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Melius Club

La modernità incriticabile


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Inviato
26 minuti fa, Paolo 62 ha scritto:

l'ignorante non ci capisce più niente e comincia a sospettare di tutti e di tutto

Vedi @Paolo 62 io di certo non sono medico, vivo in una piccola realtà di provincia, l'unico rapporto che ho con la medicina è che sono di servizio sulle ambulanze della CRI, mi è capitato qualche volta di vedere scettici verso la medicina (ripeto che siamo una piccola realtà dove ci si conosce tutti) e i suoi errori che al momento del bisogno coricati sulla barella perdere tutte le loro certezze e nei rari momenti di lucidità dopo aver vomitato pure l'anima chiederci di fare presto ad arrivare al pronto soccorso e una volta usciti venire in sede a ringraziare il medico per tutto l'impegno messo durante il tragitto dalla loro casa all'ospedale, bisogna trovarcisi in quelle situazioni e allora magari si cambia pure opinione, pur con tutti gli errori che ha fatto e magari farà ancora la medicina.  

Inviato

@ferrocsm Io ho il massimo rispetto nei confronti della medicina, della scienzain generale e dei bravi medici e infermieri che la praticano. Tendo a pensare che i critici siano spesso una combinazione di ignoranti e di delusi, a volte tutt'e due. Però la medicina è una scienza, non una religione e ci si deve fidare razionalmente.

Inviato

A mio parere la risposta dipende dal tipo di modernità a cui si vuol fare riferimento. Il progresso avanza ed è giusto sia così ma certe esagerazioni creano grande confusione e spersonalizzano. Per esempio pensare di concepire i posteri senza il metodo tradizionale ma solo partendo da una cellula programmata a piacere, coltivata in vitro e non fecondata ma autosufficiente, scardina completamente l’attuale sistema del regno animale/ umano. Nascerebbero automi in carne, ossa e mente! Anche sensazioni e sentimenti sarebbero artificiali. 
Meglio prendere la vita con leggerezza e assaggiare un po’ di tutto senza fare indigestione ma obbligatoriamente ritagliare del tempo per respirare a pieni polmoni e, successivamente, espirare a lungo facendo uscire il tossico che è entrato insieme al buono. 

 

 

 

  • Melius 1
briandinazareth
Inviato

@mozarteum comunque questa discussione smentisce il tuo titolo, pare criticabilissima la modernità :classic_biggrin:

Inviato

Il sovraccarico cognitivo e l'ecccessiva importanza dei social sono problemi reali.

Inviato

Tutto sommato sono stato,  forse, troppo pessimista.

Se a causa di catastrofe fossimo costretti a dover accendere un fuoco e non ricordassimo come fare, potremmo sempre guardare un tutorial su youtube 

Inviato

Peccato che non funzionerebbe Internet.

Inviato

Bel tema, molto attuale e stringente. Opinioni interessanti anche se non centratissime talvolta ma va bene.

Prendendone solo un pezzetto mi pare si possa dire che tutta questa modernità non ha portato a più felicità, almeno a queste latitudini. Anzi.

Deriva un po' pasoliniana ma qua siamo all'inversione o prossimi: pensate che un a adolescente nato a Milano o Roma, Tokyo, NYC tocchi una vita più felice di un suo coetaneo nato a Cusco o in villaggio del sud est asiatico? Che sia ancora fortunato cioè?

Non saprei, forse più lunga.

Cioè, il futuro non è più quello di una volta. Forse.

Inviato

Personalmente ritengo di sì, avrà più opportunità. L'avessimo avuto noi il computer connesso a Internet quando eravamo ragazzi.

Inviato

Alcune precisazioni. Quanto ho postato erano appunti su un intervento in un corso rivolto a medici sul tema della contemporaneità. L'organizzatore, conosciuto per altre iniziative, mi chiese di mettere giù un breve intervento sui problemi della contemporaneità. Considerate che chi mi precedette fece un lungo intervento su morbo di Alzheimer e malattie senili. Mi tornò alla memoria quanto mi disse il mio medico, un mio compagno di scuola venuto improvvisamente a mancare, che lamentava un fatto che considerava incomprensibile. Mi diceva che pochissimi 50 anni fa o poco meno avrebbe messo in discussione la professionalità di un medico. Oggi, nonostante gli enormi progressi e la vita media che si è allungata di oltre 15 anni ti trovi di fronte persone che dopo una breve ricerca su intenet pensano di saperne quanto chi ha studiato e operato nella medicina da decenni. Il quesito era per quale ragione era venuto meno il rispetto, anche formale, dei ruoli e della gerarchia sociale delle competenze.

La mia interpretazione in un recente passato sarebbe stata considerata conservatrice. Uno dei caratteri della contemporaneità pare essere un individualismo estremo che ieri sarebbe stato considerato inaccettabile. Alcune posizioni di oggi mi fanno tornare alla memoria gli slogan del ’68, a partire dal “E’ vietato vietare”. Mi pare che si rifiuti ogni forma di ordine in nome di un’autonomia illimitata del desiderio individuale. Emerge un estremo individualismo egocentrico, narcisista, che ha interiorizzato le motivazioni psicologiche della società dei consumi, in una rappresentazione dell’essere umano che identifica se stesso nell’esclusivo perseguimento dei propri desideri individuali, compresi quelli che un tempo, ossia la tradizione, avrebbe considerato malvisti ed inaccettabili.

  • Melius 1
Inviato
5 ore fa, mozarteum ha scritto:

novantenne che fuma e beve e il 40enne che stramazza dopo una vita di carote e sedani

La scienza ci dismostra che bere, fumare esageratamente e cibarsi solo di carote e sedani è rischioso (concetto di rischio). 

La scienza non da verità incontrovertibili. 

Inviato

Non si trovano manco più con facilità le cartine stradali.

ascoltoebasta
Inviato

Credo che la modernità vada criticata non in senso generico ma dove influisce maggiormente e negativamente sul "normale" comportamento umano,sulla nostra socialità e capacità di relazionarci tra noi e con ciò che ci circonda,quando tende ad annientare la nostra attitudine al senso critico,quando ci porta ad accettare ogni innovazione come migliorativa e senza dubitarne mai,dovremmo non dimenticare che tutto ha un apice e poi una decadenza,purtroppo la limitazione di tutte queste "doti" che invece dovremmo coltivare,ci pone in posizione svantaggiata e più malleabile. Avere una App che consente di far partire la lavatrice da remoto perchè la vita  costringe a far salti mortali per sbarcare il lunario,io la vedo come una sconfitta,altri son felici d'avere l'App.......

Inviato
28 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

altri son felici d'avere l'App

La stragrande maggioranza. 

ascoltoebasta
Inviato
1 minuto fa, Velvet ha scritto:

La stragrande maggioranza. 

Purtroppo è così,sono il risultato dell'offuscamento in atto.

Inviato
1 ora fa, newton ha scritto:

Anzi

Penso che l'uomo si adatta facilmente a quello che trova alla nascita, fosse anche un campo di concentramento. Per cui è difficile dire se oggi siamo più felici dei nostri trisavoli, o di un bambino dello Zimbabwe. La felicità poi è cosa effimera, paradossalmente si, potrebbero essere più frequenti i momenti di felicità  per chi non ha nulla. Ma credo banalmente,  che anche una minore sofferenza fisica, sia un valore che giustifica un giudizio positivo sulla civiltà del benessere. La complessità sociale certo è un tema, come l'alienazione da tecnologia. Il problema è la velocità eccessiva di certi processi, altrimenti l'uomo si adatta. 

Inviato

È come se esistesse la consapevolezza collettiva di un'era leggendaria, una specie di paradiso perduto, durante la quale l'umanità si è trovata in uno stato di grazia e felicità che non si è poi più ripetuto e che forse mi sono perso... 

 


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