Questo è un messaggio popolare. Velvet Inviato 30 Settembre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Settembre 2023 Ricordo perfettamente anche qui gli entusiasti sostenitori delle opere d'arte virtuali (NFT), non li nomino per pudore nei loro confronti. Dopo due anni di lavaggio del cervello ed ubriacatura di massa ora si fanno i conti con la realtà: la stragrande maggioranza degli NFT non vale più un euro. Si calcola che 23 milioni di incauti acquirenti ora si ritrovino con un grumo di bit acquistati a caro prezzo ora a valore zero o impossibili da rivedere. https://www.repubblica.it/economia/2023/09/30/news/nft_e_finita_la_sbornia_da_covid_il_tracollo_di_scimmiette_e_opere_darte_lascia_23_milioni_di_utenti_con_il_cerino_in_m-416294924/?ref=RHLF-BG-I416290635-P8-S1-T1 O per dirla con Matt Levine, autore finanziario di Bloomberg in un lungo saggio pubblicato a ottobre scorso: “Gli Nft non sono arte”, “sono uno schema Ponzi”. Una truffa, insomma. Avanti con la prossima trovata futuristica per boccaloni, c'è posto. 3
Supertramp Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 I rischi dell'azzardo. A chi ha ''buttato'' due spiccetti su Bitcoin un po' d'anni fa è andata bene, ma sempre di azzardo si trattò.
Velvet Inviato 30 Settembre 2023 Autore Inviato 30 Settembre 2023 25 minuti fa, Supertramp ha scritto: ma sempre di azzardo si trattò. Rispetto ai bitcoin gli NFT furono presentati (e spacciati al pueblo) come qualcosa di molto diverso. Arte tout-court, la nuova frontiera del mondo artistico nel metaverso, la via futura per collezionare capolavori unici e vederne aumentare il valore. Una sbornia che ha colpito sia l'arte visuale che la musica, con centinaia, migliaia di artisti furbacchioni più o meno famosi che si sono affrettati a generare opere NFT da piazzare lestamente sul mercato. A quelli perplessi (me compreso, devo dire) che alzavano il sopracciglio veniva risposto che non era roba per i dinosauri, i quali non potevano capire la rivoluzionaria idea nata per le generazioni smart, destinata a sconvolgere il mondo dell'arte e forse anche il concetto stesso di galleria o museo. Il risultato è che ora il 90% di quelle collezioni non vale più neanche l'energia elettrica che è servita a generarla. Vale zero, perchè nessuno è disposto a comprare alcunchè. Il restante ha subito perdite di valore dal 50 al 95%. Faccio presente che c'è chi ha speso 70 milioni di $ per un NFT. Che ora forse vale anche qualcosa, ma bisogna togliere molti, troppi zeri dalla cifra.
UpTo11 Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 Venghino signori, venghino! Aveva ragione Eno. Comunque sia l'NFT non è solo "arte sigitale". Più in generale è un metodo che garantisce l'autenticità e l'unicità di qualcosa, non solo di tangibile, ma anche di digitale. Resta il fatto che anche garantendo con NFT un peto, non lo trasforma certo in un Miró.
OTREBLA Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 Dal momento in cui Malevich ha dipinto il suo quadrato nero, nel 1915 o, se più vi piace, dal momento in cui Duchamp ha firmato il suo orinatoio, nel 1917, si è deciso che sotto la definizione di arte (volutamente minuscolo) può essere inclusa qualsiasi manifestazione creativa dell'artista, indipendentemente da come essa si concretizzi e manifesti nella realtà sensibile. Opera d'arte è tutto ciò che scaturisce dall'intenzione dell'artista. Se l'intenzione è, paradossalmente, quella di non creare alcunché, la non creazione diviene anch'essa opera d'arte: il blocco di marmo lasciato grezzo, la tela bianca ed inviolata. Pertanto anche un file, pure se vuoto, può assurgere a ruolo di opera d'arte. La storia dell'arte, ad un certo punto, è diventata professione di fede. Da fatto innanzitutto tecnico che è stato per secoli, è passato ad essere codice mistico. Personalmente, essendo ateo e di mente limitata, nella gran parte dell'arte moderna e contemporanea non ravviso alcunché di artistico. Tutto ciò che suscita in me è indifferenza e noia. Che si tratti dei tagli di Fontana, delle colature di Pollock, degli achrome di Manzoni o dei sacchi di Burri. Arriverà il turno anche dei file, statene certi. Dietro quel buco creato da Fontana c'è il nulla. E quel nulla offre tutto lo spazio che si vuole, anche per un file vuoto. Capirai che scandalo, si è visto (e si continua a vedere) di molto peggio. Alberto. 2
Velvet Inviato 30 Settembre 2023 Autore Inviato 30 Settembre 2023 27 minuti fa, OTREBLA ha scritto: Capirai che scandalo Nessuno scandalo. E' la semplice constatazione che qualcosa che non esiste vale una quantità di denaro che non esiste. I fessi che ci hanno buttato tanti soldi veri (non i miliardari, a quelli frega nulla di buttare 70 milioni in una scimmia NFT per vedere l'effetto che fa) probabilmente hanno imparato qualcosa di nuovo. Ovvero che in genere la realtà concreta, alla resa dei conti, ha sempre più peso rispetto a quella virtuale. Il taglio di Fontana è pur sempre esercitato su di un oggetto concreto, lo è anche la merd d'artista di Manzoni. Se ti piacciono li puoi tenere esposti in casa, mostrarli agli amici, goderne. Un NFT invece resta chiuso nel suo mondo virtuale, non lo puoi toccare né lo puoi esporre se non attraverso un media. Poi per carità, nel metaverso possono sempre vantarsi ed invitare nella casa virtuale una gnocca virtuale a visitare la collezione di NFT virtuali.
Membro_0022 Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 3 ore fa, Velvet ha scritto: A quelli perplessi (me compreso, devo dire) che alzavano il sopracciglio veniva risposto che non era roba per i dinosauri, i quali non potevano capire la rivoluzionaria idea nata per le generazioni smart, destinata a sconvolgere il mondo dell'arte e forse anche il concetto stesso di galleria o museo.
Membro_0022 Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 2 ore fa, Velvet ha scritto: invitare nella casa virtuale una gnocca virtuale a visitare la collezione di NFT virtuali. E concludere la serata nel mondo reale con un tipico attrezzo da falegnameria.
Roberto M Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 Io però ho un qualche rammarico proprio per esserne stato alla larga. Conosco un sacco di amici fotografi paesaggisti “normali” o comunque non eccelsi (per dire, senza neanche nel portfolio foto premiate in concorsi internazionali) e però smanettoni e molto social che hanno cavalcato la moda e hanno fatto un sacco di soldi, tipo 100k, che per un hobby non sono niente male (cosa verificabile, con i sold out su open sea a 1 eth che erano circa 2800 euro).
Velvet Inviato 30 Settembre 2023 Autore Inviato 30 Settembre 2023 23 minuti fa, lufranz ha scritto: E concludere la serata nel mondo reale con un tipico attrezzo da falegnameria. Esatto, la naturale conclusione.
Velvet Inviato 30 Settembre 2023 Autore Inviato 30 Settembre 2023 22 minuti fa, Roberto M ha scritto: Io però ho un qualche rammarico proprio per esserne stato alla larga. Ma come artista dovevi senz'altro buttarti a pesce. Nell'euforia di acquistare tutto l'acquistabile si sono viste passare cifre a 3 zeri per "opere" degne tutt'al più di finire sullo screensaver del nonno. Con le tue splendide immagini avresti fatto meritato ricavo senza dubbio. Peccato, davvero.
giagiu Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 Ad oggi devo ancora capire cosa sono. Pensa se li compro. 🤣 1
Fabio Cottatellucci Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 3 ore fa, OTREBLA ha scritto: Dal momento in cui Malevich ha dipinto il suo quadrato nero, nel 1915 o, se più vi piace, dal momento in cui Duchamp ha firmato il suo orinatoio, nel 1917, si è deciso che sotto la definizione di arte (volutamente minuscolo) può essere inclusa qualsiasi manifestazione creativa dell'artista, indipendentemente da come essa si concretizzi e manifesti nella realtà sensibile. Indimenticabile la gita alla Biennale nel film "Vacanze intelligenti". 1
Fabio Cottatellucci Inviato 1 Ottobre 2023 Inviato 1 Ottobre 2023 17 ore fa, lufranz ha scritto: A quelli perplessi (me compreso, devo dire) che alzavano il sopracciglio veniva risposto che non era roba per i dinosauri, i quali non potevano capire la rivoluzionaria idea nata per le generazioni smart, destinata a sconvolgere il mondo dell'arte e forse anche il concetto stesso di galleria o museo. Perfetto.
OTREBLA Inviato 1 Ottobre 2023 Inviato 1 Ottobre 2023 Il 30/9/2023 at 16:01, Velvet ha scritto: E' la semplice constatazione che qualcosa che non esiste vale una quantità di denaro che non esiste. No, non è scontato che sia così. Purtroppo. Dalla fine degli anni '40 vi è stato il tentativo di dematerializzare il più possibile l'opera d'arte. Quella di giungere alla totale disintegrazione dell'opera d'arte, è un'aspirazione vecchia di decenni. Nel 1989 l'artista americana Andrea Fraser ha filmato di nascosto i visitatori del Philadelphia Museum Of Art mentre, accompagnati dalla stessa Fraser che si fingeva guida del museo, venivano istruiti sulle opere in esposizione. La finta guida presentava al pubblico il guardaroba, i bagni, le suppellettili, insomma qualunque cosa non facesse parte della collezione dell'istituzione museale. La Fraser era attenta ad usare lo stesso linguaggio del corpo, la terminologia, le medesime espressioni facciali delle vere guide alle dipendenze del museo. Andò avanti così per mesi. Questo per dire che se decidiamo che un attaccapanni è un'opera d'arte, nemmeno il padreterno può intervenire per modificare questa realtà. Che l'oggetto artistico esista o meno, non ha la minima importanza. Ciò che non esiste lo si fa semplicemente esistere. A farlo esistere, trasformandolo in qualcosa di tangibile, non ci vuole niente. Sono mille i modi per materializzare un'opera immateriale. Se il mercato ha necessità di un oggetto fisico per giustificare il fatto artistico, qualcosa se la inventa. Piuttosto chiediamoci se non sia più immateriale un file o una creazione come questa di Giorgio Griffa. . Eh no Alberto, qua l'opera c'è; è lì da vedere, blu, rosso, giallo, il tutto sulla carta. Ah sì? Perché io non vedo niente. Ma se voi vedete qualcosa, allora va bene. Alberto. 1
artepaint Inviato 1 Ottobre 2023 Inviato 1 Ottobre 2023 Il 30/9/2023 at 15:38, OTREBLA ha scritto: Dal momento in cui Malevich ha dipinto il suo quadrato nero, nel 1915 . . . . concordo pienamnete con tutto il resto del post da svariati lustri sostengo che il geniaccio di Picasso dopo una lunga assenza a causa di una sofferta ricerca si ripresentò nel 1907 con il capolavoro che sancì la fine dell'arte figurativa pittorica per quel che concerne il "nero" di Malevich (dovrei aver visto una delle versioni a San Pietroburgo) la versione che sta a Mosca di sua spontanea volontè, con il passare degli anni, ha autodipinto un animale (ghepardo? lince? orso?) al posto del nero assoluto
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