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Le notizie da Bar (thread unico)


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Inviato

@JohnLee Senti non stiamo parlando di chicchiere da baro da sentito dire,questo era un caediologo intervistato da una giornalista in un programma mediaset delle 21 30,vuoi che non sia stato citato con nome e cognome(l'ho visto 1 mese fa ,e non ho più la memoria di un ventenne),se poi pensi che sia una fantomatica intervista su una fantomatica emittente e di uno sconosciuto cardiologo è un problema tuo

Inviato

 

Giovanni Viafora per www.corriere.it

 

Andrea Fenn, toscano di Prato, 36 anni, fondatore e Ceo di Fireworks, azienda di soluzioni tecnologiche e marketing per il mercato cinese. Da 13 anni vive a Shanghai, dove fa anche il ricercatore alla Laidan University. Ha sposato una cinese, parla mandarino.

 

In Italia è tornata la preoccupazione per il Covid (e si testano i passeggeri in arrivo dalla Cina). Ma lì la situazione com’è?

«Nelle ultime due settimane, dopo la riapertura veloce e quasi inaspettata da parte del governo, c’è stata una crescita velocissima dei casi. E questa cosa ha preso tutti di sorpresa. Fino al 5 dicembre eravamo tutti obbligati a fare test giornalieri. Improvvisamente sono stati aboliti. C’è stata confusione all’inizio su cosa si dovesse fare. E oggi i contagi sono letteralmente esplosi».

 

Avete una misura ?

«Nei giorni in cui le autorità avevano annunciato la riapertura erano state diffuse delle stime sul raggiungimento del picco nelle varie località. Per Shanghai era stata indicata la data del 15 gennaio; ma l’impressione è che quell’apice sia stato già abbondantemente superato. L’Istituto per il Commercio Estero (l’ICE, ndr) mi ha detto pochi giorni fa che si parla di 15 milioni di casi accertati nelle ultime due settimane».

 

In tutta la Cina?

«Macché! Solo a Shanghai. Parliamo di oltre il 60 percento della popolazione. Un numero incredibile. Ma secondo la mia personale osservazione siamo ben oltre l’80 percento».

 

Cioè?

«Noi in azienda siamo circa 60 persone, di queste hanno il Covid in 57. Solo due ragazzi non ce l’hanno avuto, sono quelli che vanno in giro spruzzando disinfettante ovunque. Ma lo prenderanno anche loro comunque».

 

E lei?

«Io non ce l’ho al momento. Ma perché l’ho preso quest’estate quando sono tornato per la prima volta in Italia. Il Covid mi aspettava in aeroporto con il cappello e la scritta “benvenuto”. Essendo “vergine” dal punto di vista del virus, me lo sono preso subito. E non è stata una passeggiata, anche per me che sono sano. Comunque chi al momento a Shanghai non ha il virus o è asintomatico o se l’è già preso. Anche se in questo caso parliamo di una percentuale infinitesimale».

 

In che senso?

«Perché in Cina il Covid non ha praticamente mai circolato. Mai. C’è stata una capacità incredibile del governo di contenere la diffusione della malattia. Mentre nel resto del mondo morivano i nonni e i parenti di tutte le persone che conoscevamo, noi abbiamo vissuto in un’isola felice».

 

Scusi, ma le immagini di Wuhan le abbiamo viste tutti...

 

«Wuhan, appunto. Ma nel resto della Cina abbiamo vissuto in una sorta di apertura completa, con poche restrizioni interne. Il blocco totale era ai confini. Birmania, Thailandia... E naturalmente nella regione Ovest della Cina (dove vivono gli Uigiuri, ndr). Ma lì il governo univa l’utile al “dilettevole”, se vogliamo dire così: ovvero, usare il Covid per controllare la popolazione».

 

Poi però cosa è successo?

«Che è iniziata una sorta di fase 2. L’annus horribilis. Che ho vissuto personalmente. Da febbraio-marzo 2022. Con il lockdown nelle grandi città, Shanghai in primis all’insegna della strategia zero-covid. All’inizio le maglie erano larghe: io ho avuto la fortuna di non essere chiuso in casa, perché come sempre in Cina ci sono delle valvole di sfogo spesso tollerate. Ma poi c’è stato un giro di vite tremendo».

 

Si spieghi.

«Da marzo in poi, compresa tutta l’estate. Una chiusura strettissima. Dovevamo testarci tutti dalla mattina alla sera. Per molte attività era richiesto addirittura un test al giorno per entrare. Senza alcuna eccezione. Poi il tracciamento, pervicacissimo. La Cina ha utilizzato un sistema basato sulla tecnologia e sui big data, in cui ha aiutato molto il fatto che le piattaforme social che si usano qui siano tutte prodotte e gestite da cinesi. Il sistema di tracciamento, che in Italia ha fallito, in Cina ha funzionato perfettamente».

 

 

A che costo?

«È stato oppressivo, la gente ha iniziato ad aver paura di scannerizzare il proprio qr code nei luoghi pubblici e privati per paura di essere indicato come contatto stretto (close contact) oppure addirittura come contatto stretto secondario (secondary close contact). Per cui eri costretto a stare in casa, oppure ad andare in uno degli alberghi indicati per l’isolamento. O peggio ancora ad andare in un centro Covid».

 

E a lei è capitato?

«Mia moglie ad un certo punto è stata definita close contact e doveva finire in un centro Covid. Che vi raccomando... Non piacevole: una sorta di ospedale da campo, non pensato per trascorrere un soggiorno piacevole. Per fortuna siamo riusciti ad evitarlo, grazie ad una grande battaglia con i distretti, spinta anche dal fatto che fossi uno straniero. Ci siamo fatti 7 giorni chiusi in casa».

 

Ma perché allora questa apertura improvvisa?

«Onestamente non ho capito. La narrazione era che l’apertura sarebbe arrivata dopo il congresso del partito comunista di novembre. E così è stato. Ma doveva essere graduale, come aveva prospettato anche JP Morgan. Invece è stata improvvisa. O almeno così noi la percepiamo».

 

La Cina nasconde i dati? Ci sono prove che il governo ha taciuto alcune verità durante la prima ondata, che potevano aiutare il mondo a contrastare il contagio.

«In Cina la percezione è che tante cose non siano ad appannaggio delle persone normali. È un fatto che esiste da sempre. L’intera struttura della società è i basata sull’asimmetria delle informazioni. Lo sviluppo economico cinese è la conseguenza dell’asimmetria delle informazioni. Per dire: poche persone sanno per esempio che un certo settore si sta per liberalizzare e si buttano a fare affari. Che i dati non siano quelli totali lo sanno tutti. Non esiste persona in questa nazione che creda che quello che venga detto non sia altro che la verità. Da un certo punto di vista quindi questa domanda per noi non ha senso. Ma noi non sappiamo neanche tutte le cose che il governo fa effettivamente. Se c’è stata una politica, una pianificazione».

 

Lei si è vaccinato?

«Certo, con il vaccino cinese, l’unico che nei due anni è stato a disposizione. Salvo rare eccezioni di supermanager occidentali che si facevano mandare Pfizer dagli Stati Uniti o dalla Germania. Ma sono state eccezioni, appunto. Io ho fatto quello cinese».

 

Non è che abbia funzionato molto...

«Difficile dirlo. La campagna vaccinale è effettivamente finita nel 2020/21, nell’ultimo anno praticamente non si è vaccinato nessuno. Perché in realtà la Cina aveva contenuto il virus in maniera talmente efficace che non c’è stato più bisogno di vaccinarsi. Lo sforzo si è spostato dalla vaccinazione al contenimento. Anche se questa in realtà è la colpa che molti analisti ora imputano al governo cinese. Ma non sappiamo come sarebbe andata diversamente».

 

Che significa?

«Che forse la politica del governo non era una follia. L’idea era che non ci si potesse permettere che in una nazione come la Cina un virus di cui si sapeva poco girasse incontrollato. Perché parlando di mortalità, è vero che oggi ci sono le file davanti ai becchini e che non si trovano i respiratori; ma non ci sono i morti agli incroci delle strade, cosa che sarebbe successo forse con una variante più grave. Ma non lo sappiamo».

 

Non si trovano i respiratori?

«E neanche antivirali, il Paxlovid. Al nonno di mia moglie, che è finito in ospedale, il respiratore l’abbiamo comprato su internet. In Cina tutto si può comprare su internet. Si creano subito mercati paralleli, aree grigie. È un mondo complesso».

 

In Italia c’è timore per le nuove varianti. Lì il virus che manifestazione sta dando? È una malattia che torna a colpire i polmoni?

«C’è una complicanza polmonare. L’esperienza diretta è che sia un’influenza molto pesante, non è una cosa che in due giorni sei al lavoro.

 

Inviato
1 ora fa, jimbo ha scritto:

Non perchè se un cardiologo che presumo lavorerà da 30 40 anni la sua statistica non può che essere credibile,e non può essere una coincidenza dopo 2 anni di covid,una diffrenza così importante,il cugino non c'entra nulla

anche questa e' una fregnaccia novax.

Uno dei tanti luoghi comuni duri a morire dei canali di disinformazione terroristica! maledetto vaccino! :classic_biggrin:

Inviato

@criMan Infatti come ho detto era sicuramente un no vax:classic_biggrin:,che poi un pro vax sulle balle dette in questi anni ci può fare un'enciclopedia:classic_biggrin:

Inviato
1 ora fa, LeoCleo ha scritto:

Un po' come le automobili: tutti consigliano una marca, ma alla fine resti fedele a quella con cui ti sei trovato meglio.  

e sbagli , la scienza (in particolare la medicina)  lavora su grande scala non su statistiche limitate.

 

1 ora fa, LeoCleo ha scritto:

Dico solo che in assenza di dati ufficiali che non sia il bollettino di Speranza, in assenza di politiche sanitarie univoche a livello europeo, voci discordanti dallo stesso ministero della salute

I dati ufficiali ci sono tutti ; sia i bollettini medici con cui ci hanno ammorbato giornalmente (ora settimanalmente) , sia le statistiche Aifa sugli effetti collaterali dei vaccini , sia le statistiche della mortalita' tra chi prende il covid con e senza vaccino. Basta cercare.

Se cerchi su melius c'e' stato un periodo che li pubblicavamo settimanalmente pure noi.

 

Inviato
1 minuto fa, jimbo ha scritto:

Infatti come ho detto era sicuramente un no vax:classic_biggrin:,che poi un pro vax sulle balle dette in questi anni ci può fare un'enciclopedia:classic_biggrin:

con te non uso nemmeno frasi di senso compiuto per spiegare la questione. Sarebbe una perdita di tempo.

Se tu sei contento e brami nel tuo piccolo che i vaccini portino a miocarditi fallo. Certo stai augurando il male alle

persone pur di confutare una tua teoria . Ma questa cattiveria e' tipica dei novax.

Non vi sentite capiti e diventate cattivi verso chi la pensa diversamente da voi.

:classic_biggrin:

  • Haha 1
Inviato

Invece caro mio è tutto il contrario,oramai il re è nudo,i vostri discorsi oramai fanno acqua da tutte le parti,capisco che vi siete sottoposti a questo siero  coperto da brevetto militare,che non immunizza e che vi obbliga a a fare dosi non si sa fino a quando,scadono come lo yohgurt,problemi vostri,io non auguro il male a nessuno e non criminalizzo nessuno,come invece è stato fatto dall'altra parte,problemi vostri continuate pure a bucarvi se vi fa sentire protetti,contenti voi:classic_biggrin:

  • Confused 1
Inviato

@pino Tutti fortunati i 3 milioni o passa di no vax,mi sembra strano....

Inviato

@jimbo Tre milioni che sono stati fortunati.

Abito a circa 40 km da Alzano ( BG ),li se confuti l'esistenza del Covid ti ritrovi appeso al primo gancio.

  • Melius 1
Inviato

@pino Allora non ci siamo capiti,e chi lo nega il covid,è il vaccino che è farlocco,i farmaci ci sono se presi in tempo,che facciamo una vita a correre a punturarsi per un nuovo ceppo,annamo bene.....

  • Melius 1
Inviato
22 minuti fa, criMan ha scritto:

Ma questa cattiveria e' tipica dei novax.

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  • Melius 1
  • Confused 1
Inviato

 

THL respinge il divieto di arrivo dalla Cina; Finnair amplierà i voli

Il THL non raccomanda restrizioni per i viaggiatori che arrivano dalla Cina.
 

L'Istituto finlandese per la salute e il benessere (THL) non raccomanda di imporre restrizioni ai viaggiatori diretti in Finlandia dalla Cina.

Jari Jalava, un esperto senior di malattie infettive presso il THL, ha detto a Yle che non ha senso tentare di limitare gli arrivi dalla Cina a questo punto.

"Sappiamo che non è mai stato possibile prevenire la diffusione di varianti del virus attraverso tali misure. È inutile", ha detto Jalava.

Ha detto che durante la pandemia è diventato chiaro che le restrizioni all'ingresso non impediscono la diffusione del virus. Piuttosto, l'unico metodo efficace sarebbe quello di impedire alle persone infette di andarsene in primo luogo, ha detto.

Secondo Jalava, è improbabile che il numero di infezioni globali sia influenzato da coloro che viaggiano dalla Cina, perché attualmente ci sono così tante infezioni che circolano comunque in Asia, Europa e Nord America.

Jalava ha detto che il THL sta costantemente monitorando le varianti del virus che si stanno diffondendo in Finlandia. Tuttavia, ha osservato che le informazioni incomplete fornite dalla Cina su possibili nuove mutazioni e sui loro sintomi rendono difficile effettuare valutazioni del rischio.

Anche Olli Vapalahti, professore di virologia all'Università di Helsinki, non vede la necessità di restrizioni di viaggio più severe per i turisti cinesi.

Vapalahti ha detto a Yle giovedì che è improbabile che i turisti cinesi aumentino significativamente il numero di infezioni da coronavirus in Finlandia, perché ci sono già molte infezioni qui.

L'UE attualmente non ha restrizioni di viaggio legate al Covid o requisiti per i viaggiatori provenienti da paesi terzi, ma potrebbe reimporli se la situazione peggiorasse.

Nel frattempo la Cina ha annunciato che rinuncerà ai test Covid dei passeggeri in arrivo nel paese domenica 8 gennaio.

Gli occhi Finnair tornano sul mercato cinese

La decisione significa che dopo una pausa di oltre due anni, il paese si sta gradualmente aprendo ai viaggiatori e i turisti cinesi possono anche andare in vacanza all'estero.

Finnair ha già notato un picco di visitatori nelle ricerche di voli per la Cina e spera di riaprire alcune rotte cancellate all'inizio del prossimo anno, ha dichiarato Antti Tolvanen, SVP of Network and Revenue Management della compagnia di bandiera.

L'unico collegamento di Finnair con la Cina ora è un viaggio di andata e ritorno due volte alla settimana tra Helsinki e Shanghai. I voli hanno trasportato principalmente merci, mentre i passeggeri sono stati per lo più viaggiatori d'affari cinesi diretti in Europa.

"Il nostro primo obiettivo è ripristinare i voli per Pechino e aumentare i voli settimanali per Shanghai", ha detto Tolvanen.

Finnair si aspetta che i segni nascenti di una ripresa dei viaggi si vedranno intorno al periodo del Capodanno cinese tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. I viaggi d'affari saranno i primi a riprendere in primavera, mentre la prossima estate sarà probabilmente un punto di svolta nei viaggi di piacere cinesi, prevede la compagnia aerea.

"I turisti cinesi sono stati importanti nel settore del turismo e questa è una buona notizia. Si spera che le compagnie turistiche possano godere del fatto che la domanda cinese sta tornando in Finlandia ", ha affermato Tolvanen.

Anche i turisti provenienti da altri paesi asiatici dovrebbero venire in Finlandia la prossima estate. Gli addetti ai lavori del settore segnalano una forte domanda da parte della Corea del Sud e del Giappone per visitare la Finlandia.

Secondo i dati pubblicati da Statistics Finland giovedì, il numero di pernottamenti da parte di turisti stranieri il mese scorso è aumentato di quasi un terzo rispetto all'anno precedente. Tuttavia, il totale era ancora un quinto in meno rispetto a novembre 2019, poco prima delle prime segnalazioni di nuove malattie da coronavirus in Cina.

I concorrenti cinesi volano direttamente attraverso la Russia

Finnair sta negoziando con le autorità cinesi il ripristino dei diritti di volo e degli orari settimanali sulle rotte verso la Cina.

"Le autorità mirano a liberare il numero di turni settimanali, ma a che ritmo questo accadrà è ancora un punto interrogativo", ha detto Tolvanen.

Finnair sta anche monitorando come i rivali cinesi stiano aumentando la loro capacità sulle rotte europee.

I vettori cinesi possono ancora volare direttamente attraverso lo spazio aereo russo, dando loro un chiaro vantaggio competitivo. Ad esempio, Juneyao Air vola direttamente da Shanghai a Helsinki in nove ore, rispetto al tempo di viaggio di Finnair di 12 ore.

Nonostante i tempi di viaggio più lunghi, Finnair ritiene che ci saranno abbastanza passeggeri anche per le compagnie aeree europee, se la domanda si riprenderà in Cina rapidamente come in altre destinazioni asiatiche.

I tempi di volo più lunghi verso la Cina a causa della deviazione nello spazio aereo russo fanno naturalmente aumentare i costi per la compagnia aerea, tra cui una maggiore domanda di personale, un maggiore consumo di carburante ed emissioni.

 

https://yle.fi/a/74-20010701

 

 

Inviato

@claravox Da entrambe le parti vi sono persone intelligenti e tolleranti,che scelgono cosa fare delle loro vite,esprimono la loro opinione e rispettano le opinioni e le decisioni altrui.

Ognuno ( in Italia ) è libero di scegliere.

Adesso che il virus è mutato  e non fa più paura,si ragiona in modo diverso.

Un mio ex collega andato in pensione in quel periodo,ha fatto quasi un anno recluso in casa,uscendo il minimo indispensabile,quando la sorella più giovane ( 49 ) non vaccinata si è beccata la Delta e l'ha portata fuori dopo un mese d'ospedale,si è deciso a farsi vaccinare e  ha ripreso a vivere,normalmente.

Chi in quel periodo lavorava rischiava molto di più.

Inviato

Ma la campagna di vaccinazione in Africa poi come è finita?

Sono riusciti a salvarli o sono morti tutti?

Ospite
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