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L’evasione fiscale ostacola lo sviluppo


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Inviato
4 minuti fa, Jarvis ha scritto:

Esiste il diritto alla salute e a curarsi. Esistono gli orari per la visita di controllo del medico legale. Esiste un medico di famiglia che elabora una prognosi e la protocolla con numero Inps.

Sono due ambiti che rispettano le stesse norme, assolutamente simili per tipo di attività e  fattori di rischio, quindi comparabili perfettamente. 

Gaetanoalberto
Inviato
33 minuti fa, Jarvis ha scritto:

dall'enorme differenza percentuale di personale assunto nell'una rispetto all'ambito privato.

Io però, su alcuni aspetti, sarei rigoroso.

Purtroppo constato un eccesso poco gestibile di assenze di vario tipo.

Il 13% non legittima l'affermazione che nessuno lavora, piuttosto constato che alcune persone abusano di diverse possibilità, e questo scarica sui colleghi e sull'amministrazione il peso.

Ho venti bidelli, di cui 12 con limitazioni. Prima di Natale avevo 8 presenti su 20.

Il problema esiste. Solo che uno si aspetterebbe il plauso verso il fatto che chi lavora fa andare la baracca.

Ma il problema non lo risolvi con l'equazione pubblico/privato: la segretaria dello studio legale di Catania lavorava il quadruplo di quella di Brescia.

Si potrebbe anche dire che il privato in genere può selezionare di più e i problemi li lascia fuori, ma credo sia proprio un tema di contrattazione collettiva.

 

Inviato

Un'altra osservazione, la L. 300/1970, lo statuto dei lavoratori, prevede un numero di dipendenti da cui si applica bassissimo, 15 lavoratori e 6 in agricoltura. È stato ed è un vincolo che ha limitato l'ampliamento delle dimensioni delle imprese. Il primo governo Berlusconi, quello di meno stato più impresa, non mi risulta che abbia mai posto la questione e lo stesso mi pare con l'attuale maggioranza che si dice di destra. La cosa ha sollevato in me il dubbio che la questione non sia mai stata in agenda. Il dubbio è che non vi sia interesse ad incrementare le dimensioni delle imprese, cosa che implica indirettamente che ne diminuisca il numero.

Muddy the Waters
Inviato
32 minuti fa, Savgal ha scritto:

Un'altra osservazione, la L. 300/1970, lo statuto dei lavoratori, prevede un numero di dipendenti da cui si applica bassissimo, 15 lavoratori e 6 in agricoltura. È stato ed è un vincolo che ha limitato l'ampliamento delle dimensioni delle imprese. Il primo governo Berlusconi, quello di meno stato più impresa, non mi risulta che abbia mai posto la questione e lo stesso mi pare con l'attuale maggioranza che si dice di destra. La cosa ha sollevato in me il dubbio che la questione non sia mai stata in agenda. Il dubbio è che non vi sia interesse ad incrementare le dimensioni delle imprese, cosa che implica indirettamente che ne diminuisca il numero.

Questi manco sanno cos’è lo statuto dei lavoratori….E non esagero

Inviato
1 ora fa, Savgal ha scritto:

Il primo governo Berlusconi, quello di meno stato più impresa, non mi risulta che abbia mai posto la questione e lo stesso mi pare con l'attuale maggioranza che si dice di destra. La cosa ha sollevato in me il dubbio che la questione non sia mai stata in agenda.

Era un argomento tabù, i sindacati avrebbero montato l'inferno contro Berlusconi, già  per molto meno. In effetti è stato uno dei primi.motivi di delusione di chi sperava in una riforma liberale. Conoscevo imprenditori che avevano più aziende di massimo 10 dipendenti per evitare di superare il fatidico limite. Ci voleva un governo a guida PD dell'odiatissimo Renzi per infrangere il tabù. 

Inviato
21 minuti fa, melos62 ha scritto:

imprenditori che avevano più aziende di massimo 10 dipendenti per evitare di superare il fatidico limite.

in pratica era la quasi regola, pure sotto lo stesso tetto.

Gaetanoalberto
Inviato
26 minuti fa, melos62 ha scritto:

dell'odiatissimo Renzi per infrangere il tabù. 

Infatti. Però quello dei 15 lavoratori è un tema, come la differenziazione tra impresa artigiana e non, tra cooperative ed imprese commerciali, tra associazioni che svolgono attività economiche ed imprese, fra fondazioni onlus che svolgono comunque attività economiche e non.

Per questo dico che non è solo questione di pubblico e privato, ma di sistema.

Io rivolterei tutto come un calzino, ma temo mi farebbero fuori molto prima, e non credo che la direzione della rivoluzione non sarebbe esattamente quella che molti qui sembrano indicare.

extermination
Inviato
41 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

rivolterei tutto come un calzino

Si nota che sei un ragazzo estremamente intraprendente.

Inviato

@Gaetanoalberto

La maggioranza dell'elettorato è conservatore nel senso che chiede che nulla cambi. Una riforma semplice del lavoro autonomo che opera con i privati sarebbe la totale forfetizzazione, una somma che si deve versare all'erario in IRPEF ed IVA e nessun onere formale (il problema sarebbero le associazioni di categoria che perderebbero i loro clienti). Altra riforma sarebbe definire una volta per tutte che l'autonomo con mono-committenza è un dipendente. 

I sindacati onnipotenti, che impedirebbero delle riforme sono gli stessi che consentono ed hanno consentito che in 30 anni i salari rimanessero gli stessi in 30 anni. https://www.ilsole24ore.com/art/salari-italia-palo-1991-1percento-contro-325percento-nell-area-ocse-ma-pesa-anche-bassa-produttivita-AFzaOH3B?refresh_ce=1

Sono gli stessi bassi salari che hanno consentito al paese di avere una bilancia commerciale in attivo per decine di miliardi di euro a partire dal 2013 e che consente di reggere tutte le inefficienze non volute e più spesso volute (dove vi è chi perde, vi è chi guadagna).

Ricordo per l'ennesima volta che il solo governo che ha ridotto la spesa pubblica recentemente è stato il governo Monti e che il successo elettorale della Lega fu conseguenza del fatto che si oppose fortemente alle scelte politiche di Monti e con la Fornero da lapidare in piazza. Il populismo dominante vuole che le élite producano la ricchezza e che competa al governo distribuirlo, con il potere distributivo che deve prevalere su quello "estrattivo".

Inviato
12 ore fa, Savgal ha scritto:

Tornando al team del thread, l'evasione è stata e mi risulta ancora sia un freno allo sviluppo.

Per esperienza personale (dal 1988-1998 ho lavorato in un'associazione di artigiani), quelli che avevano dipendenti, più strutturati ed imprenditoriali, si lamentavano che il collega autonomo o con dipendenti in nero facessero loro concorrenza sleale.

Era così ma oggi non è più così, oggi sono cambiati i contesti e le metodologie di controllo della GdF, oggi spesso quegli stessi artigiani, se sono ancora in attività, non riescono a fare nero neppure volendolo fare.

Tutto cambia e tutto si evolve.

Inviato
16 ore fa, melos62 ha scritto:

Sono due ambiti che rispettano le stesse norme, assolutamente simili per tipo di attività e  fattori di rischio, quindi comparabili perfettamente.

Se si fanno raffronti bisogna estrapolare tutti gli elementi altrimenti le conclusioni sono falsanti.

Le modalità assunzionali sono diverse. Le percentuali tra assunti a tempo indetermjnato e precari sono diverse. L'età media è diversa.

È evidente che un bidello di una certa età assunto a tempo indeterminato dopo anni di graduatoria non sia disposto a fare sacrifici come un giovane. E credo sia giusto così. Al netto di eventuali abusi ( ad esempio l'operato dei medici di famiglia è sempre impeccabile? )

Inviato
34 minuti fa, Jarvis ha scritto:

un bidello di una certa età assunto a tempo indeterminato dopo anni di graduatoria non sia disposto a fare sacrifici come un giovane.

dai jarvis per piacere che c'è già mauro ad intrattenerci con amenità varie

Inviato
54 minuti fa, Jarvis ha scritto:

È evidente che un bidello di una certa età assunto a tempo indeterminato dopo anni di graduatoria non sia disposto a fare sacrifici come un giovane. E credo sia giusto così. Al netto di eventuali abusi ( ad esempio l'operato dei medici di famiglia è sempre impeccabile? )

I ccnl delle paritarie prevedono un limite ai rapporti a tempo determinato rispetto ai TI, il 20% tipicamente. I titoli abilitanti sono gli stessi, non vi è l'obbligo di seguire le graduatorie che è la modalità scelta dallo Stato per sé quando si presenta quale gestore, non come regolatore del sistema . Orari, mansioni, contesti, tutto identico. Tranne le dimensioni degli organici, che nelle paritarie cono tipicamente limitati a 30 o 40, mentre i plessi delle statali superano i 150 tipicamente. E l'incidenza percentuale della singola giornata di assenza è molto più alta sé si riduce il denominatore... nelle statali,  mi dicono amici presidi, che durante il periodo di prova i docenti e bidelli non mancano mai, neanche col cimurro. Superato il periodo di prova, la musica cambia. Ha a che fare col senso di responsabilità . Nel privato rispondi al datore di lavoro, nello stato solo alla tua coscienza. Non certo al preside, che è visto quasi sempre come un ingranaggio burocratico del sistema e non come un superiore a cui rendere conto. Chiederei a @Savgal e @Gaetanoalberto di dire se sbaglio.

extermination
Inviato

Ottenere un certificato medico per malattia, per tutta una serie di ragioni, è una delle cose più facili di questo mondo. In molti casi è sufficiente andare dal medico di base e dire " non sto bene" e il gioco è fatto.

Inviato

ma il certificato è il minimo

il punto è che tanti anzi una marea sono presenti con il corpo ma senza la mente che provvede.

poi la storia che hanno limitazioni fisiche, se ti assumo per un certo lavoro poi mi spiace ma lo devi fare,

se non sei più in grado ci sarà anche un procedura valida per sostituiri, e poi te ne cerchi un altro, cioè come

si fa nel privato.

extermination
Inviato
6 minuti fa, audio2 ha scritto:

corpo ma senza la mente che provvede.

Io credo ancora fermamente che il superiore gerarchico debba sempre intervenire senza se e senza ma su comportamenti "deviati" del personale sottoposto e credo anche fermamente che in tutti i casi in cui non ottenga risultati sia esclusiva sua responsabilità e che debba in qualche modo risponderne. Pubblico o privato che sia.

Inviato
Il 3/1/2024 at 11:10, damiano ha scritto:

E lo stesso andrebbe fatto con i contratti turistici...

Se ti riferisci agli affitti a breve (inferiori ai 30gg) di Airbnb e Booking allora dal 1 gennaio 2024 entrambi trattengono l’aliquota del 21% (cedolare secca) in qualità di sostituto d’imposta

Inviato

sterminio si giusto, ma secondo me anche i due qui presenti che circolano di quando in quando, di mezzi reali non ne hanno. quando uno dei due dice che la cosa principale di cui deve disporre è la pazienza, ci credo.


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