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C'è futuro per la sinistra o si è dissolta per sempre?


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Inviato
3 ore fa, maurodg65 ha scritto:

futuro della sinistra Elly Schlein? Sarebbe una scelta vincente o l’inizio e della fine del Partito Democratico? Il “merito” diventa anche un argomento legato alla sua scelta? Quale dovrebbero essere le idee per essere scelte/i per il ruolo? 

Se vogliono il consenso popolare devono candidare la Meloni.

  • Haha 1
Inviato

La sinistra sarà risorta quando al concertonecdel 1 maggio suoneranno i Berliner Philharmoniker 

Inviato
1 ora fa, senek65 ha scritto:

Se vogliono il consenso popolare

Mandano qualcuno in giro a scoprire cosa si dice nei bar e leggono i contenuti sui social. Eventualmente li possono influenzare, così come è stato per la Brexit, e poi togliere i contenuti sospetti una volta vinte le elezioni.  Non mi pare ci sia un'altra via

Inviato

Stanno dietro ai congressi ed alle primarie. Il mondo esterno lo modellano come se fosse fatto di mattoncini lego. 

Inviato

Il mondo esterno ci modella come fossimo mattoncini di Lego. Sembra tutto ineluttabile, determinato, obbligato. I nostri discendenti prima o poi scriveranno nei libri di storia che noi si fu i veri abitanti della caverna platonica 2.0. 

Inviato

A questo giro probabilmente arriveranno al redde rationem.

Si conteranno e la maggioranza metterà gli altri nella condizione di andarsene, verso 5s o Calenda.

Credo vincerà la ditta. Il motivo per cui non fanno il congresso è capire bene chi vota e come, perché sarà impossibile credo stare in mezzo.

E comunque hanno 5 anni di legislatura per riposizionarsi

Inviato
13 ore fa, newton ha scritto:

A questo giro probabilmente arriveranno al redde rationem.

No, non ce la faranno, sono 15 anni che è nato e sono 15 anni che si accoltellano e si scindono.

La speranza che risolvano non c’è.

13 ore fa, newton ha scritto:

Il motivo per cui non fanno il congresso è

...che non sanno ancora chi essi siano e dove vogliano andare.

il congresso paleserebbe lo stato confusionale anche ai più retrivi, per quanto alcuni fra sognatori più incalliti potrebbero continuare a negare l’evidenza di una illusione ormai destinata al fallimento.

un partito mai nato.

è un disastro per l’Italia non avere una opzione alternativa, hanno un mezzo partito che punta a diventare i tirapiedi dei 5s.

con la Schlein e Conte che gioca a fare il comunista saremo a cavallo.

Inviato
2 ore fa, nullo ha scritto:

un partito mai nato.

Avevano trovato il DIo Scienza a guidarli, ma il pubblico votante non li ha seguiti sufficientemente.

2 ore fa, nullo ha scritto:

è un disastro per l’Italia non avere una opzione alternativa, hanno un mezzo partito che punta a diventare i tirapiedi dei 5s.

Sono d'accordo che è un disastro avere un'opposizione la quale per ora ha le primarie e il congresso come idea fissa. Non faranno i tirapiedi all'insetto. Preferiranno fare le scissioni, che è una cosa nel loro DNA, come ha insegnato la storia.

Inviato

<<In sostanza Goffredo Bettini dice che la crisi della sinistra deriva dall’aver perso la “scintilla” della Rivoluzione Bolscevica e dal non aver reagito al crollo del Muro di Berlino>>

chiara la prima nostalgica parte, anche se è roba da matti. Poi se uno dice che quella mentalità è ancora purtroppo ben presente nel Pd ed è un grosso ostacolo verso una formazione decente e moderna, si becca del fascista.

meno la seconda in grassetto...

lo voleva ricostruire in onore e ricordo dei  bei “vecchi” tempi?

il dubbio che tale muro immondo meritasse una reazione quando lo hanno costruito invece non lo ha mai sfiorato?

Muro fatto per salvare poveri dementi che scappavano dal paradiso per andare a vivere all’inferno, e poiché non bastava, pure le schioppettate nella schiena.

ma la scintilla è ancora agognata...

Inviato

Ma anche:

 

https://ilmanifesto.it/brando-benifei-il-nuovo-pd-sara-di-sinistra-chi-la-pensa-come-renzi-andra-via

 

 

 

Brando Benifei: «Il nuovo Pd sarà di sinistra. Chi la pensa come Renzi andrà via»

Andrea Carugati

Brando Benifei, capodelegazione del Pd al Parlamento europeo. Nel suo partito hanno deciso di anticipare il congresso. Le sembra una buona idea?

Il Pd deve ridefinire la sua identità. Siamo nati nel 2007 quando l’Italia era divisa in due dal fenomeno Berlusconi, non c’erano state tutte le crisi che abbiamo attraversato. La fase costituente richiede il tempo necessario: quello previsto, da qui a gennaio, è già piuttosto serrato. Serve una discussione vera sui nodi identitari, dal congresso non può uscire un partito-minestrina, insapore, dove tutti si vogliono bene perché non si discute davvero. Quello che ci univa nel 2007 non basta più. Di fronte a una destra ideologica al governo, la nostra gente ci chiede di saper fare la sinistra, alternativa sia al polo liberale che a quello grillino.

C’è una ipotesi di fare le primarie il 19 febbraio invece del 12 marzo.

Se si accorcia la fase finale del voto tra gli iscritti e delle primarie non è un problema. Quello che conta è fare bene il lavoro delle prossime settimane, aprire la fase costituente a chi sta fuori.

Nel 2007 si disse di voler unire i diversi riformismi. È una formula ancora valida?

In tutti i partiti socialisti europei c’è un pluralismo culturale. Il problema è fissare i cardini: per me sono il lavoro, l’emancipazione dal bisogno, i diritti e la democrazia.

Non sono gli stessi di 15 anni fa?

In questi anni abbiamo avuto pericolosi cedimenti sul tema del lavoro, penso al Jobs Act che non ha risolto il tema della precarietà e ci ha spinti ad inseguire idee degli anni 90, una sorta di flex-security senza sicurezza per i lavoratori; ma abbiamo anche sbagliato tagliando le province, il finanziamento pubblico ai partiti, il numero dei parlamentari. Abbiamo ceduto alla spinta antipolitica.

Pensa che oggi sia possibile trovare punti comuni?

Chi la pensa come Renzi su temi come il lavoro o il fisco, chi non vuole politiche vere di redistribuzione e ritiene che non si debba colpire la rendita a favore dei redditi da lavoro, forse dovrebbe chiedersi perché sta nel Pd. Lo stesso vale per chi ritiene che difendere i diritti dei migranti faccia perdere voti, come è si è visto col silenzio di Conte su Catania.

Vuole fare un repulisti?

Dico che bisogna fare chiarezza, distinguerci in modo chiaro dal terzo polo e dai 5 Stelle. Non c’è più spazio per elogiare acriticamente il Jobs Act, pensare di abolire tout court il reddito di cittadinanza o sostenere posizioni antipolitiche. Questo non significa voler cacciare qualcuno. Ma metto in conto che a qualcuno il nuovo Pd possa non piacere.

Crede davvero che nel suo partito abbiano voglia di fare una discussione così profonda? Non vede il rischio di una scissione?

Penso che possiamo essere ancora un partito largo, che sa fare sintesi. E tuttavia aggirare i problemi per garantire la pace interna sarebbe pericoloso: se ci limitiamo a cambiare il segretario lasciando tutto il resto così com’è, a partire dal gruppo dirigente, sarebbe un disastro, anche in termini di consensi. Non andremmo lontano. No, non è più il momento si stare nella comfort zone, bisogna prendersi il rischio di una discussione aspra.

Lei ha organizzato il 29 ottobre una iniziativa di giovani dem, «Coraggio Pd». In coro avete chiesto di azzerare tutto il gruppo dirigente. Vi hanno definiti i nuovi rottamatori.

Una formula in cui non mi ritrovo affatto. Quel termine fu usato da Renzi per cooptare i suoi amici e far fuori tutti gli altri. Noi diciamo che già ci sono forze nel Pd che si sono sperimentate sui territori e nelle battaglie per lavoro e ambiente. Il rinnovamento c’è già, non deve essere concesso dall’alto. Ma finora non ha fatto irruzione nel dibattito nazionale, dove parlano sempre gli stessi da 10 anni. Se vogliamo essere credibili non possiamo non sostituire i protagonisti, e anche le parole d’ordine.

Elly Schlein ha citato la vostra iniziativa nel discorso con cui si è iscritta al congresso Pd. La sosterrete in una eventuale corsa per la segreteria?

Ho molto apprezzato che abbia menzionato «Coraggio Pd», l’obiettivo di aprire all’esterno è comune. Sulle candidature ci esprimeremo al momento opportuno e ad oggi resta forte l’ipotesi di esprimere una nostra candidatura. Ma sono scelte che andranno fatte dopo aver sciolto i nodi di fondo.

La guerra sarà un tema decisivo per il nuovo Pd? Servono altri invii di armi a Kiev?

Nei mesi scorsi il sostegno militare si è rivelato necessario. Oggi non si può continuare ad inviare armi se non è chiaro cosa stiamo facendo. Questo è il momento in cui l’Europa deve fare fino in fondo il suo ruolo sul fronte diplomatico, senza farsi scavalcar dalla Turchia. Grandi potenze come Cina e India si stanno muovendo, non possiamo restare schiacciati sulle posizioni americane. E il Pd deve superare una postura troppo militare.

 

Inviato
Adesso, maurodg65 ha scritto:

l’emancipazione dal bisogno,

Io mi faccio delle domande su questo, come ci si può “emancipare dal bisogno”? Ma soprattutto che vuol dire? 

Inviato

vuol dire che sarai un morto di fame però contento di esserlo.

Inviato
16 minuti fa, audio2 ha scritto:

vuol dire che sarai un morto di fame però contento di esserlo.

Ok, ma pensavo a qualcosa di meglio.

P.S. Non alla pace dei sensi, quella prima o poi arriverà, ma meglio poi. 😄 

Inviato

se la frase è detta da uno di sinistra ( benifei - non la trovo nell' estratto ) cosa vuoi che possa voler dire.

tanto solo quello sono stati capaci di consegnare: randellate in testa, censura, chiacchere e distintivo,

miseria rogna e dispiacere. questo se ti va bene, altrimenti te lo fanno andare bene a forza.

Inviato
8 minuti fa, audio2 ha scritto:

se la frase è detta da uno di sinistra

Era sarcasmo, ma sinceramente vorrei capire a cosa si riferisce realmente perché veramente non ci arrivo, lasciamo perdere le ovvie conseguenze che indichi ma che vuol dire letteralmente:  “emanciparsi dal bisogno”?
…per me è un concetto impossibile da comprendere.


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