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Migranti: la linea "diplomatica" della Meloni con l'Europa non ha funzionato


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Inviato

@Velvet

Nel frattempo che si fa?

Perché sugli annunci a vuoto e cazzate sparate sul futuro radioso e mirabolanti investimenti fra climate change e rivoluzioni industriali, fra UE e governo italiano non saprei a chi dare la palma.

Inviato
18 minuti fa, nullo ha scritto:

Nel frattempo che si

Ma che domande.

Costruiamo il ponte sullo stretto, si capisce!

Inviato
47 minuti fa, nullo ha scritto:

scusa preventivamente

Di niente, figurati. 

Inviato
5 minuti fa, Velvet ha scritto:

Costruiamo il ponte sullo stretto,

In effetti... dobbiamo farlo verso l'Africa, poi le cose si sistemano da sole.

Inviato
10 ore fa, vizegraf ha scritto:

Condivido quello che hai scritto, ma, forse sono ottimista, attribuirei un peso importante alla frase: "Decideremo noi chi entra in Europa".

Esattamente, questa frase determina una vera e propria rivoluzione copernicana, fino ad oggi le “promesse” e la “solidarietà” dell’Europa riguardava solo la redistribuzione, oggi per la prima volta questo governo ottiene un impegno a proteggere i confini italiani con il contrasto, e non la “gestione”, dell’immigrazione clandestina.


Cioe’ l’esatto opposto di quello che vogliono i socialisti europei e il PD, che addirittura “negano” qualsiasi emergenza affermando che centinaia di migliaia di persone sbarcate ogni anno vanno bene, sono necessarie per pagarci le pensioni, che abbiamo l’obbligo morale di accogliere tutti perché per secoli li abbiamo sfruttati, che migrare e’ un diritto umano e che dovremmo solo impiegare maggiori risorse per accogliere e integrare queste masse di persone, rispettando la loro diversità culturale che ci arricchisce.

 

E’ una prospettiva completamente diversa.

 

38 minuti fa, Velvet ha scritto:

I nazionalisti de noartri alle europee avranno il raro privilegio di poter scegliere fra due ultradestre all'ennesima potenza alleate con gli eroi di casa


Tra chi vota cdx, al contrario, c’è una stragrande maggioranza di moderati (tra cui mi iscrivo) che vorrebbe una politica diversa da quella estremista del PD e dei Socialisti europei, una politica basata più sul buon senso e meno sull’ideologia, per gestire le sfide del futuro, come immigrazione, emergenza climatica e guerra in Ucraina.


Per semplificare un moderato, oggi, non può votare per chi dice “non c’è nessuna invasione, accogliamoli tutti”, “da domani solo auto elettriche e pannelli solari cinesi” “no alle armi agli ucraini”.


Un moderato, oggi, non può votare chi promuove l’assistenzialismo come modello di sviluppo, basato su reddito di cittadinanza e bonus per comprarsi i voti, sul modello “tassa e spendi”, anche perché c’è sempre più poco da tassare.

 

 

  • Haha 2
Inviato
24 minuti fa, Roberto M ha scritto:

oggi per la prima volta questo governo ottiene un impegno a proteggere i confini italiani con il contrasto, e non la “gestione”, dell’immigrazione clandestina.

Ma quando mai.

 

24 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Cioe’ l’esatto opposto di quello che vogliono i socialisti europei e il PD, che addirittura “negano”

Infatti c'è bisogno di puntellare la narrazione con la solita scarica di odio.

Inviato

https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AFykk0t
 

Sui migranti la sponda di Von der Leyen a Meloni, ecco il piano Ue in dieci punti

Migranti, von der Leyen in italiano: "L'Italia può contare sull'Ue"

«Saremo noi a decidere chi arriva in Europa e non i trafficanti»: dalla presidente della Commissione Ue «parole che non erano mai state pronunciate». Prime misure interne in Cdm alle 12.30

 

A Palazzo Chigi celebrano «una grandissima giornata». Giorgia Meloni ha portato Ursula von der Leyen a Lampedusa, emblema delle difficoltà italiane a gestire l’ondata di sbarchi. «L’Italia può contare sull’Ue», promette la presidente della Commissione, prospettando una «risposta coordinata» alla sfida migratoria, declinata per ora in un piano in 10 punti, fra cui ci sono rimpatri più veloci, corridoi umanitari per l’immigrazione legale, e soprattutto la valutazione di nuove missioni navali.

 

Operazione militare di sicurezza marittima 

Riavviare un’operazione militare di sicurezza marittima come l’incompiuta Sophia è proprio quello che Roma vuole e chiederà formalmente al prossimo Consiglio europeo, dove la premier ora conta sulla sponda di «tanti leader molto sensibili». Incluso Emmanuel Macron, il presidente francese oggetto degli strali lanciati un paio d’ore più tardi da Matteo Salvini e Marine Le Pen a Pontida. Per l’opposizione, a 1.200 chilometri di distanza c’erano una parte del Governo a braccetto con l’Ue e un’altra con i sovranisti anti-Europa.


Maggiore coinvolgimento dell’Onu

In attesa di capire come si concilieranno le diverse sensibilità nel centrodestra alle elezioni europee di giugno, dal punto di vista di Meloni ora conta solo il «successo» della sua strategia, che si snoderà questa settimana nella richiesta di «maggiore coinvolgimento dell’Onu» davanti assemblea generale al Palazzo di vetro. Intanto la premier vede i frutti della «rivoluzione copernicana» imposta dal suo Governo e sopravvissuta alla «strategia» della sinistra italiana ed europea che vuole «smontare la sua tela di Penelope».


Opposizione all’attacco 

Per la leader dem Elly Schlein è essenziale «superare Dublino, con una equa condivisione delle responsabilità sull’accoglienza». Nicola Fratoianni (Si) liquida la ricetta di Meloni come «militare, poliziesca, che non funziona». E Riccardo Magi (+Europa) denuncia «una passerella nell’hotspot di Lampedusa ripulito e tirato a lucido». I meloniani invece parlano di «svolta» dopo le tre ore di visita sull’isola, dove l’hotspot è sovraffollato e l’esasperazione della popolazione ha portato anche a bloccare il convoglio della premier. I lampedusani pretendevano un impegno dall’esecutivo, e l’esecutivo se lo aspettava da Bruxelles. Alla fine della giornata tutti sembrano soddisfatti, in attesa che le parole si traducano in iniziative concrete.


Le novità sul tavolo del Cdm

Le prime sul fronte interno passeranno dal Consiglio dei ministri convocato alle 12.30. «Estenderemo al massimo consentito dalle regole europee», ossia 18 mesi, «il trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente in Italia» ribadisce Meloni, precisando che «donne e minori di 14 anni vanno trattati a parte» rispetto ai «meno fragili». Confermato, poi, il «mandato al ministero della Difesa di attivarsi immediatamente per realizzare le strutture necessarie», ossia nuovi Cpr oltre a quelli già presenti in dieci regioni. L’idea, confermano fonti di governo, resta quella di inserire le novità in un emendamento al cosiddetto decreto legge Caivano, appena approdato in Senato. Dal Pd accusano la premier di puntare sul memorandum con la Tunisia e non sulla redistribuzione dei migranti per non urtare gli alleati sovranisti di Polonia e Ungheria. Ma lei è convinta che «l’unico modo di affrontare seriamente il problema è fermare le partenze illegali». E «se non lavoriamo tutti insieme saranno investiti prima gli stati di frontiera e poi tutti gli altri».

«Una risposta europea coordinata»

Von der Leyen promette «una risposta europea coordinata a una sfida europea». «Saremo noi a decidere chi arriva in Europa e non i trafficanti», aggiunge la presidente della Commissione Ue con un’espressione che, osservano da FdI, ricalca un cavallo di battaglia di Meloni. «Parole che dall’Europa non erano mai state pronunciate», esulta la stessa premier. Nel decalogo della leader europea c’è anche la distruzione delle imbarcazioni usate dagli scafisti, e all’ultimo punto l’implementazione del memorandum firmato con la Tunisia - principale base delle rotte migratorie mediterranee - dopo le due missioni al fianco di Meloni. E su questo la presidente del Consiglio chiede di «accelerare velocemente», e di «sganciare» il finanziamento di 255 milioni di euro prospettato al presidente Kais Saied da quello da quasi 2 miliardi di dollari che il Fmi tiene bloccato in attesa di riforme che non sono all’ordine del giorno a Tunisi. È la strategia, sottolinea la premier, di «un’Europa che dimostra di offrire un contributo chiedendo un contributo in cambio».

Inviato
5 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

parole che non erano mai state pronunciate».

Ho linkato l'Ansa coi dieci punti senza narrazione imperiale, spruzzi di odio e campagna elettorale. 

Possiamo parlare di quelli oppure continuare a incollare.

Inviato
10 ore fa, appecundria ha scritto:

Ma questo non è vero. L'opinione pubblica italiana è intossicata da decenni di coltivazione di odio nazionalista. E abbiamo mandato a Bruxelles il peggio del peggio come il ridicolo capogruppo patteggiato per corruzione che straparla di complotti contro l'Italia. Un arnese come questo come ci può rappresentare?

quindi?

https://m.dagospia.com/il-consiglio-dell-unione-europea-boccia-l-intesa-con-la-tunisia-voluta-da-meloni-e-von-der-leyen-367431

Inviato

La UE glissa sull’accordo con la Tunisia, come riportato più volte, sembra anche che alcuni paesi europei vogliano adottare il metodo UK della deportazione in Africa, direi che la UE non sta proprio brillando in questo momento ed è probabile che stiano sentendo la pressione della crescita dei consensi elettorali  alle destre europee, come riporta il The Economist che si sta interrogando sulle politiche europee e sul fatto che molte delle rivendicazioni dell’elettorato di destra non sono state mai prese in considerazione: 

 

https://www.huffingtonpost.it/politica/2023/06/28/news/europa_ancora_divisa_sullaccordo_con_la_tunisia_e_la_germania_chiede_garanzie_sul_rispetto_dei_diritti-12525049/
 

Europa ancora divisa sull’accordo con la Tunisia. E la Germania chiede garanzie sul rispetto dei diritti

Angela Mauro28 Giugno 2023 alle 18:50

I motivi per cui l’Unione Europea fa fatica a firmare un accordo con la Tunisia per fermare il flusso di migranti verso il Mediterraneo verranno fuori, uno a uno, nel summit dei 27 leader europei al via giovedì 29 giugno a Bruxelles. Nonostante la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in persona abbia accompagnato Giorgia Meloni a Tunisi l’11 giugno scorso, insieme a uno dei leader più influenti a livello europeo, premier di un piccolo paese ma potente, l’olandese Mark Rutte, l’Unione Europea non ha una linea comune sul rapporto con Tunisi. “Alcuni Stati ci chiedono che l’intesa non venga firmata, se prima Saied non firma con il Fondo monetario internazionale e non acconsente alle riforme richieste per l’erogazione del prestito”, riferiscono alte fonti europee. “Altri Stati pongono un problema di diritti umani”, continua. Prima fra tutti in entrambi i casi: la Germania. Paese che è anche capofila di un’altra richiesta particolare, alquanto inedita: usare “metodi innovativi” in fatto di immigrazione adottando il modello britannico di ‘deportazioni’ in Africa.

Sono questi i vecchi e i nuovi nodi sui quali si intreccia la discussione sull’immigrazione. Dal punto di vista legale, il memorandum d’intesa con Tunisi, che secondo i programmi annunciati l’11 giugno avrebbe dovuto essere firmato entro questo Consiglio Europeo, non è necessariamente legato al Fmi. Ma dal punto di vista pratico, sì. Non solo perché diversi paesi chiedono che Saied si vincoli all’approvazione di riforme come le privatizzazioni, l’eliminazione dei sussidi e le altre richieste del Fondo. Ma anche perché i maggiori Stati europei, a partire dalla Germania, non se la sentono di firmare un’intesa con un paese che sta puntando i piedi contro il Fmi, cioè con gli Usa, di fatto. E poi c’è la questione dei diritti umani. “La Germania chiede che si faccia attenzione su questo”, ci dice una fonte europea. Il riferimento è al rapporto dell’Onu che accusa Tunisi di non rispettare i diritti dei migranti in arrivo dal Sub Sahara. Soprattuto i Verdi tedeschi, al governo con il cancelliere socialista Olaf Scholz, insistono molto su questo punto.

E poi c’è un’altra questione, spuntata per lo più a sorpresa. Negli ultimi giorni, alcuni Stati - si fanno i nomi della Germania, dell’Austria, della Danimarca - hanno inviato una richiesta alla presidenza del Consiglio Europeo affinché si adottino “metodi innovativi” in fatto di immigrazione. Già a dicembre dell’anno scorso, erano emerse informazioni secondo cui anche Berlino, oltre a Vienna e Budapest, stava valutando la possibilità di adottare il modello britannico sui migranti. A Londra il premier Rishi Sunak ha inaugurato una nuova pratica: i profughi, cui viene respinta la domanda d’asilo, vengono imbarcati su dei voli per il Rwanda, anche se non sono originari di lì. È la differenza tra deportazione e rimpatri: questi ultimi avvengono nei paesi d’origine. L’anno scorso la Danimarca ha avviato trattative con il Rwanda per fare la stessa cosa. A differenza dell’Austria e dell’Ungheria, determinati a rimandare i migranti in qualsiasi paese africano, la Germania vorrebbe rimandarli solo nei paesi dove abbiano trascorso almeno un po’ di tempo, anche se non ne sono originari.

(Continua sul link)

  • Melius 1
Inviato
Il 15/9/2023 at 08:49, Panurge ha scritto:

ne vedremo delle belle

Non caverà un ragno dal buco. Anzi, perderà ancora voti. I cattivi imitatori non hanno mai successo.

Potrei scommetterci.

Inviato

La VDR è in campagna elettorale.

Salvini è in campagna elettorale permanente da 10 anni.

Meloni è costretta a rincorrere Salvini e le sue sparate per non apparire di fronte all'elettorato manganellaro quella debole.

FI sta ancora piangendo il Pompetta.

Schelin ogni tanto esce fuori dal nascondiglio e dice una cosa di sinistra senza accorgersi che nel paese la sinistra cui si rivolge lei è in mano a Conte. Il quale non sa, non dice.

 

Ma 'ndo catzo volete che andiamo?

Inviato

Quindi una comunità di 450 milioni di persone in netto calo demografico non può gestrire qualche centinaio di migliaia di immigrati ogni anno?

Comunità del menga, ossia incapaci di gestire un fenomeno inarrestabile.

Inviato
1 minuto fa, loureediano ha scritto:

Quindi una comunità di 450 milioni di persone in netto calo demografico non può gestrire qualche centinaio di immigrati ogni anno?

Che problema c’è ?

Chi vuole che siano i trafficanti a decidere chi deve entrare e chi no, perché si tratterebbe di “qualche centinaio” (e non qualche centinaia di migliaia) di immigrati l’anno voterà per la sinistra (che coerentemente boicotta  gli accordi con i paesi di partenza per bloccare le partenze) chi invece vuole difendere i confini e ammettere in Italia solo chi ne ha diritto e chi può contribuire allo sviluppo del paese, legalmente, voterà per i partiti di CDX.

 

Poi la “patente” di moderato o estremista lascia il tempo che trova, ognuno ha la sua opinione.

Inviato
2 minuti fa, Roberto M ha scritto:

(che coerentemente boicotta  gli accordi con i paesi di partenza per bloccare le partenze)

Ma se l'unico accordo l'ha fatto Minniti che era del PD? :classic_biggrin:

 

 

Inviato
11 minuti fa, loureediano ha scritto:

incapaci di gestire un fenomeno inarrestabile.

Ancora, chi crede che siamo davanti all’ineluttabile, e non possiamo “gestire” la pressione di milioni di immigrati dovendo supinamente subire centinaia di migliaia di sbarchi (con annessi neonati morti di stenti e gente che affoga sulle carrette del mare) voterà per chi ha questa “visione”, chi invece ritiene che bisogna fare tutto il possibile per scoraggiare e limitare questo fenomeno, come sta facendo l’Inghilterra, la Francia, Gli USA, l’Australia, la Spagna allora coerentemente voterà per gli altri.

 

La novità, secondo me di rilevanza epocale, e’ che i Popolari Europei (il partito della Von Der Leyen) per la prima volta si “spostano” sulle posizioni dei conservatori europei, sconfessando i socialisti con cui governano.

La frase “decideremo noi chi entra e non i trafficanti” e’ di una portata epocale.

 

 


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