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Melius Club

Nasce la SuperLega europea: scisma nel calcio europeo


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GianGastone II
Inviato

@Jack Sbagli ha giocato nei pulcini della parrocchia

Inviato

 

L’articolo conferma, non che ce ne fosse bisogno, ciò che ha affermato Mozarteum l’altro ieri, resta da capire perché, con un parere legale negativo già dato al tempo, i 12 club hanno comunque annunciato l’iniziativa, viste le evidenze legali qui riportate l’unico risultato possibile, oltre che schiantarsi contro un muro, era quello di usare la minaccia superlega per mediare con la UEFA per far aprire loro i cordoni della borsa, cosa che in effetti poi sembra essere accaduta, che alla fine era ciò che aveva ipotizzato @landrupp  .

 

https://torino.corriere.it/sport/21_aprile_22/superlega-non-si-puo-fare-giraudo-cobolli-gigli-quei-pareri-legali-chiesti-club-362809ea-a33b-11eb-8b99-a42a4f90039f.shtml

 

IL DOCUMENTO

«La Superlega non si può fare»: da Giraudo a Cobolli Gigli, quei pareri legali chiesti dal club 

Un memo di 13 pagine dello Studio Grande Stevens, inviato alla società nel 2001 e nel 2008, avvertiva: senza l’ok di Federcalcio e Uefa c’è il rischio sanzioni 

di Massimiliano Nerozzi

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Sul frontespizio del documento, proprio sotto la data (16 febbraio 2008), c’è scritto: «Ipotesi Superlega». È un memo di 13 pagine che lo Studio Grande Stevens inviò all’allora presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli sulle opzioni per arricchire campionati e tasche. Le stesse finalità dell’ultima scommessa (persa). Un documento molto simile era stato preparato anche nel 2001, su intuizione dell’ad dell’epoca, Antonio Giraudo, ma identico fu il consiglio legale: semplicemente, non si può fare. Il movente era lo stesso di questi tempi: «Al fine di ovviare il riparto condiviso delle risorse provenienti dai diritti tv è stata ri-proposta la partecipazione a una “Superlega europea”. Ma già l’incipit troncava i sogni: «Sussistono rilevanti impedimenti procedurali e sostanziali che impediscono l’esecuzione di tale ipotesi, allo stato attuale delle normative vigenti e dell’ordinamento sportivo». 

Dopo poche righe si arriva al capoverso riguardante «l’associazione (o patti) con altre squadre», per il quale «c’è un sostanziale impedimento ordinamentale» che «deriva dal fatto che sono espressamente vietati patti associativi ulteriori agli associati se non autorizzati dalla Lega nazionale e previamente comunicati alla Figc». Altrimenti, sarebbero guai: «Ciò renderebbe impossibile la concomitanza delle manifestazioni e soprattutto esporrebbe Juventus a sanzioni e conseguenze in caso di sottoscrizione degli accordi prima dell’ottenuto consenso previsto dall’ordinamento sportivo». A scanso di equivoci, in maiuscolo e grassetto, c’è scritto «Rischi». Ovvero: «Sono da considerare esiziali per il progetto “Superlega” i rischi derivanti dal recesso e/o dalla sottoscrizione di patti associativi con altre squadre senza il previo consenso da parte della Figc, con l’assicurazione contestuale di poter disputare la competizione alternativa». 

Niente autorizzazione, niente risultato: «Impossibilità di conseguire l’oggetto sociale». Postilla, tutt’altro che secondaria: «Ne deriverebbe la sua soggezione a liquidazione e la responsabilità degli amministratori». Ulteriori pericoli per club come la Juve: «Questo rischio è da valutare con ancor maggiore attenzione per le società quotate, che risponderebbero (con i loro organi) anche all’autorità di vigilanza». Qualche problema ci sarebbe pure per i diritti tv italiani: «È la Figc che decide chi è il soggetto organizzatore» di una manifestazione. E, in ogni caso, sarebbe stato necessario prevedere aiuti agli altri: «Potrebbero doversi ipotizzare meccanismi compensativi e “perequativi” anche nei confronti della società attualmente parte della Lega che non rientrino in quella nuova».

Di contorno, avvertiva ancora il memo, bisogna anche verificare «l’eventualità che i calciatori si possano svincolare e gli effetti sui contratti televisivi». Morale: «Qualsiasi ipotesi richiederebbe quindi per poter escludere conseguenze pregiudizievoli, se non perniciose, intensi ed esaustivi contatti con gli organi della Figc e della Uefa, per accertarne la posizione».

 

Inviato

"Possibile che la Roma ed il Genoa facciano causa ad Agnelli per la questione di aver fatto fuggire i fondi. L'iniezione di liquidità dei fondi sarebbe stata ossigeno puro ed una svolta in termini di modernità, comportando anche un cambio della governance nella Lega e quindi un clima meno rissoso. Andrea Agnelli era il capo delegazione per conto dei presidenti per trattare con i fondi e questo lo mette in una posizione imbarazzante perché da un lato trattava con i fondi e dall'altro giocava su un altro tavolo. Sono in tanti a porre l'attenzione sulla cronologia degli eventi, con il mutamento dell'orientamento di agnelli dopo il gennaio, giorno della visita di Florentino Perez a Torino. Il 4 febbraio la fumata bianca sembrava scontata ed invece cambiò l'orientamento".

Monica Colombo, Corriere della sera. 

Inviato

300 milioni la penale per chi ha abbandonato..... come no!

 

  • Haha 1
Inviato

@appecundria gallera e fontana a suo confronto sembrano due geni di manager

ripeto, negli ultimi 3 anni non ne ha fatta una giusta....se poi in Exor riterranno che il credito dei primi 7 ancora ha margine, sarà riconfermato.

Inviato

Quando si sventa “un delitto” ma il movente esiste e resta intatto qualche altra occasione o assassino si appalesa ancora.

La Uefa se non è scema - ma lo è - deve fare essa stessa una lega europea dove i migliori 20-24 club si incontrano a girone unico in settimana

ed altri 20-24 club appena dietro che anch’essi si incontrano a girone unico  per salire nella categoria superiore.

Gli altri fanno i campionati nazionali per salire nella serie B europea.

Tutti mettono il 30% degli incassi per un fondo allevamento europeo.

Questo moltiplica gli incassi, salvaguarda il merito sportivo e fa colare soldi sulla fonte del calcio che sono gli allevamenti.

Le nazionali abolite, il mondiale si faccia tra club delle leghe mondiali

  • Melius 2
Inviato

A questo punto possiamo chiudere questo TD

 

Anche la JP Morgan abbandona il progetto Superlega. In un comunicato la multinazionale americana di servizi finanziari ha ammesso di aver "chiaramente valutato male" l’impatto del progetto. Il progetto dopo il lancio di domenica sera è andato incontro a una serie di defezioni e la banca Usa spiega: "Abbiamo chiaramente valutato male come questa operazione sarebbe stata percepita dal mondo del calcio in generale e l’impatto che avrebbe avuto in futuro. Impareremo da ciò".

Inviato
6 minuti fa, OLIVER10 ha scritto:

Impareremo da ciò".

Per la serie " cancellate pure i nostri numeri di telefono dai vostri contatti "😁

Inviato
25 minuti fa, Jack ha scritto:

Questo moltiplica gli incassi, salvaguarda il merito sportivo e fa colare soldi sulla fonte del calcio che sono gli allevamenti.

Sai che pensavo la stessa cosa?

Mi sono messo per un attimo nei panni di un Ceferin qualunque e avrei detto ai ribelli: visto che l'economia pandemica é come un'economia di guerra, combattiamo insieme la crisi e mettiamo in piedi un torneo speciale per 5 stagioni, fondiamo SL, CL ed EL in cui mettiamo un livello top per censo e per merito e 2 solo per merito ma colleghiamoli anche ai campionati, con sistemi di promozione e retrocessione, poi facciamo un pacchetto e lo vendiamo sui mercati a prezzi davvero accessibili sui mercati vergini per allargare la base dei fruitori futuri... ovviamente, con numero di partite congruo a non sminuire la vendita dei campionati nazionali...

Ma vuoi vedere che non si trovava una quadra per risanare i bilanci di tutti e salvare un comparto che frutta comunque un bel gruzzolo di soldi anche per l'erario e fa lavorare tanta gente?

.

Invece, si vede solo un satrapo "al servizio di" che sbraita e minaccia vendetta al grido di "non hanno capito con chi hanno a che fare"...

Inviato
1 ora fa, appecundria ha scritto:

"Possibile che la Roma ed il Genoa facciano causa ad Agnelli per la questione di aver fatto fuggire i fondi. L'iniezione di liquidità dei fondi sarebbe stata ossigeno puro ed una svolta in termini di modernità, comportando anche un cambio della governance nella Lega e quindi un clima meno rissoso. Andrea Agnelli era il capo delegazione per conto dei presidenti per trattare con i fondi e questo lo mette in una posizione imbarazzante perché da un lato trattava con i fondi e dall'altro giocava su un altro tavolo. Sono in tanti a porre l'attenzione sulla cronologia degli eventi, con il mutamento dell'orientamento di agnelli dopo il gennaio, giorno della visita di Florentino Perez a Torino. Il 4 febbraio la fumata bianca sembrava scontata ed invece cambiò l'orientamento".

Monica Colombo, Corriere della sera. 


 

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