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Melius Club

La semantica dei nuovi ministeri


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Inviato

Mi ricordo di una scuola privata che aveva aperto una sede a Montecatini, ed avendoci lavorato per diverso tempo per far attivare le linee telefoniche e avendo fatto un poco di amicizia,mi proposero  con 1,5 Ml delle vecchie lire il diploma di perito,cosa che a quei tempi mi avrebbe fatto comodo per avanzare di almeno un paio di categorie,ma non ci avevo li sordi.Mi ricordo invece di un altro collega che aveva speso 20 Ml delle vecchie lire per ottenere il diploma,ed avanzare di carriera,non sò però come abbia potuto passare agli esami di stato,solo per l Italiano.

briandinazareth
Inviato

il  merito serve, per far funzionare le cose.

il mito del merito, invece, è sciocco e infantile. 

inoltre non sarebbe male considerare il merito anche quando si distribuiscono le poltrone politiche, un ambito nel quale servirebbe molto, più dei cognati.

Inviato

@melos62 però, chiedo, nel momento in cui, ufficialmente, non esiste una differenza tra scuole pubbliche non statali e cosiddetti diplomifici, perché le associazioni delle scuole non statali non cercano di fare chiarezza, di bonificare o denunciare questi sconci? Insomma, se lo Stato, come mi pare tu abbia accennato, tollera questi diplomifici, ci sarà una attività di lobbing in tal senso tollerata dalle rappresentanze della categoria ?

Se io ho dei comportamenti contrari all'etica professionale, il Ordine, se lo viene a sapere, mi cancella dall'Albo... 

Inviato
13 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

merito serve, per far funzionare le cose.

il mito del merito, invece, è sciocco e infantile. 

inoltre non sarebbe male considerare il merito anche quando si distribuiscono le poltrone politiche, un ambito nel quale servirebbe molto, più dei cognati.

Interessantissima puntata di Tutta la città ne parla su Radio 3. Si parlava di ideologia del merito... 

Inviato
4 ore fa, melos62 ha scritto:

salesiani

Ho fatto più volte il commissario di esami presso Istituti di Salesiani.

Per carità, persone simpaticissime e accoglienti, idem per i colleghi docenti ma, senza voler fare casistica, l'impressione, ben fondata, che ho ricevuto esaminando i ragazzi, a parte poche eccezioni, è stata veramente scarsa.

Senza scendere sul piano strettamente tecnico, ho avuto la sensazione di una forte attenzione per la forma, ma i contenuti si sono rivelati estremamente scadenti. 

L'Istituto tecnico di cui parlo ha chiuso da qualche anno. 

Per farti capire che non ho pregiudizi ti comunico che i miei figli hanno fatto le elementari presso le suore carmelitane ed io presso le francescane.

Eventualmente parliamo anche di queste altre esperienze. 

 

  • Thanks 1
Inviato

@melos62

Non lavoravo nella scuola (prima precisazione).

La scuola privata può esistere benissimo, basta che non prenda neanche un € da soldi statali, cioè dalle tasse che ho sempre pagato in anticipo (43%).

Inviato
8 ore fa, melos62 ha scritto:

Nelle scuola paritarie di tradizione e di media qualità si studia eccome

Non saprei, ci manco da parecchio. Ai miei tempi avevano la lodevole abitudine di farsi pagare dai docenti che così facendo acquistavano punteggio per i concorsi pubblici. Il corpo docente ricambiava completamente due volte all'anno.

Immagino che le cose siano migliorate. 

Inviato

L'idea che sostenere l'#Agricoltura Italiana significhi solo proteggere le eccellenze locali, salvaguardare i piccoli produttori e le pratiche agricole tradizionali è miope, limitativa e paurosamente ingenua. E' figlia di un concetto bucolico e sognante, tipicamente borghese, che vede il comparto agricolo più come una branca della tutela ambientale e ecologica che come settore produttivo vero e proprio. L'Italia ha anche bisogno di aziende agricole grandi, organizzate, con accesso alla finanza internazionale e alle tecnologie più avanzate. 
L'ipertutela dei micro-produttori locali è un'arma a doppio taglio: l'idea (sacrosanta) è presidiare il territorio e le tipicità locali, ma - in assenza di soggetti imprenditoriali e strutture di filiera di grandi dimensioni e al passo con i tempi - finisce per ritorcersi proprio contro il settore stesso, che finisce schiacciato tra lo strapotere della grande distrubuzione e quello dei grandi competitor stranieri. L'idea di un'agricoltura come vero settore imprenditoriale (che tra le altre cose impieghi anche laureati, ad esempio) è da sempre lontanissima dalla cultura dominante nei nostri governi. L'Idea della "Sovranità alimentare" può anche essere una via giusta, da percorrere con decisione.


https://it.wikipedia.org/wiki/Sovranità_alimentare


Tuttavia le battaglie commerciali nel mondo non si vincono con la fanteria leggera: serve l'artiglieria pesante, servono le ultime tecnologie, servono strutture di comando adeguate e coordinate. Servono  imprenditori agricoli di livello, non stucchevoli quadretti di contadini.

Inviato
6 ore fa, Roberto M ha scritto:

Tutti alle scuole private più prestigiose, dove di okkupazioni se ne vedono poche.

Nessuno le vuole chiudere, infatti.

Robbe' non fare il Mourinho della situazione, le scuole private sono una lobby storica dell'estrema destra, come i tassisti, gli Alitalia, i balneari, e compagnia bella.

E pagatele queste cambiali elettorali! Tutte 'ste manfrine...

  • Melius 1
Inviato
5 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

L'idea di un'agricoltura come vero settore imprenditoriale (che tra le altre cose impieghi anche laureati, ad esempio)

Questo è un altro che è rimasto ai tempi di Jack, intorno al 1750.

Inviato
1 minuto fa, appecundria ha scritto:

chi è questo Paul Olden? Come mai ci inviti alla lettura?

Non so chi sia ma la sintesi fatta dell’argomento mi sento di sottoscriverla in toto, è sufficiente? 
Non mi piace prendermi meriti altrui ed oggettivamente la sintesi e a mio avviso azzeccatissima, tu che ne pensi? Nel merito dei contenuti non dell’autore. 

1 minuto fa, appecundria ha scritto:

Questo è un altro che è rimasto ai tempi di Jack, intorno al 1750.

Perché? 

Inviato
15 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Non so chi sia ma la sintesi fatta dell’argomento mi sento di sottoscriverla in toto, è sufficiente?

Non lo so, diciamo che io non sottoscrivo in toto analisi fatte da anonimi.

Mi sono occupato di agricoltura molto di sguincio, per l'applicazione di certe tecnologie... per quello che ho visto stanno pieni di laureati e ci sono aziende dal grande al colossale. Per dire, i prodotti Bonduelle che trovi al supermercato, secondo te chi ha le coltivazioni e dove? 😀 ecco, hai indovinato. E i prodotti Saclà? Una cosa è il brand e altra cosa sono i veri produttori che non sono molti. Poi ci sono i consorzi, che di fatto sono società per azioni. Pensa al Tavernello, quinto vino più venduto al mondo, 35 mila ettari, migliaia di soci. Uno lo vede e pensa: vabbè il Tavernello, invece quello ha il pil dell'Oklahoma.

Inviato
19 minuti fa, appecundria ha scritto:

Non saprei, ci manco da parecchio. Ai miei tempi avevano la lodevole abitudine di farsi pagare dai docenti che così facendo acquistavano punteggio per i concorsi pubblici. Il corpo docente ricambiava completamente due volte all'anno.

Immagino che le cose siano migliorate. 

Stai sempre parlando di diplomifici. Così facevano i diplomifici gestiti con il revolver sulla scrivania. Oggi si sono evoluti ed hanno sistemi meno cruenti ma più efficienti, hanno il durc regolare e probabilmente santi in paradiso.  Io invece mi riferisco alla scuole paritarie di tradizione, presenti in tutte le grandi città italiane, scuole esigentissime dove si sono formate diverse generazioni di ragazzi che poi sono divenuti  imprenditori, accademici, professionisti.  Ad esempio Il Pontano, il Denza , il Bianchi a Napoli, evidentemente non ne hai conosciuti direttamente. Oppure il Massimo a Roma, il Gonzaga a Milano ed altri.

Inviato
19 minuti fa, maurodg65 ha scritto:
21 minuti fa, appecundria ha scritto:

Questo è un altro che è rimasto ai tempi di Jack, intorno al 1750.

Perché? 

Non so cosa si intende esattamente per sovranismo alimentare, tantomeno so cosa intendesse l'autore di quel nome.

Sono portato a pensare all'autarchia e alla Battaglia del Grano. Fu una cosa dissennata allora e da kamikaze oggi. Fallita allora, spero che oggi non fallirà perché non sarà fatta. L'Italia ha troppi abitanti per sfamarli tutti, è stato sempre così da quando i romani andavano a conquistare granai in giro per il mondo. Oggi tutte le superfici coltivabili sono coltivate, restano pochi terreni che per metterli in produzione il costo di irrigazione e/o fertilizzazione è maggiore della resa.

Ovviamente siamo portati a ottimizzare e quindi coltiviamo la roba che rende di più. Che non è il grano tenero.

Ci vorrebbe una colonia, un paese costretto a fare i nostri interessi. Ecco per avere la sovranità alimentare ci vuole l'Impero sui colli di Roma.

Inviato
11 minuti fa, melos62 ha scritto:

Ad esempio Il Pontano, il Denza , il Bianchi a Napoli, evidentemente non ne hai conosciuti direttamente

Ho conosciuto tutti quelli nominati. Sono falliti tutti, tranne forse il Pontano.

Inviato
3 ore fa, wow ha scritto:

chiedo, nel momento in cui, ufficialmente, non esiste una differenza tra scuole pubbliche non statali e cosiddetti diplomifici,

le scuole paritarie devono rispondere ai requisiti soggettivi e oggettivi previsti dalla legge 62 del 2000, in tema di statuti, del rispetto delle norme scolastiche e tecniche, la cui permanenza è verificata dal Ministero. Da questo punto di vista molti diplomifici posseggono tutti i requisiti richiesti, nel senso che la forma è rispettata perfettamente. Il business dei diplomifici è rappresentato dagli alunni interni e soprattutto dai  privatisti che non hanno frequentato l'anno scolastico che si rivolgono al diplomificio per sostenere  gli esami di idoneità, di promozione o di maturità. Le commissioni di esame oggi sono interne con presidenti nominati dal Ministero, in precedenza erano in maggioranza commissari nominati dal MI. Le scuole paritarie vere non fanno esami di idonetà e non accettano privatisti se non in casi sporadici ed eccezionali. Dal punto di vista esteriore non puoi distinguere un bancario da un rapinatore di banche, se non quando li vedi in azione. Le associazioni di categoria più volte hanno denunciato il fenomeno, presente soprttutto al sud e in Campania in particolare, senza grandi risultati. Eppure basterebbe una circolare che limitasse il numero di idoneità per istituto per anno per metterli fuori mercato. Chissà come mai non si fa...

Adesso, appecundria ha scritto:

Ho conosciuto tutti quelli nominati. Sono falliti tutti, tranne forse il Pontano.

e anche loro non pagavano i dipendenti? secondo te erano diplomifici?

  • Thanks 1
Inviato
16 minuti fa, appecundria ha scritto:

Una cosa è il brand e altra cosa sono i veri produttori che non sono molti. Poi ci sono i consorzi, che di fatto sono società per azioni. Pensa al Tavernello, quinto vino più venduto al mondo, 35 mila ettari, migliaia di soci. Uno lo vede e pensa: vabbè il Tavernello, invece quello ha il pil dell'Oklahoma.

I consorzi sono un mezzo per ottimizzare la dimensione delle aziende, ma oggi la dimensione della aziende in agricoltura è fondamentale, ad ogni modo l’idea dei piccoli

produttori che possono vivere di qualità è utopistica.


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