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Melius Club

Pare abbiamo la prima vittima di un orso in Trentino


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Inviato

Se l'aggressione è avvenuta lungo un sentiero (e non dentro il fitto bosco) che per quanto remoto e sterrato serve al transito umano e non vi sono chiare segnalazioni di pericolo, gli elementi per una causa non temeraria credo esistano eccome.

Inviato

non c'è niente di male, ma se fosse solo per i soldi e/o per il funerale, sempre io personalmente non lo farei.

per fare causa ci vuole l' avvocato, che devi pagare e non è detto che poi te lo rimborsino.

un bel gesto sarebbe quello che le autorità si offrissero di sostenere le spese vive, sempre se la famiglia accetta. poi bisogna capire tante cose, i cartelli che avvisavano sulla presenza degli orsi c'erano, poi bisogna vedere se quei cartelli erano regolari, vidimati e con valore giuridico. la situazione è più complessa di quello che può apparire.

 

Inviato

C'è una dichiarazione di una dei maìtre a penser attualmente più autorevoli:classic_biggrin:, Selvaggia Lucarelli, su "Il Dolomiti",

(non riesco a mettere il link), che naturalmente esprime piena solidarietà all'orso!

Credo sia in buona compagnia.

 

Inviato

Pare che lo stesso orso avesse già aggredito una persona nei dintorni l'anno scorso, e da parte degli abitanti della zona fosse già stata segnalata più volte la pericolosità di questo animale presente nei boschi limitrofi. A me sembra che ciò individui molto chiaramente delle responsabilità, al di là della competenza sui territori nei quali si trova l'animale e nel quale è avvenuto il dramma.

ascoltoebasta
Inviato

Attendiamoci una fittissima piantumazione di cartelli segnalanti  "pericolo orsi",così da sollevarsi da responsabilità e imputare alle prossime vittime d'essersela cercata,per colpa di qualche mentecatto che ha voluto reintrodurre l'orso in un ambiente che anche un bimbo avrebbe ritenuto inadatto  e pericoloso.

Inviato

con i caprioli in riferimento agli incidenti d' auto da noi è così.

ma il cartello deve essere regolare recante nel dorso apposito timbro stampato.

quindi cartello regolare, spanteganamento su capriolo, no danni auto pagati.

cartello non regolare o no cartello, spanteganamento come sopra, danni auto pagati.

Inviato

Temo che non ci sia altro da fare che catturare tutti gli esemplari di orso che si può prima che la disgrazia si ripeta. Quanti non andranno più in Trentino per paura di essere azzannati.Trovo molto stupido reintrodurre animali pericolosi vicino a insediamenti umani. La gente li prenderà in odio e ne chiederà l'abbattimento indiscriminato prima o poi. A me gli animali piacciono, ma non si può mettere a rischio la pubblica incolumità per salvaguardarli.

  • Melius 1
Inviato

Se era recidivo, allora, l'abbattimento ci stà, ma non dimentichiamo una cosa, un orso può fare dai 20 ai 30 km al giorno ed , non ricordo al momento, ma il suo territorio è molto vasto ( come km quadrati) per cui può , anche, essere steto introdotto molto lontano dalla civiltà , ma in poco tempo , ci può arrivare.

Inviato
37 minuti fa, solitario ha scritto:

anche, essere steto introdotto molto lontano dalla civiltà , ma in poco tempo , ci può arrivare.

può, ma se la presenza è equilibrata rispetto al territorio ''libero'' da ''insediamenti umani''  il contatto con l'uomo avviene raramente...in trentino ora non è così;  leggevo un intervista di Repubblica al presidente del parco adamello-brenta e l'intervistatore, non smentito,  parlava di una popolazione di 100-150 orsi (e già l'ampiezza del range indica che il progetto è ''fuori controllo'') .....  ricordo che gli animali   inizialmente  previsti erano 50-60

 

Il presidente del Parco Adamello Brenta, Walter Ferrazza

“Va abbattuto l’orso che ha ucciso il runner ma dico no alla strage”

dal nostro inviato Giampaolo VisettiSTREMBO — Walter Ferrazza, lei è presidente del Parco naturale Adamello Brenta, che 25 anni fa ha reintrodotto gli orsi in Trentino: come giudica, dopo l’aggressione mortale del runner Andrea Papi in Val di Sole, l’ordine di abbattimento di quattro esemplari problematici e di riduzione degli animali da oltre 120 a 50 da parte del presidente trentino Maurizio Fugatti?

«Combatto contro un pantano di tristezza: per il ragazzo ucciso, per gli orsi, per un progetto naturalistico unico in Europa, gettato ora in pasto a un contrapposto e cieco tifo politico estremista. Condivido da anni, con il sostegno degli scienziati, gli abbattimenti mirati degli orsi che attaccano le persone. Difficile e pericoloso attuare un prelievo a tappeto, o soppressioni di massa».

Perché difficile?

«Troppi aspetti, per carenza di dati, restano incomprensibili. Catturare un orso richiede risorse e tempo, e resta comunque un’impresa incerta.

Stabilire quali esemplari vadano uccisi, tra quelli che mai si sono avvicinati all’uomo, impone parametri oggi ignoti. Prima di trasferire decine di animali è necessario trovare qualcuno disposto ad accoglierli, in Italia o in Europa. Se questa disponibilità non c’è, il piano è di fatto impraticabile».

Come saranno scelti gli orsi da sacrificare?

«La settimana prossima incontrerò il presidente Fugatti e conto sulle sue spiegazioni. Gli orsi non sono sigle o numeri: non mi risulta che ci siano oggi elementi oggettivi per una selezione, come eliminare tutti gli esemplari che pesano più di 150 chili. Dubito che una strage verrebbe condivisa dalla gente. Nulla poi garantisce da futuri attacchi: se si verificheranno, cosa si farà?».

Un quarto di secolo fa il Parco ha importato dalla Slovenia il primo orso, oggi in Trentino sono tra 100 e 150: sono troppi, come sostiene la maggioranza della popolazione?

«Il progetto Life Ursus è stato un successo dal valore collettivo immenso. Mancano però dati scientifici per stabilire se il numero degli orsi sia eccessivo e di quanto. La mia percezione è che la quantità di animali e la loro accresciuta confidenza verso gli esseri umani siano problemi da affrontare».

Come?

«Riattivando una gestione seria degli orsi, affidata a zoologi e naturalisti: sottratta a propaganda politica, incompetenza e interessate emotività popolari. Nel 2004 la Provincia di Trento ha assunto la gestione diretta degli orsi, sottraendola al Parco. La nostra struttura è a disposizione per gestire una fase nuova: senza ipocrisie, conciliando le esigenze della popolazione con una cruciale biodiversità e grazie alla sola ricerca scientifica».

Perché, dopo averli reintrodotti, oggi in Trentino si vogliono eliminare gli orsi?

«Sono stati fatti errori. Gestire unprogetto europeo come il Life Ursus, esigeva prima di tutto seri investimenti in cultura, informazione e comunicazione. Solo insegnando i comportamenti corretti si rispetta la popolazione chiamata ad accogliere una popolazione consistente di grandi predatori. Fino ad oggi non è stato fatto: soffiando sulle paure si sono opposti gli orsi alle persone».

La famiglia della vittima vuole denunciare Provincia e Stato per non aver sottoposto a referendum la reintroduzione degli orsi in Trentino: di chi è la colpa della tragedia di Caldes?

«Rispetto il dolore, non spetta a me giudicare. Osservo che i protocolli previsti dal Life Ursus non sono stati seguiti. Penso in particolare alla deriva genetica che minaccia l’intera popolazione, generata da due soli maschi. Abbattimenti di animaliproblematici e sostituzioni con altri maschi sloveni, se attuati dall’inizio, avrebbero permesso di gestire le prevedibili criticità».

Come si scongiurano, da oggi, altre tragedie?

«Servono una rapida ripresa della gestione scientifica, monitoraggi efficienti e costanti, una comunicazione capillare. Tutti i soggetti convolti, sociali, politici ed economici, devono confrontarsi: lamissione è salvare un progetto naturalistico di eccezionale importanza».

Qual è oggi il rischio più grande?

«Che all’emergenza orsi segua quella lupo. Se non si investe subito in ricerca e informazione, il distacco della specie umana dal resto del mondo animale è destinato a presentarci presto un conto che non potremo saldare».

Inviato

Da quello che si legge, la colpa, più che Dell orso, mi sembra della regione Trentina, che ha sottratto il controllo del progetto e poi ha lasciato tutto al caso. 

Con le innegabili conseguenze sia per l uomo che per gli animali. 

  • Melius 1
Inviato

Mah, a me le dichiarazioni del presidente del parco Adamello Brenta sembrano solo aria fritta.

C'è un problema?

Come si risolve?

"La fava, la rava e poi la colpa è della Regione:"

Problema risolto.

mariovalvola
Inviato

Vicino a Coredo (TN), a San Romedio, non c'è un orso in una vasta area recintata?

san-romedio-panorama-patrizia-atzei.jpg

Se lui capisse la diversità di trattamento, sarebbe piuttosto arrabbiato

Inviato
1 ora fa, vizegraf ha scritto:

C'è un problema?

 

Si

 

1 ora fa, vizegraf ha scritto:

Come si risolve?

O li sposti o li abbatti.

Inviato
2 ore fa, senek65 ha scritto:

O li sposti o li abbatti.

alla fine si ma ci sono responsabilità se si è arrivati a questo punto....... se giochi a fare dio (o natura, creatore, riparatore, ecc. ..... ognuno scelga il termine che preferisce) devi farlo fino in fondo e non immettere una specie faunistica e poi sperare che il tutto si regoli da solo come (forse) avveniva in un passato in cui c'era comunque una selezione ''naturale'' per condizione ambientale (disponibilità di cibo, ecc.) e in cui l'orso non aveva  ''confidenza'' con l'uomo visto che se entrava  in contatto con lui veniva generalmente abbattuto

ascoltoebasta
Inviato
3 ore fa, solitario ha scritto:

Da quello che si legge, la colpa, più che Dell orso

La colpa non può essere dell'orso,ma dell'uomo,come sempre,che dovrebbe riflettere a fondo prima di decidere dove reintrodurlo,non essendoci squilibri in natura,nelle zone in cui non è (era) più presente.

Inviato
4 ore fa, senek65 ha scritto:
5 ore fa, vizegraf ha scritto:

Come si risolve?

O li sposti o li abbatti.

Oppure ci si difende, con lo spray anti orso oppure con le armi, e questo vale anche per cani selvatici, lupi e cinghiali. Impossibile uccidere o spostare tutti gli orsi, andrebbero catturati uno per uno. Se in passato questi predatori venivano cacciati fino a provocarne l'estinzione era perchè uccidevano le greggi e danneggiavano le coltivazioni e hanno ripreso a farlo.


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