mom Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Riporto volentieri questo articolo pubblicato da Armando Lazzarano su Altervista: https://armandolazzarano.altervista.org/le-due-facce-della-solitudine-definiamo-la-solitudine/ . In un certo senso lo considero come uno spin-off della discussione iniziata all’interno del thread ( in seguito un po’ deragliato) sull’opportunità di concepire un bimbo nero. Qui ci sono, a mio avviso, alcuni spunti di riflessione e di introspezione che meritano. Un altro punto importante è relativo alle due tipologie della solitudine: quella costruttiva e quella distruttiva con origini, cause e conseguenze. Se siete interessati leggete l’articolo e aprite il… dibbbattito. In effetti il tema può essere difficile perché esiste una certa difficoltà e una forma di pudore a parlare della solitudine. Tuttavia credo che se ne possa discutere amichevolmente senza entrare troppo nel personale. 1
mozarteum Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Tema interessante. C’e’ un terzo genere di solitudine a mio avviso: quella dettata dal bisogno di tener lontani i rompipalle, in societa’ ma anche in famiglia. Essa e’ molto costruttiva perche’ fa star bene. Gli altri e le loro questioni fanno perdere tempo e buon umore a meno che non abbiano -o trattino le stesse con - la leggerezza delle persone di valore. Purtroppo il lavoro costringe ad immergerci nella commedia umana sovente stucchevole e a occuparcene. Il reddito che ne ricaviamo serve a ricompensare il fastidio del dover conferire il nostro tempo irripetibile all’ammasso delle necessita’ altrui di cui, in tutta franchezza, non ce ne cale nulla. Col tempo si fa a meno anche dell’approvazione altrui. E’ costruita con mattoni imprecisi, e’ temporanea, e non di rado inquinata. Nel monologo dell’Onore del Falstaff e’ detto tutto. 2
mom Inviato 8 Febbraio 2023 Autore Inviato 8 Febbraio 2023 @mozarteum quella di cui parli è una solitudine chirurgica! Necessita di resezione non sempre possibile. 1
LeoCleo Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Argomento non nuovo ma sempre interessante. Collego questo aspetto delle due (tre?) solitudini al rapporto che intercorre tra ozio e noia. Nella attuale società dei mille stimoli, del multitasking, che elogia la quantità delle relazioni più che la qualità, una persona introversa, anche se socievole, è vista con occhio diffidente. Tra i giovani, viene definito sfigato, e può scattare l’emarginazione che poi è l’anticamera dell’attacco in branco. Nella mia tesi, incentrata sul tempo dell’accelerazione, avevo dedicato una parte all’utilizzo del tempo extralavorativo: tempo libero, tempo vuoto, tempo per sé. Grandi differenze, e ci sono persone letteralmente terrorizzate dal tempo vuoto, cioè la solitudine di qualsiasi tipo. Nella società attuale si è perso il valore positivo del tempo vuoto, solitario, della riflessione. E di pari passo la priorità sociale è diventata la condivisione.
Schelefetris Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Argomento complesso e pieno di sfaccettature. Pur potendolo far rientrate in un numero finito di insiemi è da considerare molteplici sottoinsiemi. Per poterne parlare toccherebbe aver studiato le varie forme e, come spesso accade in psicologia, non è detto che tutti i casi rientrino in una di queste. In linea di massima, grossolanamente, vi sono, come riporta l'articolo, le solitudini volute e ricercate e quelle indotte. Vi sono solitudini fisiche e solitudini mentali, il famoso in letteratura "mi sento solo in una folla di gente". Io in certi momenti amo scegliere la solitudine a cui riesco ad esercitare anche in compagnia pur preferendola anche fisica, ottenuto il risultato ricercato ritorno ad essere un animale (forse una bestia :D ) sociale, socialità a cui non so e a cui non voglio rinunciare. Per adesso ho avuto la fortuna di poter scegliere e questo va sottolineato perchè non è banale.
UpTo11 Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Condivisione di cosa? Labbra a cülo di gallina e bucatini alla gricia? È più un bisogno di attenzione.
Membro_0022 Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Io mi ritengo un animale sociale a tempo determinato. Pregasi di non chiedere straordinari. 2 ore fa, mozarteum ha scritto: Purtroppo il lavoro costringe ad immergerci nella commedia umana sovente stucchevole e a occuparcene. Il reddito che ne ricaviamo serve a ricompensare il fastidio del dover conferire il nostro tempo irripetibile all’ammasso delle necessita’ altrui di cui, in tutta franchezza, non ce ne cale nulla. Da incorniciare.
LeoCleo Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Dipende dal lavoro. Già non avere a che fare con il pubblico consente di evitare la maschera da sorriso Valtour, e andare in ufficio con le palle girate e ringhiare al primo sventurato che osa avvicinarsi!
eduardo Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 36 minuti fa, LeoCleo ha scritto: Nella società attuale si è perso il valore positivo del tempo vuoto, solitario, della riflessione E' la paura di restare soli con se stessi. Sentire la propria voce interiore puo' produrre effetti devastanti. Potendo, io mi ci perderei volentieri nel tempo vuoto, ma vengo continuamente - nonche' brutalmente - costretto al tempo pieno.
mom Inviato 8 Febbraio 2023 Autore Inviato 8 Febbraio 2023 1 ora fa, LeoCleo ha scritto: Nella società attuale si è perso il valore positivo del tempo vuoto, solitario, della riflessione. Sì, sono d’accordo. I giovani soprattutto: nascono e sono già di corsa e in ritardo. Ai ragazzi manca il tempo per fare tutto: quello che i genitori hanno programmato per ciò che ritengono importante per la loro crescita/ educazione e quello che loro stessi vorrebbero fare. Sovente non c’è neanche il tempo per soffermarsi con calma sui sentimenti. Tutto diventa volatile come un profumo o come un gas nocivo.E alla fine non resta il tempo per una solitudine piacevole e tranquilla. Si può invece cadere, purtroppo sempre più spesso, nella solitudine depressa. Trovare il tempo per sé, per chi non conosce la solitudine positiva può creare angoscia e non essere invece un’ottima opportunità. Moz esalta la positività del tenersi lontano da legami rompipalle ma io credo che lo dica perché ha una certa maturità acquisita col tempo e l’ha anche frullata con un po’ di egoismo difensivo. Per i giovani è diverso: vedono il mondo correre e non hanno acquisito la capacità e l’importanza di riuscire a fermarsi un momento per dedicare un po’ di tempo a una sana solitudine positiva. Questo, credo, sia il motivo di tante depressioni: quando il treno che corre si ferma per un guasto improvviso, la solitudine diventa un baratro spaventoso. 1
mozarteum Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Non sapersi fermare ed essere immersi nella competizione, nel tritacarne del dover far sempre qualcosa raggiungere obiettivi ecc. , saro’ spietato, ma per me e’ un difetto di intelligenza. Che peraltro puo’ ben essere funzionale al progresso, sia chiaro. C’e’ la bellissima prefazione dei Malavoglia (mi sembra) dove la modestia e meschinita’ della singola vicenda umana determina pero’ nel flusso immenso dell’umanita’ visto dall’alto come un formicaio operoso, un generale progresso. A volte e’ vero il carattere prende il sopravvento sulla razionalita’ e sull’intelligenza, dando luogo a comportamenti compulsivi e dissennati (nonche’ ridicoli) appena ci si autoosservi con distacco. Nessuno e’ indenne. Anche perche’ il cosi’ fan tutti e’ un potente anestetico di senso. Ma non bisognerebbe mai perdere la barra della lucidita’, direi esistenziale. Quindi l’essere solitari e non aver timore d’esserlo quando e’ scelta e non emarginazione e’ un lusso. Preziosi sono poi i pochi affetti che vivono con noi leggeri ma presenti. A Biella l’hanno capito e infatti dicono stame su da doss. Peccato poi si perdano col lavoro 1
mom Inviato 8 Febbraio 2023 Autore Inviato 8 Febbraio 2023 10 minuti fa, mozarteum ha scritto: la barra della lucidita’, direi esistenziale. Se non c’è un polso fermo e razionale la barra si può inclinare in un contesto volto alla quasi immortalità dell’io, ingannata con mille strategie mediche, estetiche, mediatiche eccetera. Parecchi orologi a tempo vengono nascosti nell’armadio e, finché si può, si fa vincere il carpe diem. (salvo complicazioni).
briandinazareth Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 1 ora fa, mozarteum ha scritto: Non sapersi fermare ed essere immersi nella competizione, nel tritacarne del dover far sempre qualcosa raggiungere obiettivi ecc. , saro’ spietato, ma per me e’ un difetto di intelligenza. russell chiamava "ascetismo idiota" il continuare a lavorare e a sgomitare quando non c'è più bisogno. però è più un problema di dopamina che di intelligenza. molte delle più grandi menti di tutti i tempi sono state insaziabili (che poi in molti casi è possibile che siano divenute così grandi menti in quanto insaziabili, un po' come nello sport) è un bisogno primario profondo, legato a come siamo fatti prima che il mondo e le esperienze possano intervenire, infatti è pure una delle caratteristiche umane più stabili nel tempo, con delle fluttuazioni prevedibili con l'avanzare dell'età. non avere il circuito della dopamina che spinge (semplificando il discorso) è una grande fortuna per riuscire a non essere inghiottiti dai meccanismi del "sempre di più". (c'è un bel libro di daniel lieberman sull'argomento "the molecule of more"). a livello culturale mi sembra che sia valido il discorso, ormai antico, del mito dell'efficienza dell'uomo moderno che prevede che tutto vada fatto in previsione di qualcosa d'altro e non per quello che è in se. concetto che comprende anche la cosiddetta scomparsa della morte nella nostra società. penso che questo sia devastante per il bisogno di solitudine e di uscire dalla ruota per criceti. 1
LeoCleo Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Tarapiatapioco? Brematurata la supercazzora o scherziamo?! No scusi, noi siamo su un forum: come se fosse dopamina solo per Russel, oppure tutti insieme scribando la postalina, fluttuando per esempio.
melos62 Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 "Beata solitudo, sola beatitudo." Chi non ha paura del vuoto è perché vive sempre un pieno.
artepaint Inviato 9 Febbraio 2023 Inviato 9 Febbraio 2023 16 ore fa, mom ha scritto: quella costruttiva e quella distruttiva e quella neutra, cioè quella non conseguente ad una scelta personale, + o - cosciente
Questo è un messaggio popolare. vizegraf Inviato 9 Febbraio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 9 Febbraio 2023 Mi inserisco in una discussione per la quale non ho adeguato livello intelletualculturale con una noterella da poco. Mio padre, rimasto vedovo e solo, a chi gli chiedeva se non gli pesasse quella condizione, rispondeva: "mah, sa, io mi sono simpatico e mi faccio compagnia". Scusate l'intrusione. 3 2
nullo Inviato 9 Febbraio 2023 Inviato 9 Febbraio 2023 @vizegraf Ho conosciuto un interessante anziano vedovo che teneva le ceneri della moglie in salotto. Mi disse che finalmente le poteva confessare qualche marachella e parlarle di altro con serenità mai sperimentata in precedenza. 1
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