Uncino Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 1 minuto fa, extermination ha scritto: Questa mi è rimasta impressa pure a me. E grazie alla fava, praticamente hanno detto che noi due siamo dei poveri fessi che spendono un sacco di soldi per della carta igienica!
extermination Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 Il 14/1/2024 at 18:35, Roberto M ha scritto: Ci vuole una enorme dose di masochismo per cacciare i soldi per leggere Limes. Io non lo farei neanche se mi pagano. 1
maurodg65 Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 10 minuti fa, Uncino ha scritto: Mauro, se tu quell'articolo potessi leggerlo per intero, vi troveresti scritto: La prima opzione non si può escludere a priori. Anche i leader più scaltri commettono errori fatali, sotto pressione. Oppure qualcuno nelle Forze armate disobbedirà agli ordini o cadrà in una provocazione scatenando un incidente che obbligherà Putin all’offensiva. Contrariamente al cliché, l’autocrate non è onnipotente. Il suo Stato profondo può giocargli brutti scherzi. È lui stesso a confessare che l’80% dei suoi ordini non viene eseguito. Quindi non esiste alcuna giravolta. Altra tua giravolta confermo: “… Fra poche ore sapremo se l’intelligence americana avrà fatto il colpo del secolo, datando l’aggressione di Mosca, oppure no. Il problema, per Washington, è che sarà Putin a deciderlo. Biden gli ha alzato la palla, a lui schiacciarla dove meglio crede. I casi sono due. L’autocrate del Cremlino è un pazzo suicida e quindi marcerà su Kiev. Così si scaverà la fossa. Non solo l’Armata russa s’esporrà bersaglio perfetto alla guerriglia nazionalista ucraina, sostenuta ed equipaggiata da americani, britannici, polacchi e baltici. Soprattutto, l’opinione pubblica russa non apprezzerà l’aggressione a un popolo comunque intimo, se non fratello. Un russo su tre ha parenti ucraini. Sommando questi fattori alla rappresaglia atlantica, il rischio per Putin è di aprire la crisi finale sua e del suo regime. Morire per Kiev? Oppure il presidente russo conserva l’uso della ragione. Dunque manterrà la pressione sull’Ucraina finché non sarà sicuro di aver raggiunto lo scopo: riportare quella strategica marca nella sfera d’influenza del suo impero. Putin non vuole passare alla storia come lo zar che perse l’Ucraina. Ma sa che per recuperare Kiev deve prima neutralizzarla, inchiodandola nella terra di nessuno fra sé e la Nato. Per poi riassorbirla, almeno in parte, una volta che gli ucraini si saranno resi conto che l’Occidente non intende morire per loro. Nel frattempo, Mosca vorrà approfondire le faglie nello schieramento atlantico, insanabili perché determinate dalle differenze di interessi e di memorie storiche dei suoi soci. Senza sparare un colpo, o quasi. La prima opzione non si può escludere a priori. Anche i leader più scaltri commettono errori fatali, sotto pressione. Oppure qualcuno nelle Forze armate disobbedirà agli ordini o cadrà in una provocazione scatenando un incidente che obbligherà Putin all’offensiva. Contrariamente al cliché, l’autocrate non è onnipotente. Il suo Stato profondo può giocargli brutti scherzi. E’ lui stesso a confessare che l’80 per cento dei suoi ordini non viene eseguito. La seconda ipotesi è invece svolgimento logico del piano russo. Putin vuole portare la Russia in un nuovo concerto europeo fondato sull’equilibrio delle potenze, sovvertendo il primato americano codificato nella Nato. Congresso di Vienna 2.0. Il suo modello è Alessandro I. La neutralizzazione dell’Ucraina e l’assorbimento della Bielorussia ne sono precondizione, non fini in sé. Minsk è già tornata a casa. Successo tutt’altro che secondario. Per Kiev, ammesso sia possibile, ci vorrà molto più tempo, ma Mosca non è disposta a rinunciarvi. Né ha tanta fretta da imbarcarsi in un’offensiva controproducente. L’attacco vecchio stile con bombardamenti, carri armati e stragi di civili porterebbe forse a un provvisorio successo militare, cui seguirebbe certamente la sconfitta strategica. La Nato spingerebbe basi e missili alla frontiera con l’Ucraina russa. Europei e americani metterebbero da parte le differenze, per un periodo. Svedesi e finlandesi, più antirussi di quasi tutti gli atlantici, entrerebbero di corsa nell’Alleanza e chiuderebbero a nord la morsa del più colossale cordone sanitario che storia ricordi. E chissà se Pechino, a quel punto, muoverebbe un dito per Mosca. Putin ha sicuramente letto Sun Tzu. Sa che la vittoria vera si ottiene senza combattere. Semmai usando mezzi ambigui, oggi battezzati ibridi. La guerra attuale si fa alle società, non agli Stati. Per esempio con attacchi cyber, capaci di infliggere danni strutturali al nemico senza che nulla si palesi prima, salvo constatarne poi i drammatici effetti. Quando è troppo tardi. Con queste ed altre azioni coperte, tra cui disinformazione e guerra psicologica, è possibile rendere infernale la vita agli abitanti di Kiev e delle principali città ucraine. Costringendo magari il governo a trasferirsi a Leopoli, epicentro già polacco e asburgico dell’Ucraina russofoba. E impiantando un proprio governo civetta, per esempio a Kharkiv, capitale dell’Ucraina sovietica dal 1919 al 1934. Finora Putin ha potuto contare su un alleato certo involontario, non inatteso: Biden. Gaffe a parte, colpisce come l’approccio del leader americano e dei suoi apparati alla crisi, sempre reattivo, spesso contraddittorio, abbia contribuito alla destabilizzazione dell’Ucraina. Cioè allo scopo di Putin. Sono mesi che Zelensky segnala a Washington come l’enfasi sulla minaccia russa finisca per seminare panico in casa, spingere capitali e capitalisti (oligarchi) alla fuga, convincere i presunti amici a non impegnarsi troppo nel sostenere la causa ucraina. Salvo, al massimo, l’invio di armi non formidabili. Armatevi e combattete per noi. Non quel che ci si attende dagli amici. Ma in guerra, classica o ibrida, è già tanto poter contare su sé stessi. …”
Uncino Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 Mauro ma insisti pure??? Se in quell'articolo ha detto che nessuna delle due ipotesi può essere scartata come fai ad affermare che su Limes abbia compiuto giravolte? Semmai su Limes ha (saggiamente ) evitato di prendere una posizione netta. O no? Quello che puoi possa aver detto come opinione personale al di fuori di Limes, non riguarda Limes.
maurodg65 Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 1 minuto fa, Uncino ha scritto: Semmai su Limes ha (saggiamente ) evitato di prendere una posizione netta. O no? Qui sopra c’è l’articolo di Limes e non è come scrivi.
Uncino Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 4 minuti fa, maurodg65 ha scritto: Qui sopra c’è l’articolo di Limes e non è come scrivi. Ma roba da matti, stai discutendo con me attorno al contenuto di un articolo che non essendo abbonato non hai la possibilità di leggere! Ms almeno ti rendi conto di essere ridicolo? Questo è l'articolo visibile dagli abbonati con evidenziato il passaggio incriminato
maurodg65 Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 17 minuti fa, Uncino ha scritto: Ma roba da matti, stai discutendo con me attorno al contenuto di un articolo che non essendo abbonato non hai la possibilità di leggere! L’articolo postato è quello di Limes, basta leggerlo tutto e non solo la parte da te evidenziata, ha tagliato la prima parte e lasciato solo la parte incriminata, prima di rispondere ancora prova a rileggere.
Uncino Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 6 minuti fa, maurodg65 ha scritto: L’articolo postato è quello di Limes, basta leggerlo tutto e non solo la parte da te evidenziata, ha tagliato la prima parte e lasciato solo la parte incriminata, prima di rispondere ancora prova a rileggere. Ma è ovvio che io abbia letto tutto l'articolo, però quella parte che tu non consideri (non capisco perché) indica che su Limes Caracciolo non abbia mai usato termini categorici riguardo alla possibilità di invasione russa. Se tu vuoi giudicare Limes, devi basarti su ciò che viene scritto su Limes.
LUIGI64 Inviato 16 Gennaio 2024 Inviato 16 Gennaio 2024 Ovviamente, nessuno sa come andrà a finire Si può soltanto congetturare
Uncino Inviato 17 Febbraio 2024 Inviato 17 Febbraio 2024 Sul fronte taiwanese iniziano a vedersi gli effetti concreti della sconfitta del partito filo americano. Adesso la presidente uscente di Taiwan, fino allo scorso anno ostile a qualsiasi politica di avvicinamento alla Madrepatria, inizia a parlare di dialogo con Pechino. Da notare che Focus on Taiwan è una pubblicazione molto vicina agli Stati Uniti. -
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