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Se quello che sappiamo su noi stessi si dimostra totalmente errato.


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briandinazareth

@LUIGI64

 

Stai continuando a cercare disperatamente qualcosa che smentisca il fatto.

Non ci vuoi stare 🤣

 

Il valore citato (40/60%) è relativo all'età dei coinvolti nello studio, con l'età adulta si arriva al 80% citato prima.

Sull'intelligenza lessi anni fa un testo di Cesare Cornoldi, considerato sul tema uno dei massimi esperti in Italia. Cornoldi sosteneva che il fattore genetico contava per circa il 70% sull'intelligenza (oggetto peraltro assai difficile da definire) verificata con dei test. Circa il 30% lascia ampio spazio all'educazione e all'istruzione, un'intelligenza metodica e ordinata rende meglio di una intuitiva e disordinata.

La definizione della causa dei comportamenti implica una concezione della mente, concezione su qualcosa che siamo ancora lontani dal definire. Il cervello è un oggetto ancora misterioso. Il caso Henry Gustav Molaison (l'uomo che dimenticava tutto) e il caso Phineas P. Gage (sopravissuto ad un incidente che gli aveva perforato il cervello), citate da Massimo Piattelli Palmarini in "Le scienze cognitive classiche: un panorama" mi fanno dubitare del determinismo della genetica.

Di certo è errata la convizione che l'essenza del genere umano sia la razionalità, che nella gran parte dei comportamenti gioca un ruolo marginale. La razionalità più che negli uomini è nelle istituzioni.

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briandinazareth

Per intelligenza in questi studi si intendono:

Capacità di ragionamento, di astrazione, linguistiche, di analisi, memoria, di trasformazione spaziale (translazioni spaziali) ecc. 

 

Però la sensibilità musicale ha la stessa caratteristica innata, esiste il concetto di cervello musicale...

se poi uno preferisce Ravel, Bach, Davis o Prince dipende molto dal legame emotivo che si crea (fondamentale nella musica più dell'analisi)

briandinazareth
7 minuti fa, Savgal ha scritto:

Circa il 30% lascia ampio spazio all'educazione e all'istruzione

 

questa idea è stato superata dalle ricerche sull'istruzione e le famiglie che hanno mostrato una correlazione praticamente nulla. 

 

Si considerava che tutto quello che non è genetico fosse ambientale, poi ci si è resi conto che la parte dello sviluppo embrionale introduceva quella varianza.

 

Forse rimane una piccolissima parte ambientale ma le evidenze ci dicono che non sono la famiglia e la scuola.

 

Ma comunque parliamo di una correlazione intorno al 0.01, totalmente trascurabile 

 

 

@briandinazareth

Consentimi che il passare dal determinismo dell'ambiente a quello della genetica mi lascia scettico.

Ragionamento, astrazione, comprensione del testo, analisi, memoria, spazio, sono ambiti in cui vi sono metodi e strumenti che si apprendono e che possono mettere a frutto al meglio anche intelligenze non particolarmente brillanti.

Inoltre stabilire che l'intelligenza è ciò che si misura con i test di intelligenza è una petitio principii.

briandinazareth
1 ora fa, Savgal ha scritto:

Consentimi che il passare dal determinismo dell'ambiente a quello della genetica mi lascia scettico.

Ragionamento, astrazione, comprensione del testo, analisi, memoria, spazio, sono ambiti in cui vi sono metodi e strumenti che si apprendono e che possono mettere a frutto al meglio anche intelligenze non particolarmente brillanti.

Inoltre stabilire che l'intelligenza è ciò che si misura con i test di intelligenza è una petitio principii.

 

Non è un discorso deterministico perché non esiste una correlazione diretta tra espressione genica e cervello. Non voglio aprire un capitolo sull'embriologia 😁 ma il concetto è che tra espressione genica e corpo effettivo c'è tutta una serie di meccanismi che hanno intrinsecamente molto rumore di fondo e quindi una casualità rilevante.

Quando esamini le connessioni cerebrali di due gemelli omozigoti ci sono molte differenze, eppure hanno lo stesso identico patrimonio genetico. 

Come dicevo prima non dobbiamo confondere innato con genetico.

 

Quindi parliamo sempre in ambito probabilistico e non deterministico.

 

Volevo anche sgomberare il campo da un altro equivoco: nonostante l'intelligenza sia quella che ci è capitata in dote, come l'altezza o i capelli, non significa che non si possano imparare delle cose e che non sia fondamentale farlo. 

 

C'è un esempio famoso: la memoria.

Anche lei è innata, ed è una parte molto importante dell'intelligenza.

 

 se imparo bene il metodo dei loci riesco a memorizzare molte più cose rispetto alla mia condizione naturale.

questa abilità acquisita può essere usata nella vita quotidiana o nello studio, ma nel ragionamento astratto e nella logica complessa la mia memoria rimane quella che è perché ha a che fare con il funzionamento di base del cervello.

 

Per questo non si migliora nei test di intelligenza ma questo non ci impedisce di migliorare in molti aspetti.

 

Così come se sono molto timido (correlazione ereditaria alta pure lei) lo rimarrò per sempre, ma posso sviluppare strategie per gestirla meglio.

 

Quindi il discorso lo possiamo estendere, considerando che anche gli altri tratti della personalità si comportano come l'intelligenza (anche se con diversi gradi di correlazione, ereditarietà e componente innata. )

Non esiste alcun tratto della personalità che non sia fortemente ereditario.

 

 

Adesso ti lancio una bomba interessante 😁

Ad oggi, nonostante il numero di geni coinvolti che conosciamo sia ancora piccolo, sono il migliore strumento per prevedere quanti anni una persona studierà e quali saranno i risultati scolastici.

 

Statisticamente è Circa 3 volte più preciso del contesto socioeconomico, più di quanto hanno studiato i genitori o le scuole frequentate.

 

 

 

briandinazareth
1 ora fa, Panurge ha scritto:

I miei genitori hanno prodotto me e, nello stesso milieu, un complottista no-vax con fascinazione verso le scie chimiche.

 

Questo è uno dei paradossi che ha fatto pensare inizialmente, quando ancora eravamo agli albori della genetica, che l'ambiente avesse un ruolo marginale.

L'ambiente non riesce a spiegare le differenze familiari.

 

 


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