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"Noi capi di stato africani dobbiamo smettere di essere le marionette dell'imperialismo"


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Antoniotrevi
Inviato

🇪🇺🇳🇪 L'OCCIDENTE CONTINUA LA PRESSIONE SUL NIGER

 

▪️ Un progetto ferroviario dalla Nigeria al Niger che collega la cruciale linea di trasporto Kano-Maradi viene cancellato.

 

▪️ La Banca Mondiale annuncia la sospensione dei finanziamenti per tutte le sue operazioni in Niger.

 

Il Niger è messo alla dura prova dopo il rovesciamento di un governo filo-occidentale. I Paesi occidentali fanno pressione sui vicini africani, imponendo sanzioni e rafforzando i contingenti dell'esercito vicino ai confini.

 

Secondo politici ed esperti francesi, Macron non è pronto a riconoscere la resa in Niger e si sta preparando per un'operazione militare lì.

 

Avanti ieri il Ministro delle Forze armate Caterina Colonna ha dichiarato che è iniziata l'evacuazione di francesi ed europei. Va ricordato che al momento dei colpi di Stato militari nei paesi dell'Africa occidentale, in particolare in Mali, Burkina Faso e Guinea, la Francia non ha evacuato i suoi cittadini.

 

La posta in gioco è troppo alta e la Francia non può permettersi di perdere il Niger, un paese chiave dell'Africa occidentale, senza combattere.

 

Tutto indica che tra 5 giorni, allo scadere dell'ultimatum, i paesi africani satellite sotto la pressione della Francia, con le truppe francesi, inizieranno un'operazione militare.

 

 

🇨🇮 🇳🇪 🇫🇷 Il Consiglio di Sicurezza della Costa d'Avorio, il cui presidente è stato insediato dopo un intervento militare francese afferma che la nazione è pronta a partecipare ad un potenziale intervento militare dell’ECOWAS in Niger, per ripristinare l'ordine costituzionale. Ricordo che il Presidente della Costa d'Avorio è stato insediato grazie ad un intervento militare francese.

 

 

 

Inviato
8 ore fa, wow ha scritto:

Alcuni Paesi ne sono usciti e ne sono poi rientrati. Tra i Paesi partecipanti ci sono le migliori economie africane. I partecipanti sono obbligati al rispetto di precisi rapporti debito/Pil. 

Il tasso fisso rispetta la precisa esigenza di stabilizzare la moneta e di evitare dannose fluttuazioni alla moneta di Paesi con una economia fragile. Per ottenere questo cambio fisso questi Paesi, assieme alla Banca centrale della Francia, vendono o comprano valuta come succede normalmente sul mercato dei cambi. Da queste operazioni nessun Paese ottiene dei precisi vantaggi o svantaggi finanziari. Allo scopo questi Paesi depositano il 50% delle riserve maniterie nella Banca di Francia che a) non ne può disporre b) paga un tasso di interesse normalmente più alto di quello di mercato. 

ho aspettato ieri sera ma non ho avuto risposte da Antonio.

 

L'articolo riportato e' di un sito di disinformazione che riporta notizie manipolandole a proprio uso e consumo.

E' ovvio che l'operazione porta vantaggi e svantaggi , quando pero' si mostra una realta' parziale (non sappiamo per quali interessi economici) siamo davanti ad un post di disinformazione.

 

Poi non ha messo il link del misterioso documento; cit.  "Documenti interni dell'esercito della Nigeria lascerebbero intendere che la Nigeria invaderà il Niger.. ";

AntonioTrevi

Numero di post di disinformazione 1

Numero di post fake 1

 

 

 

Inviato
39 minuti fa, Antoniotrevi ha scritto:

Preferisco fidarmi di un docente universitario come Rinaldi

Noooo, Rinaldi no. 😩

 

spacer.png
 

Su come lo “trattano” sui social meglio sorvolare. 😂

 

https://www.europarl.europa.eu/meps/it/197787/ANTONIO+MARIA_RINALDI/cv

 

2018-2020 : docente a contratto (a titolo gratuito) di politica economica, Link Campus University, Roma

2021-2023 : docente a contratto (a titolo gratuito) di politica economica sociale, Università statale G. d'Annunzio, Chieti-Pescara

  • Haha 2
Inviato

@Antoniotrevi tu non devi trovarti un docente come fonte ma una fonte decente, un po’ come un pennello grande e grande pennello, ricordi? 
 

 

Inviato

A gratis e a contratto, non depone molto a favore. 

Inviato
5 minuti fa, Panurge ha scritto:

A gratis e a contratto, non depone molto a favore. 

Un genio, se ti capitasse ascoltalo, merita. 

Inviato

Un bel articolo sull’Uranio del Niger che ridimensiona un po’ le cose scritte al riguardo del nucleare francese ed europeo e chiarisce un po’ il funzionamento dello stesso, l’autore è Luca Romano, è un ingegnere nucleare ed è anche il fondatore de L’Avvocato Atomico, il pool di giovani esperti di energia che divulga sul nucleare nello specifico ma sull’energia più in particolare.

 

https://www.today.it/opinioni/golpe-niger-uranio-rischio-nucleare.html

 

Il vero rischio nucleare del golpe in Niger

In questi giorni molti analisti improvvisati stanno iniziando a fare parallelismi del tutto impropri tra la crisi del gas del 2022 - causata dall’invasione russa dell’Ucraina - e il golpe in Niger, che provocherà molto probabilmente un’interruzione delle forniture di Uranio verso l’Europa. Per capire perché la situazione non è minimamente confrontabile, occorre sapere qualche dettaglio in più sul funzionamento del mercato dell’Uranio e sulla supply chain.

Prima di tutto, quanto è importante il Niger come paese esportatore? La classifica dei paesi produttori di Uranio vede ai primi posti Kazakistan, Canada, Namibia e Australia: la produzione di questi quattro paesi combinata vale il 78% del mercato mondiale dell’Uranio. A seguire nella classifica troviamo Uzbekistan, Russia e finalmente il Niger, che nel 2022 contribuisce con poco più del 4%.

Già da qui si dovrebbe capire che lo shock dovuto al venire meno di un singolo fornitore sarebbe sensibilmente inferiore rispetto a quello avvenuto nel mercato del gas, dove la Russia era il primo esportatore mondiale fino al 2021. Occorre notare che fino al 2012 il Niger era il quinto produttore mondiale, ma la contrazione nella domanda dovuta al post-Fukushima ha causato una riduzione della produzione che ha riguardato paesi diversi in maniera diversa (anche l’Australia fino al 2021 era al terzo posto, è stata superata dalla Namibia solo nel 2022).

L'uranio del Niger

Dove va a finire l’Uranio del Niger? Quasi tutto in Europa: poiché il Niger è un'ex-colonia francese, nonché parte dell’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale, la cui valuta (franco CFA) è garantita dal tesoro francese, la Francia gode (godeva?) di trattati di libero scambio particolarmente favorevoli (secondo qualcuno addirittura predatori: lascio ad altri queste analisi geopolitiche). Dal momento che in Francia operano quasi metà dei reattori Europei, e che la Francia inoltre converte e arricchisce l’Uranio anche per altri paesi, il Niger negli ultimi anni è diventato il primo fornitore per l’Europa, con una quota di mercato del 24% circa.

 


edit-luca-romano-img-1.jpg
 


 

La quota parte, comunque, è sensibilmente più bassa di quella che occupava il gas russo all’inizio del 2022 per la maggior parte dei paesi europei (inclusa l’Italia, che ricavava il 55% del suo gas da Mosca fino a 18 mesi fa).

A rendere la situazione drammaticamente diversa rispetto a quella del gas, sono però due dettagli importantissimi: il primo è che il Niger è un paese esportatore di Uranio grezzo. Il minerale che arriva in Francia va quindi prima raffinato e trasformato in yellowcake (a Pierrelatte), poi convertito in tetrafluoruro (a Malvési) e successivamente in esafluoruro (a Tricastin), poi va arricchito (sempre a Tricastin) e infine va trasportato ai centri di fabbricazione dei pellet di UO2 pronti da inserire nei reattori. Tutti questi processi richiedono tempo, anche perché ovviamente tra un processo e l’altro ogni singola partita di Uranio viene controllata e certificata un certo numero di volte. Quanto tempo? A seconda del numero di giri e controlli necessari, si va da 18 mesi a 4 anni: questo significa che il venire meno dell’Uranio del Niger nel 2023 impatterà eventualmente la produzione di energia nucleare in Europa in un qualche momento tra l’inizio del 2025 e la metà del 2027. O meglio, la impatterebbe se l’Uranio venisse estratto, lavorato e impiegato nei reattori a ciclo continuo. Ma non è quello che succede: visto che il combustibile nucleare ha il grosso vantaggio di costare pochissimo e di occupare pochissimo spazio rispetto all’energia che produce, quasi tutti gli Stati che fanno uso di energia nucleare hanno accumulato delle riserve strategiche. Soprattutto la Francia, paese estremamente fiero della sua autonomia energetica. Gli Stati europei che fanno uso di Uranio importato dal Niger hanno dunque ampi margini di tempo per negoziare contratti con altri fornitori, e questi ultimi a loro volta hanno tutto il tempo di aumentare la produzione di minerale (anche perché l’Uranio è tutto meno che in via di esaurimento).

Il secondo dettaglio importante che distingue l’Uranio dal gas, è il diverso impatto sulle rispettive catene del valore: mentre per la produzione di energia da gas (elettrica o per uso industriale) il costo della materia prima impatta per oltre l’80%, nella produzione di energia nucleare il ciclo combustibile impatta per il 5-7% sul costo finale del kWh.

 

edit-luca-romano.jpg

 

Di quel 5-7% meno di un terzo è dovuto effettivamente al costo del minerale di Uranio, mentre il resto è dovuto ai processi di arricchimento e fabbricazione di cui abbiamo parlato prima. Questo significa che è impossibile che si verifichi uno shock di prezzi sul mercato dell’energia elettrica dovuto ad un aumento del prezzo dell’Uranio. Se anche la crisi in Niger dovesse portare ad un aumento del 200% netto del prezzo dell’Uranio sul mercato (chiaramente uno scenario fantascientifico, per i motivi discussi sopra), il prezzo del kWh nucleare varierebbe di un 3-4%, con un impatto sulle bollette finali del 2% circa, se aggiungiamo tasse e costi di sistema.

Vi sono molti motivi per i quali la crisi in Niger può destare preoccupazione in Europa, che vanno dal possibile coinvolgimento della PMS Wagner al possibile effetto domino sugli altri paesi dell'Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale a potenziali nuove ondate migratorie: il mercato dell’Uranio e la produzione di energia nucleare possono tranquillamente rimanere in fondo alla lista dei problemi.

Se proprio dobbiamo attenzionare un aspetto del ciclo del combustibile nucleare, la fase più problematica dal punto di vista geopolitico resta l’arricchimento, dove la Russia resta monopolista, complice la mancanza di investimenti strategici occidentali (la Francia qui è un’eccezione). Per fortuna il problema sta venendo affrontato sia in Europa, con l’annuncio di Framatome di un aumento importante della capacità di arricchimento per poter fornire combustibile nucleare anche a quei paesi che prima si facevano arricchire l’Uranio dalla Russia, sia negli USA, dove è stata approvata la settimana scorsa una legge al congresso per ripristinare la capacità di arricchimento e fabbricazione di combustibile nucleare sia LEU che HALEU, ma ci vorrà tempo prima che questi provvedimenti producano risultati.

 

 

 

 

  • Thanks 1
Antoniotrevi
Inviato

 

 

La Nigeria ha interrotto la fornitura di elettricità al Niger, disconnettendo la linea ad alta tensione che porta l'elettricità nel Paese vicino.

 

Ma tanto in Niger non se ne è accorto nessuno, dato che l'81% dei cittadini non ha accesso all'energia elettrica.😡

 

 

Inviato
50 minuti fa, Antoniotrevi ha scritto:

fidarmi di un docente universitario

Tu ti fidi di coloro che assecondano le tue idee, docenti o meno. A rovistare per la rete trovi anche sedicenti docenti universitari che assicurano della piattezza della Terra. Si chiama cherry picking. Comunque puoi chiedere al docente universitario per quale motivo, appartenere ad una comunità monetaria, nata per favorire gli investimenti francesi ed occidentali in subordine, affidarsi ad una moneta stabile, garantita, peraltro, dal governo francese, con stringenti parametri debito/pil da rispettare, impedirebbe lo sviluppo dei Paesi che la utilizzano, che sono anche i paesi africani con le economie più avanzate?

Perché non possono svalutarla?

Perché non ci si può indebitare ad libitum come da dottrina 5 stelle? 

Questi non sarebbero fattori di impoverimento delle popolazioni? 

Se l'appartenenza a questa comunità è così sconveniente, secondo il tuo prof a contratto gratuito (un benefattore), perché non se ne escono, dal momento che nessuno li obbliga, anzi, qualche Paese fuoriuscito ha chiesto di rientrare? 

Inviato
1 ora fa, Antoniotrevi ha scritto:

La Nigeria ha interrotto la fornitura di elettricità al Niger, disconnettendo la linea ad alta tensione che porta l'elettricità nel Paese vicino.

 

Ma tanto in Niger non se ne è accorto nessuno, dato che l'81% dei cittadini non ha accesso all'energia elettrica.😡

E quindi perché ti incazzi? Hanno tolto all’81% della popolazione qualcosa che non hanno mai avuto, ma ti leggi quando scrivi? 
 

  • Haha 1
Antoniotrevi
Inviato

@wow veramente lo conosco da anni e sono d’accordo con le sue analisi .

Antoniotrevi
Inviato

si certo ma non sono il vettore del suo pensiero . Sono d’accordo su quanto dice sul franco CFA.

Antoniotrevi
Inviato

Per concludere sul franco CFA è una misura controproducente per le nazioni africane essenzialmente per tre ragioni : 

 

1) il cambio fisso fra Franco ed euro non permette la svalutazione della moneta africana e con ciò la maggior convenienza dei loro prodotti all’estero .Ciò impedisce qualsiasi forma di politica monetaria indipendente 

2) Vi é l’obbligo di importare  beni e servizi dalla Francia anche se sono più convenienti beni e servizi di altri stati . Cosi come i destinatari dell’ esportazioni ,soprattutto materie prime , devono essere come priorità quelle francesi . Per cui se la Cina vuole acquistare Uranio dal Niger non lo può  fare perchè  la priorità l’hanno le aziende francesi anche se pagano di meno . Solo se le aziende francesi non sono interessate lo stato africano può vendere al di fuori della Francia .

3)  il 50% delle riserve valutarie estere (dollari, yuan, yen, ecc.), incassate tramite le esportazioni di merci dai paesi africani al di fuori della loro comunità economica, vengono detenute dal Tesoro francese. Perciò questi proventi non possono essere usati per costruire ferrovie e strade . Difatti ne sono privi e gli investimenti vanno solo per la estrazione di materie prime che interessano i francesi . 

Inviato
8 minuti fa, Antoniotrevi ha scritto:

1) il cambio fisso fra Franco ed euro non permette la svalutazione della moneta africana e con ciò la maggior convenienza dei loro prodotti all’estero .Ciò impedisce qualsiasi forma di politica monetaria indipendente 

Mi spieghi a che serve svalutare una moneta di un paese in cui la manodopera costa nulla ed al più esporta materie prime?
 

 

9 minuti fa, Antoniotrevi ha scritto:

2) Vi é l’obbligo di importare  beni e servizi dalla Francia anche se sono più convenienti beni e servizi di altri stati . Coso come i destinatari delle esportazione ,soprattutto materie prime , devono essere come priorità su tutte quelle francesi . Per cui se la Cina vuole acquistare Uranio dal Niger non lo può  fare perchè  la priorità l’hanno le aziende francesi anche se pagano di meno . Solo se le aziende francesi non sono interessate lo stato africano può vendere all’estero .

Oltrettutto una moneta per una simile nazione non ha alcun valore reale perché non la accetterebbe nessuno al di fuori di essa, svalutarla vorrebbe dire pagare di più qualsiasi prodotto importato dal resto del mondo quindi, per la seconda volta, che senso avrebbe svalutare una moneta che già di fatto non varrebbe nulla? 
 

 

13 minuti fa, Antoniotrevi ha scritto:

3)  il 50% delle riserve valutarie estere (dollari, yuan, yen, ecc.), incassate tramite le esportazioni di merci dai paesi africani al di fuori della loro comunità economica, vengono detenute dal Tesoro francese. Perciò questi proventi non possono essere usati per costruire ferrovie e strade . Difatti ne sono privi e gli investimenti vanno solo per la estrazione di materie prime . 

Scusa ma il Niger cosa esporta? Cosa produce? A leggerti sembra che tu stia parlando di un paese manifatturiero ed esportano praticamente solo materie prime.


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https://www.infomercatiesteri.it/public/osservatorio/schede-sintesi/nigeria_23.pdf

Inviato

A voi no euro storici vi è rimasta questa tara mentale della svalutazione come panacea di tutti i mali, come avesse un effetto salvifico per l’economia di un paese a prescindere da tutto il resto.

  • Melius 1
Inviato

Comunque il Niger dovrebbe cambiare nome. Così è autorazzista.

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