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Melius Club

Social-network, il cancro della nostra società


Messaggi raccomandati

extermination

@audio2 Ma te, ti senti per caso frustrato per la gestione pseudo fallimentare delle tue numerose proprietà immobiliari, per l’eccessivo impegno fisico e mentale che la gestione ha richiesto, per l’invecchiamento precoce come naturale conseguenza del tuo estenuante impegno e per il forte calo della libido e delle prestazioni sessuali? 

@LUIGI64 verissimo!

La differenza tra essere e avere non è essenzialmente quella tra Oriente e Occidente, ma piuttosto tra una società imperniata sulle persone e una società imperniata sulle cose. L’atteggiamento dell’avere è caratteristico della società industriale occidentale, in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita

(E. Fromm)

  • Melius 1

@extermination

Se penso di poter fare i cento metri in 10 secondi subirò una inevitabile frustrazione.

Qualche mese fa lessi un saggio di P. Bordieu "La distinzione Critica sociale del gusto". Il saggio analizzava i comportamenti delle diverse classi sociali nella Francia degli anni Sessanta e primi anni Settanta. La rappresentazione del mondo della classe operaia di quegli anni pare lontana secoli. La coscienza di classe non era solo conseguenza della condizione lavorativa, ma era un'eredità di secoli di senso di appartenenza ad una comunità, senso di appartenenza che si è dissolto in un individualismo che in quegli anni era considerato quasi una colpa.

  • Melius 1
extermination
17 minuti fa, Savgal ha scritto:

Se penso di poter fare i cento metri in 10 secondi subirò una inevitabile frustrazione

 

Se voglio mangiare delle ciliegie che si trovano su un albero a 3 metri d’altezza e io sono alto 1 metro e 70 centimetri, posso reagire in vari modi. Una prima possibilità è dirmi che quelle ciliegie non mi piacciono o non sono buone. Ma così facendo evito il confronto con me stesso, attribuendo all’esterno la responsabilità e la colpa di qualcosa che non riesco a fare per un mio limite personale (…sono le ciliegie che non sono buone, non io che non riesco a prenderle…)”. 

C’è però un altro aspetto da considerare secondo Falcini: “Posso prendere coscienza di quello che è un mio limite oggettivo – l’essere alto 1.70 m – e del fatto che esso mi impedisce di cogliere quelle ciliegie che però vorrei tanto mangiare”. 

Da questo punto in avanti ci sono due strade: “Una è quella di focalizzare la mia attenzione solo ed esclusivamente sul mio limite e sulle conseguenze negative che esso comporta, lasciandomi andare alla depressione o allo sconforto. Oppure, partendo dall’accettazione del mio limite, posso concentrarmi su come raggiungere comunque quelle ciliegie che desidero tanto mangiare”. 

Siamo di fronte a un atteggiamento mentale che “aiuta a individuare una possibile soluzione al mio problema, consentendomi di capire, ad esempio, che posso cogliere le ciliegie semplicemente utilizzando una scala. Accettare se stessi significa quindi essere pienamente consapevoli di sé e dei propri limiti e utilizzare tale consapevolezza per aprire la mente al cambiamento e riuscire a raggiungere i propri obiettivi”.

 

6 minuti fa, extermination ha scritto:

Accettare se stessi significa quindi essere pienamente consapevoli di sé e dei propri limiti e utilizzare tale consapevolezza per aprire la mente al cambiamento e riuscire a raggiungere i propri obiettivi”.

Pensare che il tennista della domenica, possa sfidare Sinner, credo rasenti la follia...

34 minuti fa, extermination ha scritto:

c’è un sacco di gente “normale”

Certo, sicuramente

Nel thread si sottolineava l'aspetto disfunzionale di determinati comportamenti

Rispondevo alla metafora di Sav..

Del resto, se Platone ha ipotizzato un Re-filosofo a capo della sua città ideale, qualche motivo valido senza dubbio lo ha

Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al "perché"?; che cosa significa nichilismo?-che i valori supremi si svalorizzano

F. Nietzsche, Frammenti postumi

Citazione tratta da: Saggezza antica 

Sempre un piacere leggere e rileggere il prof. G. Reale

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