Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Il Giorno della Memoria è quello per i 27.000 palestinesi massacrati da Israele. La politica non può sperare di fermare un popolo civile scandalizzato dalle atrocità commesse dagli israeliani, il Giorno della Memoria inizia qui, è questo che va ricordato. È questo che d'ora innanzi verrà ricordato: un popolo che ha inteso i torti subiti nel passato come perenne giustificazione dei propri crimini. --- 2
Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Autore Inviato 27 Gennaio 2024 E per chi dovesse pensare che ciò riguardi solo l'Italia, beh sbaglia di grosso. È così in tutto il mondo, ovunque la Polizia cerca di impedire le manifestazioni, ovunque si ritrova impotente davanti ai popoli civili scandalizzati. Fate un giro sulla stampa di qualsiasi Paese occidentale e troverete la stessa cosa. ---
maurodg65 Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria Palazzo del Quirinale, 26/01/2024 (II mandato) Rivolgo un saluto di benvenuto ai Presidenti del Senato, della Camera dei deputati, del Consiglio dei ministri, della Corte costituzionale. Ringrazio per i loro interventi il Ministro Valditara, la Presidente Di Segni, la Dottoressa della Seta. E Sami Modiano che è stato abbracciato da tutti i presenti. Un ringraziamento a Sara Zambotti, ad Alessandro Albertin, a Gabriele Coen e al suo gruppo, a Rai Storia per il filmato e, a nome di tutti, vorrei inviare un augurio per la sua salute a Tatiana Bucci. A tutti i presenti un saluto, sapendo che sono fortemente coinvolti in questo momento di memoria. “La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana”. Con queste parole, un sopravvissuto all’inferno di Auschwitz, Primo Levi, scolpiva, nel 1973, il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime dello sterminio organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità. Il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione - il genocidio di milioni di persone innocenti - commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, e venivano proclamati e largamente praticati. Il senso di incredulità registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della Storia e della natura dell’uomo. L’uomo del Novecento - immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nell’avanzamento della scienza, della cultura, della tecnica - mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante così tragico; mai avrebbe concepito la possibilità di una simile regressione: mentre si confidava – come veniva conclamato - in un’alba radiosa per l’umanità, si trovò improvvisamente precipitato nelle tenebre più fitte. Auschwitz spalancava – e spalanca tuttora - i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione. Un orrore assoluto, senza precedenti – cui null’altro può essere parificato - ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. Un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano. Eppure Auschwitz e tutto il meccanismo di sterminio - che ha inghiottito milioni di ebrei, e anche appartenenti al popolo Romanì, omosessuali, dissidenti, disabili, testimoni di Geova - sono stati concepiti e realizzati da menti umane. Menti che, per quanto perverse, hanno sedotto, attratto e spinto alla complicità centinaia di migliaia di persone, trasformate in “volenterosi carnefici” secondo la lucida definizione di Daniel Goldhagen. Eppure le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa. “Siamo uomini – ammoniva ancora Primo Levi – apparteniamo alla stessa famiglia umana a cui appartennero i nostri carnefici”, dimostrando “per tutti i secoli a venire quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell’uomo dopo millenni di vita civile.” Nel buio più fitto, nella lunga e oscura notte dell’umanità, prendendo a prestito un’immagine di Elie Wiesel, tante piccole fiammelle hanno indicato una strada diversa dall’odio e dalla oppressione. Sono stati i “Giusti”, secondo una terminologia cara al popolo ebraico perseguitato. Persone che, per motivazioni diverse, hanno rischiato la propria vita e talvolta l’hanno perduta per mettere in salvo cittadini ebrei dalla furia omicida nazifascista. Un lungo elenco di nomi, quasi ottocento - come abbiamo ascoltato - quelli finora accertati in Italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanità. Persone tra le più disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani, appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali, contadini. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità. C’è chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. Migliaia di gesti, grandi e piccoli, di ribellione contro il conformismo e contro l’ideologia imperante. Abbiamo ricordato quest’oggi qualche nome: da Giorgio Perlasca a Gino Bartali e gli altri che, nel video e nelle letture, sono stati riproposti alla nostra riconoscenza. Desidero citarne alcuni altri che hanno condiviso il tragico destino della deportazione delle persone che hanno tentato di salvare. Odoardo Focherini, amministratore del giornale cattolico Avvenire d’Italia; Torquato Fraccon, partigiano, morto a Dachau insieme al figlio; il domenicano, padre Giuseppe Girotti; Calogero Marrone, capo ufficio anagrafe del comune di Varese, Giovanni Palatucci, reggente della questura di Fiume; Andrea Schivo, agente di custodia nel carcere San Vittore di Milano. Scoperti e arrestati dai nazifascisti hanno concluso la vita nei lager tedeschi. Di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove. Hanno sconfitto, innanzitutto dentro loro stessi, la paura, l’inerzia complice, l’indifferenza che, come ci ricorda spesso Liliana Segre - cui rivolgo un pensiero affettuoso a ottant’anni della sua deportazione - è la più perniciosa delle colpe. I “Giusti” hanno dimostrato, a rischio della propria vita e di quella delle loro famiglie, che il senso di umanità, se rettamente coltivato, resiste in ogni condizione e supera persino i confini del tempo e della morte. Ci hanno insegnato, anche di fronte a tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarietà. Perché, per ripetere anch’io questa mattina il celebre detto del Talmud, “chi salva una vita salva il mondo intero.” L’esempio dei Giusti rischiara la nostra via e il nostro percorso. E consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta. Tuttavia, di fronte a questi esempi di altruismo, di coraggio, di abnegazione, risaltano ancor di più i crimini commessi da altri uomini e altre donne, in nome di regimi dittatoriali e brutali. Celebrare doverosamente i Giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo. Non c’è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o di riduzione delle colpe, personali o collettive. Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza - le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio. I morti di Auschwitz, dispersi nel vento, ci ammoniscono continuamente: il cammino dell’uomo procede su strade accidentate e rischiose. Lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore. La nostra Costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. La presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica. Le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti. Anche ai nostri giorni, la ruota della storia sembra talvolta smarrire la sua strada, portando l’umanità indietro, a tempi e stagioni che mai avremmo pensato di dover rivivere. Le conquiste della pace e delle libertà democratiche sono esaltanti e vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione. Parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro Continente ma anche altrove. Su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanità soltanto dolore, distruzione, morte. Va richiamata, a questo riguardo, l’importanza decisiva della cultura, dell’istruzione. Di quanto – ad esempio - sono preziose le collaborazioni di studio e ricerca tra le Università, sempre positive; sempre fonte di avanzamento di civiltà, al di sopra di ogni frontiera. Sempre affermazione del carattere della cultura, che unisce e non può separare. Il fanatismo, religioso o nazionalista, che, mosso da antistoriche e disumane motivazioni, non tollera non soltanto il diritto ma neppure la presenza dell’altro, del diverso, ritiene di poter imporre la sua visione con la forza, la guerra e la violenza, violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della civiltà umana. Siamo di fronte a un nuovo “crinale apocalittico” per usare un’espressione cara a Giorgio La Pira. In alcune zone del mondo, in un’epoca così travagliata come la nostra, sembra divenuta impossibile non soltanto la convivenza, ma persino la vicinanza. Assistiamo, nel mondo –ripeto -, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini, persino neonati. Immagine di una raccapricciante replica degli orrori della Shoah. Siamo convinti che i giacimenti di odio siano stati ingigantiti da parole e atti spietati, persino blasfemi. Il sogno di una pace, sancita dal reciproco riconoscimento e rispetto delle tre religioni monoteiste figlie di Abramo, appare lontano - forse come non è mai stato in tempi recenti - ma rimane l’orizzonte di un riscatto di questa parte del mondo, e non soltanto di questa. Guardiamo a Israele come Paese a noi vicino e pienamente amico, oggi e in futuro, per condivisione di storia e di valori. Siamo e saremo sempre impegnati per la sua sicurezza. Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza. Anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio. Può accrescere gli ostacoli per il raggiungimento di una soluzione capace di assicurare pace e prosperità in quella regione, così centrale nella storia dell’umanità e così martoriata. Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato. Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. I Giusti, con il loro coraggio, con la loro speranza e il loro sacrificio ci indicano la direzione e ci esortano ad agire, con determinazione e a tutti i livelli, contro i predicatori di odio e contro i portatori di morte. I Giusti italiani sono tra le radici migliori della nostra Repubblica. Per questo li celebriamo e li onoriamo, tutti insieme, come popolo italiano e come comunità, oggi, nel Giorno della Memoria. 1
extermination Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 40 minuti fa, Uncino ha scritto: Giorno della Memoria è quello per i 27.000 Senza dubbio per chi ha la memoria corta!
Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Autore Inviato 27 Gennaio 2024 12 minuti fa, extermination ha scritto: Senza dubbio per chi ha la memoria corta! Non memoria corta ma rivalutazione del giudizio storico alla luce degli accadimenti attuali. D'ora innanzi il Giorno della Memoria sarà quello in cui il numero di palestinesi massacrati dagli israeliani ha toccato quota 27.000.
LeoCleo Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Adesso, Uncino ha scritto: Non memoria corta ma rivalutazione del giudizio storico alla luce degli accadimenti attuali. No, su questo dissento. Non si può rivedere fatti accaduti 90 anni alla luce dei crimini odierni. I deportati non sono “meno” deportati perché oggi gli israeliani massacrano i civili. Così come gli israeliani di oggi non sono meno criminali perché discendenti dei deportati di ieri. Sempre che abbia compreso in modo corretto il tuo pensiero.
extermination Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 22 minuti fa, Uncino ha scritto: D'ora innanzi il Giorno della Memoria sarà quello in cui il numero di palestinesi massacrati dagli israeliani Fammi capire meglio: intendi dire un colpo di spugna del tipo annulla e sostituisce il precedente?!
Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Autore Inviato 27 Gennaio 2024 9 minuti fa, LeoCleo ha scritto: No, su questo dissento. Non si può rivedere fatti accaduti 90 anni alla luce dei crimini odierni. I deportati non sono “meno” deportati perché oggi gli israeliani massacrano i civili. Così come gli israeliani di oggi non sono meno criminali perché discendenti dei deportati di ieri. Sempre che abbia compreso in modo corretto il tuo pensiero. Non in quel senso, è ovvio che un crimine nei confronti degl ebrei fu commesso e non mi pare di averlo mai negato. Il mio riferimento era ad un periodo ancora precedente ed uno successivo dai quali abbiamo più volte parlato su questo forum, discussioni alle quali tu a mia memoria non hai mai preso parte. Vale a dire il 1903, quando gli ebrei scelsero la popolarissima Palestina, ed il 1948, anno del riconoscimento di Israele a seguito del gravissimo attentato all'Hotel King David del 1946 compiuto dal terrorismo sionista. Quindi il giudizio storico che va rivisto riguarda l'aver permesso la nascita dello Stato Ebraico in Palestina, avendo piena coscienza che questo avrebbe portato ad un inevitabile conflitto con la popolazione cui si stava sottraendo il territorio.
Questo è un messaggio popolare. Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Gennaio 2024 3 minuti fa, extermination ha scritto: Fammi capire meglio: intendi dire un colpo di spugna del tipo annulla e sostituisce il precedente?! No, non colpo di spugna ma rivalutazione. Il crimine c'è stato? Sì c'è stato. Questo deve garantire ad Israele una perenne impunità per i suoi crimini? No, assolutamente no. Non è che se io da bambino subisco una violenza e poi a sessant'anni ammazzo qualcuno non mi diano l'ergastolo perché giustificato dalla violenza subita in precedenza. Con Israele invece dal '48 a questa parte ci si è comportati così, ed è ora di darci un taglio. 6
Muddy the Waters Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 50 minuti fa, extermination ha scritto: Senza dubbio per chi ha la memoria corta! Esattamente Infatti ai morti ammazzati bisognerebbe aggiungere gli anni di apartheid e privazioni che i palestinesi hanno subito nell’indifferenza generale. Ma si sa, i povery puzzano e danno fastidio perché si lamentano troppo, meglio farli tacere.
Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Autore Inviato 27 Gennaio 2024 5 minuti fa, Muddy the Waters ha scritto: Esattamente Infatti ai morti ammazzati bisognerebbe aggiungere gli anni di apartheid e privazioni che i palestinesi hanno subito nell’indifferenza generale. Ma si sa, i povery puzzano e danno fastidio perché si lamentano troppo, meglio farli tacere. È esattamente ciò che avevo scritto --- Quindi il giudizio storico che va rivisto riguarda l'aver permesso la nascita dello Stato Ebraico in Palestina, avendo piena coscienza che questo avrebbe portato ad un inevitabile conflitto con la popolazione cui si stava sottraendo il territorio. --- Israele è stato costituito in quel punto da un lato per scelta deliberata degli ebrei, ma soprattutto per l'avallo dato da Stati Uniti e Russia. Ora, alla luce di quello che stanno facendo gli israeliani, la valutazione di questa scelta andrebbe compiuta o i palestinesi dovranno continuare all'infinito ad essere vittime della violenze che Israele compie sapendo di poter contare su una completa impunità? È ora di piantarla con il permettere tutto agli israeliani perché quasi un secolo fa i loro nonni subirono un'ingiustizia, quello che successivamente facero gli israeliani e che è culminato negli accadimenti attuali è molto più importante.
maurodg65 Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno. Si tratta dell'occasione per ricordare e commemorare le vittime dell'Olocausto. La giornata è stata istituita dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria. La scelta di istituire un giorno in ricordo delle vittime della Shoah arrivò in seguito al 60esimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti. Il giorno del 27 gennaio non è stato scelto a caso: in quella data nel 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, svelando al mondo intero gli orrori del nazismo. https://www.raicultura.it/webdoc/shoah-il-giorno-della-memoria/index.html#welcome
Gaetanoalberto Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Mah. Purtroppo la cronaca potrebbe influire sulla valutazione generale degli eventi quasi che si debba necessariamente usare due piatti di un’ipotetica bilancia. Mantenendo la necessaria lucidità possiamo senza timore: 1) Continuare a ricordare l’olocausto come il più clamoroso esempio dell’immane barbarie di cui l’umanità è capace quando coltiva pregiudizi etnico/religiosi (che erano anche interessi economico/politici). Avendovi contribuito direttamente, non è il caso di dimenticare. 2) Combattere l’immane barbarie di cui l’umanità continua ad essere capace quando coltiva inimicizie etnico/religiose (che sono anche interessi economico/politici), come negli attuali conflitti in Ucraina e Palestina. Le due cose camminano bene assieme, non sono alternative e non si compensano. 1
Uncino Inviato 27 Gennaio 2024 Autore Inviato 27 Gennaio 2024 Come potrebbe la cronaca non influire? Dopo la storica sentenza del tribunale dell'Aja la cronaca mainstream di tutto l'Occidente ha iniziato ad analizzare in modo più approfondito ciò che sta capitando a Gaza, e questo porta inevitabilmente a ritirare ad Israele quella "licenza di uccidere" che gli era stata concessa proprio in virtù di quegli antichi accadimenti. Questo altera in qualche modo ciò che accadde? Certamente no, però quello che è successo nella primissima parte del secolo precedente conta meno di ciò che il medesimo popolo sta facendo dal 1948 ad oggi. Alla memoria storica non può essere permesso di portarsi all'infinito, altrimenti dovremmo risalire al primo utilizzo della clava. Il 27 Gennaio non sarà mai più la rievocazione del genocidio ebraico ma quella del giorno in cui il numero di morti palestinesi è giunto a quota 27.000. Senza la storica sentenza dell'Aja questo titolo non sarebbe mai apparso sul principale quotidiano tedesco. ---
newton Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Facciamo cosi, 27 il giorno della vittoria di Hamas e spostiamo al 7 ottobre la giornata della memoria. Facciamo mezza anzi 1
audio2 Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 parrebbe anche giusto intanto però la giornata della memoria saranno 15 giorni che va avanti dite che domani finisce, al limite anche lunedi
maurodg65 Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 3 ore fa, Uncino ha scritto: Dopo la storica sentenza del tribunale dell'Aja
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