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La Corte internazionale di giustizia su Israele


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Inviato

https://www.axios.com/2024/04/29/icc-congress-netanyahu-israel-gaza
 

 

Scoop: il Congresso minaccia la CPI per i mandati di arresto israeliani

La Corte penale internazionale è stata avvertita dai membri del Congresso di entrambe le parti che i mandati di arresto per alti funzionari israeliani saranno accolti con ritorsioni statunitensi - e la legislazione in tal senso è già in lavorazione, ha appreso Axios.[…]


 

 

Il famoso "ordine mondiale basato su regole" si palesa finalmente per ciò che è. Istituzioni come l'ONU e la Corte Penale Internazionale, esistite finora essenzialmente come base giuridica e morale per giustificare la supremazia degli Stati Uniti, vengono messe pesantemente in discussione dagli Stati Uniti stessi nel momento in cui esse rischiano di compromettere la supremazia americana.

Il ramo su cui gli USA sono rimasti seduti per decenni si sta spezzando.
Se gli USA si piegano alla CPI, accettano di fatto l'ascesa del Sud del mondo a soggetto politico globale con cui dover fare i conti e ammettono, implicitamente, che l'ordine unilaterale da loro guidato finora è finito.

Se delegittimano la CPI, compromettono la credibilità di una delle poche istituzioni internazionali riconosciute da quasi tutti i paesi e spezzano anche così l'unilateralismo.

 

Comunque la si giri, è la fine di un'epoca.

D'ora in poi, o con gli USA o contro gli USA, questo è il succo. 

 

 

Inviato
41 minuti fa, claravox ha scritto:

Il famoso "ordine mondiale basato su regole" si palesa finalmente per ciò che è.

prevaricazioni, torti, porcate, crimini di guerra, terrorismo internazionale e via così.

 

Inviato

image.png.ea3eaaccc82ca9229f45e0f4bf5be15d.png

 

E' andato in corto all'interno dello stesso post... Anche i thread-flooder più produttivi ogni tanto commettono distrazioni, sarà per via del superlavoro... 

:classic_rolleyes:

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Inviato

 

“Sei stato avvertito": i senatori repubblicani minacciano il procuratore della CPI per possibili mandati di arresto israeliani

 

 

https://zeteo.com/p/exclusive-you-have-been-warned-republican

 

 

 

 

 

Un gruppo di influenti senatori repubblicani ha inviato una lettera al procuratore capo della Corte penale internazionale (CPI) Karim Khan lo scorso 24 aprile, ammonendolo a non emettere mandati di arresto internazionali nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e di altri funzionari israeliani e minacciandolo di "dure sanzioni" nel caso in cui lo faccia.

In una concisa lettera di una pagina ottenuta in esclusiva da Zeteo e firmata da 12 senatori repubblicani, tra cui Tom Cotton dell'Arkansas, Marco Rubio della Florida e Ted Cruz del Texas, Khan viene informato che qualsiasi tentativo da parte della CPI di chiedere conto a Netanyahu e ai suoi colleghi delle loro azioni a Gaza sarà interpretato "non solo come una minaccia alla sovranità di Israele, ma alla sovranità degli Stati Uniti".

"Prendi di mira Israele e noi prenderemo di mira te", dicono i senatori a Khan, aggiungendo che "sanzioneranno i tuoi dipendenti e collaboratori e vieteranno a te e alle tue famiglie di entrare negli Stati Uniti". In modo piuttosto minaccioso, la lettera conclude: "Sei stato avvisato".

Né Israele né gli Stati Uniti sono membri della CPI, i territori palestinesi sono stati ammessi con lo status di stato membro nell'aprile 2015. Khan, un avvocato britannico, è stato nominato procuratore capo della CPI nel febbraio 2021, una settimana dopo che la corte aveva già deciso, a maggioranza, che la sua giurisdizione territoriale si estendeva a "Gaza e alla Cisgiordania".

 


 

 

Bulletti di quartiere.

 

 



 

 

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Inviato

 

YOU HAVE BEEN WARNED

 

Mentre l’esercito israeliano prosegue nella sua attività di bullismo omicida su Gaza, emerge la notizia della simpatica missiva inviata da 12 senatori statunitensi al procuratore capo della Corte Penale Internazionale Karim Khan. Come noto la CPI sta valutando, bontà sua, l’incriminazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e di altri alti funzionari israeliani in quanto responsabili diretti del più grande massacro di civili nel più breve tempo dal 1945. Che siano stati compiuti crimini di guerra a mazzi su base quotidiana a Gaza lo sa chiunque non si sia informato sui nostri tiggì.

 

Ma ciò che merita qui menzione è lo spirito della lettera dei senatori americani, che dopo aver spiegato le loro ragioni, alquanto idiosincratiche, per cui l’incriminazione non dovrebbe avvenire, passano nella chiusa a toni più consoni alla cultura da cui provengono:

 

“If you issue a warrant for the arrest of the Israeli leadership, we will interpret this not only as a threat to Israel’s sovereignty but to the sovereignty of the United States. Our country demonstrated in the American Service-Members’ Protection Act the lengths to which we will go to protect that sovereignty. (...) Target Israel e we will target you. If you move forward with the measures indicated in the report, we will move to end all American support for the ICC, sanction your employees and associates, and bar you and your families from the United States. You have been warned.”

[Se emetterete un mandato d’arresto contro la leadership israeliana, lo interpreteremo non solo come una minaccia alla sovranità di Israele ma anche alla sovranità degli Stati Uniti. Il nostro Paese ha dimostrato con l’American Service-Members’ Protection Act fino a che punto ci spingeremo per proteggere tale sovranità. (...) Prendete di mira Israele e noi prenderemo di mira voi. Se andrete avanti con le misure indicate nel rapporto, ci muoveremo per porre fine a tutto il sostegno americano alla CPI, sanzioneremo i vostri dipendenti e associati e bandiremo voi e le vostre famiglie dagli Stati Uniti. Siete stati avvertiti.]

 

Credo che questa lettera meriti un’adeguata riflessione.

 

Il primo elemento da osservare è il rapporto tra gli USA e la Corte Penale Internazionale. Gli USA (come Israele) non hanno mai sottoscritto il trattato di Roma del 1998 che istituiva la corte, non ne sono dunque membri e non si ritengono ad essa sottoposti, tuttavia la finanziano. Il finanziamento è naturalmente un modo elegante di influire sugli orientamenti della Corte, che procede con l’approvazione americana finché si occupa di violazioni dei diritti umani in Congo, Uganda, Sudan, Georgia, Burundi, Kenya, Libia, Costa d’Avorio, Mali e altri luoghi della  “giungla” mondiale (cit. Borrell).

 

Il secondo elemento da osservare è il concetto di “ordine definito dalle regole” (rules-based order, noto anche come Liberal International Order) di cui gli USA e i loro vassalli si riempiono la bocca quotidianamente. Si tratta di un ordine ferreo e inflessibile, che può condurre anche all’annichilimento militare del violatore, salvo naturalmente il violatore non sia un amico, perché, come diceva Giovanni Giolitti, “per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.” E questo perché, per dirla con le immortali parole del Marchese del Grillo: “Io so io e voi non siete un ca77o.”

 

Il terzo elemento da sottolineare è il tono dell’ingiunzione dei senatori americani, che è quantomai caratteristico. Un elemento di lungo corso di buona parte della cultura americana è infatti la brutalità interpretata come schiettezza, la rozzezza travestita da pragmatismo. Si tratta di un elemento che corre in profondità nella cultura statunitense, ed è distintamente legata al modo in cui è nata. Questo tratto nasce inizialmente come lodevole rigetto dei formalismi aristocratici della Vecchia Europa nel nome della veracità popolare e della concretezza della “frontiera”. Ma gli USA divennero purtroppo con grande rapidità una potenza mondiale nella loro storia, e ciò non gli diede il tempo di elaborare quella sottile cultura informale che, almeno fino alla recente americanizzazione, ha contraddistinto la cultura europea, anche popolare. Divenuti una grande potenza non c’era più ragione di credere che ci fosse qualcosa da imparare perché nella cultura americana chi vince ha sempre ragione (l’offesa più sanguinosa verso qualcuno è dargli del “perdente” (loser)).

Ed è perciò che molto frequentemente la cultura espressiva americana oscilla tra la recitazione plastificata del Bene più zuccheroso e la brutalità del gangster.

Nella lettera al procuratore generale della Corte Penale Internazionale il tono è affine a quello di chi sta per farti trovare una testa di cavallo sotto il lenzuolo, solo un po’ meno elegante di Don Vito Corleone, che almeno adoperava perifrasi come “gli faremo un’offerta che non può rifiutare”.

 

Andrea Zhok

 

 

Inviato

Penavo fosse una fake news visto che non ne parla nessuno, invece il Corriere la riporta, come anche alcuni media israeliani.

Immaginatevi se quella lettera di amichevoli consigli fosse arrivata da poootin o l'ayatollah....

Inviato

Quando dico che sono tutti pressoché indistintamente dellemmerde

Inviato

Il prof. Alessandro Barbero ricorda che neppure nel bombardamento del 45 di Dresda ad opera degli alleati ( i cosiddetti buoni) sono state uccise così tante persone come a Gaza.

Credo che per gli israeliani non sarà MAI PIÙ possibile vivere serenamente in quei luoghi perché chi semina vento raccoglie tempesta

Inviato
13 ore fa, UpTo11 ha scritto:

Penavo fosse una fake news visto che non ne parla nessuno, invece il Corriere la riporta


il Corriere giustamente non riporta mai fake news, al massimo fa liste di proscrizione. :classic_laugh:

Inviato

Capire gli americani non è possibile, nonostante film e serie TV o libri letti.

Sono un miscuglio di razze come nessun altro paese.

Ci sono eccelenze in tutti i campi, ma è la massa che fa peso e li al contrario dell'Europa, accomunati da ignoranza, hanno pure la cultura della violenza.

Regalare un fucile vero ad un bambino o bambina è per questa massa che fa molto peso cosa normale.

Io mai desiderato andarci.

Inviato

 

Con un gesto teatrale l’ambasciatore di Israele all’onu distrugge in diretta la Carta dell’ ONU

L'ambasciatore israeliano all'ONU Gilad Erdan ha attaccato l'ONU durante un dibattito all'Assemblea Generale prima del voto su una risoluzione che dà maggiori diritti ai palestinesi all'ONU e invita il Consiglio di Sicurezza a riconsiderare l'accettazione dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo dell'ONU. Erdan ha tirato fuori un distruggidocumenti e ha distrutto sul palco la Carta delle Nazioni Unite.

 

 

 

 

 

 

 

 

Inviato

 

ONU approva espansione dei diritti della Palestina a larga maggioranza

 

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato 143 a 9 per migliorare lo status del palestinese come stato osservatore non membro, concedendogli tutto tranne il diritto di voto su tutte le attività relative al suo plenum.

Argentina, Repubblica Ceca, Ungheria, Israele, Micronesia, Nauru, Papa Nuova Guinea, Palau e Stati Uniti si sono opposti alla risoluzione.

Tra i paesi che hanno sostenuto il testo c'erano molti membri dell'Unione Europea, tra cui Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Spagna. (Fonte: Jerusalem Post)

 

L'Italia si è astenuta.

 


 

https://www.jpost.com/breaking-news/article-800729#800729

 

 


 

 

 

 

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Inviato

il responsabile della politica estera Ue, Josep Borrell, ha annunciato che il 21 maggio alcuni Paesi, tra cui Spagna, Irlanda e Slovenia, riconosceranno ufficialmente lo Stato palestinese, «e altri Paesi si aggiungeranno».

Inviato

Spari su un veicolo ONU a Gaza, almeno un morto.

La rappresaglia per il voto all'assemblea?

Inviato
1 ora fa, appecundria ha scritto:

@UpTo11 errore fu, errore del computer.

Meno male, che sollievo. Li rimetto subito nella metà "Buoni" della lavagna.


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