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Social-network, il cancro della nostra società


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Inviato

Stavo leggendo del materiale a cura di Carmelo Muscato (ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università di Palermo, dove ha svolto anche attività di ricerca come assegnista, sotto la guida di Armando Plebe. Si è occupato del pensiero politico di Platone, al quale ha dedicato diversi articoli. Attualmente sta completando il Dottorato di ricerca in Scienze Cognitive presso l’Università di Messina. Dirige la Rivista Symposium, Trimestrale di scienze umane e sociali), il quale (ma non solo lui) ha riportato interessanti corrispondenze tra il pensiero Vedanta e Platonismo.  

Le classi sociali teorizzate da Platone, sembrerebbero a titolo di esempio, molto simili a quelle Indù

Se non interessa, come credo, riporterò la ricerca nel thread dedicato alla trascendenza

Inviato

Quanto sta avvenendo mi ha condotto a leggere in modo differente Platone. Nella "Repubblica" condanna quella che fu la prima forma di populismo. 

Scrive nel Libro VIII: 

«Pertanto la democrazia, a mio parere, nasce quando i poveri, riportata la vittoria sulla fazione avversaria, uccidono gli uni e mandano in esilio gli altri, e dividono con i rimanenti a parità di condizioni il governo e le cariche, che per lo più vengono assegnate tramite sorteggio».

«Questo regime», disse, «è in effetti la democrazia, sia che nasca in seguito a una lotta armata, sia che gli avversari vadano in esilio per paura».

«E in che modo si governano costoro?», domandai. «E quali caratteri ha un regime simile? è chiaro che l'individuo corrispondente si rivelerà democratico».

«è chiaro», rispose.

«Innanzitutto i cittadini sono liberi, la città si riempie di libertà e di franchezza, e c'è la possibilità di fare ciò che si vuole?»

«Così almeno si dice», rispose.

«Ma è evidente che, dove esiste licenza, ciascuno potrà organizzare la propria vita come gli pare».

«è evidente».

«Perciò in questa città si può trovare gente d'ogni risma».

I greci chiamavano la forma corretta del governo del popolo "politéia", il termine democrazia definiva la sua forma degenerata.

La condanna a morte di Socrate può essere intesa come il venir meno di quelle che oggi chiameremo i diritti individuali, cui puntano oggi i populismi. Al pari si intende far tacere le voci dissonanti, come lo era quella di Socrate.

L'idea di giustizia in Platone corrisponde allo svolgere il proprio ruolo nella società e condanna chi pensa di poter svolgere ruoli non suoi, perché questa pretesa corrode l'ordine sociale. Anticipa di oltre 2000 anni Durkheim che scriveva: "Ciò che è necessario perché l'ordine sociale regni è che maggior parte degli uomini si accontenti della propria sorte; ma ciò che è necessario perché se ne accontentino non è che posseggano più o meno, ma che siano convinti di non avere diritto ad avere di più."

Nello spazio di poco più due generazioni si è passati dall'accettare il ruolo svolto, cercando di migliorarlo come classe o ceto, all'idea di avere diritto a tutto come individuo, un'idea inevitabilmente condannata alla frustrazione.

 

Paolo 62
Inviato

Il fatto è che tanti devono accontentarsi di uno stile di vita al di sotto delle proprie aspirazioni e di fare un lavoro che non piace per un motivo o per l'altro. Fin che il sistema tiene...

extermination
Inviato
8 ore fa, Savgal ha scritto:

Nello spazio di poco più due generazioni si è passati dall'accettare il ruolo svolto, cercando di migliorarlo come classe o ceto, all'idea di avere diritto a tutto come individuo, un'idea inevitabilmente condannato alla frustrazione.

Questo leitmotiv sta per scalzare dal podio “ricordati che devi morire”.

  • Haha 1
Inviato

Ritengo che i valori (o meglio disvalori) attualmente preponderanti quali: materialismo, consumismo sfrenato, competizione e narcisismo abbiano, con ogni probabilità, facilitato il dilagare della frustrazione e la mancata accettazione della propria classe sociale e posizione professionale

Inviato

sapete com'è, una volta s'erano stufati di fare gli schiavi e oggi parimenti di fare i neo servi della gleba.

con calma eh, poi ci pensate su.

Inviato
1 minuto fa, audio2 ha scritto:

sapete com'è, una volta s'erano stufati di fare gli schiavi e oggi parimenti di fare i neo servi della gleba.

con calma eh, poi ci pensate su.

Ma queste perle, te le scrive qualcuno o ti vengono così, dal tuo io più profondo? 
 

  • Haha 1
extermination
Inviato
21 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

dilagare della frustrazione

Il problema ( quello vero) sorge nel momento in cui tutto questo diventa uno stato patologico dominato da disagi, malessere ed impotenza. Per il resto c’è Mastercard!!!

loureediano
Inviato

L'individualismo non c'entra un fico secco con nessuno dei media.

C'entra  solo ed esclusivamente il progresso, ossia essere passati dal signorotto che aveva diritto di vita o di morte sulla plebe all'oggi in cui siamo liberi di mandarlo a a fanculare il signorotto.

Il desiderio della gratificazione ha a che fare col capitalismo e la società dei consumi.

La pubblicità non è altro che la vetrina  lo scaffale del negozio portati a casa 

Inviato
31 minuti fa, extermination ha scritto:

stato patologico dominato da disagi

Esistono disagi molto gravi, ma anche quelli più striscianti che appartengono alla psicopatologia della norma

Comunque, come già accennato alcuni disvalori, certamente non aiutano

extermination
Inviato
12 minuti fa, Savgal ha scritto:

Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris"

Pure nelle citazioni mi surclassi.

Paolo 62
Inviato

C'è chi se la passa bene e chi no. Come dargli torto se non arriva a fine mese o deve fare sacrifici? Una volta c'era la politica che incanalava la rabbia, oggi c'è la rassegnazione.

Inviato

Con gli esempi che abbiamo, molto più facile sentirsi dei falliti...tra rabbia e depressione 

Occorre rispolverare sani valori dell'essere, non soltanto quelli tanto  inflazionati dell'avere

 

Inviato

se con l' avere non arrivi a fine mese hai voglia a rispolverare l' essere.

extermination
Inviato
15 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Con gli esempi che abbiamo, molto più facile sentirsi dei falliti...tra rabbia e depressione 

Mi sorella, medico in pensione con tanto di villa sul Brenta da un paio di milioni, è depressa da almeno una ventina di anni. 

Inviato

@Paolo 62

In un passato prossimo si cercava di migliorare la propria condizione come classe o ceto, che è la possibilità reale se non si è in possesso di competenze elevate con cui farsi valere sul mercato. Oggi in troppi sono convinti di essere in grado di migliorare la propria condizione individualmente, pur non essendo in possesso delle competenze elevate di cui sopra, subendo le inevitabili frustrazioni del fallimento di pretese velleitarie.

Inviato
7 minuti fa, Savgal ha scritto:

Oggi in troppi sono convinti di essere in grado di migliorare la propria condizione individualmente, pur non essendo in possesso delle competenze elevate di cui sopra, subendo le inevitabili frustrazioni del fallimento di pretese velleitarie

E' già stato aperto un thread su questi argomenti? Se sì me lo indicate ? Grazie,


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