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Separazione delle carriere


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2 ore fa, nullo ha scritto:

Sta di fatto che se la libertà di interpretazione diventa mero arbitrio si rischia di mettere in discussione quelle che sono i principi cardine della convivenza civile

@briandinazareth

Ti riscrivo ciò che commentavo.

Poi vedi tu se quel che pensi la gente riguardo al come siano applicate le regole per la convivenza abbia o meno senso....

Perché in seguito la paghi duramente politicamente, ma tu ci ridi sopra e quindi per te va bene così.

Poi quando per questo gira il vento paventi sfracelli invece di ovvie conseguenze.

Io sarei più accorto.... e riderei meno.

 

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2 ore fa, extermination ha scritto:

@Gaetanoalberto Ma è più incerta la certezza del diritto o è più certa l’incertezza del diritto? 

2 ore fa, extermination ha scritto:

@audio2 nessuno di noi pensa che sia innocente, ma questo non lo rende colpevole!

nessuno di noi pensa che sia colpevole, ma questo non lo rende innocente! 

Marzullo esci da questo corpo.

.

1 ora fa, audio2 ha scritto:

perchè il resto del mondo invece al lavoro si diverte.

Io sì e alla grande. Nonostante non si tratti del mestiere di Rocco.

.

1 ora fa, carmus ha scritto:

quelli che erano dubbi

Sei di animo magnanimo.

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4 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Eh, infatti dovremmo decidere tutto per sondaggio...

Speriamo di arrivarci presto.

No, dovresti semplicemente trarne materia di riflessione.

Non credo che esista altro modo, oltre al voto, per verificare come vedono  e giudicano le istituzioni i cittadini.

Vedi quelli sul prossimo referendum.

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Gaetanoalberto
2 minuti fa, nullo ha scritto:

prossimo referendum.

Spero non sia interpretata come una forma di snobismo intellettuale: che la maggioranza pensi qualcosa o questa venga sondaggisticamente individuata (ricordo che l'uso anche della tecnica del sondaggio per influenzare l'opinione ha un'origine precisa), per me non determina affatto la bontà della tesi.

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jaguarissimo
7 ore fa, extermination ha scritto:

Cosa ne pensi di queste considerazioni?


“”Uno degli argomenti più discussi in merito all'attività dei magistrati riguarda l'interpretazione della legge.

Sono molti i contributi di ogni livello e grado che trattano dell'interpretazione della legge e il prolificare di interventi sul tema rischia di condurre a conclusioni "distorte" che travalicano il limite della normale funzione interpretativa riservata alla magistratura.

L'articolo 12 delle preleggi (ovvero delle “disposizioni sulla legge in generale”, che sono leggi ordinarie dello stato e quindi fonte del diritto) stabilisce quanto segue: 

Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.
Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.

Il legislatore ha dunque voluto definire delle priorià: la legge in primo si interpreta seguendone il senso letterale. Ciò è confermato anche dal dettato costituzionale di cui all'articolo 101 comma 2 stabilisce che "I giudici sono soggetti soltanto alla legge". Ora il termine "soggetti" sta a significare che i magistrati devono sottostare all'autorità e al potere del legislatore.

 

Se la Costituzione, che è legge fondamentale a cui tutti i cittadini devono obbedire, stabilisce che la legge governa e prevale sul volere dei magistrati ciò significa che impone il divieto per gli stessi di discostarsi dal dettato normativo.

Insomma il potere interpretativo delle leggi può sussistere solo come ultima ratio ossia quando una controversia non può essere decisa sulla base di precisa disposizione di legge. 

Ed anche in tal caso il giudice deve fare ricorso in primo luogo a disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe e, se è il caso resta ancora dubbio deve comunque attenersi ai principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.

Insomma che le disposizioni di legge vadano seguite e non interpretate è un postulato che non ha bisogno di ulteriori argomentazioni. Anche se nei fatti sembra che troppo spesso l'attività interpretativa del magistrato vada a sostituirsi alle volontà e al dettato del legislatore.

Sta di fatto che se la libertà di interpretazione diventa mero arbitrio si rischia di mettere in discussione quelle che sono i principi cardine della convivenza civile.

Ma c'è un'altra considerazione indispensabile. Lo scopo del diritto è di “definire” le regole di tale convivenza civile ed è per questo che diventa indispensabile che le norme siano scritte in modo chiaro, univoco e definito, senza versare margine ha dubbi di alcun genere.

diventa fondamentale sotto questo profilo la semplicità anche rischiando a volte di diventare banali. Quello che voglio dire che qualsiasi legge dovrebbe essere scritte in modo tale da poter essere compresa dai cittadini e non solo dagli addetti ai lavori.

 

Se si lascia troppo spazio alla interpretazione delle leggi, si rischia di produrre due effetti devastanti:

- L' incertezza del diritto (che determina l'impossibilità per un cittadino di prevedere l'esito di un giudizio);

- l'arbitrarietà dell'intervento giudiziario;

 

Eppure la certezza del diritto dovrebbe essere le basi del nostro ordinamento giuridico.

 

Insomma l'attività interpretativa del magistrato dovrebbe concentrarsi generalmente nella disamina dei fatti di causa, del risultato dell'istruttoria. E solo in casi eccezionali si potrà discutere di un eventuale interpretazione di norme, ossia quando nella molteplicità della casistica dovesse emergere una fattispecie così particolare da non poter trovare una soluzione concreta nel dettato normativo.

 

La prima regola che va posta alla base della certezza del diritto è quella che le norme si applicano e non si interpretano e che ogni cittadino, munito di un buon vocabolario e che sia a conoscenza delle regole grammaticali, deve poter comprendere le leggi senza bisogno di un interprete.

Se poi è vero che la legge non ammette ignoranza diventa indispensabile che la legge stessa risulti chiara non interpretabile.

Non è raro riscontrare casi in cui l'interpretazione delle norme è sconfinata nell'arbitrio.I

 

da incorniciare  

 

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briandinazareth
5 ore fa, nullo ha scritto:

riscrivo ciò che commentavo.

Poi vedi tu se quel che pensi la gente riguardo al come siano applicate le regole per la convivenza abbia o meno senso....

Perché in seguito la paghi duramente politicamente, ma tu ci ridi sopra e quindi per te va bene così.

Poi quando per questo gira il vento paventi sfracelli invece di ovvie conseguenze.

Io sarei più accorto.... e riderei meno.

 

Non rido, è solo che trovo ridicolo su ogni argomento usare il "cosa ne pensa la gente"

 

La gente pensa tante cose assurde e la maggioranza non ha la più pallida idea di argomenti di minima complessità

 

 

Anche per questo esistono le costituzioni e i limiti dei poteri,  per evitare che tutto sia una questione di consenso b immediato che si trasforma subito in autoritarismo e dittatura della maggioranza

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5 ore fa, briandinazareth ha scritto:

 

Non rido, è solo che trovo ridicolo su ogni argomento usare il "cosa ne pensa la gente

Nella costituzione ci sono il voto per eleggere i rappresentanti, istituti come il referendum, ecc. ecc.

Tu ridi, citi la costituzione e ti dimentichi che la stessa tiene conto di quello che "pensa" la gente che non capisce.

Ottimo cortocircuito.

Continua pure a ridere, magari a pensare sotto sotto quello che intende @appecundria quando dice cone Fagiolino la verità ridendo....

Il voto è sopravvalutato per via del suffragio universale che, guarda caso è in costituzione.

Poi un giorno ci si sveglia e se ne subiscono gli effetti.

Ridi pure...

 

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Gaetanoalberto

@nullo La cosa su cui c'è poco da ridere è il non avere, a suo tempo, avuto la forza o l'intelligenza di fare una legge sul conflitto di interessi.

Il momento attuale, grazie anche al potenziamento delle conseguenze derivante dai social, dimostra i danni enormi che possono derivare dalla combinazione di democrazia e uso premeditato e condizionante dei media.

Di questo ci si sarebbe dovuti preoccupare.

Temo ormai sia tardi.

  • Melius 2
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Adesso, extermination ha scritto:

Mal che vada subiremo gli effetti della “monarchia assoluta” di Giorgia M. 

Zucchero, la medicina è piu amara.

Rimane stolto credere di poter volare indifferenti sopra il pensiero delle persone ed al contempo ergersi alfieri della democrazia ogni tre per due,  e qui non mi riferisco certo a te.. 

La gente e la democrazia sono come il caffelatte, una volta mescolati gli ingredienti non li scindi più 

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3 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

 

Il momento attuale, grazie anche al potenziamento delle conseguenze derivante dai social, dimostra i danni enormi che possono derivare dalla combinazione di democrazia e uso premeditato e condizionante dei media.

Obama ha usato i social, e ha vinto le elezioni, bene...

quello sciroccato di Mamdani pure, è qualcuno ha pure qui festeggiato, male.

Per il conflitto di interessi, che non rende il nostro paese troppo diverso da altri come orientamenti di pensiero della gente comune, ti rimando a queste parole di un ex magistrato:

 

 

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