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Bonaccini e Schlein avevano i fondi statali per evitare le alluvioni. Non sono stati capaci di spenderli e hanno restituito 55 milioni al governo


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Credo comunque che i fiumi tombati rimangano bombe ad orologeria... Il condotto ha un limite massimo di flusso, oltre il quale il tunnel scoppia. Questo è  successo al torrente Ravone in via Saffi a Bologna pochi giorni fa, ed è quello che è capitato più volte a Genova.

Il caso di Genova poi, non mi pare gestibile se non evacuando e destinando maggior spazio al fiume in città, perché l'acqua scende veloce dall'entroterra.

Altro esempio della consistenza delle opere necessarie per la protezione delle alluvioni. Quello rappresentato è il sistema ad "argini maestri" del fiume Piave. In pratica chi coltiva il terreno tra gli argini maestri (in rosso) accetta la possibilità dell'alluvione. L' ampiezza "normale" del fiume è evidenziata in giallo. A seguire la foto della stessa area durante l'evento 2018, ripresa dall'elicottero VVFF. Tempo di ritorno evento < 10 anni. 

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1 ora fa, Martin ha scritto:

dalle mie parti i progetti regionali post alluvione 2010 sono stati puntualmente contestati

però li abbiamo fatti lo stesso, almeno dalle mie di parti

1 ora fa, wow ha scritto:

Però il problema è che stanno iniziando ad esondare corsi d'acqua che in passato non hanno mai dato fastidio. 

ci si affida ad argini in cemento dritti come fusi e sempre piu alti.

Invece che far sfogare l'acqua progressivamente costruendo strutture o lasciando liberi alvei naturali la si fa viaggiare in quantita sempre superiore e a velocita crescenti come se a valle ci fosse capacita di deflusso infinita.

Poi arrivano i disastri.

Io vivo sull'Adda che non e' un ruscellino.

Fatte opere , ultima superpiena anno 2000.

Allagamento a velocita zero (sembrava un lago) senza danni 

Fatti altri lavori per ottimizzare i deflussi piene o non piene di alluvioni non ne ho piu viste.

 

I bacini di laminazione si possono fare dove di sono zone scarsamente abitate e con colture di scarso pregio. Alcuni anni fa da queste parti ci fu una forte esondazione del Po. Si allagò la zona sud (a monte) di Torino che normalmente lamina le portate eccezionali, ma ci furono danni fortissimi perché non è esattamente disabitata. Il concetto è quello di risparmiare Torino, ma questa zona di laminazione è purtroppo abitata (duemila sfollati). Tutto questo indipendentemente dalla velocità delle portate che, d'altronde, non è particolarmente favorita dalle pendenze in gioco. Tuttalpiú, per gli affluenti montani, si può parlare di di tempi di corrivazione brevissimi dovuti alle opere di regimentazione e alla  scarsa capacità di drenaggio dei terreni . 

41 minuti fa, Martin ha scritto:

Altro esempio della consistenza delle opere necessarie per la protezione delle alluvioni. Quello rappresentato è il sistema ad "argini maestri" del fiume Piave. In pratica chi coltiva il terreno tra gli argini maestri (in rosso) accetta la possibilità dell'alluvione

Se ho ben capito è il principio delle golene del Po ma con gli argini maestri più lontani (e forse più piccoli) dal fiume, giusto?

46 minuti fa, Martin ha scritto:

Quello rappresentato è il sistema ad "argini maestri" del fiume Piave. In pratica chi coltiva il terreno tra gli argini maestri (in rosso) accetta la possibilità dell'alluvione. L' ampiezza "normale" del fiume è evidenziata in giallo. A seguire la foto della stessa area durante l'evento 2018,

C'è anche chi ci abita, specie nelle zone intorno a Ponte Di Piave e via di là. Quando capita la casa va sotto e pace.

D'altronde certi fiumi quando decidono si pigliano lo spazio che gli aggrada, poco da fare. 

1 ora fa, stefanino ha scritto:

L'acqua sfoga, non importa che non tracimi, l'importante e' limitarne la velocita stante che in fisica il rapporto energia velocita e' quadratico

Non si può fare un discorso generale. Molto spesso i danni sono dovuti alle scarse capacità/velocità di deflusso delle acque (oltre che alle limitate capacità di drenaggio) tipico delle "basse", spesso abbinate a rigurgito per effetto di alte quote del pelo libero a valle, dovute alle portate che affluiscono oppure a fenomeni di marea alle foci... 

extermination

Non ho seguito ma in estrema sintesi Bonaccini, in funzione del ruolo che ricopre, ha o non ha una qualche diretta e/o indiretta responsabilità?!

38 minuti fa, Velvet ha scritto:

D'altronde certi fiumi quando decidono si pigliano lo spazio che gli aggrada, poco da fare. 

Infatti il gioco delle "casse di espansione" consiste nel concedere al fiume lo spazio necessario giungendo ad una sorta di baratto sui luoghi.

"Devo scaricare 500M di metri cubi d'acqua, c.zzo!" 

"caro Piave, va bene, però lo fai in 10 giorni invece che in due e intanto la metti qui, qui, e qui..."

Ovvio che gli spazi devono esserci, non è che lo freghi... 

46 minuti fa, Guru ha scritto:

Se ho ben capito è il principio delle golene del Po ma con gli argini maestri più lontani (e forse più piccoli)

Si, il Po specie gli ultimi km ha anche affrontato il problema dell'abbassamento dell'alveo. Gli argini maestri sono probabilmente più alti di quelli del Piave e il livello medio è superiore al piano di campagna es. Occhiobello, Castelmassa, etc. 

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P.S. Campo affascinante quello delle sistemazioni idrauliche, tempo fa ebbi modo di vedere da vicino una bonifica (idrovora) e andai in fissa. 

@Martin nelle nostre basse fra Veneto e Friuli ci sono opere spettacolari risalenti ad un secolo fa, tutt'oggi in funzione. Veramente affascinanti. 

claudiofera

@ferrocsm  cit : un'altra possibile ragione sia quella che ti paghino per tutto questo tuo solerte impegno stacanovista ( ammazza.. e che sarà mai, per uno o due threads:classic_biggrin:  ......)

2 ore fa, Velvet ha scritto:

ci sono opere spettacolari risalenti ad un secolo fa

Vero, e altre  più vecchie stupiscono ancora, basti pensare alla deviazione di Piave e Brenta per farli sfociare fuori laguna, ma conservando il vecchio alveo a portata nulla ai fini della navigazione, le numerose "botti" presenti in polesine per gestire gli incroci di canali, o i "partidori" per l'acqua motrice.   

  • Melius 1
6 ore fa, stefanino ha scritto:

opere sono state fatte e di problemi con acqua non ne abbiamo piu

Anche da noi, come ho scritto, e di problemi ne abbiamo ancora diversi.

quello che rimane nella leggenda sono le casse di espansione promesse e ripromesse e mai viste.

per cui, visto che ognuno parla delle proprie esperienze dirette, mi pare inutile polemizzare fra noi. Mica ho detto che da te non sia cambiato nulla, o non siano stati posto in essere provvedimenti azzeccati, parlavo di qui da me e ora…

dal ‘96 sono passati quasi trent’anni e le casse di espansione manco sono state progettate. Dovesse ripetersi lo sfracello del ‘96, avendo alzato argini di fiumi e canali, e ristretto l’uscita a mare, il conto per alcuni sarebbe più salato che al tempo, concentrando l’acqua in alcune specifiche zone, quando in precedenza si era distribuita in un areale molto più vasto.

 

7 ore fa, wow ha scritto:

dovute alle portate che affluiscono oppure a fenomeni di marea alle foci

Noi siamo riusciti ad affogarci anche con la bassa marea.

c’è un altro ordine di problemi, vi erano un sacco di zone umide e pseudo umide che erano naturali casse di espansione che sono state pian piano “risanate” e destinate ad altri usi ritenuti più convenienti.

i fenomeni che le riguardavano erano stati in alcuni casi così rari che si è ben pensato di usarle diversamente senza rimpiazzarle.

poi, giocoforza, quando arrivano certe crisi, la natura si riprende i suoi spazi.

Uno dei problemi idrici che affliggono il delta del po è la risalita del "cuneo salino" dal mare, la siccità lo evidenzia particolarmente. Il cuneo salino rende l'acqua inutilizzabile in agricoltura e sarà necessario prendere rapidi provvedimenti per addurre acqua dolce prima che sia possibile pescare branzini a Torino :classic_biggrin:


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