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La Preside e il ministro


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briandinazareth
Inviato
2 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

entrambi responsabili alla fine. 

 

certo... 

mattarella non la pensa come te ;) 

Inviato
1 ora fa, wow ha scritto:

Una condanna alla violenza non può essere incitazione alla violenza. 

Quella non era una condanna alla violenza, una condanna generica della violenza stigmatizzando l’accaduto sarebbe stato perfetto ed auspicabile, ma è stato fatto altro.

Inviato
6 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

ma è stato fatto altro

La verità è che appena si pronuncia o si allude al fascismo tutti gli antifascisti a parole mettono mano al calcio della pistola. 

Inviato

Ma tutto questo abbaiare al fascismo vi farà vincere le prossime lezioni?

 

  • Haha 1
Inviato

Il dovere di sostenere
la scuola antifascista
Il fatto si racconta in breve. Il giorno 20 febbraio, davanti 
al liceo Michelangiolo a Firenze in via della Colonna, sei 
militanti di Azione studentesca, organizzazione vicina a 
Fratelli d’Italia, aggrediscono due studenti del collettivo di 
sinistra. L’eco, nelle dichiarazioni degli esponenti della 
maggioranza di governo, è “Solo una rissa, solo una rissa, 
solo una rissa. La domanda “Ha senso parlare di fascismo, 
con la destra al governo?” ammette, mi pare, un’unica 
risposta ed è “Sì, se destra e fascismo non sono sinonimi”. 

Il fascismo è un metodo. Il fascismo, che abbiamo 
processato solo sommariamente, è una attitudine mentale. 
Schernire è fascista. Minacciare è fascista. Confondere 
l’insegnamento o appiattirlo sull’indottrinamento è fascista. 
Come avrebbe detto Forrest Gump “Fascista è chi il fascista 
fa”, anche quando dice di essere altro. 

La Repubblica Italiana, per chiarire cosa intendo con 
“processare sommariamente”, ha prosperato, in quanto 
post-fascista, su strutture amministrative e architettoniche 
pensate ed erette durante il fascismo. La riforma Gentile, 
definita da Mussolini “la più fascista delle riforme” (così, 
nella Circolare ai prefetti delle città sedi universitarie del 6 
dicembre 1923), è una riforma scolastica rimasta 
sostanzialmente inalterata fino al 1962. 
Con un balzo in avanti di trentacinque anni, arriviamo al 
1997, anno in cui viene emanata la legge Bassanini (invero le 
leggi, ma così sia) con la quale si intende riformare la 
pubblica amministrazione. Per quanto riguarda le 
competenze dei dirigenti scolastici, la legge sancisce, tra 
altre, l’autonomia didattica declinata nella capacità di 
perseguire gli obiettivi generali e particolari del sistema 
nazionale d’istruzione nel rispetto della libertà 
d’insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte 
delle famiglie e del diritto di apprendere da parte degli 
studenti. Un tentativo di defascistizzare la scuola. In tal 
senso — il senso dello Stato, come altro definirlo — la 
comunicazione con numero di protocollo 197 del Liceo 
Scientifico Statale Leonardo da Vinci del 21 Febbraio scorso, 
avente a oggetto “i fatti di Via Colonna” indirizzata agli 
studenti e, per conoscenza, a famiglie, docenti e personale 
scolastico altro, della dottoressa Annalisa Savino, dirigente 
scolastica, non va oltre ciò che compete ai dirigenti 
scolastici. Anzi, rappresenta esattamente ciò che ad essi 
compente. Di cui hanno diritto e dovere, responsabilità 
amministrativa e culturale, cose tutte che non riguardano 
loro in sé ma loro in quanto dirigenti della pubblica 
amministrazione di una repubblica democratica e 
antifascista. La lettera, nel metodo, è un appello 
all’attenzione, a valutare se quella rissa, possa essere anche 
altro. “
Siate consapevoli che è in momenti come questi che, 
nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le 
loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei 
periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, 
di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti 
bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, 
condannando sempre la violenza e la prepotenza”.
Stacco. Come nel cinema. Cut. Il Ministro dell’Istruzione e 
del Merito, Giuseppe Valditara, commentando la 
comunicazione della dirigente scolastica, dichiara “È una 
lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla, non 
compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo e il 
contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia 
non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun 
pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che 
vedere con il nazismo. Sono iniziative strumentali che 
esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia 
più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere 
vedremo se sarà necessario prendere misure
”. Tralasciando 
le polarizzazioni e gli arrocchi riscontrabili sia nella lettera 
della preside (tuttavia sta lì, conosce il territorio e i suoi 
umori) che nella dichiarazione del Ministro (nazismo?), 
lascia perplessa l’idea di scuola che traspare dalle parole di 
Valditara. Soprattutto, la lettera, nel metodo, compete alla 
preside. La scuola pubblica, la cui principale differenza 
rispetto a qualsiasi altro organismo o istituto formativo, mi è 
sempre parsa anteporre il discorso sul metodo al discorso 
sul merito, lancia messaggi (utilizzo le parole di Valditara) e 
contenuti che, in effetti — e questo sta scritto nella 
Costituzione e nelle leggi dello Stato di cui Valditara è 
Ministro — non hanno a che vedere solo con la realtà, ma si 
occupano dell’immaginazione, della prospettiva, 
dell’analisi, soprattutto, ribadisco, dell’immaginazione. 
Immaginazione civile consistente, per esempio, nel non 
accontentarsi di definire rissa una aggressione, ma nel 
chiedersi se quel fatto non sia sintomo o avvisaglia di un 
altro. Si avanza per ipotesi, anche approssimate. E non 
ammettere l’approssimazione, il dubbio e i tremori che tutti 
ci abbracciano è, nel metodo, il modo per infragilire la 
democrazia. Compito del Ministro — ma finora non è riuscito 
a nessuno dei suoi predecessori — è realizzare una scuola 
pubblica libera, democratica e antifascista in grado di 
attuare il mandato costituzionale rendendo un grande

Inviato

Potreste prendere annalisa la preside come capo del PD.

Magari riesce a tirarvi fuori dal marasma.

Inviato

si li sospende tutti e poi li espelle a vita da tutte le scuole del regno

Inviato
56 minuti fa, wow ha scritto:

La verità è che appena si pronuncia o si allude al fascismo tutti gli antifascisti a parole mettono mano al calcio della pistola. 

Antonio, la verità è che la Preside si è schierata, non prendiamoci in giro, lo so io, lo sai tu e lo sa pure la preside.

Inviato

@maurodg65 Mauro, nessuno dice il contrario.

La preside si è schierata contro i fascisti e (quindi) contro i violenti. 

È questo il salto logico che, chi le rimprovera di non essere super partes, non vuole o non riesce a capire. 

Ciò è causato da un principio sdoganato dalla destra neofascista, ovvero che fascismo e antifascismo hanno la stessa dignità e che quasi quasi il democratico perfetto deve essere equidistante dall'uno e dall'altro. 

Basta che chi ha uno sguardo benevolo nei confronti del fascismo sostituisca il termine nazismo e, se non è anche nazista, si renderà conto della enormità. 

Inviato
6 ore fa, Roberto M ha scritto:

Ne e’ nata una rissa, come si vede anche dai video che sono difficili da smentire, a meno che non si sostenga che sono stati manipolati dai servizi segreti fascisti.

e certamente ............ :classic_biggrin::classic_rolleyes:

esperienza di 5 decenni

Inviato
40 minuti fa, audio2 ha scritto:

si li sospende tutti e poi li espelle a vita da tutte le scuole del regno

rossi compresi ? :classic_blink:

Inviato

Cari fascisti immaginari, nun v'allargate, avete il voto di neanche il 20% della popolazione... :classic_biggrin:

Inviato

La lettera sarebbe stata più efficace se avesse scritto : "Il compagno Gramsci".

Questi comunisti dimenticano le cose basilari.

 

 

Inviato

all'insegna del ... tanto peggio , tanto meglio 

avanti così

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Questa discussione è chiusa.

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