Jack Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 4 ore fa, audio2 ha scritto: ancora a prendersela con sti poveri cristi di gioiellieri e/o orologiai. temo che oggi le gioiellierie a conduzione familiare siano nella stessa situazione dei pellicciai una ventina di anni fa… un minuto prima dell’estinzione. Ma anche i negozi familiari di vestiti, scarpe ed accessori non di lusso marcano male male, secondo me. Persino la taglia non è più un ostacolo agli acquisti on line di guardaroba che durano due massimo tre utilizzi e poi si regalano o si vendono/scambiano se si è giovani
Guru Inviato 8 Dicembre 2022 Autore Inviato 8 Dicembre 2022 Come già detto più volte, il fatto che un'attività vada male non giustifica il nero. Giustificarlo fa il paio con la mia proposta di applicare aliquote differenziate a seconda del tipo di attività.
extermination Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 1 ora fa, audio2 ha scritto: giusto per farsi i fatti tuoi ma solo poco, manca tanto alla pensione ? E che ne so! Qui ogni anno ti cambiano le carte sul tavolo. Ad ogni modo, ora come ora, a me andare in pensione interessa poco.
extermination Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 1 ora fa, Jack ha scritto: l’importante è non avallare e giustificarla questa italia Né una né l'altra. Fondamentalmente me ne sbatto in piena consapevolezza
Jack Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 1 minuto fa, extermination ha scritto: Fondamentalmente me ne sbatto. mica tanto. “Dov’era e cosa faceva lei il fine settimana del 25 settembre us? ha un alibi per quel week end? prima di rispondere sappia che quanto dichiara potrà essere usato contro di lei” (cit.) 😆😉
Gaetanoalberto Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 Boh. Come al solito non colgo il filo. Ad ogni modo, mi sorprende sempre come la comprensibile attenzione verso il piccolo commerciante od autonomo, evasore o vittima che sia, ometta di considerare alcuni elementi. Da una parte, per esempio prima che si perfezionassero gli strumenti di controllo a partire dal vituperato scontrino fiscale, oppure durante il passaggio all'euro, si dimentica l'enorme evasione, che spesso ha consentito la formazione di capitali, peraltro non reinvestiti nell'attività per rimanere di piccola dimensione, che hanno creato patrimoni, anche immobiliari, non indifferenti, di cui oggi alcuni beneficiano anche attraverso rendite. Dall'altra che gli attuali apparenti difensori di queste piccole partite IVA, le hanno in realtà ammazzate: la Lombardia a trazione leghista ha autorizzato immani superfici di grande distribuzione che non potevano che determinare la morte del piccolo commercio. Dare la colpa allo Stato ed alle tasse mi pare riduttivo. Per fortuna abbiamo il CDX, e finalmente arriverà la beneamata riduzione.
extermination Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 4 minuti fa, Jack ha scritto: Dov’era e cosa faceva lei il fine settimana del 25 settembre us? ha un alibi per quel week end Ma si lo sai bene ho votato Calenda. Ma non ho saltato il we fuori porta! PS) Voto che giustifica largamente il mio "sbatti".
andpi65 Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 @Gaetanoalberto Il piccolo commerciante,quello che non batte lo scontrino ogni tanto , è poca roba (anche se è innegabile che tanti piccoli numeri si sommano e l'importo generato cambia di conseguenza) la vera evasione(che per numeri in gioco è quella importante) è altrove, ed è più "sofisticata" . 1
Jack Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 13 minuti fa, extermination ha scritto: Ma non ho saltato il we fuori porta! questo le concede le attenuati del caso e la assolviamo. Vada e non pecchi più Sterminatore!
Gaetanoalberto Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 6 minuti fa, andpi65 ha scritto: altrove ed è più "sofisticata" . Sicuramente. Dico solo che purtroppo è stato, è e sarà un mondo abbastanza iniquo, e che è molto difficile arrivare ad una spesa pubblica contenuta e conseguentemente alla riduzione e maggior equità del carico fiscale
andpi65 Inviato 8 Dicembre 2022 Inviato 8 Dicembre 2022 @Gaetanoalberto con la mentalità della generazione che leggo qui sopra la vedo dura.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 6 ore fa, Guru ha scritto: Come già detto più volte, il fatto che un'attività vada male non giustifica il nero. E chi lo avrebbe scritto? Ti hanno solo fatto notare, con il dovuto tatto, che i redditi dichiarati in alcune categorie a volte, se bassi, non sono sempre e necessariamente il frutto di evasione fiscale ma anche, semplicemente, di un andamento negativo dell’attività imprenditoriale e quindi, contrariamente a quanto evidentemente credi, non è la categoria che fa il reddito dichiarato ma l’andamento della singola attività imprenditoriale che può andare male o bene ed in quest’ultimo caso la scelta di evadere è del singolo imprenditore e non della categoria a cui appartiene, è solo il singolo può essere sanzionato se responsabile, non il fatto di appartenere alla categoria. Il prossimo passo saranno i disegnini, ma dubito che serviranno a qualcosa.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 5 ore fa, andpi65 ha scritto: (anche se è innegabile che tanti piccoli numeri si sommano e l'importo generato cambia di conseguenza) È vero, ma alla fine in Italia ci sono poco più un milione e mezzo di imprese e poco più di quattro milioni e mezzo di partite iva a fronte di circa 38,5 milioni di contribuenti complessivi e numericamente le partite IVA che potrebbero evadere, al netto di quelle marginali e di quelle che lavorano e fatturano B2B che non possono evadere, sono anche molto meno. Al contrario se guardi ai dati ci si rende conto che il peso fiscale grava in modo esclusivo sui redditi medi e medio alti ed oltre metà del paese o non paga IRPEF o paga cifre talmente basse da non coprire neppure i costi del solo SSN a proprio carico, i problemi possiamo continuare a raccontarci che si annidano nell’evasione fiscale, ma la realtà è che sono altrove ma si preferisce far finta di non vederli. https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/ADm0qDM
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 https://www.truenumbers.it/italiani-al-lavoro/ Italiani che lavorano: 22 milioni ne mantengono 37 Gli inattivi che non cercano lavoro (ma che potrebbero) sono 12 milioni L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro (degli altri). Sembra proprio cosi se guardiamo i dati Istat relativi all’occupazione in Italia relativi al primo trimestre del 2022. Su 59 milioni e 236mila persone residenti sono 23 milioni e 182mila gli italiani che lavorano e mantengono tutti gli altri, il 39%. Praticamente su dieci persone sono quattro quelle che lavorano. Certo, tra chi non lavora dobbiamo considerate tutte quelle persone o troppo giovani o troppo anziane per “timbrare il cartellino” ma anche una parte (non piccola) di persone in età lavorativa che sono inattive e che sono 12 milioni e 752 mila. Questo vuol dire che il 21,5% della popolazione residente potrebbe lavorare ma non lo fa. Le ragioni? Impedimenti per studio e famiglia, ma anche un senso di scoraggiamento che dopo la pandemia è stato acuito dalla crisi energetica. Quanti sono gli italiani che lavorano davvero Gli ultimi dati relativi all’occupazione in Italia portano le proverbiali due notizie, quella buona e quella cattiva. Partiamo da quella buona: a luglio 2o22, rispetto al trimestre precedente, l’occupazione in Italia è cresciuta, precisamente gli occupati in più sono 140mila, che portano il totale dei lavoratori in Italia a salire di 0,6 punti percentuali. Ma veniamo ora alla cattiva notizia: a luglio 2022, rispetto al mese precedente, diminuiscono sia gli occupati sia i disoccupati e crescono invece gli inattivi. Una crescita dello o,4% che coinvolge sia uomini che donne tra i 15 e i 64 anni. Il tasso d’inattività in Italia, rispetto al mese precedente, sale quindi fino a rappresentare il 34,4% della forza lavoro. Tuttavia bisogna sottolineare come questa percentuale sia diminuita dal 2020 quando era 35,27%. Che contratto hanno gli italiani che lavorano Il grafico sopra divide gli italiani che lavorano in base al tipo di contratto che hanno. Si può osservare come nel primo trimestre del 2022 siano 15 milioni e 56mila gli italiani che lavorano con un contratto a tempo indeterminato, circa i due terzi. I lavoratori dipendenti a tempo determinato sono invece molti di meno: 3 milioni e 185 mila, in aumento rispetto al 2021 quando il loro numero si fermava a 2 milioni e 897mila. Un numero piccolo che mostra come sia necessario potenziare i contratti a tempo determinato e diminuire quelli stagionali, a somministrazione (l’ex contratto a chiamata) e quelli a progetto. La ragione? E’ che il contratto a tempo determinato è quello con la conversione più alta in indeterminato, come evidenziato da uno studio di Bankitalia. I veri mantenuti sono gli italiani inattivi Sono inattivi (non occupati che non cercano un’occupazione), ma avrebbero l’età per lavorare: sono 12 milioni e 752 mila, pari al 21,5% della popolazione residente. Di questi la grande maggioranza circa 7 milioni dichiara di non cercare offerte di lavoro e di non essere disponibile a lavorare: si tratta di coloro che, pur essendo in età lavorativa, se gli venisse offerto anche solo un lavoretto in regola lo rifiuterebbero. Tra questi, poco meno di 4 milioni ha motivi familiari per non cercare occupazione, come l’assistenza a un anziano o l’accudimento dei figli, mentre 4 milioni e 400 mila circa adducono motivi di studio e formazione. In tale categoria vi sono, immaginiamo, gli studenti universitari e quelli degli ultimi anni delle superiori. L’andamento storico della disoccupazione in Italia Infine, ci sono i disoccupati veri e propri, cioè le persone che non hanno un lavoro ma lo cercano. Sono una assoluta minoranza: al primo trimestre 2022 sono 2 milioni e 174 mila persone, pari al 3,6% dei residenti. Gli italiani che non cercano lavoro perché scoraggiati I dati Istat infatti rivelano che oltre a casalinghe e studenti vi è un altro gruppo di italiani che ingrossa le fila già nutrite degli inattivi. Si tratta, del 1 milione e 377 mila di cittadini che dichiarano di essersi rassegnati perché scoraggiati. Non sono convinti di poter trovare un impiego. Sono aumentati con la pandemia ma erano moltissimi già prima e la percezione continua di una grande crisi mondiale pronta a scoppiare a causa del conflitto tra Russia e Ucraina di certo non aiuta. Solo in 3 milioni sono pronti a mettersi al lavoro Ci sono poi coloro che affermano di non cercare lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare da subito, e sono poco più di 3 milioni. Sono quelli che potrebbero tra qualche mese alimentare il numero degli occupati, oppure, se le cose andranno male, dei disoccupati.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 https://www.oecdbetterlifeindex.org/it/countries/germany-it/ Germania Popolazione 83.1milioni … Sebbene il denaro non possa comprare la felicità, è uno strumento importante per raggiungere un tenore di vita più elevato. In Germania, il reddito netto medio rettificato delle famiglie è pari a 39 971USD annui pro capite, un reddito superiore rispetto alla media OCSE pari a 30 490 USD annui. In termini di occupazione, in Germania circa il 77% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito, una percentuale superiore rispetto al tasso medio di occupazione OCSE pari al 66%. In Germania l’80% circa degli uomini ha un lavoro retribuito, a fronte del 73% delle donne. In Germania il 4% dei lavoratori dipendenti ha un orario di lavoro retribuito molto lungo, con rispettivamente il 6% degli uomini e il 2% delle donne, una percentuale inferiore rispetto alla media OCSE del 10%. Una buona istruzione e valide competenze sono requisiti importanti per trovare un lavoro. In Germania, l’86% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore, una percentuale superiore rispetto alla media OCSE pari al 79%. Tuttavia, il tasso di completamento degli studi secondari superiori varia tra gli uomini e le donne: l’87% degli uomini ha completato con successo gli studi secondari superiori, mentre per le donne la percentuale si eleva all’86%.
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 In sostanza in Germania lavora più di un tedesco su due, in Italia lavora un italiano su tre, in Germania i redditi sono più altri rispetto alla media OCSE del 25% da noi sono più bassi di poco più del 25%.
Gaetanoalberto Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 3 ore fa, maurodg65 ha scritto: problemi possiamo continuare a raccontarci che si annidano nell’evasione fiscale, ma la realtà è che sono altrove ma si preferisce far finta di non vederli. Mah, credo che @andpi65, non per farmi interprete del suo pensiero, volesse semplicemente dire che i problemi di equità del carico fiscale stanno più nella possibilità dei grandi gruppi di ricorrere a sofisticate manovre di mascheramento e spostamento dei profitti, attraverso complicati meccanismi di bilancio, forniture, scambi e collocazione delle sedi, resi ancora più possibili dal funzionamento virtuale del mercato. Neanche di evasione in tal caso possiamo parlare, ma di elusione in un contesto spesso legittimo. Queste dinamiche non sono piccolissime. E poi non incide poco il diverso meccanismo di imputazione dei costi d’impresa od attività che si portano in deduzione o detrazione. Certo è che nel tempo le maglie del fisco sono diventate più strettine ed hanno reso più difficile l’evasione: in questo non hanno poca rilevanza i controlli sull’uso del contante, peraltro rilevanti anche in materia di controllo della criminalità, che non a caso sono il primo intervento “liberista” del cdx. Dopodichè hai ragione sulla distribuzione individuale del carico fiscale che grava moltissimo su una certa fascia di reddito, e sul ridotto numero dei contribuenti effettivi. Abbiamo un problema di lavoro, un problema di redditi, un problema di efficienza del mercato e delle imprese, un problema di efficienza e peso della pubblica amministrazione…e così via. Dubito si possa semplificare parlando di “politicanza” come fa qualcuno. È tutto un sistema che si è incrostato, e che andrebbe disintossicato. Al contrario quel sistema chiede ossigeno attraverso la spesa pubblica: è come il cancro, che si alimenta delle energie sottraendole alla parte sana. 1
maurodg65 Inviato 9 Dicembre 2022 Inviato 9 Dicembre 2022 Adesso, Gaetanoalberto ha scritto: volesse semplicemente dire che i problemi di equità del carico fiscale stanno più nel,a possibilità dei grandi gruppi di ricorrere a sofisticate manovre di mascheramento e spostamento dei profitti, attraverso complicati meccanismi di bilancio, forniture, scambi e collocazione delle sedi, resi ancora più possibili dal funzionamento virtuale del mercato. Si certamente, non volevo sentire le sue affermazioni, questo che evidenzi rientra in gran parte sotto la voce elusione fiscale.
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