maverick Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Non ha condannato Israele Non ha ordinato il cessate il fuoco Non ha dato ragione alla Palestina. Ma oltre che qualche frase generica che avrebbe potuto dire chiunque (magari una citazione sui cambiamenti climatici e sulla fame nel mondo no, eh?).. qualcosa di un po' più efficace e pratico ... ???
claravox Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Quello che viviamo è sempre più un mondo al contrario, invece di stoppare l'invio delle armi che alimentano guerre e veri e propri genocidi, stoppano chi manifesta per invocare la pace. Adesso non ci resta che attendere che manifestare per la Pace diventi un vero e proprio "crimine di guerra"!!! 2
Roberto M Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 L'antisemitismo è rinato. Solo chi difende Israele può dire davvero "Ora mai più la Shoah" 27 Gennaio 2024 - 10:00 Nessun anniversario è stato più triste e difficile Il 7 ottobre ha rivelato una realtà terribile: l'odio per gli ebrei è ancora tra noi. E si nutre di menzogne sullo Stato fondato dopo l'Olocausto Fiamma Nirenstein Mai Giorno della Memoria è stato più triste e difficile da celebrare. La memoria della Shoah non può essere una formula di circostanza. Se lo diventa, l'antisemitismo che ha portato a sei milioni di morti resta oltre un invalicabile vetro opaco: solo con la conoscenza, la sincerità, la chiarezza morale per non ripetere gli errori del passato essa ha un significato. Ma il 7 ottobre ha rivelato una verità che stupisce: in Francia l'antisemitismo si è moltiplicato da quando abbiamo visto le immagini dei bambini dei kibbutz bruciati, le madri uccise davanti ai figli, ragazze e ragazzi violentati e smembrati. Non solo il popolo ebraico ha dovuto subire un'aggressione a famiglie innocenti che è costata il numero più alto di uccisi in un giorno dal tempo della Shoah, compiuta con intenti genocidi come testimonia il grido «Yehud, Yehud», («ebreo, ebreo»), degli zombie di Hamas in caccia; ma subito dopo si è sollevata un'ondata di menzogne costruite sull'ignoranza e la diffamazione, una raffica di antisemitismo da restare allibiti, anche quando, come nel mio caso, si scrive da anni sul nuovo antisemitismo che ha al centro lo Stato d'Israele. L'apice, ironico se non fosse tragico, è rappresentato dall'accusa di genocidio presentata all'Alta Corte di Giustizia dell'Aja dal Sudafrica: non contro Hamas, che ne ha perpetrato uno palese, filmato con orgoglio, ma contro Israele, in un'azione concertata coi terroristi stessi e i loro sostenitori internazionali. Il secolo scorso ha conosciuto immense stragi dovute alla vittoria di ideologie politiche assassine: sull'altare di nazismo, stalinismo e islamismo estremo, abbiamo visto milioni di persone perseguitate, deportate, uccise barbaramente. Col disegno genocida di uccidere il popolo ebraico, sempre, ogni volta, si è progettato di distruggere la democrazia e i valori giudaico-cristiani della liberaldemocrazia. Quindi non solo gli ebrei devono temere l'antisemitismo, ma tutto il mondo. La forza dell'antisemitismo è formidabile, ci vorrebbe un'azione educativa, politica, istituzionale che purtroppo manca. Al contrario, l'incitamento populista contro Israele si è avvalso di una costruzione molto complessa, un background storico di diffamazione costruita fin dai primi anni dello Stato ebraico, che ha fatto perno sulla pigrizia culturale, l'esaltazione politica delle folle nei campus e nelle periferie, la faciloneria woke degli intellettuali, le ong dei diritti umani che scelgono sempre e comunque la strada antiamericana e pro terzo mondo. Fondamentali sono state anche le grandi istituzioni come l'Onu, ma anche purtroppo l'Ue, accecate dalla soggezione culturale ed economica verso il mondo arabo e verso la minaccia islamista nelle città europee. Dopo le atrocità del 7 ottobre si è potuto osservare l'inimmaginabile, ovvero come un grande pogrom di ebrei con tanto di stupri e decapitazioni programmate, sia non solo tollerato ma esaltato dall'opinione pubblica internazionale; non preoccupa nessuno che chi ha progettato queste violenze adesso partecipi a trattative diplomatiche al Cairo, a Doha e persino in Europa. Anzi: la loro richiesta di tempo, che è una palese domanda di restare al potere per riorganizzare altri eccidi, viene sostenuta da folle che aggrediscono Israele e chiedono un cessate il fuoco per i nazisti. 1 1
Roberto M Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 Come ha scritto il grande storico dell'antisemitismo Robert Wistrich, dopo l'antisemitismo religioso e quello razziale si è generata un'ossessione omicida sopravvissuta al nazismo, che dall'Urss è passata al mondo islamico in un movimento di cui il mufti Haj Amin Al Husseini è il fondatore e che ha il suo degno rappresentante in Hamas come in tutta la Fratellanza Musulmana, sostenuta dall'Iran. Recentemente, questo morbo ha contagiato anche la cultura woke, che manicheisticamente contrappone i poveri oppressi, neri o arabi, ai ricchi colonizzatori, bianchi e razzisti. Israele non è niente di tutto questo, ma Hamas ha inaugurato una guerra per fare della Palestina il primo nocciolo di un Medio Oriente judenfrei, libero dal sionismo e dagli ebrei. La distruzione di Israele è il nuovo antisemitismo, ma non da oggi. Nel 1975 la risoluzione Onu «sionismo uguale razzismo»; nel 2002 la conferenza razzista dell'Onu a Durban contro Israele; nel 2016 la risoluzione del Consiglio di Sicurezza in cui Obama decide che gli Usa avallano una condanna per i territori occupati. Ciò si accompagna all'oblio degli accordi di Oslo con cui Israele ha sgomberato quasi tutti i Territori e aspetta solo un accordo per «due Stati, due popoli», mentre i palestinesi rispondono no tutte le volte, a colpi di Intifada e quasi 2mila morti seminati sugli autobus che esplodono. Israele insiste con la proposta di pace, sgombera Gaza nel 2005, ma gli ebrei seguitano ad essere l'obiettivo da eliminare «from the river to the sea», dal fiume al mare, uno slogan vuoti urlato per strada fino ad Harvard, dove ci si è convinti che uccidere gli ebrei sia un reato solo di quando in quando. La memoria che promette di abbandonare il male compiuto altro non è che una chiara analisi del presente, il coraggio della verità costi quel che costi. «Never again» sono parole che si sbriciolano davanti alle menzogne della religione dei diritti umani a senso unico. 1
Muddy the Waters Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 E’ corretto parlare di apartheid nella questione palestinese? Purtroppo si…. Qui viene ben spiegato: Il Muro di Separazione, gli insediamenti ebraici in Cisgiordania, l’iniquo sistema di cittadinanza differenziale a cui sono sottoposti i palestinesi, la demolizione sistematica delle abitazioni arabe: sono questi solo alcuni dei molti tasselli di un quadro di discriminazione Qui l’articolo completo: https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/01/31/news/e_corretto_parlare_di_apartheid_in_palestina-11201178/amp/ E’ facile comprendere come i partiti di ultradestra appoggino questa logica discriminatoria, di fatto sono gli stessi schemi applicati nei paesi in cui la destra è al potere: Discriminare elevate percentuali di popolazione per favorire economicamente piccole élite.
Questo è un messaggio popolare. 31canzoni Inviato 27 Gennaio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Gennaio 2024 Io non vedrei contrapposizione tra il giorno della memoria della Shoah e le manifestazioni per il genocidio impunito (che rimarrà tale) in corso a Gaza. Sono cambiati i nazisti ma le vittime sono sempre quelle: popolazione innocente. Vallo a spiegare a una classe politica sempre più illiberale, ai nuovi fenomeni delle democrature. Vallo a spiegare a una ricostruzione storica della liberazione di Auschwitz che non prevede nemmeno la citazione dell'armata Rossa. Vallo a spiegare a un parlamento europeo che con un'operazione di revisione storica di rara ignoranza e grossolana volgarità che ha parificato nazismo e comunismo, seguendo in questo le gasparrate missine che parificano e mistificano tra giorni della memoria e giorno del ricordo. Tempo perso. 3 2
Questo è un messaggio popolare. Jack Inviato 27 Gennaio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Gennaio 2024 4 ore fa, 31canzoni ha scritto: un'operazione di revisione storica di rara ignoranza e grossolana volgarità che ha parificato nazismo e comunismo a Bruxellles fanno anche cose buone allora 1 3
Membro_0022 Inviato 27 Gennaio 2024 Inviato 27 Gennaio 2024 La cosiddetta "operazione di revisione storica etc etc..." non ha parificato niente. Ha semplicemente preso atto del fatto che nazismo e comunismo si parificano da soli nelle azioni e nelle modalità. Ma si capiva anche senza parlamento europeo.
nullo Inviato 28 Gennaio 2024 Inviato 28 Gennaio 2024 Solita inutile querelle, che non sposta nulla... Lo chiamerei il giorno della marmotta ( cit. ) Il prossimo? Ovvio... il 25 aprile. Pre prevenire, in tal caso, si potrebbe tranquillamente rimettere in evidenza una delle discussioni del passato già presenti. Avrebbe lo stesso effetto, tipo di partecipazione e peso.
Jack Inviato 28 Gennaio 2024 Inviato 28 Gennaio 2024 16 ore fa, lufranz ha scritto: La cosiddetta "operazione di revisione storica etc etc..." non ha parificato niente. Ha semplicemente preso atto del fatto che nazismo e comunismo si parificano da soli nelle azioni e nelle modalità. Ma si capiva anche senza parlamento europeo. e nello scopo… farci vivere una vita che vogliono gli altri. Fatta di stenti oppure di follia. Ma cosa c’è di peggio?
maurodg65 Inviato 29 Gennaio 2024 Inviato 29 Gennaio 2024 All’attenzione di chi si indignò per l’intervento della Digos alla Scala di Milano durante il concerto di fine anno, il corpo militare interviene sempre come atto dovuto in determinate situazioni senza che per questo si configuri la volontà di perseguire gli autori tanto che anche nel caso indicato qui sotto l’intervento c’è stato, tra l’altro durante una manifestazione vietata e che si è svolta comunque in palese violazione della stessa: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/24_gennaio_28/mihael-25-anni-l-autore-del-cartello-pro-israele-da-una-finestra-di-milano-c-e-chi-mi-ha-chiesto-di-fare-il-sindaco-e-chi-mi-ha-dato-dell-infame-sionista-4014bce6-3144-4de6-82f0-d3ba15297xlk.shtml Mihael, 25 anni, l'autore del cartello pro Israele da una finestra di Milano: «C'è chi mi ha chiesto di fare il sindaco e chi mi ha dato dell'infame sionista» Mihael Melnic e, a destra, lo slogan che ha esposto alla finestra, davanti al presidio pro Palestina di Matteo Castagnoli28 gennaio 2024, 15:31 - Aggiornata il 28 gennaio 2024 , 19:42 Bergamasco, fondatore di una startup a Dublino, ha sfidato i manifestanti non autorizzati per la Palestina: «Rivendico la mia idea, Hamas è un'organizzazione terroristica, questi cortei non vogliono la pace» «Con quel cartello ho espresso un pensiero che dovrebbe essere universale, e cioè criticare un’organizzazione terroristica. Ossia Hamas. È chiaro chi sia l’aggressore e chi, invece, l’aggredito. Se avessi voluto provocare i manifestanti, avrei scritto altro». Se si bussa alla porta di casa di Mihael Melnic, 25 anni, lui risponde con un socievole «Chi è?». Sembra abituato. Almeno lo sembra dopo sabato pomeriggio, quando quell’appartamento, o meglio quella finestra del soggiorno di una tipica casa di ringhiera affacciata su via Padova, a Milano, è quella su cui si sono concentrate le attenzioni dei manifestanti pro Palestina, delle forze dell’ordine e dei giornalisti. È bastato un cartello di quattro fogli legati con dello scotch. Sopra Mihael, bergamasco d’origini e fondatore di una start up con base a Dublino, ha scritto altrettante parole con un eyeliner nero. «Era l’unica cosa che avevo in casa. Continuavo a rifare la punta». Un improvvisato, dunque, «Free Gaza from Hamas» esibito durante la manifestazione non autorizzata a Milanoper la Palestina nel Giorno della Memoria. Dalla strada cori, provocazioni: «Scendi». Dall’alto un ragazzo che dice: «Rivendico un'idea». Sapeva di questa manifestazione non autorizzata? «No». Quindi il cartello non era programmato? «Assolutamente no. Stavo tornando a casa da Dublino. Zainone in spalle. Sono passato in mezzo alla folla. Poi dalla finestra ho visto la polizia che bloccava i manifestanti, era il Giorno della Memoria: ho sommato le cose. Ma è a quel punto che ho sentito il bisogno di protestare, pensando tra l’altro da subito alle conseguenze». Cioè? «Tra le conseguenza possibili, c’era sicuramente il rischio di rivalse personali. Siamo comunque in un quartiere sensibile a certi temi. Ma per me non è concepibile pensare alla violenza come soluzione. In nessun modo. Non è stato un gesto inconsapevole, scellerato o sprezzante. Tutt’altro». Infatti dalla strada alcuni manifestanti la sfidavano. Dicevano di scendere se ne avesse avuto il coraggio. «Sentivo, sentivo. Mi hanno indirizzato il classico coro “Scemo, scemo”. Addirittura dall’altro lato del cordone di polizia e carabinieri alcune persone pro Palestina in un primo momento mi hanno applaudito perché hanno visto solo due parole “Free Gaza..”. Poi hanno cambiato idea». È venuta a cercarla la polizia? «Sì, ero ancora alla finestra quando ho sentito bussare forte alla porta. Cercavano di aprirla. Ho avuto paura perché ho pensato fosse qualche manifestante. Ho chiamato il 112, pensi un po’, chiedendo aiuto. Poi mi hanno spiegato che era la polizia in borghese» Cosa le hanno detto? «Mi hanno chiesto di consegnare il cartello, che ho tenuto perché mio. Mi hanno identificato, e ho raccontato loro chi fossi. Alla fine abbiamo parlato quasi un quarto d’ora, ognuno spiegando le proprie ragioni. Un dialogo cordiale e civile. Come ho detto anche a loro, mi spiace se con quel gesto ho complicato il loro lavoro di ordine pubblico ma non ho fatto nulla di illegale». Com’è proseguito il pomeriggio? «Non mi sono più affacciato. La sera sono uscito con amici e il mattino dopo mi sono svegliato con la mia faccia in un post del ministro Salvini. È strano. Ma la sovraesposizione non è un problema, per me che sono un ragazzo della generazione Z». Ha letto i commenti sui social? «Sì, vanno dall’”eroe nazionale”, al “sindaco di Milano” fino all’”infame sionista”. Sorrido». Ha mai partecipato a cortei o manifestazioni di piazza? «No. Perlomeno non di questo tipo. Difendo comunque le mie idee. In questa guerra tra Israele, che ho tra l’altro visitato più volte, e Hamas le responsabilità dal 7 ottobre sono chiare. Hamas è un’organizzazione terroristica, come ho già detto, e il mio intento era criticarla. In quelle manifestazioni di piazza si sentono cori del tipo “Israele fascista, stato terrorista” che non condividerò mai. Questo aldilà del background culturale e politico di ognuno di noi. Questi cortei non vogliono la pace». Lo rifarebbe? «Ma certo che sì, rivendico un pensiero. Anche se va detto che questi gesti rischiano di perdere valore se ripetuti. Quindi una volta va bene, di più forse no».
maurodg65 Inviato 29 Gennaio 2024 Inviato 29 Gennaio 2024 Il disagio spiegato bene: Il Corriere ha ritenuto opportuno fare giornalismo andando a intervistare l'incarnazione fisica del provocatore calendiano su Twitter con le bandierine nel profilo, con lo stile del Corriere: «Se si bussa alla porta di casa di Mihael Melnic, 25 anni, lui risponde con un socievole "Chi è?". Sembra abituato... bergamasco d’origini e fondatore di una start up con base a Dublino, ha scritto altrettante parole con un eyeliner nero. "Era l’unica cosa che avevo in casa. Continuavo a rifare la punta... È chiaro chi sia l’aggressore e chi, invece, l’aggredito"». (Incomprensibile perché tal Paolo Mossetti abbia evidenziato il passaggio sull’eyeliner esattamente come lo è il perché il CdS abbia eliminato il passaggio presente nel primo articolo e non più nelle versione successiva, ma lo è di più l’arzigogolata teoria dell’autore del tweet, un candidato di Potere al Popolo, che la democrazia non sa neppure dove stia di casa.)
senek65 Inviato 29 Gennaio 2024 Inviato 29 Gennaio 2024 In giorni come questi si dovrebbe stare zitti in silenzio ed ascoltare. 1
garmax1 Inviato 29 Gennaio 2024 Inviato 29 Gennaio 2024 Adesso, senek65 ha scritto: stare zitti in silenzio ed ascoltare. Ho ascoltato il racconto di Sami Modiano intervistato da Monica Maggioni...
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