maurodg65 Inviato 11 Aprile 2023 Inviato 11 Aprile 2023 Macron è stato duramente criticato per la posizione sull'indipendenza strategica dell'Europa riguardo Taiwan. Il presidente francese Emmanuel Macron è stato criticato da più parti per aver affermato che l'Europa dovrebbe distanziarsi dalle crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina su Taiwan e perseguire la propria indipendenza strategica in materia di energia e difesa. Diplomatici e politici negli Stati Uniti e nell'Europa centrale e orientale hanno accusato Macron di essere indulgente con Pechino e di criticare eccessivamente gli Stati Uniti. Questo viene considerato ancora più grave considerando anche il sostegno di Washington all'Europa nella gestione delle conseguenze dell'invasione russa in Ucraina. Il senatore repubblicano Marco Rubio, ad esempio, ha suggerito una revisione del sostegno di Washington all'Ucraina in risposta alle parole di Macron. Due alti diplomatici dell'UE hanno affermato che le dichiarazioni di Macron danneggiano allo stesso tempo il rapporto tra l'Europa e l'Ucraina con gli Stati Uniti, e rendono più difficile per l'UE elaborare una posizione unita nei confronti di Pechino. Il presidente francese è stato criticato anche in passato per la sua posizione sulla Russia, quando aveva sostenuto che Mosca non dovrebbe essere "umiliata" in un eventuale accordo di pace sull'Ucraina ed insistito sulla necessità di garanzie di sicurezza per Mosca come parte dei negoziati per porre fine alla guerra. Le nuove dichiarazioni di Macron sono arrivate dopo una visita di Stato di tre giorni in Cina, con l'obiettivo di convincere il presidente Xi Jinping a utilizzare la sua influenza sul suo alleato russo Vladimir Putin riguardo alla guerra in Ucraina. Tuttavia, la visita ha suscitato malcontento in alcuni settori per la presenza di una vasta delegazione di leader aziendali francesi e l'annuncio di un importante accordo in Cina da parte del produttore di jet francese Airbus. Macron ha sottolineato che l'Europa non deve seguire gli Stati Uniti sul tema di Taiwan e ha messo in guardia sull'eventualità che l'Europa si trovi coinvolta in crisi che non le riguardano direttamente. Antoine Bondaz, specialista di Taiwan presso la Foundation for Strategic Research, ha affermato che con queste parole Macron sembra attribuire la stessa responsabilità agli Stati Uniti e alla Cina per l'escalation riguardo a Taiwan. Le dichiarazioni di Macron arrivano in un momento di crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina. Sotto la presidenza di Joe Biden, i politici americani di entrambi i partiti hanno incontrato più frequentemente i leader taiwanesi, provocando l'irritazione di Pechino. Fonte: https://www.ft.com/content/57c82d61-b2df-4712-b996-46a3c5df3fa3
31canzoni Inviato 11 Aprile 2023 Autore Inviato 11 Aprile 2023 C'è gente che ancora esercita il culto delle navi da carico.
loureediano Inviato 12 Aprile 2023 Inviato 12 Aprile 2023 Macron è per me pari a Renzi. Ma qui ha ragione da vendere.
SuonoDivino Inviato 12 Aprile 2023 Inviato 12 Aprile 2023 L’impatto sull’alleanza atlantica della visita di Macron a Xi Jinping è pesante: il presidente francese ha fatto capire che in caso di guerra contro Taiwan l’America avrà altrettante colpe della Cina . Non so cosa gli abbiano dato da magnare o bere a beijing ma denota miracolosi segni di intelligenza. Quasi quasi al prossimo giro lo voto.
Questo è un messaggio popolare. maurodg65 Inviato 12 Aprile 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Aprile 2023 https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/04/12/news/la-confusione-strategica-di-parigi-sull-equidistanza-europea-5160384/ La confusione strategica di Parigi sull'equidistanza europea 12 apr 2023 Foto di Peter Dejong, AP Photo, via LaPresse I limiti del discorso di Macron sull'autonomia strategica dell'Ue che non vuole "essere vassalla" né di Washington né di Pechino. E le garanzie per l'Unione e i suoi stati membri Sull’aereo che lo riportava in patria dal suo viaggio a Pechino, dal quale è tornato con un pugno di mosche ma forse con qualche rassicurazione per gli affari francesi, Emmanuel Macron ha parlato della necessità di autonomia strategica per un’Europa che non voglia essere vassalla né di Washington né di Pechino. Al netto del gergo, che richiama più le illusioni di Asterix che i sogni di De Gaulle, le parole del presidente francese sollevano più di una perplessità. Non certo per la sacrosanta esigenza di una autonomia strategica europea. Ma per il fatto che teorizzarla in assenza di capacità effettive, nel bel mezzo della guerra in Europa e con la prospettiva che Pechino replichi a Taiwan quanto Mosca sta facendo da un anno in Ucraina, appare più che altro un sintomo di pericolosa confusione strategica. Senza la copertura e il massiccio sostegno degli Stati Uniti, la ferma posizione assunta dall’Ue nei confronti dell’invasione russa, in ottemperanza ai propri princìpi e ai propri statuti, semplicemente, sarebbe stata impossibile o velleitaria. È nella saldezza della relazione transatlantica che l’Unione ripone ancora la sua sicurezza nei confronti della minaccia esistenziale avanzata dalla Russia di Putin. Giova ricordarlo al presidente di un paese, la Francia, che nonostante la sua grandeur e lo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, si colloca tra gli ultimi sostenitori concreti dello sforzo militare ucraino. L’Ue ha prosperato all’interno dell’egemonia liberale degli Stati Uniti, comportandosi spesso come un free rider – un consumatore netto – della sicurezza prodotta dagli Stati Uniti. Sollevare polemiche sullo status del dollaro come moneta di riferimento internazionale dimenticandosi di questo aspetto appare singolare, al netto del fatto che sono state le debolezze e le divisioni intrinseche dell’Unione a impedire all’euro di erodere il ruolo della moneta americana. A Macron andrebbe ricordato che, oltre che vantaggioso per i paesi membri, l’euro ha rappresentato un affare anche per gli Stati Uniti, i quali hanno goduto della stabilizzazione del sistema finanziario internazionale cui l’euro ha oggettivamente concorso. Come dire? Nonostante la concorrenza tra le due valute, la loro cooperazione ha effetti sistemici estremamente rilevanti. Macron ventila un mondo multipolare – come auspicano Russia e Cina – ma sembra non considerare che, per ora, quello cui stiamo assistendo è un allineamento preoccupante tra Mosca e Pechino nel nome dell’attacco all’ordine internazionale liberale che è imperniato sulla leadership americana e sull’alleanza occidentale. Evocare il multipolarismo e la disarticolazione dell’occidente proprio mentre stiamo osservando la saldatura dei dispotismi è irresponsabile ma soprattutto è sbagliato, quando pretende di dettare oggi un comportamento rispetto a un possibile sviluppo di domani. Come per il passaggio del pallone, l’esecuzione anticipata produce il medesimo fallimento dell’esecuzione ritardata: fa cadere il pallone a terra e offre un vantaggio all’avversario. Piuttosto che proclamare la necessità di un’autonomia strategica, occorrerebbe lavorare per crearne le condizioni, innanzitutto in termini di capacità militari e di comando politico. Forse Macron pensa che tranquillizzare la Cina sul fatto che l’Europa non prenderà posizione qualora Pechino dovesse decidere di risolvere con la forza la questione taiwanese possa essere una scelta che allontana il conflitto? Mostrarsi divisi e imbelli è stato proprio quello che ha convinto Vladimir Putin a scatenare l’invasione. Dobbiamo davvero pensare che il presidente francese non abbia imparato la lezione? Strano che possa cadere nuovamente in un simile errore proprio lui, che venne umiliato da Putin, con le menzogne che il despota gli recitava sul viso ancora a poche ore dall’invasione. Può darsi, come sostiene Giuliano Ferrara, che Emmanuel Macron voglia lasciare un segno nella storia, ma il modo maldestro con cui ci sta provando nel corso di questi 14 mesi, rischia di farlo ricordare come un apprendista stregone, capace di mettere in moto processi che poi non sa governare. Non si costruisce la sacrosanta autonomia strategica dell’Unione parlando della necessità di non essere “vassalli di Washington né di Pechino”, omettendo che il primo è un alleato con cui condividiamo valori, istituzioni politiche e libero mercato, mentre il secondo propone un mondo al cui interno i valori occidentali ed europei sarebbero ininfluenti e forse a rischio di sopravvivenza. Una minor centralità americana e occidentale (quindi anche europea) disegna un mondo che sarà meno sicuro per le democrazie, a cominciare da quelle più deboli, cioè dall’Europa. Macron sembra sottovalutare quanto le sue parole, oltre che fomentare discordia e diffidenza transatlantica, spaventino non solo le capitali sulla linea del fronte, ma anche Berlino e Roma, che inevitabilmente si chiedono se la Francia possa offrire quello che Washington offre da oltre 70 anni. E la risposta, ovviamente, è no. In sostanza sono parole che dividono e che non fanno fare un passo avanti nella giusta direzione di un’autonomia strategica europea: che significa la capacità per l’Europa di difendersi anche quando gli Stati Uniti hanno Trump alla presidenza, non nel prendere le distanze da Biden contro minacce comuni all’intero occidente. Sembra di vedere purtroppo ben poco di nuovo e interessante nelle parole del presidente francese, al di là di un gollismo fuori tempo massimo e dell’eterno velleitario gallismo. Ma rispetto al pensiero di De Gaulle, quello articolato dal suo ultimo, pallido emulo rappresenta un passo indietro persino nella comprensione che nel mondo di oggi (globale, seppur divergente) ci si possa ancora illudere che quanto avviene nello Stretto di Taiwan non abbia conseguenze in e per l’Europa. E viceversa. La sensazione, allora, è che Macron abbia voluto rilasciare dichiarazioni tanto fragorose per nascondere il buco nell’acqua, in termini strategici, del suo viaggio a Pechino. Che poi il rancore per l’affare sfumato della fornitura dei sommergibili francesi all’Australia abbia giocato un ruolo non è da escludere, ma non è certo stato il fattore decisivo. Prima però la Francia si toglie dalla testa che una Ue senza più Londra al suo interno possa divenire il docile strumento della sua politica estera che Parigi ha sempre agognato, meglio sarà per tutti. 1 2
31canzoni Inviato 12 Aprile 2023 Autore Inviato 12 Aprile 2023 Oh che dice il Professore Vittorio Emanuele Parsi - Direttore ASERI | Professore Ordinario di Relazioni Internazionali e Studi Strategici @Unicatt | Capitano di Fregata Riserva della Marina Militare | Rugbysta? Che bisogna mandare armi anche a Taiwan e che stiamo per entrare in guerra contro la Cina? E domattina quando il Delaware dichiarerà l'indipendenza dagli USA dovremo entrare in guerra a fianco della Cina contro gli USA cattivi che lo vogliono riconquistare il piccolo Delaware? No chiedo, per un amico.
maurodg65 Inviato 12 Aprile 2023 Inviato 12 Aprile 2023 3 ore fa, 31canzoni ha scritto: No chiedo, per un amico. Ti ritengo sufficientemente intelligente da comprendere il ragionamento fatto dal Prof. Parsi riportato nell’articolo del link, quindi il sarcasmo ritengo sia fuori luogo a meno di non voler affrontare anche questo argomento come gli innumerevoli argomenti politici di cui si è discusso negli ultimi mesi.
tomminno Inviato 12 Aprile 2023 Inviato 12 Aprile 2023 Questo è appena tornato dalla Cina dove avrà firmato contratti miliardari, chiaro che parla pro Cina. Evidentemente non ha interessi con Taiwan. Certo è che se la Cina bombarda Taiwan torniamo al medioevo tecnologico.
andpi65 Inviato 13 Aprile 2023 Inviato 13 Aprile 2023 20 ore fa, tomminno ha scritto: Certo è che se la Cina bombarda Taiwan torniamo al medioevo tecnologico. Perchè è credibile e possibile, secondo te, che la Cina bombardi Taiwan? Io non penso.
audio2 Inviato 13 Aprile 2023 Inviato 13 Aprile 2023 pareva impossibile anche che la russia invadesse l' ucraina, eppure.
criMan Inviato 13 Aprile 2023 Inviato 13 Aprile 2023 22 ore fa, tomminno ha scritto: Certo è che se la Cina bombarda Taiwan torniamo al medioevo tecnologico. sarebbe come spararsi in mezzo alle gambe. La Cina ha come programma politico l'occupazione di Taiwan ed e' molto probabile inizi oggi mentre c'e' la cortina fumogena del regime sovietico che invade l'Ucraina. Non oso pensare la miriade di canali "madre" di disinformazione con gli utili idioti pronti a spammare notizie ovunque. Presumo sempre di carattere anti ammarecano. Speriamo non dovercene occupare.
andpi65 Inviato 13 Aprile 2023 Inviato 13 Aprile 2023 1 ora fa, audio2 ha scritto: pareva impossibile anche che la russia invadesse l' ucraina, eppure Però sono cose un pochetto diverse, poi posso sbagliarmi. Taiwan produce semiconduttori, e pure un filino più performanti della Cina. Bombardarla e distruggere quegli impianti non avrebbe senso. l'Ucraina è cosa diversa, ed è soprattutto diverso anche l'invasore , li' credo ci sia un misto di spinta revansista, l'appeal di uno sbocco sul mare oltre ad un sottosuolo da sfruttare.
claravox Inviato 14 Aprile 2023 Inviato 14 Aprile 2023 E però c’è il Vaticano che lo riconosce come stato sovrano eh
maurodg65 Inviato 14 Aprile 2023 Inviato 14 Aprile 2023 @claravox un cavolo, Taiwan non è mai stata effettivamente parte della Repubblica Popolare Cinese, ha un suo governo democraticamente eletto e si amministra in modo indipendente sia sul piano politico sia su quello sociale ed economico dal primo dopoguerra.
maurodg65 Inviato 14 Aprile 2023 Inviato 14 Aprile 2023 9 ore fa, andpi65 ha scritto: Taiwan produce semiconduttori, e pure un filino più performanti della Cina. Bombardarla e distruggere quegli impianti non avrebbe senso. Razionalmente no, ma se la Cina lo facesse eliminerebbe il suo principale concorrente del mercato dei chip, se la invadesse e ne prendesse il controllo politico si verificherebbe la prima ipotesi con in più la nazionalizzazione le industrie del paese, portando il paese asiatico alla leadership mondiale del settore.
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