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Guru

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Inviato
1 ora fa, Jack ha scritto:

Ho un certo polso della situazione attraverso mia figlia.

Ricordo,chi è nel settore conosce bene cosa funziona e cosa no da entrambe le parti.

 

1 ora fa, Jack ha scritto:

I ristoranti veri, la gente la vuol pagare eccome eppure non la trova,

Devo anche aggiungere che esistono ristoratori 'veri' anche in settori di ristorazione non solo d'alto livello,dipende sempre quasi tutto dal tipo di persona che si è,ti garantisco che ho avuto come clienti alcuni ristoranti con mise en place,menù,prezzi e 'facciata' di alto profilo,ma dai quali,avendo visto le cucine e il retro del locale,non ho mai accettato l'offerta neanche di un bicchier d'acqua.

Inviato

Credo che quasi nessuno abbia letto l'intervista a Piero Pompili, operatore del settore che ha ben inquadrato la situazione e credo abbia indicato con lucidità l'unica via d'uscita.

Inviato

@Guru letto. Ne ho dedotto un guazzabuglio di presunte cause, dove l'unico punto chiaro e' che i giovani di oggi (giustamente) pensano che ci sia anche una vita al di fuori dell'ambito lavorativo, non si può certo fargliene una colpa (tutti siamo così e tutti lo pensiamo, chi lo nega e' in malafede). Quanto alla soluzione prospettata, ovvero la mancia obbligatoria, e' una comodità per il datore di lavoro ma una non soluzione per il cliente che si trova a dover pagare l'adeguamento di stipendio del cameriere sotto forma di aumento del conto finale.

Il tizio dell' intervista secondo me si e' dimenticato di dire che quando non c' erano i pagamenti elettronici le mance le si lasciava sempre o quasi (quant' é, 57 ? Ecco 60, tenga il resto), almeno io facevo così. E non ha detto nemmeno (non avrebbe potuto) che allo stesso tempo coi contanti la ricevuta 'non sempre' veniva rilasciata, per cui meno tasse = piú guadagno.

Inviato
2 minuti fa, piergiorgio ha scritto:

Ne ho dedotto un guazzabuglio di presunte cause,

Non potrebbe essere altrimenti,la ristorazione è variegata e la soluzione non può essere una sola per tutti. Alcune regole porterebbero alla chiusura anche di ristoratori onesti.per quanto riguarda il fatto che esiste una vita anche oltre l'ambito lavorativo,è verissimo ma escludendo gli sfruttatori,è anche vero che faticano a trovare personale anche coloro che offrono un lavoro regolare,con stipendio dignitoso e pasto incluso,giusto una decina di giorni fa parlavo con un mio cliente che era molto soddisfatto di una sua dipendente che iniziò 3 anni fa come cameriera e che,con molto desiderio d'imparare e migliorarsi,ora,in cucina,ha la il suo grembiule personalizzato,stipendio adeguato e soddisfazioni,ma mi diceva che per una così ne ha incontrate 15 che al sabato o la domenica alle 16 telefonavano dicendo di avere un contrattempo,i contrattempi capitavano sempre il sabato o la domenica,questi dipendenti li accomuno agli imprenditori farabutti.

  • Melius 1
Inviato

Anche a me pare che se si lavora in settori come lo spettacolo e la ristorazione si debba accettare di lavorare quando gli altri si divertono o fanno festa.

Inviato

@Paolo 62 Questo accade anche negli ospedali, ma perché gli operatori sanitari accettano questo? È vero che la ristorazione è composta in gran parte da piccole aziende, ma come dice Pompili se non si trova il modo per rendere il lavoro più umano personale se ne troverà sempre meno.

Inviato

@Guru Credo che per un medico o un infermiere sia impossibile rifiutarsi di lavorare nei festivi.

Inviato

@Paolo 62 Non è quello un punto, il personale sanitario che rifiuta il lavoro festivo non può lavorare in ospedale, esattamente come accadrebbe al personale di un ristorante.

Inviato
12 minuti fa, Guru ha scritto:

Questo accade anche negli ospedali, ma perché gli operatori sanitari accettano questo?

Beh,credo che chi lavora negli ospedali abbia scelto quella professione,chi lavora nella ristorazione ha spesso molto meno chiaro il proprio futuro professionale,se a ciò aggiungiamo una indolenza sempre maggiore il gioco è fatto,io ho clienti che non vedendo alcuni dipendenti,li trovano poi nel cortile o nei bagni con la schiena al muro e una suola appoggiata alla parete intenti a chattare o a seguire i loro beniamini su instagram,accade quotidianamente,una volta ripresi rispondono che hanno finito quel che gli era stato detto di fare e si  sentono autorizzati a rubare parte del salario.

Inviato

@Guru Se si tratta di lavoro in nero non ci sono regole: il datore chiama e il lavoratore se vuole accetta. Chi lavora a contratto sa già che dev'essere disponibile anche nei festivi se richiesto.

Inviato
6 ore fa, Guru ha scritto:

Questo accade anche negli ospedali, ma perché gli operatori sanitari accettano questo

Beh,  negli ospedali non sei sempre in turno tutti i sabati, tutte le domeniche e tutte le feste comandate, ti turni con altri colleghi.

Inviato

nel catering comunque bisogna anche aver provato, perchè un conto è farsi un turno unico, altro conto è avere lo spezzato. in pratica non vivi più.

Inviato
7 ore fa, Guru ha scritto:

Questo accade anche negli ospedali, ma perché gli operatori sanitari accettano questo? È vero che la ristorazione è composta in gran parte da piccole aziende,

Sarò sgradevole ma è inutile girarci attorno:  A meno di non essere un Canavacciuolo o lavorare da lui,  la ristorazione, l'alberghiero e il bar sono visti come lavoro servile e umiliante.  La sanità, viceversa, è ritenuta qualificante. 
 

Preciso che questa non è la mia opinione (mio padre aveva un bar-pasticceria, ho cominciato ad aiutarlo che ero un bimbetto e l'ho gestito ancora quando è venuto a mancare)  Riferisco un sentire comune che pochi ammetterebbero apertamente. 

Inviato
2 ore fa, giagiu ha scritto:

Beh,  negli ospedali non sei sempre in turno tutti i sabati, tutte le domeniche e tutte le feste comandate, ti turni con altri colleghi

È proprio qui che volevo arrivare: come dice Pompili finché non si permetterà al personale addetto alla ristorazione una vita decente, fatta di giorni festivi non sempre occupati, ferie non necessariamente nei periodi comandati e remunerazione commisurata all'impegno, non si troverà personale. Lui addirittura rivoluzionerebbe il settore con cucine aperte non oltre le 21, sempre nell'ottica di permettere respiro al personale. Certo per i nini e micro esercizi è un po' utopistico.

Inviato

@Martin Non sono completamente d'accordo, perché mi sembra che la moda della cucina degli ultimi anni, fatta anche di programmi TV abbia portato un bel po' di interesse attorno alla ristorazione. Oggi molti giovani aspirano a fare gli chef o gli imprenditori del settore, certo non i camerieri. Il solo cameriere è visto un po' come un servetto, più da miopi datori di lavoro che non dai clienti.

Inviato
1 ora fa, Martin ha scritto:

Preciso che questa non è la mia opinione

E non è nemmeno l'opinione dei ristoratori seri,non possiamo negare che c'è stato un drastico calo nella considerazione delle proprie responsabilità e del suo insegnamento anche in ambito famigliare,le difficoltà a trovar personale (serio) ci sono da pochi anni a questa parte,a parità di condizioni,certo le soluzioni di Pompili possono valere per i locali che hanno manager,quindi una piccola percentuale che si propone ad una altrettanta piccola percentuale della popolazione.

Inviato
5 ore fa, Guru ha scritto:

È proprio qui che volevo arrivare: come dice Pompili finché non si permetterà al personale addetto alla ristorazione una vita decente, fatta di giorni festivi non sempre occupati, ferie non necessariamente nei periodi comandati e remunerazione commisurata all'impegno, non si troverà personale. Lui addirittura rivoluzionerebbe il settore con cucine aperte non oltre le 21, sempre nell'ottica di permettere respiro al personale. Certo per i nini e micro esercizi è un po' utopistico.

Resterà sempre un lavoro che dovrà essere svolto prevalentemente nel week end e nei giorni  festivi, se si parla di chi è addetto alla selezione del personale vi dirà che oggi i giovani hanno tra le richieste primarie (conditio sine qua non) quella di non lavorare il week end ed i festivi più in generale, quindi il problema prescinde dal livello retributivo perché quegli stessi giovani pur di non lavorare quando gli amici si ritrovano e si divertono sono disposti a guadagnare meno, anche molto meno.

Nell’articolo postato quello inconfutabile è che il settore della ristorazione dovrà ripensare se stesso ed inevitabilmente dovrà essere stravolto lo status quo, il primo cambiamento epocale per noi italiani sarà che i costi per “mangiare fuori casa” diventeranno, per i ristoranti almeno ma non solo, quelli “americani” e le polemiche per gli uno o due euro per il secondo piatto necessario a smezzarsi la porzione di questa estate saranno presto dimenticate, anzi forse le evocheremmo con rimpianto rispetto ai maggiori costi delle attività che tutti descrivete che, se tutti attueranno ciò che anche molti qui auspicano, dovranno necessariamente rivedere al rialzo i loro prezzi e non di pochi euro ma di decine di euro, chi non potrà sedersi al tavolo dovrà accontentarsi di un Fast Food all’americana o all’italiana e tutti dovremmo farcene una ragione.

Se non ce ne fossimo accorti stiamo riposizionando tutti i settori commerciali, non solo quelli della ristorazione, la componente umana costa e deve essere necessariamente remunerata in modo equo, ma le conseguenze ovvie saranno gli aumenti dei prezzi che avverranno in modo rilevante facendo passare in secondo piano le polemiche sull’inflazione.

P.S. Dal link di apertura thread:

 

“…
Confrontandomi con molti colleghi, ho notato che in tanti hanno già avviato un processo di modernizzazione della propria azienda in termini di orari: prima ancora di chiedere più soldi, i giovani, infatti, chiedono maggior tempo per sè stessi.

Probabilmente, lo Stato potrebbe intervenire a favore dei ristoratori inserendo “l’obbligo” della mancia, un tema di cui ho già discusso in passato, al fine di implementare stipendi ancora troppo bassi. Potrebbe essere un incentivo per reperire nuovo personale e un buon motivo per non far scappare quello già esistente. È vero, questa soluzione ricadrebbe sulla tasca dei clienti, ma in fondo mangiare in Italia è molto più economico che in altre parti del mondo, e una percentuale del conto che va da un minimo del 10% al 20% potrebbe aiutare molto.

Al ristorante La Gioconda di Gabicce, per esempio, applicano già un supplemento pari al 5% del conto, spiegando che la sostenibilità non è legata solo all’ambiente ma anche al capitale umano. E io non posso che esserne pienamente d’accordo. …”

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