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Italia: prevenzione tsunami


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Inviato
49 minuti fa, qzndq3 ha scritto:

ci si ostina a costruire negli alvi dei fiumi

il famoso alvo irregolare   :classic_biggrin:

  • Haha 2
Inviato
7 minuti fa, Martin ha scritto:

il famoso alvo irregolare 

Alvei ;) grassie ho corretto e vien da dire... senza manutenzione dell'alveo che l'hai nell'alvo. :classic_laugh:

  • Haha 1
Inviato

Che disastro in Sicilia questi ultimi giorni: tsunami così non si erano mai visti. 

Inviato
58 minuti fa, ferrocsm ha scritto:

Scommetto che se

Ci si può fermare qui: se. 

Se, se, se... pippe VS realtà dei fatti. 

Inviato
Il 10/2/2023 at 09:25, LeoCleo ha scritto:

Credevo fosse un pesce d’aprile in clamoroso anticipo, invece è realtà: l’Italia si occuperà e fa prevenzione sui rischi tsunami, come in Giappone! 
...
Qui ad ogni pioggia abbondante franano le colline, esondano i fiumi, saltano i ponti, e ci si occupa degli tsunami?!

non so come si articoli esattamente l'attività dell'ITED, ma:

  • può essere utile anche solo per arrivare ad escludere il rischio per l'Italia, o comunque definirne il livello.  ma se nessuno lo calcola mai, non sapremo mai se il fatto che in pochi si ricordino tsunami in Italia sia significativo o meno. non dimentichiamo che fino al sisma dell'Irpinia le leggi italiane definivano come sismico un comune solo se c'era traccia storica di un terremoto in quel comune, e allo stesso modo si definiva l'intensità attesa dell'eventuale sisma in quel comune. col risultato che alcuni comuni sismici, anche altamente, risultavano non sismici o a bassa sismicità, con quel che ne consegue. la possibilità di prevedere, mediante modelli oggi molto più "facili" e attendibili che in passato, un comportamento quand'anche non sia stato direttamente osservato e registrato, è un gran passo avanti.
  • spesso queste attività di ricerca possono fornire elementi utili anche ad altri Paesi; è normale prassi: gli studi sulle argille di Londra hanno fornito elementi fondamentali per la comprensione del comportamento dei terreni fini, anche se non sono esattamente quelli di Londra, giusto per fare il primo esempio che mi viene in mente. la scienza si nutre anche di diffusione dell'informazione anche quando non immediatamente necessaria (o "remunerativa", per così dire) qui e ora.

quanto al secondo punto, non credo che gli studi sugli tsunami siano in contrasto con quelli su altri dissesti idrogeologici.

del resto, in generale i ricercatori hanno stipendi tali (e sono in numero tale) che dubito abbiano gran rilevanza per l'erario.

  • Melius 1
Inviato
34 minuti fa, daniele_g ha scritto:

del resto, in generale i ricercatori hanno stipendi tali (e sono in numero tale) che dubito abbiano gran rilevanza per l'erario.

In questo paese se riveli di essere un ricercatore ti rispondono di trovarti un lavoro serio. E l'atavica mentalità antiscientifica italica, nulla di nuovo.

Inviato
6 ore fa, LeoCleo ha scritto:

Che disastro in Sicilia questi ultimi giorni: tsunami così non si erano mai visti. 

 

4 ore fa, LeoCleo ha scritto:

Se, se, se... pippe VS realtà dei fatti. 

La realtà dei fatti è che la frequenza dei terremoti e quella degli tsunami non si misurano su base settimanale e lo sai benissimo.

 

Inviato

@qzndq3 Non ho parlato di terremoti (purtroppo molto frequenti in Italia).

Torno a ripetere: negli ultimi 5 mesi abbiamo avuto la devastazione di Senigallia, di Casamicciola, di Catania e di vastissime aree della Sicilia. A che pro, se non puramente accademico, si fa ricerca sugli tsunami? Sarò di coccio, ma proprio non capisco. 

 

Inviato
6 minuti fa, LeoCleo ha scritto:

Non ho parlato di terremoti (purtroppo molto frequenti in Italia).

Hai parlato di maremoti la cui frequenza si misura con una base dei tempi analoga a quella dei terremoti. Talvolta sono correlati.

6 minuti fa, LeoCleo ha scritto:

Sarò di coccio, ma proprio non capisco. 

Il 1908 è un'ora fa, il 1785 è questa mattina dal punto di vista geologico, fai la sommatoria dei morti e vedi che capisci.

Inoltre ti si sta ripetendo che una cosa non esclude l'altre, la manutenzione dei corsi d'acqua e la prevenzione delle inondazioni non esclude la prevenzione dagli effetti degli tsunami.

Cosa c'è da capire?


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