora chiusi e sui ginepri folti che diffondono però un dolce profumo. Piove sui nostri volti, come se anche noi fossimo una parte di questo bosco (silvestri) piove sulle nostre mani nude, sui nostri vestiti leggeri ed estivi, e piove addirittura sui nostri pensieri, rinfrescati dalla pioggia, e l’anima si dischiude e rinasce sotto la pioggia e ci rivela sogni nuovi che in realtà, ieri come oggi, ci illudono e basta Ermione. Lo senti? La pioggia cade sulle foglie solitarie e crea un cigolio che si diffonde in modo costante tutto intorno e cambia solo a seconda di quello che tocca, foglie più fitte o meno fitte. E ascolta: il canto delle cicale, che non si spaventano con l’arrivo dei venti australi e con il cielo grigio, sembra rispondere alla pioggia che scende come un pianto. E il pino ha un suono particolare, e anche il mirto suona in un modo diverso sotto l’acqua che cade, e così anche il ginepro e tutte le altre piante sembrano come strumenti musicali diversi suonati dalla pioggia che sembra avere un numero infinito di dita. E noi siamo immersi nello spirito del bosco, è come se la vita degli alberi fosse anche la nostra vita, perché il tuo volto è bagnato e inebriato come una foglia e i tuoi capelli hanno lo stesso profumo di quelle ginestre, anche se sei solo una creatura umana mia Ermione. E ti prego, ascolta ancora il canto accordato delle cicale che stanno sugli alberi e che prima diminuisce e poi aumenta all’unisono quando aumenta anche la pioggia, ma arriva un altro suono, più cupo, quello delle rane, dalla parte di bosco che sembra più una laguna paludosa. Si tratta di un suono più sordo e più fastidioso ma anche questo aumenta o diminuisce finché quasi non si sente più. Non si sente, poi, nessun rumore provenire dal mare, si sente solamente, su tutti i rami, scrosciare la pioggia che pare d'argento e che purifica, si sente il suo scroscio che ancora continua a cambiare a seconda del fogliame su cui cade. Ascolta la cicala che adesso è muta mentre la figlia del fango lontana, la rana, canta dove c’è più ombra, in quella zona paludosa chissà dove. E piove sulle tue ciglia, Ermione. Piove sulle tue ciglia e pare che tu stia piangendo ma è un pianto di piacere, e sembra che la tua pelle non sia più bianca ma verde e mi pare di vederti come una creatura nata dalla corteccia di un albero. E così tutta la nostra vita è profumata e fresca, (sembriamo anche noi un bosco): i nostri cuori nel petto sono come due pesche profumate e non ancora colte, le palpebre fra le tue ciglia sembrano le sorgenti d’acqua fra le zolle d’erba e i denti e le gengive sembrano mandorle non ancora mature. Andiamo fra i cespugli, insieme o separati, e la forza intima, selvaggia degli alberi ci prende a sé stringendoci le caviglie e ci lega le ginocchia! Chissà dov’è tutto il resto, dove siamo noi? E piove ancora sui nostri volti che ormai sono un bosco, piove sulle nostre mani nude, sulle nostre vesti leggere, sui pensieri nuovi che la pioggia ha rinnovato nella nostra anima e su quel sogno che continua ad illuderci, Ermione. 2 4
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