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"Giustizia riparativa"


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Inviato

Che ne pensate?

Soprattutto, se vogliono, i pareri degli amici avvocati del forum.

Per il momento mi fa pensare che il reato è stato commesso meno di due anni fa.... n

 

https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/09/22/news/davide_fontana_giustizia_riparativa_omicidio_carol_maltesi-415398909/?ref=RHLF-BG-I415400738-P3-S1-T1

 

Omicidio Carol Maltesi, Davide Fontana ammesso alla giustizia riparativa: prima volta che viene applicata in Italia. Il padre della vittima: “Sconvolto e schifato”

Il programma introdotto con la riforma Cartabia prevede che il condannato possa fare un percorso lavorativo e psicologico per riparare il danno fatto subire alla parte offesa

 

E' stato ammesso alla giustizia riparativa Davide Fontana, il bancario condannato in primo grado a 30 anni per l'assassinio, lo smembramento e l'occultamento del cadavere di Carol Maltesi uccisa a Rescaldina, nel Milanese, l'11 gennaio 2022.

La corte d'Assise di Busto Arsizio ha accolto - prima volta in Italia - la richiesta dell'uomo che però non è alternativa all'iter penale né incide sul piano civilistico. Il percorso di giustizia riparativa permetterà a Fontana di lavorare e seguire un percorso di aiuto psicologico per comprendere quanto fatto e ‘riparare’ appunto davanti alle parti offese e alla società.

Una decisione, quella dei giudici, che avrebbe però visto l’opposizione della procura e delle parti civili, ovvero i genitori e l’ex marito (padre del loro bambino), di Carol Maltesi.

Giustizia riparativa per Davide Fontana, il padre di Carol Maltesi: “Non vogliamo vederlo”

"Il mio assistito e tutti i famigliari di Carol Maltesi non vogliono in alcun modo incontrare Davide Fontana": l'avvocata di parte civile Manuela Scalia, che assiste Fabio Maltesi, padre di Carol Maltesi, lo ha assicurato dopo che la Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio presieduta da Giuseppe Fazio ha sciolto la riserva accogliendo la richiesta del bancario di ammissione al programma di giustizia ripartiva.

L'udienza si era tenuta lo scorso 15 settembre: nessuna delle parti civili era presente in aula. La Corte ha sciolto la riserva lo scorso 20 settembre. "Ho avvisato il mio assistito, che vive ad Amsterdam, della decisione della Corte - prosegue Scalia - Si è detto sconvolto e schifato da una giustizia che ammette un assassino reo confesso, che ha ucciso, fatto a pezzi ed eviscerato una ragazza, di accedere ad un percorso simile".

Omicidio Maltesi, il legale di Fontana: “Caso pilota per la giustiza riparativa in Italia”

"Di certo si crea un precedente": l'avvocato Stefano Paloschi, difensore di Davide Fontana, parla in questi termine del percorso di giustizia riparativa per il suo assistito. Il cui caso, spiega, "è stato trasmesso al centro per la giustizia riparativa e la mediazione penale di Milano. Non c'è una tempistica che possa fissare la mediazione, questo potrebbe essere un caso pilota. Di certo si crea un precedente". La norma che prevede l'inserimento di un reo nel percorso di giustizia ripartiva è del tutto nuova ed è contenuta nella riforma Cartabia. Ora le parti dovranno incontrare un mediatore ma, trattandosi di una novità assoluta, non è ancora prevedibile una tempistica né come potrà tradursi in modo concreto il percorso di Fontana.

 

"GIUSTIZIA RIPARATIVA"

Se la commissione del reato ha rotto il patto sociale tra cittadini, basato sul rispetto delle regole, l’incontro tra chi ha violato la legge e la sua vittima, o con chi ha subito condotte simili, serve a ricostruire quanto danneggiato, quei fili spezzati che legano la convivenza tra i cittadini. E’ questo l’obiettivo della “giustizia riparativa”

Inviato

Prima bisognerebbe romperlo (lui).

E poi nel caso ripararlo.

Inviato

E’ una decisione incomprensibile, come incomprensibile e’ stata la condanna a 30 anni e non all’ergastolo del criminale.

Parlare di “riparazione” prima ancora della condanna in via definitiva e’ comunque strano.

Inviato
6 minuti fa, Velvet ha scritto:

Prima bisognerebbe romperlo (lui).

E poi nel caso ripararlo.

 

4 minuti fa, Roberto M ha scritto:

E’ una decisione incomprensibile, come incomprensibile e’ stata la condanna a 30 anni e non all’ergastolo del criminale.

Sarò incivile, ma sono perfettamente d'accordo con voi

 

Inviato

in linea di principio, e prescindendo dal caso specifico, mi pare una buona cosa; soprattutto la parte "seguire un percorso di aiuto psicologico per comprendere quanto fatto". la pena a seguito di condanna dovrebbe, per me, avere due finalità: prima di tutto recuperare il reo e reinserirlo nelle dinamiche sociali corrette, poi, come extrema ratio, difendere la società dai criminali (penso a casi come Riina o Messina Denaro, che ritengo difficile 'recuperare e reinserire').

immagino che il punto stia proprio nel permettere al colpevole di fare qualcosa per e con la parte lesa. immagino che una vittima o parte lesa che accetta una "riparazione" dal colpevole aiuti il colpevole stesso a recuperare o acquisire quelle caratteristiche che riteniamo necessarie in un consesso umano civile: coscienza di sè e degli altri, senso di giustizia, di comunità e di Stato, principi etici condivisi, eccetera. semplificando al massimo, penso lo aiuti a tornare da "mostro" a "uomo".

ricordo almeno un caso, non troppo lontano nel tempo (ma non ricordo i dettagli) in cui una famiglia se non sbaglio aveva -col tempo- integrato nel proprio nucleo l'assassino di un figlio o di qualche parente, e le cose procedevano molto bene -così diceva il giornale, almeno.

tuttavia, credo che la decisione debba spettare necessariamente alla parte lesa, non al solo giudice, che dovrebbe al massimo proporre e ratificare. e soprattutto credo che l'imposizione possa fare un danno peggiore a tutti.

io, per intenderci, non credo riuscirei mai a integrare nella mia famiglia l'assassino di un altro membro della stessa, o anche solo averci a fare. forse non sono abbastanza forte o non ho un senso di umanità sufficientemente elevato, ma non posso biasimare la famiglia di Carol Maltesi.

Inviato

nella civiltà sumerica un omicida non veniva incarcerato ma doveva "riparare" con moneta sonante

che riparazione è non dare ma "farsi dare un aiuto"?

se non erro il carcere serve già (dovrebbe servire) a riparare le rotelle malsane di un cervello bacato

Inviato
Adesso, daniele_g ha scritto:

credo che la decisione debba spettare necessariamente alla parte lesa,

E' assurdo che il percorso di recupero del reo dipenda dalla disposizione d' animo (o magari ideologica) della parte lesa, che potrebbe legittimamente avere in cuor suo l' idea del "occhio per occhio, dente per dente".

Adesso, daniele_g ha scritto:

prima di tutto recuperare il reo

Francamente non capisco l'urgenza di recuperare questo assassino con il rischio un domani di trovarmelo tra i piedi e magari inconsapevolmente stringergli la mano prima di sapere chi sia.

 

Adesso, daniele_g ha scritto:

una famiglia se non sbaglio aveva -col tempo- integrato nel proprio nucleo l'assassino di un figlio o di qualche parente, e le cose procedevano molto bene -così diceva il giornale, almeno.

E' segno di un evidente scompenso affettivo, se poi volgiamo leggerlo ideologicamente gli attribuiamo il significato che vogliamo.

 

Adesso, daniele_g ha scritto:

non sono abbastanza forte

Non abbastanza da non fargli del male o non abbastanza per farglielo?

 

Adesso, daniele_g ha scritto:

riteniamo necessarie in un consesso umano civile: coscienza di sè e degli altri, senso di giustizia, di comunità e di Stato, principi etici condivisi, eccetera.

"riteniamo" chi? Esiste una check list? L' unico requisito richiesto ai cittadini è il rispetto della legge, non la condivisione di principii etici. Questo è quanto richiesto per non entrare in galera, non vedo perché dichiarare poi la adesione a principi etici debba invece aprire le porte del carcere anzitempo.

Inviato
10 minuti fa, audio_fan ha scritto:

E' assurdo che il percorso di recupero del reo dipenda dalla disposizione d' animo (o magari ideologica) della parte lesa, che potrebbe legittimamente avere in cuor suo l' idea del "occhio per occhio, dente per dente".

se la parte lesa se la sente, a me non pare sbagliato; ma deve essere la parte lesa, dietro proposta del giudice, a decidere liberamente se consentire o meno. se intendi dire che la parte lesa potrebbe consentire ma non essere poi in grado di 'partecipare' nel modo giusto (o non volerlo fare, anzi voler far danno a bella posta), concordo. immagino ci siano guide e controlli, almeno lo spero.

13 minuti fa, audio_fan ha scritto:

L' unico requisito richiesto ai cittadini è il rispetto della legge, non la condivisione di principii etici.

se hai una persona che non si rende conto che far del male a qualcuno non è solo un'infrazione della legge, è su quello che devi lavorare, non fargli studiare giurisprudenza (o magari anche, ma non solo). possiamo accontentarci del rispetto formale della legge, ma dobbiamo puntare ad avere cittadini che sentano proprio lo spirito della legge.

34 minuti fa, audio_fan ha scritto:

Francamente non capisco l'urgenza di recuperare questo assassino

ne vedo diverse, e tutte molto pratiche: avere più possibilità di evitare che delinqua ancora, avere meno gente che affolla le carceri (a spese dei contribuenti, per altro)... in sostanza, avere una società migliore. come ho detto, io per primo non lo ritengo sempre possibile, ma...

 

Inviato

Chi uccide sa di far del male, indipendemente dalle sue ragioni, che potrebbero essere odio personale o convenienza.

Inviato

Un percorso di recupero non può essere alternativo alla pena, che va scontata tutta.

E men che meno si può pensare di far passare un percorso di recupero attraverso una bella pacca sulle spalle da parte della parte lesa.

Io simceramente non so come si possa partorire una simile misura e come si possa concordare

Inviato

se in questo obbrobrio c'entra la cartabia hai già la risposta

Inviato

le schiforme che avanzano

meno male che non sono stati quelli di oggi altrimenti apriti cielo.

Inviato

@Paolo 62 non sempre. in ogni caso, resterebbe il fatto che sa di far del male e non gli importa: è su questa coscienza che si deve lavorare. dopo di che, non sto dicendo che basti questo, sia chiaro

1 minuto fa, eduardo ha scritto:

Un percorso di recupero non può essere alternativo alla pena, ...

da quanto ho letto, non è così, infatti.

sul caso specifico:

https://www.corriere.it/cronache/23_settembre_22/cosa-giustizia-riparativa-perche-reinserimento-killer-carol-maltesi-non-sconto-pena-f3f1d8c6-5927-11ee-90e0-15e6a48bab11.shtml

più in generale, da wikipedia per quel che vale:

"Come spiega uno dei suoi fondatori, Howard Zehr, la "restorative justice" si distingue criticamente dal modello moderno e contemporaneo di pena, il quale tende a considerare il reato come 'violazione di una norma' (o meglio, come realizzazione di una condotta ascrivibile ad una fattispecie astratta descritta da una norma penale) e la pena come 'conseguenza giuridica' che sanziona tale condotta (pur diversamente caratterizzata per giustificazione e finalità). Diversamente, la Restorative Justice propone una sorta di equazione per la quale "Il crimine è una violazione delle persone e delle relazioni interpersonali; le violazioni creano obblighi; l'obbligo principale è quello di 'rimediare ai torti commessi' ('to put right the wrongs')".[2] Ne emerge una sorta di 'rivoluzione copernicana' per effetto della quale il problema centrale per la giustizia penale non è un concetto astratto di ordine giuridico, bensì la persona come singolo e come essere relazionale. Per questo, la Restorative Justice è stata definita come un nuovo 'Paradigma'[3], caratterizzato da una profonda rivendicazione della centralità della persona e dell'intersoggettività nell'analisi del problema penale e nella proposta di una riforma organica della giustizia penale."

.

a me un punto di vista interessante e condivisibile. come ho già scritto, non so bene come si traduca in termini pratici e se l'applicazione concreta mi piaccia. ma concordo che lo spirito della pena dovrebbe, in generale (di nuovo: prescindendo dall'analisi di questo solo singolo caso) essere questo.

Inviato

@daniele_g lo spirito della pena dovrebbe essere questo.

Ma come si può pensare che il percorso possa svilupparsi attraverso un abbraccio con la parte lesa ?

Ma ti rendi conto di quale cassata sia ?

Evito di dire cosa farei da padre in una situazione simile, e fatichereste ad immaginarlo.

 

Inviato

@daniele_g Effettivamente ci sono stati casi di pentimento e questo va bene, ma non credo che si debbano coinvolgere le vittime che potrebbero non volerne più sapere di chi ha fatto loro del male.

Inviato
3 minuti fa, eduardo ha scritto:

Ma come si può pensare che il percorso possa svilupparsi attraverso un abbraccio con la parte lesa ?

io non so se si tratti di questo. è effettivamente così ? un abbraccio e volemose bene ? e basta ? non so, in effetti spero non si riduca tutto a questo.

1 minuto fa, Paolo 62 ha scritto:

non credo che si debbano coinvolgere le vittime che potrebbero non volerne più sapere di chi ha fatto loro del male.

come ho già scritto, sarei fra quelli che non vogliono saperne. ma, se non è un'imposizione a senso unico da parte del giudice, non vedo necessariamente come sbagliata questa via. in questo caso, ripeto ancora, mi sembra molto più difficile (diciamo) che in altri. per reati di tipo diverso, secondo me potrebbe portare più facilmente buoni frutti.

il punto fondamentale è capire (magari è chiaro a tutti, a me no) come funziona in termini pratici, concreti. cosa devono fare vittima e reo, secondo la giustizia riparativa ? abbracciarsi ? il reo deve lavorare al servizio della vittima ? o che altro ? spero che qualche avvocato / magistrato del forum possa chiarire un po'.

Inviato
10 ore fa, daniele_g ha scritto:

ma dobbiamo puntare ad avere cittadini che sentano proprio lo spirito della legge.

No, dobbiamo avere leggi che facciano proprio lo spirito dei cittadini.

.

Si chiama democrazia.


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