maurodg65 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 7 minuti fa, briandinazareth ha scritto: dall'ucraina in italia arriva meno del 3% delle importazioni di grano per la panificazione... Certo oggi è così, il grosso mi sembri arrivi dal Canada.
Membro_0023 Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 8 minuti fa, Akla ha scritto: ma non imporlo a chi fa ribrezzo ???
maurodg65 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 4 minuti fa, briandinazareth ha scritto: per chi si fa abbindolare dagli slogan La comunicazione è fatta da slogan e la politica di slogan vive.
briandinazareth Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 1 minuto fa, maurodg65 ha scritto: Certo oggi è così, il grosso mi sembri arrivi dal Canada. è così da prima della guerra, importiamo molto anche dalla francia e altri paesi. in molti non sanno, e per questo credono alla meloni, che l'europa è il secondo produttore di grano al mondo dietro solo alla cina, che l'italia è il secondo produttore al mondo di grano duro e che ne importiamo molto proprio perché abbiamo un grande export di pasta e simili...
briandinazareth Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 Adesso, maurodg65 ha scritto: La comunicazione è fatta da slogan e la politica di slogan vive. non sarebbe male che ci fosse anche qualche fatto dietro o che, almeno, non fossero proprio contrari alla realtà. o che almeno ci rendessimo conto di quando ci stanno pigliando per il melius... 😉
mozarteum Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 Pero’ secondo me non bisogna attaccarsi ai termini. Credo che la retorica e ridondante definizione (perlatro adottata anche dalla Francia) stia a significare valorizzazione per quanto possibile delle filiere italiane e dei prodotti di buona qualita’ fatti da piccole aziende artigianali in competizione svantaggiata coi colossi multinazionali (nestle’ kraft ecc). Insomma io ci vedo la proiezione politica del Salone del Gusto: cio’ spiega anche la posizione di Petrini. E se possibile correzione di alcune regole europee che sono concepite come media delle esigenze dei singoli stati. il problema e’, in campo alimentare, che la maggior parte dei paesi abbassa la media 1
criMan Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 12 minuti fa, briandinazareth ha scritto: di nuovo, non è vero! è inutile che ci giriamo attorno. E Sbagli. È fattuale che in caso di emergenze non riesci a tamponare. È sbagliato chiedere di organizzarsi in modo da non soffrire queste situazioni finché si presentino con la caratteristica della temporaneita'? 1
artepaint Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 7 minuti fa, maurodg65 ha scritto: mi sembri arrivi dal Canada la quota canadese nel ns import è del 15%, meno del 20% franzoso
Membro_0023 Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 3 minuti fa, mozarteum ha scritto: perlatro adottata anche dalla Francia Appe dice che sono accezioni diverse, ma non ci dice perché dovrebbero esserlo
Martin Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 Stato di fatto: Il paese neo-sovrano alimentare, culla della coldiretti, della pizza verace, della pummarola di mammà, dei "sapori del territorio", di slow food, e altre menate d'uccello di stampo petrinian-farinettiano è il più grande importatore di pomodori olandesi di serra (!) Sipario.
appecundria Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 26 minuti fa, maurodg65 ha scritto: per come è stata interpretata dall’elettorato e dal paese Vabbè...
maurodg65 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 https://www.corriere.it/pianeta2030/22_maggio_18/italia-mette-parte-grano-colture-piu-redditizie-crescono-prezzi-diminuiscono-raccolti-3ac21b4a-d61f-11ec-883e-7f5d8e6c8bf0.shtmlL’Italia mette da parte il grano per colture più redditizie: crescono i prezzi e diminuiscono i raccolti 18 mag 2022 In un comunicato emesso qualche settimana fa, la Confagricoltura di Arezzo ha fatto sapere che in provincia “si coltivano attualmente meno di 5mila ettari a frumento, nel Dopoguerra se ne coltivavano 65mila. La produzione di grano nostrano si è contratta, anche se la produttività è più che raddoppiata, ma il tema della non autosufficienza torna in primo piano a fronte della crisi internazionale”. L’Ente aretino ha fotografato una situazione complessa, che lascia spazio a tante domande. È davvero possibile sostenere una soluzione di tipo autarchico e raggiungere l’autosufficienza nella produzione di grano tenero (usato per le farine) e grano duro (pasta)? Le trebbiatrici stanno per entrare in funzione ma ci si aspetta un calo di produzione del grano duro. L’impennata dei prezzi inciderà sulle semine del prossimo autunno: per coltivare un ettaro serviranno 1.200 euro, il doppio del 2021 Ci sono vincoli europei ai quali devono sottostare gli agricoltori italiani? E se i costi per fertilizzanti, gasolio e sementi continueranno a crescere, annullando di fatto la redditività, gli agricoltori continueranno a seminare per il bene del Paese? Basandosi sui dati Istat, il Centro studi di Confagricoltura ha analizzato l’andamento delle superfici coltivate a frumento tenero e duro in Italia nell’ultimo decennio, dati presentati regione per regione. Puglia, Sicilia, Toscana ed Emilia Romagna sono da sempre considerate i granai d’Italia. In Puglia nel 2010 erano coltivati a grano tenero 5,559 ettari (produzione 126.365 quintali), diventati 15mila nel 2020 (402.800 quintali); Sicilia 1.100 ettari (31.900 q) diventati 390 (10.300 q). Toscana 12.740 ettari (449.000 q) diventati 26.964 (1.028.847 q). Emilia Romagna 144.994 ettari (8.535.210 q) diventati 140.971 (8.847.317 q). Cosa emerge? In Emilia Romagna e in Sicilia gli agricoltori hanno preferito ridurre il terreno coltivabile a frumento tenero, preferendo con probabilità colture più redditizie. Situazione simile per il grano duro. Nel 2010 in Puglia si coltivavano 283.870 ettari (7.368.940 quintali), dieci anni dopo 344.300 ettari (9.904.500 quintali). Sicilia 301.821 ettari (8.279.883 quintali) diventati 264.525 (7.298.250 q). Toscana 94.340 ettari (2.881.940 q) diventati 56.225 ettari (2.085.939). Emilia Romagna 72.015 ettari (3.628.940 q) diventati 52.306 ettari (3.040.079 quintali). Tra poche settimane le trebbiatrici entreranno in funzione in tutta Italia, prima in Sicilia per risalire fino alle aree interne dell’Appennino. Si raccoglierà il frumento seminato nell’autunno 2021 e non c’è da stare troppo allegri. «Aspettiamoci un calo della produzione del grano duro che nella media italiana si aggira tra i 3,8-4,1 milioni di tonnellate l’anno», dice l’imprenditore pugliese Filippo Schiavone, componente della Giunta nazionale di Confagricoltura. Spiega: «Si è seminato da novembre fino a fine dicembre. Al Nord si è verificata una crisi idrica dovuta alla siccità. Al Sud invece, sono state proprio le piogge a non aver aiutato. L’inverno è trascorso tuttavia sereno, ma a marzo è arrivata la siccità proprio nel momento in cui le spighe diventavano turgide. Il risultato? Le previsioni sono di una produzione ridotta». Gli eventi climatici incidono profondamente sul prezzo del frumento. «Nel 2021 la siccità ha decimato i raccolti in Nord America, con una flessione del 50% del grano duro», dice ancora Schiavone. Oggi, gli agricoltori devono anche fare i conti con il caro prezzi dovuto alla crisi ucraina. «L’impennata inciderà sulle semine del prossimo autunno», dice Schiavone. «Gli agricoltori sceglieranno davvero di seminare in un panorama dove i guadagni tendono a restringersi sempre più?». Nel 2021, per coltivare a grano duro un ettaro di terreno servivano 600-700 euro tra concimi, sementi e lavoro. «Adesso ne servono circa 1.200 e la spirale dei costi non tende a scendere. Ad aprile 2021 l’urea, il concime azotato più diffuso e impiegato nel mondo, aveva un prezzo massimo di 35 euro al quintale. Oggi servono 125 euro, quasi quattro volte di più».
maurodg65 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 16 minuti fa, appecundria ha scritto: Vabbè... Eh vabbè, purtroppo al comunicazione funziona così e tu lo sai benissimo, da sinistra si è fatta una scelta differente e non ha pagato, ne parlammo al tempo ed i fatti questo confermano.
carmus Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 3 ore fa, maurodg65 ha scritto: Il burro non è il male assoluto, anzi è uno dei migliori grassi alimentari e, paradossalmente, è uno dei grassi che rientrano nel concetto di “sovranismo alimentare”, l’olio d’oliva extravergine è tipico del meridione, nel nord del paese il grasso “tradizionalmente” usato è il burro. ecco siamo passati dal sovranismo alimentare al federalismo alimentare
maurodg65 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 27 minuti fa, Martin ha scritto: è il più grande importatore di pomodori olandesi di serra Infatti i supermercati ne sono pieni, le produzioni in serra idroponiche olandesi contro le nostre coltivazioni su terra nel sud Italia.
maurodg65 Inviato 26 Ottobre 2022 Autore Inviato 26 Ottobre 2022 10 minuti fa, carmus ha scritto: ecco siamo passati dal sovranismo alimentare al federalismo alimentare Forse non hai letto con attenzione i primi post del thread in cui si spiegava il concetto originale di Sovranità alimentare.
appecundria Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 10 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto: Appe dice che sono accezioni diverse, ma non ci dice perché dovrebbero esserlo Mi state perculando, vero? Ve possino!!! 😁
Velvet Inviato 26 Ottobre 2022 Inviato 26 Ottobre 2022 11 minuti fa, maurodg65 ha scritto: le produzioni in serra idroponiche olandesi Facilmente distinguibili al palato per quel meraviglioso retrogusto di acqua fradicia
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