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Melius Club

C'è futuro per la sinistra o si è dissolta per sempre?


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Inviato

La sinistra ha un futuro? Il mondo è zeppo di poveri, emarginati, sottopagati, reietti abbandonati da tutti e rappresentati da nessuno. La sinistra si è persa e, sembrerebbe, dissolta.

E' possibile ricominciare dai bisogni, dal disagio sociale, dai diritti sociali? Il modello blairiano è stato il killer finale del socialismo europeo democratico ed è divenuto borghesia (illuminata quando va bene); la massa di elettori orfani oggi è preda dei populismi, dei neofascismi che un po' ovunque e con sempre più forza emergono e si affermano.

Sarà possibile ricostruire qualcosa dal basso?

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O si finirà a nuotare in un acquario come bestie rare tra una tinca e una carpa?

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Inviato

Potrebbe essere che un po' di quelle persone abbiano smesso di piangersi addosso e si siano date da fare per migliorare la propria situazione?

Inviato

Per me la sinistra non è morta, è che con la scomparsa dell'URSS e del Patto di Varsavia mancano gli Statia cui riferirsi, a meno di non prendere per buona la Corea del Nord. Personalmente non credo che immigrati e veri poveri si fideranno mai dei Fratelli d'Italia. Prenderanno voti da chi ha già tutti i diritti che gli servono a condizione di non rischiare di perderli.

Inviato

Ma banalmente oggi pensare ad una sinistra che in Occidente dovrebbe pensare ai poveri ed agli emarginati fa un po’ sorridere visto il livello

complessivo di benessere raggiunto, anche e soprattutto in relazione al welfare generalista ed abbondante, piuttosto la sinistra dovrebbe chiedersi come fare per far sì che quel welfare possa essere mantenuto ed implementato e la strada che seguono i partiti della sinistra è l’esatto opposto, serve crescita economica e sostenibilità per le imprese, l’alternativa è che le stesse scelgano di delocalizzare nei paesi vicini e tanti saluti e baci ad uno “stato sociale” che diventa nei fatti non più sostenibile.

I poveri e gli emarginati oggi sono i migranti che provengono dai paesi poveri e che cercano condizioni di vita migliori ed opportunità di lavoro e sono proprio quelli che l’elettorato storico della sinistra oggi vede come causa dei loro problemi, sbagliando ma questo poco cambia nella sostanza.

  • Melius 1
Inviato
15 minuti fa, 31canzoni ha scritto:

O si finirà a nuotare in un acquario come bestie rare tra una tinca e una carpa?

Io pensavo di creare un parco tematico dove conservare gli ultimi esemplari di attivisti di sinistra, parco aperto ai visitatori ed educativo sia per famiglie che per scolaresche.

Ovviamente gli esemplari ivi mantenuti sarebbero trattati con tutti i riguardi: cibo e cure necessari, dotazioni d'ordinanza di Citroen 2CV, eskimo, copie vintage del "L'Unità" da mettere audacemente in tasca (cfr. Guccini), centri culturali e di aggregazione (qui dalle mie parti c'era il "Circolo Aurora" dove svariati miei amici e conoscenti passavano giornate intere, a far cosa non l'ho mai capito), magliette e felpe del Che, bandiere rosse e foulard, simulazioni di festa di partito e comizio, etc...  insomma tutto il necessario per farli vivere bene e a lungo, e magari anche riprodursi (questo con moderazione).

All'entrata viene fornito ai visitatori un librettino con un dizionario rapido e un elenco di frasi tipiche per intavolare con gli esemplari più socievoli un dialogo istruttivo e divertente.

Ingresso 10 euro ordinario, 8 ridotto, 6 per comitive di oltre 25 persone. Supplemento 3 euro per guida elettronica e ingresso all'autocritica-show delle 11 o delle 16. 

 

Inviato

In un periodo di arroccamento, crisi, nemico alle porte la sinistra difetta dell'adeguato armamentario ideologico,  non per niente ha avuto il suo massimo spolvero quando il problema era redistribuire un po' di plusvalore ai lavoratori, cosa in cui era discretamente riuscita, poi con l'invenzione della globalizzazione è iniziato il declino.

Inviato
18 minuti fa, Panurge ha scritto:

non per niente ha avuto il suo massimo spolvero quando il problema era redistribuire un po' di plusvalore ai lavoratori, cosa in cui era discretamente riuscita, poi con l'invenzione della globalizzazione è iniziato il declino.

Quello che le riesce meglio, redistribuire la ricchezza creata da altri, quando il problema invece è strutturare o ristrutturare l’economia di un paese per crearla quella ricchezza è sempre meglio che si faccia da parte e giochi di rimessa perché non dispone nel suo bagaglio ideologico delle soluzioni necessarie per riuscirci.

Inviato
40 minuti fa, Panurge ha scritto:

con l'invenzione della globalizzazione è iniziato il declino

Quel declino è iniziato anche per l'industria. La battaglia sui bassi costi fa male a tutti. Di riflesso, anche agli stessi consumatori, che si ingozzano al momento, ma poi rischiano di perdere le entrate.

Inviato

Oltre alla perdita di posti di lavoro.

Inviato
56 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

la ricchezza creata da altri

 

Una fetta di quella ricchezza è creata da chi lavora al tornio o al telaio o ......., lo  hanno ben chiaro dei miei clienti addirittura bocconiani e con utilità di impresa parecchio al di sopra della media, addirittura le grandi imprese chiedono ai fornitori che marginano troppo di redistribuire (gli controllano i bilanci), comunismo applicato al capitalismo, è un mondo complicato.

Inviato
2 minuti fa, Panurge ha scritto:

Una fetta di quella ricchezza è creata da chi lavora al tornio o al telaio o

Certo, ma io mi riferivo alla politica che dirige e governa mica a chi lavora.

Inviato
4 minuti fa, Panurge ha scritto:

addirittura le grandi imprese chiedono ai fornitori che marginano troppo di redistribuire (gli controllano i bilanci), comunismo applicato al capitalismo, è un mondo complicato.

Questo è un discorso diverso e ci sta, alla fine non lo considero comunismo ma capitalismo, l’idea che liberismo voglia dire assenza di regole e legge della giungla è antiquata, oramai le

multinazionali sono le più attive nell’ ecologia ed nel sociale, hanno trasformato anche questo aspetti in valorò aggiunto del brand. 
Cucinelli, che credo sia di quelle parti, ha fatto motivo di vanto di ciò che hai riportato ed è diventato il valore aggiunto del suo brand, destinato ai ricchi tra l’altro.

Inviato
10 minuti fa, Panurge ha scritto:

Una fetta di quella ricchezza è creata da chi lavora al tornio o al telaio o

E' proprio così, e non serve essere "comunisti" per capirlo

Inviato
1 ora fa, maurodg65 ha scritto:

Ma banalmente oggi pensare ad una sinistra che in Occidente dovrebbe pensare ai poveri ed agli emarginati fa un po’ sorridere visto il livello

complessivo di benessere raggiunto, anche e soprattutto in relazione al welfare generalista ed abbondante, piuttosto la sinistra dovrebbe chiedersi come fare per far sì che quel welfare possa essere mantenuto ed implementato e la strada che seguono i partiti della sinistra è l’esatto opposto, serve crescita economica e sostenibilità per le imprese, l’alternativa è che le stesse scelgano di delocalizzare nei paesi vicini e tanti saluti e baci ad uno “stato sociale” che diventa nei fatti non più sostenibile.

I poveri e gli emarginati oggi sono i migranti che provengono dai paesi poveri e che cercano condizioni di vita migliori ed opportunità di lavoro e sono proprio quelli che l’elettorato storico della sinistra oggi vede come causa dei loro problemi, sbagliando ma questo poco cambia nella sostanza.

direi che hai detto tutto.

Inviato

Solo che per ogni cucinellato che veste i cashmere del Brunello ci sono almeno ventimila burselled che rumano nei cestoni negli store dei brand "made in Bangladesh" .

Il peso effettivo è quindi quello di encomiabili paturnie da ottimati da ZTL &/o villa con vialetto. 

  • Melius 1
Inviato
12 minuti fa, Martin ha scritto:

Solo che per ogni cucinellato che veste i cashmere del Brunello ci sono almeno ventimila burselled che rumano nei cestoni negli store dei brand "made in Bangladesh" .

Il peso effettivo è quindi quello di encomiabili paturnie da ottimati da ZTL &/o villa con vialetto. 

Verissimo, ci si riempie spesso la bocca delle eccellenze, che vanno benissimo ovviamente, ma il mercato ha bisogno di tutto e tutti, quindi ci piaccia o meno non possiamo fare a meno della globalizzazione con i suoi contro ma anche con i suoi pro. 

briandinazareth
Inviato

l'ideologia meritocratica, che è ingiusta quanto quella razziale o basata sull'altezza o presenza di capelli delle persone, è permeata dentro lo spirito dei tempi in un modo violento e fideistico. 

il consumismo poi, legando la realizzazione di se quasi esclusivamente a quanto posseduto in varie forme, è ontologicamente narcisista e meno incline all'idea di solidarietà. 

aggiungerei anche che, contrariamente alla vulgata sulla miseria del paese, viviamo un momento storico dove una buona parte della popolazione sta decisamente bene (la famosa questione della società dei 2/3). 

sottoscrivo anche l'idea la mancanza di un quadro ideale definito. mentre per la destra basta riferirsi alla tradizione e al "si è sempre fatto così", la sinistra necessita di costruire un quadro teorico solido. 

c'è un altro aspetto secondo me rilevante: viviamo in un mondo aumentato enormemente di complessità, al quale si è accompagnata l'ipersemplificazione da social (un po' reazione e un po' causa)

insomma, mi pare che in generale la società sia molto meno di sinistra di un tempo. 
il primo istinto di tantissimi di fronte alle persone in difficoltà al di fuori dal cerchio familiare più ristretto è di fastidio e rigetto, la povertà è una colpa, non aver sccesso è una colpa ed essere in difficoltà è una colpa.

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