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Melius Club

La questione Mes


ferrocsm

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Inviato
1 ora fa, jedi ha scritto:

E chi meglio di lui

Giorgetti?!? :classic_ohmy:

jedi una volta che potevi tirare sganassoni appropriati ti metti a difendere? ma te possino :classic_biggrin:

ma manco una dittarella del varesotto altro che il ministero dell'economia...

Inviato

Nessuno dalla UE è intervenuto quando qualcuno si è fumato il Montepaschi le banche regionali venete.

Ora tutti ci si preoccupa di poter intervenire perché certune banche teutonica sono "mantieniti che mi mantegno"....

Con in pù uno scandalo enorme sulla rendicontazione del bilancio tedesco.

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All'italia però sono stati regalati un sacco di soldi col PNRR... metà a fondo perduto proprio e metà con interessi neglibili. È stato altresì concessa parecchia flessibilità su bilancio, sforamento e rientro. Troppa flessibilità per me, troppissima: non risaneranno mai con questi parametri. Se non risanano pagheranno anche i nipoti ... se non se ne vanno prima come stanno facendo i figli.

---

È tutta sbagliata la struttura europea. Senza una federazione definitiva e costituzionalizzata, uno stato (con)federale vero, qualsiasi attività di un minimo di importanza vedrà il mercato vaccino solito e non faremo paura né a USA né a Cina e manco ad una banda di straccioni con petrolio come i russi.

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continuiamo ad avvitarci su chi ha vinto più bilie al parchetto stamattina.

Augh! 

  • Melius 1
Inviato

Il Patto indigesto e la competizione con Salvini: così è il nato di blitz di Meloni sul Mes. All’insaputa del Colle

.

Mercoledì la riunione per pianificare la strategia. Il Quirinale rimane all’oscuro, l’amarezza dell’europesista Mattarella: da soli non si va da nessuna parte

.

“Allora si va dritti”. L’ordine arriva da un salotto di un appartamento a sud di Roma. Da dove un’influenzata Giorgia Meloni continua a gestire il governo. La chiamata arriva di prima mattina a Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia tendenza Fazzolari come l’inseparabile collega Francesco Filini. Il blitz è stato pianificato 24 ore prima, c’è solo da accendere l’innesco. Meloni chiama al telefono la parlamentare relatrice del provvedimento sul Mes in commissione Bilancio. Partirà così la rumba che porterà alla bocciatura dell’Aula intorno all’ora di pranzo. Meloni ha fatto diametralmente l’opposto di quanto aveva detto venerdì scorso sotto la “lanterna” del Palazzo Europa di Bruxelles, al termine del Consiglio europeo. Sul Patto di stabilità diceva, e faceva filtrare, che l’Italia era a favore di uno slittamento e quindi di un veto tecnico durante l’inusuale riunione in video collegamento dell’Ecofin. E quanto al Mes la linea della famosa logica a pacchetto era di aspettare il Patto per poi approvarne la ratifica. E’ accaduto il contrario. Una clamorosa inversione a U, di quelle che lasciano le tracce degli pneumatici sull’asfalto. Ne sa qualcosa anche Giancarlo Giorgetti.  

La mossa di Meloni poggia sulla tattica parlamentare dei numeri: sa che Giuseppe Conte è contrario al Mes, ma non si fida e quindi, numeri alla mano, consapevole di avere dalla sua tutta la Lega, mette in allerta anche quattro ministri-deputati pronti a entrare in Aula per affossare il Meccanismo europeo di stabilità. Non servirà lo si capisce dopo il pirotecnico show del leader grillino che annuncia il “no” dei pentastellati, partito che firmò il trattato. La premier annusava l’aria da 24 ore. Quando capisce che non ha margini per arginare il pressing di Macron e Scholz sul Patto. E così riunisce i leader del centrodestra, ciascuno portatore di ipotetici problemi: Matteo Salvini che ha già dato segnali di voler far saltare il Mes, Antonio Tajani che da leader di Forza Italia ed esponente dei Popolari si trova un problema grande come una casa. Gli azzurri si astengono: certificando la fine della maggioranza Ursula che a Bruxelles sulle scelte importanti aveva continuato a sopravvivere. 

Alla riunione di mercoledì prendono parte anche Giancarlo Giorgetti, vaso di coccio tra i vasi di ferro, e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario e custode dell’ortodossia di Fratelli d’ Italia: anni e anni di propaganda anti Mes. Meloni si trova dunque in un certo senso circondata: in Europa sa che ne uscirà male come reputazione dopo un  balletto che andava avanti da mesi e in Italia certo ha il problema del partito fondato da Berlusconi che non si prende però lo spavento di aprire una crisi di governo. Come in altri tempi sarebbe stato normale. Il capogruppo di FI Paolo Barelli spiegherà ai deputati l’accelerazione di Meloni e Salvini citando il film “Gioventù bruciata” con la corsa delle auto e la scommessa a chi si ferma  per ultimo vicino al precipizio.

Per calcoli politici, mediatici e di sfida interna tra sovranismi prende forma così l’operazione. La riunione fatale di mercoledì vede le seguenti posizioni: Salvini vuole subito il no, Giorgetti è per il sì per una questione di credibilità internazionale (andrebbero raccolte tutte le dichiarazioni del ministro dell’Economia con un’avvertenza: vanno lette sempre al contrario). Meloni e Fazzolari sigillano la maggioranza ascoltando il richiamo della foresta e dando la linea: il nuovo Mes, al contrario di Misery di Stephen King, deve morire.   

Sergio Mattarella non viene avvisato di questa scelta. Dalle parti del Quirinale si registra una certa freddezza che arriva a toccare vette di amarezza. Chi ha in mente i discorsi di questi anni del Capo dello stato, europeista convinto, sa che più volte ha ripetuto che l’Italia non può andare da sola, che vince sempre il multilateralismo, che il Mes come l’unione bancaria sono sfide comuni. Tuttavia Meloni va dritta: piegarsi al Patto e far cadere il totem del Mes sarebbe stato troppo.

Da Palazzo Chigi minimizzano la portata di questa scelta. Definiscono il no “un’integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente”. Addirittura si spingono a dire che il no “alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”. C’è un dato: a distanza di 36 ore nessuno dal governo ha spiegato il sì dell’Italia al Patto di stabilità. A partire dalla coppia Giorgetti-Meloni.

S. Canettieri, Il Foglio

 

  • Melius 1
Inviato

 

Sotto le stelle del Mes
Un uomo scimmia cammina
O forse balla, chissà

Duemila enigmi nel Mes
Ah, non si capisce il motivo
Nel tempo fatto di attimi
E settimane enigmistiche

 

Inviato
44 minuti fa, peng ha scritto:

il fatto che un estintore non mi serva in questo preciso momento, non è una buona ragione per non tenerne uno in casa.

OK.

Però il fatto è che se lo adopera un'altro la ricarica poi la pago anch'io.

extermination
Inviato

Effettivamente. Quando c'è da prendere, si cerca di prendere . Quando c'è da dare si cerca di non dare. W l'Europa. 

  • Melius 1
Inviato

Il discorso serve-non serve sul Mes, è saltato da tempo. Era, o per lo meno così credeva, l'asso nella manica della Meloni. Il Mes in cambio di un patto di stabilità più generoso per noi. Di questo ricatto in UE non solo se ne sono fregati, se ne sono stra-sbattuti proprio, ha pigliato pesci in faccia.
È arrivata la notizia da Bruxelles dell'accordo sul patto di stabilità, fulmine a ciel sereno. Inizialmente è partito qualche belato patriottico, del tipo non siamo d'accordo, manca il nostro sì. Poi solo balbettii, è un buon compromesso, ma ancora nessun capoccione si è preso la briga di spiegare perché il sì al patto, come sottolineato puntualmente dai comunisti de Il Foglio.
Nel clima a dir poco ondivago dell'informazione patriottica prêt-à-porter, che in questi giorni ne ha parlato più o meno come Zatterin all'annuncio della legge Merlin, è andata in scena la farsa meloniana.
Rimasta col cerino in mano è scattata la rappresaglia sul Mes, messo ai voti in fretta e furia dopo aver per giorni proclamato che se ne sarebbe parlato più avanti, a Gennaio.
Come ho scritto, la Sora Cecioni credeva di essersi portata via il pallone Mes e di tenerlo sotto la minaccia "si nun me date er patto vo 'o pungico". In UE le hanno risposto "fa un po' come te pare" e a quel punto, capito che conta come la sciolina a briscola, ha sbroccato.

.

39 minuti fa, Jack ha scritto:

ma manco una dittarella del varesotto altro che il ministero dell'economia...

Esatto. Lo dipingono come il genietto dell'economia, ma pare un ragioniere uscito da un racconto di Calvino. Lui dice di sì e di no e a tutto e a tutti contemporaneamente, passa da un governo al successivo che smentisce quello che aveva detto e fatto prima, e alla fine deve sempre fare il contrario di quello che avrebbe voluto, perché glielo dicono gli altri e non è mai colpa sua. Mantenendo sempre e comunque ben aderente la cadrega al cūlus, che è un po' la sua cifra e quella del suo partito.

  • Melius 1
extermination
Inviato

 

Da il sole 24h _ agosto 2018

Intanto va detto che l’Italia è il quarto contributore netto al bilancio Ue. Versa più di quanto riceve ma solo dopo Germania, Gran Bretagna e Francia. Nel 2017 ha ricevuto quasi 9,8 miliardi di euro a fronte di 12 versati. La Germania è il Paese con lo scarto maggiore (ne ha messi 19,6 ma ne ha avuti meno di 11), poi seguono Gran Bretagna (con circa 10,6 erogati alle casse europee e 6,3 recuperati in fondi Ue) e Francia (con 16,2 pagati e 13,5 “riavuti indietro”).

Italia, «contributore netto» ma negli anni Duemila
Dal 2001 al 2017 l’Italia è sempre stata nella posizione di contributore netto, con scarti variabili tra il dare e l’avere che hanno raggiunto un picco passivo nel 2011 di quasi 5 miliardi. Tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta, invece, l’Italia è stata nella posizione di beneficiario netto, ovvero ha ottenuto più soldi dall'Europa di quanti ne abbia messi nel bilancio comunitario

Oltre all’Italia, i maggiori contribuenti netti al bilancio Ue sono Germania, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Austria, Danimarca e Finlandia. In termini assoluti, le maggiori economie sborsano contributi più alti, in quanto questi vengono calcolati per il 70% sul reddito nazionale lordo dei Paesi.

I beneficiari netti: il gruppo Visegrád
I grandi beneficiari dei fondi europei sono i Paesi dell’Est Europa, con la Polonia in testa (quasi 12 miliardi ricevuti su 3 messi) e gli altri del gruppo Visegrád Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia - tra i primi sette che hanno ricevuto di più rispetto a quanto versato

 

Inviato
10 minuti fa, UpTo11 ha scritto:

Era, o per lo meno così credeva, l'asso nella manica della Meloni. Il Mes in cambio di un patto di stabilità più generoso per noi. Di questo ricatto in UE non solo se ne sono fregati, se ne sono stra-sbattuti proprio, ha pigliato pesci in faccia.

ma non dire parapalle ad oltranza perdiana.

L'ho anche postato il contenuto e le regole del nuovo patto di stabilità.

È andata di STRALUSSO all'italia che a mio avviso dovrebbe FARE BEN PIÙ POTENTI SFORZI per abbattere la spesa pubblica. 
Io non do' nessun merito a nessun politicante del catzo, questi compresi, in economia sono una sciagura sciagurata. 

Ma non per questo si deve attirbuire loro ancora più incapacità di quella che hanno.

Leggile le condizioni, non usare qualsiasi cosa per la tiritera politicante quotidiana sotto l'eschimo. 

Valuta una buona volte nel merito. Nel merito è andata di stralusso, la politicanza strepita perché vorrebbe spendere sempre molto di più, perchè è con la spesa che si tiene l'elettorato attaccato al seno.

 

Inviato

@Jack

Se vogliamo fare paragoni ,rispetto a Salvini , e' come paragonare Einstein a Jimmi il fenomeno.

Che poi sia veramente un fenomeno a dire delle minchiate ,io non ho nessun dubbio.

Io da Europeista convinto  vorrei avere una vera Europa Federale ,ma siamo lontanissimi ed attualmente  TUTTI vorrebbero fare gli interessi Nazionali,e noi come paese con il piu' alto tasso di rapporto Deficit/ Pil in Europa ,vedremo l'anno prossimo ,visto che non si potranno fare manovre in deficit ,cosa faremo.

Ma siccome molti italiani credono ancora a Babbo natale ,si gongolano che noi abbiamo  avuto la forza, grazie a questo governo di eccellenza ,dei vantaggi a sottoscrivere questo patto.

Io lo chiamerei pacco anche infiocchettato

  • Melius 1
Inviato

@Jack Ognuno la vede a suo modo, ci mancherebbe.

Per quanto mi riguarda sono d'accordo con quanti hanno parlato di spettacolo desolante sulla discussione parlamentare.

Sono convinto che se fosse andato in porto lo scambio/ricatto col patto di stabilità oggi il Mes sarebbe cosa buona e giusta, avrebbero messo la gloriosa sezione ritmica della Motown alle fanfare, conferenza stampa con cara leader in 3D e dolby surrond, anchor man e anchor woman in orgasmo ai tiggì e cheerleaders in alta uniforme.

extermination
Inviato

Suvvia! Pure Giorgetti ha dichiarato che il no alla ratifica "salvabanche" è stato dettato anche da ragioni non economiche! 

briandinazareth
Inviato

La questione del mes è chiara, lotta interna tra FDI e lega, neppure loro cercano più di nasconderlo.

 

 

 

Economicamente è un harakiri basato sulla propaganda e ne pagheremo tutti il prezzo.

 

 

I pasdaran della ducetta però non se ne accorgono e non si accorgono che un voltafaccia simile ci rende debolissimi in Europa, ovviamente.

 

Non trovate sia un fenomeno curioso che quelli che si b fingono equidistanti, che loro non votano ecc. Siano così b ideologicamente aderenti ad ogni capriola di meloni? 😁

  • Melius 1
Inviato
23 ore fa, jedi ha scritto:

Ho appena sentito su La7 all' aria che tira un intervista fatta al volo  a Giorgetti che personalmente lo avrebbe votato.

E chi meglio di lui conosce i meccanismi che potrebbero metterci in difficolta su nostre richieste specifiche?

E lo vedevo abbastanza rabbuiato

Altra figura di palta di questo governo e di uno dei suoi ministri (l'ennesima), ma come fanno a mandare a trattare sul mes Giorgetti con i suoi pari ministri europei lui che è favorevole, ma ben sapendo che il suo capo Salvini e il suo presidente del consiglio sono contrari? Ma non era il caso che si dimettesse? E poi l'altro furbo di Conte che lo vota da pdc e lo rinnega invece da parlamentare? Ma come c...o fate voi che avete sostenuto e sostenete questa destra a bervi tutte queste panzane come se nulla fosse? 

Inviato

Non entro nel merito perche’ non conosco bene questi meccanismi e non mi fido dei giornali e delle opinioni di banchieri e di bancarellari da forum che parlano di indebolimento dell’Italia.

L’Italia e’ uno dei partner europei piu’ importanti e anche se non aderisse al mes in caso di crisi sarebbe certamente ausiliata in qualche modo per gli effetti sistemici sull’europa di un suo default.

Bisognerebbe vedere ausiliata a quali condizioni ma esse andrebbero negoziate su misura mentre il pacchetto mes se non ho capito male prevede meccanismi standardizzati di ingerenza degli altri paesi. E il precedente Grecia e’ orribile, anche se giurano che il nuovo Mes sarebbe diverso.

invece io ripropongo la mia antica idea della necessita’ di riformare la Costituzione laddove non prevede che l’adesione a Trattati  e la ratifica degli stessi debba avvenire a maggioranza parlamentare qualificata e non secondo la maggioranza semplice del momento qualunque essa sia.

Accade spesso che una borsellata fatta da una certa maggioranza debba poi, nelle aspettative di tutti, essere ratificata da una maggioranza diversa che non condivide il trattato da ratificare siglato da altri

 

Inviato

Ho rivisto una intervista di D’Alema (uomo molto intelligente) del 2015 in cui si esprime molto criticamente nei confronti del Mes (versione Grecia va detto). E’ un meccanismo di intromissione nella sfera politica dei singoli stati per soddisfare le pretese dei creditori (privati per lo piu’, come le banche che acquistano titoli di stato a tassi di interesse dipendenti dal rischio paese e dunque molto alti) quando c’e’ il rischio di insolvenza del debitore.

E’ cosi’ cio’ che dovrebbe appartenere al rischio di impresa (investire bene) viene scaricato su un meccanismo di solidarieta’ pubblico -il mes per l’appunto. Cio’ accadde col caso Grecia.

E’ stato insomma un gigantesco aiuto di stato internazionale alle banche (tedesche e francesi in quell’occasione per 250 miliardi) che  per speculazione si erano messe in tasca titoli ad alto reddito diventati inesigibili.

 

 

  • Melius 1

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