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Guerra in Ucraina alla luce della nuova posizione statunitense


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Inviato

 

In sostanza gli USA hanno solo dichiarato che per il 2024 aiuteranno l’Ucraina concentrandosi sul mantenimento delle posizioni cercando nel contempo di aiutare il paese sul piano della riorganizzazione economica nell’attesa di “sbloccare” i finanziamenti che il Partito Conservatore sta bloccando in ottica elettorale cercando di barattare gli aiuti all’Ucraina con la soluzione da esso desiderata sull’immigrazione.

In poche parole nessun abbandono dei territori occupati ma solo una strategia a lungo termine.

Nel frattempo aiuti da parte dei paesi europei che surrogheranno gli USA negli aiuti militari e non.


https://www.quotidiano.net/esteri/ucraina-russia-usa-js6cgpym
 

Il piano senza riconquista

L’amministrazione Biden sta mettendo a punto infatti – riporta il Washington Post – una nuova strategia a lungo termine per sostenere Kiev che non prevede per quest’anno riconquiste importanti del territorio occupato dalla Russia, concentrandosi invece sul sostegno all'Ucraina per respingere nuove avanzate russe.

L’idea, hanno spiegato funzionari Usa al giornale, è di garantire al momento che l'Ucraina mantenga le sue posizioni sul campo di battaglia, ma "mettendola su una traiettoria diversa perché sia molto più forte entro la fine del 2024, portandola su un percorso più sostenibile".

Lo sforzo multilaterale

Secondo il Wp, il piano degli Stati Uniti rientra in uno sforzo multilaterale che vede coinvolti decine di paesi che sostengono l’Ucraina a lungo termine. Ogni paese sta preparando un documento in cui illustra i propri impegni nell'arco di un decennio.

Anzitutto la Gran Bretagna

Il Regno Unito, ricorda il quotidiano Usa, ha già annunciato il proprio accordo decennale con l’Ucraina, firmato dal premier Rishi Sunak e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev, per contribuire alla "sicurezza marittima, alla difesa aerea, all’artiglieria e ai mezzi corazzati", così come al sostegno fiscale e all’accesso al settore finanziario.

Pronta anche la Francia

Secondo il Wp, la Francia dovrebbe svelare a breve il proprio impegno, in occasione dell'imminente visita in Ucraina del presidente Emmanuel Macron.
Gli Usa e lo sblocco dei finanziamenti

Da parte sua, l'amministrazione Usa spera di annunciare in primavera il proprio impegno decennale, ora in fase di definizione da parte del dipartimento di Stato con la benedizione della Casa Bianca, presupponendo che la richiesta di 61 miliardi di dollari del presidente Biden per finanziamenti supplementari all’Ucraina venga approvata dal Congresso.

Il documento Usa per Kiev

Secondo i funzionari statunitensi, il documento americano garantirà il sostegno alle operazioni militari a breve termine, contribuendo a creare una forza militare ucraina in grado di scoraggiare l’aggressione russa. Comprenderà impegni e programmi specifici per aiutare a proteggere, ricostituire ed espandere la base industriale e di esportazione dell’Ucraina e ad assistere il paese nelle riforme politiche necessarie per la piena integrazione nelle istituzioni occidentali. Un funzionario statunitense ha sottolineato che la speranza è che l'impegno a lungo termine - sempre presupponendo il consenso del Congresso - sia anche un aiuto "a prova di futuro" per l’Ucraina in caso di rielezione dell’ex presidente Donald Trump.

 

Inviato

 

 

NOVITÀ: Il Cremlino e i funzionari statunitensi hanno respinto le voci sulla volontà del presidente russo Vladimir Putin di impegnarsi in negoziati significativi tra le continue indicazioni del Cremlino secondo cui la Russia cerca niente di meno che la piena capitolazione ucraina e occidentale.


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2/ Le richieste russe per la “neutralità” ucraina e una moratoria sull’espansione della NATO sono sempre state e continuano ad essere una delle principali giustificazioni di Putin per la sua invasione dell’Ucraina.

3/ Qualsiasi ipotetica concessione del Cremlino su queste richieste rappresenterebbe un importante ritiro strategico e retorico da parte di Putin che è estremamente improbabile che Putin stia prendendo in considerazione in questo momento.

4/ È altamente improbabile che Putin offra queste concessioni poiché non smetterà di perseguire il suo obiettivo di controllare l’Ucraina e indebolire la NATO, salvo una sconfitta decisiva.

5/ Gli attori russi potrebbero fingere interesse nell’offrire concessioni sul posto dell’Ucraina nelle istituzioni occidentali, nel tentativo di sollecitare concessioni occidentali preventive sull’integrità territoriale dell’Ucraina.

6/6 Maggiori informazioni nella valutazione della campagna offensiva russa del 26 gennaio: 


https://isw.pub/UkrWar012624


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Inviato
3 ore fa, Berico ha scritto:

Mi pare evidente che la Russia non sta usando tutta la sua potenza proprio perché sa che la risposta dal lato occidentale  potrebbe essere commisurata, siamo un deterrente più che un aiuto effettivo.

E questo cosa vorrebbe dire, che non ha usato l’arsenale nucleare? Con le armi convenzionali la Russia è inferiore persino all’Ucraina, che infatti non è riuscita a piegare e sta combattendo con i “nostri scarti” e con un braccio legato dietro la schiena perché ciò che viene ad essa fornito, per scelta strategica errata dell’Occidente, non deve poter colpire il territorio russo, quindi di che parli?

L’India ha rotto ogni rapporto di fornitura militare con la Russia per ‘impossibilità di questa di rispettare i tempi di fornitura ma soprattutto perché si è resa conto di come sul piano tecnologico le armi USA ed occidentali in genere siano tecnologicamente più avanzate, la guerra in Ucraina lo sta dimostrando, quindi di che si parla?  

Inviato
3 ore fa, Berico ha scritto:

Mi pare evidente che la Russia non sta usando tutta la sua potenza proprio perché sa che la risposta dal lato occidentale  potrebbe essere commisurata, siamo un deterrente più che un aiuto effettivo.

E questo cosa vorrebbe dire, che non ha usato l’arsenale nucleare? Con le armi convenzionali la Russia è inferiore persino all’Ucraina, che infatti non è riuscita a piegare e sta combattendo con i “nostri scarti” e con un braccio legato dietro la schiena perché ciò che viene ad essa fornito, per scelta strategica errata dell’Occidente, non deve poter colpire il territorio russo, quindi di che parli?

L’India ha rotto ogni rapporto di fornitura militare con la Russia per ‘impossibilità di questa di rispettare i tempi di fornitura ma soprattutto perché si è resa conto di come sul piano tecnologico le armi USA ed occidentali in genere siano tecnologicamente più avanzate, la guerra in Ucraina lo sta dimostrando, quindi di che si parla?  

Inviato

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/leconomia-russa-e-sempre-piu-uneconomia-di-guerra-146648#:~:text=Il governo russo ha dichiarato,quanto previsto per il 2023.
 

L’economia russa è sempre più un’economia di guerra

Il grafico del giorno

 

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Il governo russo ha dichiarato che, nel 2024, le spese per la difesa ammonteranno all’equivalente di 108 miliardi di dollari: il triplo del 2021, l’ultimo anno pre-invasione, e il 70% in più rispetto a quanto previsto per il 2023. Per sostenere lo sforzo bellico in Ucraina, Mosca sembra disposta a utilizzare ogni risorsa disponibile, fra tasse straordinarie e “donazioni volontarie” imposte alle aziende occidentali che lasciano la Russia. Una pressione eccezionale sull’economia, che spiega in parte anche la crescita del PIL russo registrata nel breve termine, ma che costringe il Cremlino a fare scelte molto difficili: cosa tagliare, tra sussidi e welfare. 

Inviato

 

https://www.linkiesta.it/2024/01/russia-deficit-spese-militari/

 

 

La Russia maschera l’allargamento del deficit con le spese militari - Linkiesta.it

Federico Bosco

 

 

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L’anno scorso il deficit di bilancio della Russia si è ampliato più del previsto, poiché le entrate del petrolio e del gas sono diminuite di quasi un quarto mentre il Cremlino continuava ad aumentare le spese militari della guerra d’aggressione contro l’Ucraina. Gli ultimi dati del ministero delle Finanze russo mostrano che il gap fiscale ha superato i tremila miliardi di rubli, una cifra pari a trentasei miliardi di dollari, ovvero l’1,9 per cento del Pil. Si tratta di trecento miliardi di rubli in più, sia rispetto all’obiettivo di bilancio fissato per l’intero 2023 che alla stima per fine dicembre annunciata in precedenza dal ministro delle Finanze Anton Siluanov.

La spesa ha superato dell’undici per cento le proiezioni, mentre le entrate fiscali dalle esportazioni di petrolio e gas – che rappresentano quasi un terzo delle entrate della Russia – sono crollate del ventiquattro per cento rispetto al 2022. Ciò è dovuto al calo del prezzo dei barili di greggio degli Urali in un contesto globale di calo del mercato, e ai primi effetti della stretta degli Stati Uniti sui controlli dell’applicazione del price cap, ora affiancati all’introduzione delle prime sanzioni secondarie sulle società dei paesi terzi. Inoltre, ad accentuare il calo delle entrate nette è il crollo delle esportazioni russe dai gasdotti, e i generosi sussidi statali concessi all’industria petrolifera nazionale.

La rilevazione della riduzione degli incassi da petrolio e gas e l’aggravarsi del deficit arriva all’inizio di un anno in cui Mosca ha pianificato un aumento di quasi il settanta per cento delle spese militari, che ormai rappresentano l’unico fattore di crescita della Russia, con effetti fortemente distorsivi nella percezione dei dati e della realtà economica dopo l’invasione dell’Ucraina. Mosca infatti ha sfidato le previsioni iniziali sul crollo a due cifre della sua economia colpita da un’ondata senza precedenti di sanzioni occidentali. Nel 2022 il Pil si è limitato a una contrazione del 2,1 per cento, seguita da un ritorno alla crescita nel 2023 con un dato finale che dovrebbe raggiungere il 3,5 per cento. Dietro questi dati oggettivamente positivi però c’è una spesa pubblica fuori controllo, un’inflazione elevata e forti distorsioni e nella produzione industriale e nell’occupazione.

Secondo Alexandra Prokopenko, economista ex consigliere della Banca centrale russa che ha lasciato l’incarico e la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, la combinazione di spesa militare, carenza di manodopera e aumento dei salari e dei sussidi ha creato un’illusione di benessere che non durerà. «Piuttosto che segnalare la salute dell’economia, la crescita russa è sintomatica di un surriscaldamento» scrive Prokopenko in un’analisi per la rivista Foreign Affairs, sottolineando che nel lungo periodo le spese militari di Mosca potrebbero destabilizzare la sua economia.

Valutazioni simili a quelle di Konstantin Sonin, economista russo che insegna nell’Università di Chicago negli Stati Uniti. In un articolo per la Novaya Gazeta – quotidiano russo che dal 2022 ha sospeso le pubblicazioni in Russia e lanciato un’edizione europea dalla Lituania – Sonin spiega che l’economia russa si sta adattando alle priorità militari del Cremlino, e che la crescita del Pil russo è quasi una finzione statistica.

«Più vengono pagati stipendi nel complesso militare-industriale, più le persone vengono occupate. Più lo Stato domanda equipaggiamenti, armamenti e tecnologie militari, più cresceranno le imprese e le infrastrutture legate al settore. Tutto questo però sottrae capitale e manodopera alle altre attività produttive», sostiene Sonin, affermando che la guerra sta cambiando la struttura dell’industria russa facendo prevalere la produzione militare su quella civile, surriscaldando l’economia.

Una crescita del Pil legata a un settore che non trasmette a sufficienza capitali e produzioni nell’economia civile significa che i russi per consumare devono continuare a importare beni dall’estero (principalmente dalla Cina), ma con una valuta estremamente debole, perpetuando il circolo vizioso che ha portato il rublo a oscillare fra cinquanta e cento rubli per dollaro in soli due anni.

Pertanto, nel 2024 la crescita potrebbe fermarsi, ma non l’inflazione, che invece continuerà a salire. Nell’ultimo report la Banca centrale russa ha corretto al rialzo le previsioni per l’inflazione del 2024 portandole al 14,2 per cento (il livello più alto dall’invasione dell’Ucraina). Il dato ufficiale attualmente è del 7,5 per cento su base annuale, ma su molti beni di prima necessità è superiore. In base ai dati della Banca centrale, da gennaio 2023 i prezzi delle uova sono aumentati del quarantatré per cento, quelli di frutta e verdura del ventidue per cento, i biglietti dei trasporti pubblici del diciassette per cento, la carne dell’undici per cento. L’inflazione percepita è al diciassette per cento.

Il basso rapporto debito/Pil (sotto il venti per cento) e la disponibilità di yuan e di riserve auree permettono a Mosca di non di non temere l’aumento del debito interno, né di preoccuparsi come finanziare il debito estero. Ma nel medio-lungo periodo la Russia rischia di trovarsi in una situazione simile a quella iraniana, con un regime politico arcaico e intriso di belligeranza verso l’esterno che mantiene intatto il suo potere, sullo sfondo di una forte repressione interna, e una decennale stagnazione economica.

 

Inviato
9 ore fa, appecundria ha scritto:

Giusto! Però il topic parla di USA e allora.. 

il thread è basato su una interpretazione di parte di quanto realmente sta accadendo, più o meno una costante da parte dell’autore, in realtà come già scritto questo è un argomento che rientrerebbe in piano nel thread originario sulla guerra perché riporta una strategia di lungo periodo da parte dei paesi, uno in particolare ed il più grande, che in virtù dei problemi di politica interna legati all’elezione di novembre del nuovo POTUS non è riuscito, come era nelle previsioni, a far approvare un finanziamento di 61 miliardi per l’Ucraina a causa dell’ ostruzionismo dei Repubblicani “fomentati” da Trump, come conseguenza l’amministrazione Biden ha scelto di seguire una diversa strategia che permetta all’Ucraina di mantenere le posizioni ottimizzando le risorse, un po’ quello che fece la Russia dopo la prima fase dell’invasione nella quale cercava di prendere l’intero paese venendo falcidiata dall’esercito ucraini, si ritirò a difesa dei territori occupati per concentrare le forse e porre un freno all’avanzata degli ucraini che altrimenti avrebbero rispedito a casa i russi in poche settimane, oggi di fronte alla possibilità di ricevere meno aiuti militari dagli USA, ci saranno i paesi UE che si stanno impegnando maggiormente per surrogare gli americani, si cerca di stabilizzare le posizioni ottimizzando le risorse e nel contempo mettere in condizioni l’Ucraina di ripartire sul piano economico per quanto possibile, in modo da rendere economicamente e socialmente più sostenibile il conflitto che, ricordo, è sempre sulla carta di Davide come Golia.

Quindi nessuno rinuncia a nulla, soprattutto perché a rinunciare ai territori dell’Ucraina dovranno essere gli ucraini e questo non molleranno mai, neppure nella remota e disgraziata ipotesi che gli USA rieleggano Trump, che è poi il motivo per il quale si sta dando una mossa persino la indolente Europa e UK, Germania e Francia hanno gettato la maschera e si sono apertamente schierate pro Ucraina con piani decennali di aiuti al paese sotto attacco russo.

Inviato

Il problema che l’analista non capisce, o finge di non capire, è che la china presa dalla Russia la porterà alla dissoluzione, sociale ed economica, quel poco di tessuto produttivo che produceva ricchezza e che dava alla Russia un PIL pari a quello della Lombardia oramai è distrutto, l’export di materie prime pesantemente compromesso da strategie errate e dalla chiusura delle forniture alla UE non sostituibile dall’Asia, la produzione bellica che ormai è il fulcro dell’economia russa ma è obsoleta, tecnologicamente arretrata, utile solo contro un paese come l’Ucraina che ha un quarto della sua popolazione, continua a combattere solo in virtù della scelta di usare gli uomini come carne da macello al fronte surrogando l’arretratezza tecnologica delle sue armi, ma questa scelta acuirà ulteriormente il problema demografico nel prossimo futuro, in anni di conflitto moriranno altri centinaia di migliaia di uomini e la soluzione sarà che la Russia sarà sempre più dipendente dall’import asiatico e cinese essendo incapace di far ripartire la produzione interna, finendo per diventare ciò che in parte già è, un paese del terzo mondo con una ricchezza di materie prima che non potrà sfruttare finendo per collassare o assomigliare, come ricorda il precedente articolo postato, sempre più all’Iran un paese in perenne guerra con tutti che sarà sempre più repressivo al suo interno, essendo nel pieno dell’Europa questo è il vero motivo di preoccupazione per il nostro continente che consiglia ai paesi europei, come già visto, di supportare economicamente e con la fornitura di armi l’Ucraina affinché la Russia venga sconfitta definitivamente. 

extermination
Inviato

Ma qualcuno di voi pensa davvero che nel momento in cui si dovesse decretare la cosiddetta "fine della guerra" in quei territori possa regnare la "pace" nei rapporti tra russi ed ucraini?

Non sarà una questione di tempo ne di accordi ad alti livelli che potrà cancellare con un colpo di spugna l'ira di un popolo invaso e decimato dal "nemico".

Andrebbe già bene se si giungesse in tempi ragionevoli (e non anni di attesa) al termine dei  combattimenti "pesanti" (tregua?!) E poi?! Dubito fortemente nella parola "fine".

Inviato

A mio avviso Ucraina e Palestina resteranno occupate permanentemente.

Non vi potrà più essere pace in quelle terre.

Inviato

abbiamo 63 missili, usiamoli !

moriremo da eroi, ma dopo aver fatto il cūlus al mondo per ben 5 minuti.

  • Haha 1
Inviato
11 ore fa, Uncino ha scritto:

privata dei territori conquistati dalla Russia l'Ucraina sarà un Paese poverissimo

mah... non me ne intendo di agricoltura ucraina, ma a guardare la cartina non mi sembra che la striscietta del donbass sia gran cosa rispetto alle praterie del resto del paese, boh.. .sbaglierò..

Inviato
4 ore fa, scroodge ha scritto:

mah... non me ne intendo di agricoltura ucraina, ma a guardare la cartina non mi sembra che la striscietta del donbass sia gran cosa rispetto alle praterie del resto del paese, boh.. .sbaglierò..

Di sbagli, ma non per tua colpa perché questo genere di considerazioni arriva poco o nulla nella stampa mainstream.

Partiamo da una considerazione: nessuna guerra su vasta scala inizia per ragioni legate alla difesa dei diritti delle minoranze, quelle sono boiate utili a giustificarle.

Le guerre su vasta scala scoppiano sempre e soltanto per una ragione: il controllo delle risorse e della ricchezza.

Partiamo proprio da questo. 

-

Il grano, che come giustamente hai fatto notare era considerata la ricchezza ucraina.

Quella allegata è l'immagine con la distribuzione della produzione di grano nelle varie regioni ucraine.

Allo stato attuale all'Ucraina ne resta molto, tuttavia un bel pezzo delle regioni più produttive sono adesso ammesse alla Russia.

-

I giacimenti minerari

Un buon articolo del 2022 di Circular Economy Network conteneva questo

L’Ucraina ha il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di titanio e il 20% di grafite. Oltre a ossidi di litio, nichel e cobalto

E questo

il paese ha anche ingenti giacimenti di ossido di litio, stimati in 500.000 tonnellate. Da aggiungere miniere di nichel, cobalto, cromo, tantalio, niobio, berillio, zirconio, scandio, molibdeno, oro e grafite. Proprio per valutare l’entità di tali riserve l’Ucraina aveva iniziato a mettere all’asta i permessi di esplorazione. 

In base al tipo di minerale fra il 30% ed il 50% di quei giacimenti si trova ora nei territori annessi alla Russia.

-

Le industrie

l'Ucraina sveva tre industrie pesanti ed una energetica di particolare rilievo: l'Azovstal (uno dei principali complessi siderurgici europei), la cockeria di Avdeevka (la quarta in Europa) e la centrale termonucleare Zaporizhzhia (la più grande d'Europa).

Siderurgia e centrale nucleare (in realtà diverse centrali, quella è la maggiore) sono nei territori annessi alla Russia, e a meno di miracoli da qui a non molto lo sarà anche la cockeria.

-

Porti

l'Ucraina sveva numerosi porti dal Mar d'Azov al Mar Nero, che con la sola esclusione di Odessa ed un porto fluviale sono ormai nei territori annessi alla Russia.

-

Conclusione: non proprio terzo mondo, ma non molto meglio.

Non accettando quell'ultimatum l'ucraina non si è solo causata un'enorme quantità di morti e distruzione, ma ha perso anche una parte enorme della sua ricchezza.

E visto che senza supporto statunitense per un nuovo tentativo di riconquista la guerra è destinata a finire leggermente peggio di così, proprio non si capisce il senso della cosa.cartina-ucraina-produzione-mar-2022-fonte-usda-490.png.8bc7b70b9d4e25b67f6f1d8da08fb6ad.png

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Inviato
7 ore fa, extermination ha scritto:

Ma qualcuno di voi pensa davvero che nel momento in cui si dovesse decretare la cosiddetta "fine della guerra" in quei territori possa regnare la "pace" nei rapporti tra russi ed ucraini?

Non sarà una questione di tempo ne di accordi ad alti livelli che potrà cancellare con un colpo di spugna l'ira di un popolo invaso e decimato dal "nemico".

Andrebbe già bene se si giungesse in tempi ragionevoli (e non anni di attesa) al termine dei  combattimenti "pesanti" (tregua?!) E poi?! Dubito fortemente nella parola "fine".

Non subito ma già nel medio termine si.

Il giusto odio che adesso provano per i russi verrà trasferito sugli occidentali che li hanno spinti alla guerra per poi abbandonarli.

Ma c'è anche da considerare il fatto che quella post bellica sarà una Ucraina dipendente dalla Russia e minacciata da Polonia ed Ungheria.

Tutte le nazioni che vedi sulla carta geografica hanno ragioni storiche di odio per il vicino, ma tutte sono state superate una volta cambiato il paradigma.

extermination
Inviato
4 minuti fa, Uncino ha scritto:

giusto odio che adesso provano per i russi verrà trasferito sugli occidentali che li hanno spinti alla guerra per poi abbandonarli

Cioè vuoi dire che non li "accompagnerà" la UE nella ricostruzione ma la "madre Russia" ( sborsando suon di denari in finanziamenti) dopodiché entreranno pure loro nei brics. Dai non scherziamo.

extermination
Inviato
5 minuti fa, Uncino ha scritto:

minacciata da Polonia ed Ungheria.

Più probabile che entri nella UE.

 

Inviato
1 minuto fa, extermination ha scritto:

Cioè vuoi dire che non li "accompagnerà" la UE nella ricostruzione ma la "madre Russia" ( sborsando suon di denari in finanziamenti) dopodiché entreranno pure loro nei brics. Dai non scherziamo.

Molto difficile, al di là delle belle parole, che a dire la verità dopo il fallimento dell'offensiva d'estate risuonano sempre meno, l'Ucraina è un competitor della UE sia per l'agricoltura che per i costi.

Non vedo un futuro nella UE per l'Ucraina, ma neppure nei BRICS.

Sarà un Paese dipendente dalla Russia che fra un paio di turni elettorali eleggerà una maggioranza adatta a normalizzare i rapporti.

Inviato
1 minuto fa, Uncino ha scritto:

un paio di turni elettorali

Quindi fra circa vent'anni (se parliamo di elezioni vere al di fuori della staffetta fra Putin e il suo alias).


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