audio2 Inviato 6 ore fa Inviato 6 ore fa 3 ore fa, extermination ha scritto: lo sport nazionale sia diventato quello di giudicare i magistrati visto che a giudicarsi sa soli pare che non ne siano capaci, tocca fare anche questo.
Gall Inviato 53 minuti fa Inviato 53 minuti fa Il problema della conclusione della vicenda che sarà frutto del risultato del referendum, è che è figlia dello scandalo Palamara, il quale è stato un vaso di Pandora, e la magistratura se ne è fregata non facendo un minimo di autocritica o proponendo delle riforme. Gratteri l’ha fatto presente più volte dopo lo scandalo, cercando di richiamare i colleghi a fare qualcosa in quanto era in gioco la credibilità di tutta la magistratura. Se ne sono fregati, in quanto la priorità di molti, o per lo meno di quelli carrieristi era di mantenere un metodo per decidere la carriera e i ruoli nei tribunali più importanti. Ora la politica che su questo tema ha posizioni trasversali ha un enorme vantaggio, mi da l’idea che in genere i cittadini siano critici e senza sapere i dettagli concordino in una riforma della giustizia, anche se questa riforma non porterà nessun vantaggio in termini di efficienza dei processi. L’opposizione come in tutte le cose ha l’encefalogramma piatto, e il cittadino lo capisce, in quanto in 3 anni di governo che si parla di riforma della giustizia, non ha mai fatto presente la sostanza delle cose, cioè la mancata adozione di sistemi e di investimenti per velocizzare la giustizia, come per esempio una forte informatizzazione.
mozarteum Inviato 38 minuti fa Inviato 38 minuti fa E’ di oggi la notizia che il Csm giudica il 98 per cento dei magistrati inappuntabili e idonei alle progressioni di carriera. L’immagine e’ quella di una corporazione compatta. Il referendum sara’ percepito da molti come una spallata a questo sistema, indipendentemente dal merito della riforma 1
Gaetanoalberto Inviato 30 minuti fa Inviato 30 minuti fa Vero. Potremmo dire lo stesso di qualunque sistema di interessi consolidato, professioni e mercato compresi. Conglomerati di interessi, carrierismo, affarismo, coesistono ovunque con il merito. Il rischio è di eliminare del tutto il secondo.
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