extermination Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 9 minuti fa, Savgal ha scritto: subendo le inevitabili frustrazioni Addirittura inevitabili!
audio2 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo in pratica sono più di sinistra io che tutto il forum messo assieme. 1
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 32 minuti fa, extermination ha scritto: con tanto di villa sul Brenta da un paio di milioni, è depressa da almeno una ventina di anni. Ah ecco...ma è una battuta, o trattasi della realtà?
extermination Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo @audio2 Ma te, ti senti per caso frustrato per la gestione pseudo fallimentare delle tue numerose proprietà immobiliari, per l’eccessivo impegno fisico e mentale che la gestione ha richiesto, per l’invecchiamento precoce come naturale conseguenza del tuo estenuante impegno e per il forte calo della libido e delle prestazioni sessuali? @LUIGI64 verissimo!
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo Se un soggetto intraprende imprese particolarmente velleitarie, sarebbe da capire la causa Quello è soltanto l'effetto...
Savgal Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo @mom Qualche punto è stato discusso in questo thread "Uno spettro si aggira per l'Europa - lo spettro del populismo". 1
audio2 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 3 minuti fa, extermination ha scritto: te ti senti per caso frustrato quale frustrato
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo La differenza tra essere e avere non è essenzialmente quella tra Oriente e Occidente, ma piuttosto tra una società imperniata sulle persone e una società imperniata sulle cose. L’atteggiamento dell’avere è caratteristico della società industriale occidentale, in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita (E. Fromm) 1
Savgal Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo @extermination Se penso di poter fare i cento metri in 10 secondi subirò una inevitabile frustrazione. Qualche mese fa lessi un saggio di P. Bordieu "La distinzione Critica sociale del gusto". Il saggio analizzava i comportamenti delle diverse classi sociali nella Francia degli anni Sessanta e primi anni Settanta. La rappresentazione del mondo della classe operaia di quegli anni pare lontana secoli. La coscienza di classe non era solo conseguenza della condizione lavorativa, ma era un'eredità di secoli di senso di appartenenza ad una comunità, senso di appartenenza che si è dissolto in un individualismo che in quegli anni era considerato quasi una colpa. 1
extermination Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo @Savgal Credo che nella vita sia capitato più o meno a tutti cadere ( e in molti casi facendosi pure male,male) e poi rialzarsi ( facendo bene) ; non cade chi sta fermo!
extermination Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 6 minuti fa, LUIGI64 ha scritto: in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita Oh mamma!!
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 11 minuti fa, extermination ha scritto: mamma!! Dici di no....😑 16 minuti fa, Savgal ha scritto: Se penso di poter fare i cento metri in 10 secondi Perché dovrei pensare a una cosa assurda come questa...
extermination Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 17 minuti fa, Savgal ha scritto: Se penso di poter fare i cento metri in 10 secondi subirò una inevitabile frustrazione Se voglio mangiare delle ciliegie che si trovano su un albero a 3 metri d’altezza e io sono alto 1 metro e 70 centimetri, posso reagire in vari modi. Una prima possibilità è dirmi che quelle ciliegie non mi piacciono o non sono buone. Ma così facendo evito il confronto con me stesso, attribuendo all’esterno la responsabilità e la colpa di qualcosa che non riesco a fare per un mio limite personale (…sono le ciliegie che non sono buone, non io che non riesco a prenderle…)”. C’è però un altro aspetto da considerare secondo Falcini: “Posso prendere coscienza di quello che è un mio limite oggettivo – l’essere alto 1.70 m – e del fatto che esso mi impedisce di cogliere quelle ciliegie che però vorrei tanto mangiare”. Da questo punto in avanti ci sono due strade: “Una è quella di focalizzare la mia attenzione solo ed esclusivamente sul mio limite e sulle conseguenze negative che esso comporta, lasciandomi andare alla depressione o allo sconforto. Oppure, partendo dall’accettazione del mio limite, posso concentrarmi su come raggiungere comunque quelle ciliegie che desidero tanto mangiare”. Siamo di fronte a un atteggiamento mentale che “aiuta a individuare una possibile soluzione al mio problema, consentendomi di capire, ad esempio, che posso cogliere le ciliegie semplicemente utilizzando una scala. Accettare se stessi significa quindi essere pienamente consapevoli di sé e dei propri limiti e utilizzare tale consapevolezza per aprire la mente al cambiamento e riuscire a raggiungere i propri obiettivi”.
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 6 minuti fa, extermination ha scritto: Accettare se stessi significa quindi essere pienamente consapevoli di sé e dei propri limiti e utilizzare tale consapevolezza per aprire la mente al cambiamento e riuscire a raggiungere i propri obiettivi”. Pensare che il tennista della domenica, possa sfidare Sinner, credo rasenti la follia...
extermination Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo @LUIGI64 Tra due estremi ( il depresso -rabbioso seriale e il realizzato senza limiti e senza tempo) c’è un sacco di gente “normale” che ha consapevolezza di sé e che vive con dignità ( per sé e per gli altri)
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 34 minuti fa, extermination ha scritto: c’è un sacco di gente “normale” Certo, sicuramente Nel thread si sottolineava l'aspetto disfunzionale di determinati comportamenti Rispondevo alla metafora di Sav.. Del resto, se Platone ha ipotizzato un Re-filosofo a capo della sua città ideale, qualche motivo valido senza dubbio lo ha Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al "perché"?; che cosa significa nichilismo?-che i valori supremi si svalorizzano F. Nietzsche, Frammenti postumi Citazione tratta da: Saggezza antica Sempre un piacere leggere e rileggere il prof. G. Reale
mom Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo @LUIGI64 Forse un esempio che configuri un abbandono è più calzante e meno assurdo.
LUIGI64 Inviato 27 Marzo Inviato 27 Marzo 3 minuti fa, mom ha scritto: configuri un abbandono è più calzante e meno assurdo. Penso proprio di sì
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