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Melius Club

oggi chi dobbiamo odiare?


appecundria

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Un bel Hatelendario di frate Je Meno.

Già vedo l'impaginazione:

I Consigli di frate Je Meno: L'Orto: da quale arbusto si ottiene il legno più doloroso.

Dal Libro delle Stelle: je le devi fa vedè le stelle.

Donne: te le leveno da le mani.

Salute: poca quanno ho finito.

Grillo Sparlante: se ce provi te corco.

Vedo Prevedo Travedo: che mo' so c@zzi tua.

Lo sapevate? Mo che o' so facciamo li conti.

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@appecundria

 

Più che odio ritengo che sia il rancore il sentimento dominante, che nell'odio trova la sua manifestazione.

Consentimi di partire da lontano. Cercavo di comprendere quanto avviene negli istituti professionali e parlando con i docenti ritenevano che il rifiuto dell’istruzione e della scuola ed i comportamenti che questi ragazzi mostrano a scuola sia una nuova forma di disadattamento, se non di devianza, da benessere, conseguenza dei (dis)valori di consumismo e di possesso dei beni materiali, individualismo che sconfina nel solipsismo, disvalori ancor più distruttivi in contesti di sia pur relativa deprivazione materiale e culturale. Un insegnante non appare un modello, bensì uno che ha passato anni a studiare per una retribuzione di poco superiore ad un operaio (uno “sfigato”) e che quindi non può permettersi quei beni materiali che secondo i disvalori di cui sopra sono divenuti il senso e l’obiettivo dell’esistenza. Gli studenti dei professionali hanno purtroppo recepito e fatti propri i disvalori del consumo, del possesso dei beni materiali, dell’individualismo. Paradossalmente sono ben integrati nel tempo in cui vivono, ma il vedersi poi negati i beni materiali esibiti da chi li possiede e consapevoli che ben difficilmente riusciranno ad averli genera in loro un sentimento di rancore che si può cogliere nei comportamenti avvengono nell’ambito scolastico.

Ritengo che questa forma di rancore sia molto diffuso e che sia alla base dell’odio e del risentimento che infesta i social ed ho il dubbio che sia alimentato consapevolmente.

 

 

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Non escludo che questa sorta di frustrazione, sia anche riconducibile a comportamenti competitivi

Spesso i ragazzi, sono molto permeabili ai modelli proposti da genitori e società 

Anche i videogiochi, spesso tutt'altro che educativi, ritengo possano contribuire a questa furia competitiva e al rifiuto della sconfitta

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