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Dai tuoi occhi solamente di Francesca Diotallevi - La mia prima lettura Kindle.


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Inviato

 

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Terminata la lettura sul mio nuovo Kindle Paperwhite Signature da 6,8", direi che è stata una esperienza positiva. Una lettura diversa da quella su carta, ho dovuto tarare luminosità e temperatura luce del dispositivo, regolare la lettura in orizzontale per avere maggior comfort, ma soprattutto nelle posizioni-situazioni "scomode", tipo a letto, si fa apprezzare per le dimensioni ed il peso ridotti.

Il motivo della scelta di questo testo è legata, oltre all'interesse per la fotografa e la fotografia in generale, al fatto che disponevo da anni di questo file-testo. Lo avevo scaricato gratuitamente anni fa per provare, senza successo, a leggerlo su un normale tablet.

Attivato il nuovo dispositivo me lo sono ritrovato in libreria...

 

Una lettura interessante che narra, romanzandola,  la vita "disturbata" di questa grande fotografa nel biennio 1954-1955 e che, attraverso continui flash back, che si alternano al racconto normale, racconta la sua dura infanzia, vittima di una madre nevrotica ed insoddisfatta, e di condizioni economiche disagiate. Una madre di origine francese, che non sa relazionarsi e sarà sempre in fuga. E questo sarà quello che trasmetterà a sua figlia: l'incapacità di una vita sociale e la fuga nella solitudine.

Vivian è curiosa della vita degli altri quanto è gelosa della sua, questo la porta ad avere un grado di osservazione altissimo, il suo scrutare i volti, la porta a decifrare le ansie, le difficoltà delle altre persone. E saranno questo suo formidabile "occhio" e la curiosità a permetterle di essere la grande fotografa che è Vivian Maier.

Scattare, fotografare per lei era una necessità, un indagare, un fermare il tempo; infatti accumulava i rulli 6x6 impressionati con la sua Rolleiflex senza svilupparli, e di conseguenza senza fare stampe... fu John Maloof, giovane figlio di un rigattiere, dopo la sua morte a comprare all'asta i rullini di cui la Maier aveva lasciato armadi pieni, ed a intuirne il grande valore e valorizzarlo.

Commoventi i flash back che raccontano di lei fuggita in Francia, da una prozia che aveva allevato sua mamma Marie, dopo che Marie aveva litigato con Jeanne, l' amica di sua mamma che la ospitava a New York, Jeanne che faceva la fotografa e che aveva intuito le grandi potenzialità visive di Vivian e le aveva fatto fare i primi scatti.

In Francia i pochi anni felici di Vivian Maier, col suo forte rapporto con la natura, i rapporti con la prozia, il nonno ritrovato, che finalmente riconosce sua mamma Marie come figlia. Ma la mala sorte si accanisce su loro, il nuovo compagno delle sua prozia inizia a molestare la ragazzina, creandole enormi problemi, nell'indifferenza degli altri, tranne di sua mamma che immediatamente prende un piroscafo per New York, fuggendo nuovamente...molto belle le notazioni che la piccola Vivian fa comparando i grattacieli di Manhattan con la campagna francese.

 

Una buona lettura, con qualche banalità. Mi ha turbato questo romanzare la vita di una persona reale, anche se defunta; oltretutto un personaggio non pubblico, anzi il massimo della riservatezza. E la cosa che più mi riecheggia dopo la lettura, è giusto, è ammissibile, è corretto fare una cosa del genere?

 

Ciao.
Evandro

 

P.S. - E' stata una lettura tanto diversa che mi sono sentito di alternare la lettura con un libro reale: Appartamento 401 di Yoshida Shuichi, e nella loro diversità totale, le letture non si intralciavano.

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

commenti molto interessanti, compresi quelli sulla 'liceità', diciamo, di un'operazione letteraria come questa.

spero ci parlerai anche (in altro thread) di Yoshida Shuichi, che confesso di non conoscere affatto.

  • 4 settimane dopo...
Inviato

@daniele_g Grazie, cosa ne pensi tu sul fatto di "romanzare" una vita tanto schiva e sofferente?

Appartamento 401 di Yoshida Shuichi, a mio avviso, non merita grande attenzione.

Viene narrata la convivenza di quattro giovani in un appartamento di Tokyo; rispettosi degli altri riescono a far funzionare la cosa.

Diviso in quattro parti, e qui è interessante, ogni parte è raccontata da uno dei quattro protagonisti, molto diversi tra loro e tutti in cerca di trovare un posto nella società.

Nell'assortito quartetto si insinua un quinto giovane, e scombina tutto, trasformando il racconto in un "giallo".

Una piccola delusione.

Ciao.
Evandro

  • Thanks 1
Inviato
Il 18/8/2023 at 09:40, Partizan ha scritto:

cosa ne pensi tu sul fatto di "romanzare" una vita tanto schiva e sofferente?

in generale, diffido delle biografie romanzate: attribuire in modo arbitrario parole e pensieri a persone reali porta lo scrittore su un crinale stretto, dal quale è facile scivolare verso il falso storico o la mancanza di rispetto, e facilmente entrambe le cose. ed è forte il rischio che lo scrittore faccia cadere con sè il lettore, portato a considerare Storia quel che è romanzo.

suppongo tuttavia che chi scrive di personaggi reali in forma di romanzo, non abbia come obiettivo una biografia o l'esposizione di eventi storici, quanto riflessioni su certi fatti storici o per le quali è comodo trarre spunto dalla vita di quei personaggi. sto pensando soprattutto a "Memorie di Adriano", ma anche ad altri libri che mi sono piaciuti molto, come "Io, Claudio" e "Il divo Claudio" di Graves. per non dire, sebbene qui ci si allontani di molto dalla 'biografia romanzata', di "Caligola" di Camus.

inoltre, se lo scrittore non fa proprio scempio della Storia, può essere un modo agile e piacevole per saperne di più.

importante, per noi che leggiamo, ricordare sempre che si tratta di interpretazioni personali dello scrittore.

nel caso specifico, non posso avere un'idea perchè non ho letto il libro; mi pare tu tema che Vivian Maier non avrebbe gradito che la sua vita, reale o presunta, fosse messa in piazza. qui si entra in un ulteriore aspetto etico che va oltre la correttezza o meno della narrazione e su cui forse è difficile dare una 'regola'.

 

  • Melius 1

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