Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 11 Maggio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Maggio 2023 L'ho letta, e mi è piaciuta molto, così la ripropongo anche qui. A Napoli al ristorante ho ordinato "una braciola" e quando mi sono visto arrivare un involtino in umido ho chiesto al cameriere "ma io avevo chiesto una braciola..." e quello mi ha risposto "e questa cos'è?". Comunque l'ho mangiata ed era una meraviglia, buona come poche altre cose che ho mangiato. A Napoli alla cassa del bar ho visto una scatola di vetro piena di cioccolatini a forma di bacio Perugina, incartati nella carta stagnola uno per uno, ho chiesto "ma sono Baci?" e la signora mi ha risposto "certo che sono baci, li facciamo proprio noi!" ed erano buonissimi. A Napoli sono entrato in una tavola calda, saranno state le quattro del pomeriggio, volevo prendere qualcosa da riportare a mio figlio prima di ripartire, ma avevano finito tutto. Ho chiesto "avete qualcosa di pronto?" il marito della cuoca mi ha risposto "e che problema c'è, glielo prontiamo". Poi è uscita la cuoca e mi ha detto "le faccio una frittata di maccheroni, qualche crocché e un po' di pasta cresciuta, vabbuò?!". Io le ho detto "ma quanto tempo ci vuole?" e lei ancora "e che fretta avete, vi sedete qui e vi fate compagnia con mio marito, vi bevete una birra intanto che aspettate" E dopo una mezz'ora io conoscevo tutta la storia della famiglia, fino a quell'infame di uno dei cugini, che San Gennaro gli faccia uscire uno sbocco di sangue. Marcio. In compenso la roba era buonissima e m'è sembrato che si facessero pagare per farmi un favore, perché pareva mi volessero regalare tutto. A Napoli ho mangiato una cosa che si chiama "genovese" e l'ho digerita dopo tre giorni, cioè no, a digerire l'ho digerita subito, è che dopo tre giorni ancora mi pareva di averne qualche pezzetto sulla barba per come mi sentivo avvolto dal profumo. A Napoli mi hanno servito un caffè con le tazzina che mi scottava le labbra e non ho dovuto manco chiedere il bicchiere d'acqua, perché me l'hanno messo davanti direttamente insieme al caffè, però il barista non si fidava, aveva sentito l'accento romano e voleva vedere se l'acqua la bevevo prima o dopo il caffè, pareva che trattenesse il fiato per l'ansia. Quando ha visto che l'ho bevuta prima ha sorriso e io mi sono sentito come se avessi superato un esame all'università. A Napoli sono andato a pranzo con due amici napoletani e hanno ordinato "pasta e patate" e poi momenti si scannano perché uno diceva "la provola ci vuole" e uno diceva "la provola non ci vuole" e io stavo zitto e temevo che alla fine mi menassero a me. Ma quando è arrivata la mia pizza con i friarielli hanno fatto pace e mi hanno fatto tutto un corso su come va preparata, in che punto del forno va messa perché si cuocia bene, come la ricotta debba fare da ripieno del cornicione, cose così. (La pizza era squisita e pure la loro pasta e patate, che per la cronaca la provola c'era). A Napoli ho mangiato il casatiello e i ciccioli, una parmigiana di melanzane che quando ho chiesto "ma le melanzane come sono cotte?" mi volevano cacciare dal ristorante e farmi girare con un cartello attaccato al collo con scritto "ha chiesto come sono cotte le melanzane della parmigiana!". Ho scoperto che le ciambelle con lo zucchero le chiamano "graffe" e guai pure quelle se ti azzardi a dire "ma sono cotte al forno?". Ho scoperto che le sfogliatelle e le ricce sono due cose diverse, ma comunque se vuoi mangiare quelle più buone devi andare in un forno che sta a "vico Ferrovia" che se gli passi davanti non gli daresti una lira. Perché a Napoli quello che ti mangi conta più di dove lo mangi. A Napoli ho capito che mangiare è una religione, ha i suoi riti e le sue cerimonie, è un atto sacro e mangiare da soli è triste, e se stai al tavolo da solo il cameriere si preoccupa e ti viene a chiedere dieci volte "come va? come state?" e dopo viene pure la padrona del ristorante e poi pure suo marito e ti mandano pure i figli, perché tante volte dovessi sentirti triste, non sia mai, come te lo gusti il mangiare? E poi mi dite perché amo Napoli? Ma come fate voi, a non amarla. Come. Articolo dello scrittore romano Marco Proietti Mancini #napoletanisostanziali 3 1
Severus69 Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 È fuori discussione che Napoli per certe cose è imbattibile.
melos62 Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 un po' olografica però in effetti qui il mangiare è una cosa seria. ovviamente è solo uno dei cento aspetti interessanti della città, caleidoscopica.
Martin Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 Beati loro, qui tiriamo avanti a soylent verde. 1 1
Panurge Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 @extermination certamente, sopratutto quando sulla carne cruda mettiamo funghi ipogei puzzolenti.
melos62 Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 Ma che simpaticoni!😀 intanto ronzate sempre intorno ai thread sulla città più bella dell'orbe terracqueo.😀
Martin Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 1 minuto fa, melos62 ha scritto: sulla città più bella dell'orbe terracqueo Et voilà... 1
il Marietto Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 8 minuti fa, Martin ha scritto: Et voilà... https://vec.m.wikipedia.org/wiki/Venesia
78 giri Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 @Gaetanoalberto grazie mille per le informazioni: sarò a Napoli dal 28 maggio al 3 giugno 😉 1
Gaetanoalberto Inviato 11 Maggio 2023 Autore Inviato 11 Maggio 2023 Dai, non cominciamo con i soliti campanilismi
carmus Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 @Gaetanoalberto meravigliosa e per mangiare non credo sia seconda a Napoli (che adoro anche per molti altri aspetti) ps.: si chiamano graffe pure da noi 1
gbale Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 5 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: così la ripropongo anche qui. Minsembra sia già comparsa qui
gbale Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 2 ore fa, carmus ha scritto: e per mangiare non credo sia seconda a Napoli Un abisso, a favore di Napoli ovviamente.
Gaetanoalberto Inviato 11 Maggio 2023 Autore Inviato 11 Maggio 2023 15 minuti fa, gbale ha scritto: abisso, a favore di Napoli ovviamente. E io che volevo essere gentile
analogico_09 Inviato 11 Maggio 2023 Inviato 11 Maggio 2023 5 ore fa, melos62 ha scritto: un po' olografica però in effetti qui il mangiare è una cosa seria. In effetti manca solo il mandolino agiografico come colonna sonora... Ma Napoli è davvero una città molto "popria", non solo per il mangiare, una ritualità radicata un po' in tutti i luoghi non solo italici che amano coltivarla il "buon" mangiare, insieme al "bello" artistico.., di cui poterne andare orgogliosi. Napoli ha delle specialità, e non solo Napoli.., sta bene, ma Napoli è un po' più speciale e ciò che più mi colpisce, perchè mi sembra sia ciò che più nettamente distingue la città partenopea da altre località. Mi intriga quella concezione apparentemente anarchica della vita da vivere come viene, "su misura", all'occorrenza.., dove la gratificazione del "desiderio" inteso in senso lato, immaginifico e creativo - in una sola parala più importante del rispetto delle regole costituite, dell'ordine un po' grigio e imbalsamato... Un "piacere" che sia gratificabile o solo "sognabile" resta purchè vi sia quella spinta immagiativa, qualla visionarietà che rebde relae sia il sogno che la veglia... La capacità di inventare.., grandi e piccole cose che diventano importanti durante il gioco della ricerca del "piacere" Provo a spiegarmi meglio riferendo un fatto capitato a me, che sarà capitato anche a voi... altre cose dove i meccanismi dei miei e degli altri fatti potrebbero presentare delle simmetriche ed assonanti meccaniche. La parola "assonanza" mi fa pensare alla musica e ripensare a quella volta in cui ero a Napoli con il mio coro chiamato ad eseguire con la pregiata e tristemente defunta orchestra Alessandro Scarlatti, la Juditha Trimphans, Oratorio sacro militare di Antonio Vivaldi, per la stagione concertistica RAI del 1985. Dopo una lunga e memorabile girata per il centro della città ci attendevano le prove che si sarebbero tenute presso l'auditorio RAI in v.le Kennedy, zona periferica se non ricordo male. Eravamo in piazza del Plebiscito allora capolinea di mezzi pubblici per prendere l'autobus che ci avrebbe portato in loco prove. Il tempo stringeva.., rischiavamo di giungere in ritardo... Individuato il giusto bus chiedemmo all'autista quando sarebbe partito. Tra mezz'ora egli risposte... Eravamo fuori col tempo.., disappunto, preoccupazione.., ma l'autista, grande psocpòogo osservatorie, nota gli affani e ci fa: ma dove dovete andatre ci avete fretta? Rispondemmo in coro "tremulo" che eravamo in ritardo... L'autista ci disse: trasite 'ncoppa a o' busse.. ca partimmo subito subito... Col mezzo pieno di 30 coristi festanti l'autista ci portò in perfetto orario in v.le Kennedy, giusto davanti all'auditorium della sede Rai di Napoli... facendoci salvare la faccia, il grand'uomo! Queasta cosa, che non dimenticherò mai, la trovo molto più sorprendende delle rituailità un po' risapute e "retoriche", se non anche leggermente "esotiche" della Napoli del caffè, della pizza e di altre specialità mangeregge sicuramente goderecce ma non di meno sconate. Un autobus comunale, pubblico.., che parte all'abbisogna senza rispettare l'orario... non succede dovunque. 😎😀👍👏 p.s. chiedo scusa ai napoletani per le frasi scritte in un napoletano... "maccheronico"... (per rsatre all'altro celebre stereotipo da mangiare con sughetto di pomodoro, olio e basilico.., gustoso rituale, sanissima abitudinee... 🍝 2
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