audio2 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 @mozarteum moz, su alcuni aspetti sono più avanti di noi la una donna single può accedere alla fecondazione in vitro, qua da noi no le unioni civili per omosessuali le hanno autorizzate nel 2009, noi nel 2016 leggi anti discriminazioni loro nel 2003, noi nel 2008 ( mi pare ) potrebbero seguire altri esempi
senek65 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 3 minuti fa, Aless ha scritto: Definizione: i bisogni fondamentali dell'uomo indicati nella piramide di Maslow sono: i bisogni fisiologici; i bisogni di sicurezza; i bisogni di appartenenza; i bisogni di stima; i bisogni di autorealizzazione; i bisogni estetici. Datti da fare.
keres Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 46 minuti fa, briandinazareth ha scritto: o la promozione" dell'omosessualità e del cambiamento di sesso tra i minorenni Ok ma la promozione per il cambiamento di sesso dei minorenni mi fa brutto.
maurodg65 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 17 minuti fa, appecundria ha scritto: Quindi la Commissione Europea, il Parlamento e 15 paesi sono tutti ciarlatani mentre Orban è un illuminato statista. Be' tutto può essere. Si sta parlando di un aspetto specifico, parlare dell’omosessualità e del cambio di sesso per ì minori ai ai minori nelle scuole, quindi affermare che si stiano discriminando le persone LGBTQ+ trovo sia sbagliato, in cosa consisterebbe esattamente la discriminazione?
appecundria Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 43 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Purtroppo, ad avere un attimo di lungimiranza interpretativa, "promozione della omosessualità" non è c’è una definizione legale di “rappresentazione” o “promozione” nella pratica giuridica. Bisogna capire 1 cosa signifcano quelle parole in lingua magiara 2 qual è il loro senso nella loro attuale cultura 3 come si innesta la legge nel diritto locale 4 senza dimenticare che è una dittatura. Magari in Iran la legge dice alla lettera che bisogna proteggere le donne.
maurodg65 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 26 minuti fa, senek65 ha scritto: Va bene, aspetteranno il diciottesimo compleanno.... come se l'omosessualità fosse una scelta. Resto ogni giorno più basito Si parla della richiesta di promuovere l’omosessualità ed il cambio di sesso anche per i minori, senza l’autorizzazione dei genitori, nelle scuole parlandone proprio ai minori, la discriminazione dove sarebbe?
appecundria Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 9 minuti fa, maurodg65 ha scritto: in cosa consisterebbe esattamente la discriminazione? Non sono esperto di diritto magiaro, penso che (ripeto) se Parlamento, Commissione e 15 paesi pensano che non vada bene, forse quella legge non va bene. Tu conosci il diritto magiaro oppure sei con Orban perché è amico di Meloni? (strano amico in verità, le vota sempre contro).
samana Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 18 minuti fa, audio2 ha scritto: potrebbero seguire altri esempi No no basta abbi pieta’
audio2 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 ah e poi una cosa, cioè che l' eu vorrebbe bloccare i fondi all' ungheria perchè la loro educazione sessuale a scuola non sarebbe fatta come si deve ( ma come sarebbe quella che si deve ) ? perchè poi e qui chiedo, ma in italia c'è anche solo una vaga forma di educazione sessuale a scuola ? mi vien da ribaltarmi @nullo capisci ora perchè oltre al perculamento non resta niente da fare
maurodg65 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/riassegnazione-di-genere-in-eta-evolutiva-il-ruolo-dei-social-nellaumento-delle-richieste/ Riassegnazione di genere in età evolutiva: il ruolo dei social nell’aumento delle richieste In tutto il mondo, negli ultimi anni, si riscontra un sensibile aumento delle domande di riassegnazione di genere fra i bambini e gli adolescenti. Ci troviamo in un’epoca di inflazione generale, esponenziale e talvolta grottesca delle diagnosi cliniche che patologizzano tutti; per un altro verso, ci troviamo di fronte di una depatologizzazione delle svariate forme di sessualità umana. L’incremento della valutazione diagnostica di disforia di genere In questa dinamica apparentemente contraddittoria, a seconda delle nazioni, l’incremento della valutazione diagnostica di disforia di genere varia dal 1000% al 4000%. I casi diagnosticati in questi termini si sono dunque moltiplicati in una quantità che va da 10 a 40. In Francia, secondo Jean Chambry, responsabile del CIAPA (Centro Intersettoriale di Accoglienza Per Adolescenti di Parigi), le domande di riassegnazione di genere sono divenute 10 al mese nel 2020 mentre erano 10 all’anno nel 2010. Negli Stati Uniti d’America, a Boston, è stata aperta nel 2007 la prima clinica per giovani transgender; nel decennio successivo ne sono state aperte ben 40 e questa escalation continua tuttora. Si parla sempre più spesso, soprattutto fra i giovani, di una posizione soggettiva non-binaria e del concetto di gender fluid: essere uomo o essere donna nulla avrebbe a che fare con l’anatomia in quanto si tratterebbe soltanto di costrutti relativi al contesto ambientale nel quale si nasce e si viene cresciuti. Chi si permette di dire una parola, di scrivere una frase volta anche minimamente a problematizzare questa situazione epocale non tarda a venire accusato di transfobia o persino di omofobia. La psicoanalisi, già con qualche accenno di Freud nei suoi ultimi scritti e molto più ampiamente con l’insegnamento del Lacan degli anni Settanta, precede questi studi e tali teorie sottolineando la differenza fra la soggettività e l’anatomia. Tuttavia, la pratica della psicoanalisi implica anche il diritto di parola e lo spazio per l’interpretazione volta ad andare oltre la caratteristica di suggestione indotta su preadolescenti e adolescenti da alcuni siti web e soprattutto da alcuni gruppi nei social network. Il diritto di parola Nell’aprile 2022, si sarebbe dovuta svolgere una conferenza delle colleghe francesi Caroline Eliacheff e Céline Masson all’Università di Ginevra, in Svizzera. L’irruzione di un collettivo queer nei locali della suddetta università elvetica ha impedito alle colleghe di parlare imponendo di fatto la cancellazione di questa conferenza. Le colleghe sono autrici del libro “La fabbrica del bambino transgender“. Questo breve testo, che raggiunge appena il centinaio di pagine, riporta diversi dati e molteplici ricerche a proposito delle domande di transizione di sesso nei bambini; cita anche dei dati relativi ai primi studi, compiuti soprattutto in Svezia e in Canada, sulla detransizione cioè sui percorsi di soggetti che hanno compiuto la riassegnazione di genere per tornare al genere originario. Le domande di transizione erano tradizionalmente prevalentemente sul versante M to F (da maschio a femmina) ma oggigiorno si registra un incremento significativamente sensibile delle richieste di transizione F to M (da femmina a maschio). Il documentario Petite fille Apre il libro un commento del documentario Petite fille (Bambina) che è andato in onda nel 2020 sulla televisione franco-tedesca Arte, una sorta di Netflix franco-tedesca. Questo documentario a cura del regista Sébastien Lifshitz, il quale aveva già dedicato un’opera al transessuale Bambi nato maschio negli anni Trenta, ha acceso un infervorato dibattito in Francia. Presenta la storia di Sasha, che ha otto anni. Sasha è anatomicamente maschio ma si sente femmina molto precocemente, peraltro in accordo con il desiderio della madre che voleva una bambina. Ha già avuto la diagnosi di disforia di genere ed è indirizzato verso la transizione. Sasha adotta tutti gli stereotipi che caratterizzano una bambina nelle società tradizionali e non pronuncia più di qualche breve parola, rivolgendosi peraltro quasi sempre allo sguardo compiaciuto della madre. Verrebbe da interrogarsi sull’eventualità che, anziché trattarsi di un effettivo desiderio soggettivo relativo a una certa qual autodeterminazione, la posizione di Sasha sia quella di assoggettamento al desiderio materno. Né gli operatori scolastici né tantomeno i clinici delle istituzioni pubbliche francesi si autorizzano tuttavia a porre questo interrogativo. Nessuno osa interpretare, forse anche per il timore di conseguenze spiacevoli che potrebbero subire, forse per quieto vivere. La seconda parte di questo libro, la più corposa, si occupa dell’impatto dei social network sui progetti e sulle domande di transizione. I gruppi sui social nella prospettiva della transizione Abbondano video su YouTube o su Tik Tok, pagine Instagram e gruppi Facebook, sia in italiano che in inglese che in francese, nei quali vengono riportate foto e testimonianze di giovani che stanno compiendo o hanno compiuto il percorso di transizione. Alcune criticano i luoghi comuni su questi argomenti, altre hanno una prospettiva più rigorosamente clinica, altre ancora si centrano proprio sul racconto del percorso che il soggetto sta compiendo. Tendono a rispondere a interrogativi fra cui quelli relativi al come fare per sapere se si è veramente trans, al modo per fare coming out in famiglia, al come ottenere una terapia a base di testosterone, alle paure nell’attraversare questa esperienza e così via. Alcuni commenti dimostrano la dimensione di identificazione, peraltro tipica della fascia d’età preadolescenziale: “Sono proprio trans; il tuo video mi ha confermato quello che pensavo”. Molti soggetti giovanissimi si appiccicano all’identità che credono di aver trovato grazie a questi video cui giungono spesso attraverso la ricerca di specifici hashtag. I genitori assistono impotenti al radicale cambiamento delle fattezze corporee dei propri figli. Alcuni adolescenti apprendono dal mondo online come aderire a un’immagine corporea che è esattamente l’opposto del sesso anatomico: ecco allora i vestiti che comprimono il torace dei soggetti F to M, al fine di occultare il proprio seno, e che vengono denominati binders in inglese; ecco gli abiti che nascondono gli organi genitali nei casi M to F e la cui denominazione inglese è gaffs. Il ruolo degli influencer Un ruolo eminente lo assumono anche in questo ambito gli influencer che riescono a reclutare followers e a includerli nelle comunità virtuali di orientamento trans. La funzione delle influencer sui social network risulta cruciale nel mondo pro-ana che incita al dimagrimento per andare verso l’anoressia e nel settore della prevenzione dei disturbi alimentari da parte di ragazze che hanno attraversato tale problematica e testimoniano ora del proprio percorso di guarigione; analogamente chi si pone nella posizione di compiere un influenzamento rispetto all’identità di genere incita a compiere la transizione e supporta calorosamente questi minorenni ad agire sovente contro il parere dei genitori. Anche i clinici vengono sottoposti a valutazione in queste comunità virtuali e vengono selezionati psicologi e psichiatri transfriendly; questa, per esempio, la recensione di uno psichiatra francese: “Psy figo, ha rilasciato l’attestazione a un F to M dopo un unico appuntamento!”. Poche domande, nessuna interpretazione, nessuna dialettica, sottomissione alle richieste dei soggetti transgender: ecco le caratteristiche di un bravo clinico secondo questi influencer. Chi prova a ipotizzare, per esempio, un collegamento fra il rifiuto della femminilità e quello del corpo materno in un soggetto F to M viene subito bollato di transfobia e messo alla gogna sui social network. Uno studio statunitense condotto su un centinaio di soggetti che avevano iniziato la transizione salvo poi interromperla riporta come la quasi totalità di essi avesseintrapreso tale percorso dopo essere stata orientata in questi termini dalla frequentazione di piattaforme online o dall’aver seguito video su YouTube che andavano in tal senso. Il documentario svedese The trans train Di assoluto interesse in questi termini si dimostra il documentario svedese The trans train, trasmesso sulla televisione pubblica di quella nazione il 3 aprile 2019, sottotitolato in inglese. Le autrici Karin Matisson e Carolina Jemsby si occupano di giovani profondamente a disagio con il proprio corpo e che hanno la convinzione di essere nati nel corpo sbagliato. Si sottolinea come in Svezia, sin dagli anni Settanta, vengano compiuti interventi chirurgici per la riassegnazione di genere e quanto questo abbia arricchito l’esperienza clinica dei colleghi scandinavi a tal proposito. Dei genitori riportano la loro sorpresa nel constatare che la propria figlia, dopo un’infanzia vissuta con sofferenza a causa di importanti problemi psichici tali da rendere problematiche le proprie relazioni sociali, abbia trovato la soluzione nel progetto di cambiamento di sesso. Altri genitori constatano con delusione come i clinici che hanno incontrato la loro figlia non abbiano minimamente problematizzato la domanda di transizione e si siano piuttosto congratulati con la ragazza per la sicurezza della sua decisione. Viene, da un altro versante, riportata un’intervista alla collega Anna Waehre dell’ospedale universitario di Oslo in Norvegia: ella sostiene che il 60% delle ragazze ricevute con richiesta di transizione di genere F to M presentano complessi disturbi psichici come un Disturbo Post-Traumatico da Stress, un disturbo dello spettro autistico oppure una psicosi. Se non vi fosse il rischio di venire etichettati come omofobi, ci si autorizzerebbe a scrivere che già Freud aveva colto nella trasformazione nel genere opposto un frequente tentativo di guarigione all’apice della psicosi il cui esempio più celebre è quello della femminilizzazione di Daniel Paul Schreber dopo la nomina a Presidente della Corte d’Appello di Dresda. Schreber testimonia del suo martirio nelle celebri “Memorie di un malato di nervi”. A quale età risulta ragionevole cambiare sesso Diversi psicoanalisti si trovano d’accordo quanto al considerare troppo precoce l’infanzia come momento nel quale operare la riassegnazione di genere, in una fase della vita nella quale si sta ancora costruendo la propria organizzazione psichica e si sta ancora strutturando la propria posizione soggettiva. Del resto, la maggioranza dei bambini che si interrogano sulla loro identità sessuale non persistono nella domanda di transizione dopo la pubertà; secondo una ricerca di D. Sing, S. J. Bradley e K. J. Zuckler, pubblicata su Frontiers in Psychiatry nel 2021, soltanto il 12% dei maschietti persiste in questa domanda nell’adolescenza. Nei dettagli di questa ricerca svolta nel servizio rivolto all’identità di genere in un’istituzione pubblica per l’età evolutiva di Toronto, in Canada, troviamo dati significativi. Si tratta dello studio sull’argomento che ha coinvolto il maggior numero di soggetti al mondo: ben 139; l’età media dei bambini all’inizio del percorso era di 7 anni e sono stati seguiti fino a quando erano divenuti ventenni. La maggior parte dei soggetti dichiarava poi un orientamento sessuale gay mentre, come scritto poc’anzi, soltanto una percentuale esigua persisteva nel considerarsi femmina. La preadolescenza stessa in quanto momento che precede di poco i cambiamenti corporei ma anche psichici specifici della pubertà pare una fase poco indicata per interventi di questo tipo che possono invece venire considerati in termini maggiormente favorevoli nell’adolescenza. Conclusioni In Italia nessuna normativa di legge stabilisce un’età per il cambio di sesso ma lo Studio Legale Piemonte, specializzato in assistenza legale per la rettificazione di sesso fra i minorenni, specifica come sia estremamente raro tale cambiamento prima dei 14 anni se non in casi di malformazioni alla nascita. A volte avviene in età adolescenziale previo l’accordo dei genitori; in assenza di tale consenso, la transizione può essere compiuta una volta raggiunta la maggiore età. Alcune nazioni del nostro continente hanno fissato intorno ai 15-16 anni l’età minima per effettuare interventi chirurgici in questa direzione; la maggior parte degli psicoanalisti che si sono occupati di tematiche relative al sesso e al genere trovano ragionevole questa normativa di legge. Sarebbe auspicabile estenderla all’intera Unione Europea.
maurodg65 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 9 minuti fa, appecundria ha scritto: Non sono esperto di diritto magiaro, penso che (ripeto) se Parlamento, Commissione e 15 paesi pensano che non vada bene, forse non va bene. Tu conosci il diritto magiaro oppure sei con Orban perché è amico di Meloni? (strano amico in verità, le vota sempre contro). Cosa c’entra il diritto magiaro, qui si sta parlando di introdurre norme che non sono presenti neanche nel nostro ordinamento e per le quali dovremmo accodarci alla UE per contestare ad un paese norme che noi non adottiamo, ti sembra logico?
maurodg65 Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 6 minuti fa, audio2 ha scritto: cioè che l' eu vorrebbe bloccare i fondi all' ungheria perchè l' educazione sessuale a scuola non è fatta come si deve ( ma come sarebbe come si deve ) ? La UE ha bloccato giustamente i fondi UE all’Ungheria per altri motivi molto gravi, quello di cui parliamo non c’entra nulla.
Gaetanoalberto Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 "La pornografia e i contenuti che rappresentano la sessualità o promuovono la deviazione dell’identità di genere, la riassegnazione del sesso e l’omosessualità non devono essere accessibili ai minori di 18 anni”. 1
appecundria Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 @maurodg65 guarda che Google lo abbiamo tutti.
appecundria Inviato 7 Aprile 2023 Inviato 7 Aprile 2023 10 minuti fa, maurodg65 ha scritto: dovremmo accodarci alla UE No infatti. Qual è il piano, uscire dall'Unione entro la legislatura?
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