LUIGI64 Inviato 8 Marzo 2024 Inviato 8 Marzo 2024 Cito volentieri M. Recalcati, il quale pone interessanti spunti di riflessione sul tema del totalitarismo: (...) Il centro dell’utopia totalitaria è infatti costituito da un ideale che funziona collettivamente come una causa assoluta. Il mito totalitario ripara perciò l’uomo – lo faceva notare Erich Fromm nel suo celebre studio sulla personalità autoritaria titolato Fuga dalla libertà, pubblicato anch’esso in piena seconda guerra mondiale – dalla condizione lesa della sua esistenza, dall’angoscia di fronte non tanto alla «libertà da» (versione ancora infantile della libertà) ma alla «libertà di» (dimensione autenticamente etica della libertà). Alla fine della seconda guerra mondiale, sulle macerie dei disastri provocati dalla follia nazifascista, Hannah Arendt pubblica il suo celebre studio Le origini del totalitarismo. Per un verso la sua tesi di fondo si mantiene nel solco dell’analisi freudiana: l’esperienza del totalitarismo è l’esperienza dell’abolizione violenta del singolare, è l’esperienza della negazione feroce e terroristica della pluralità irriducibile degli uomini nel nome di una causa elevata a un dover-essere assoluto e spietato: un dover-essere in cui ritroviamo quei caratteri superegoici che Freud attribuiva alla voce del padre arcaico. È il principio base di ogni fondamentalismo: la verità assoluta della causa si impone sul destino delle vite singolari rendendolo un puro accidente di fronte alla necessità che invece ispira il disegno della natura o della storia. Per questo Hannah Arendt affermava che l’essenza terroristica del potere totalitario inverte il principio etico fondamentale per il quale «non l’Uomo ma solo gli uomini abitano la terra», giungendo a «far sparire la pluralità degli uomini in un unico Uomo di dimensioni gigantesche». Nelle analisi di Freud e di Arendt l’essenza del totalitarismo sembra dunque consistere nella soppressione della singolarità nel nome di un potere superiore, di una causa identificata con una verità assoluta che non lascia spazio alla deviazione singolare. In questo senso Freud insiste nel porre a fondamento del legame totalitario una certa versione (aberrante) della figura paterna Se dunque la versione storica dei totalitarismi si manifesta come una ipertrofia delirante del padre ordalico, questo avviene, ed è la tesi scabrosa che Lacan sviluppa nei suoi Complessi familiari del 1938 (sic!), proprio nel momento in cui la stessa psicoanalisi registra già una crisi irreversibile dell’Imago paterna e della sua autorità simbolica. L’utopia totalitaria prende, cioè, corpo proprio nel momento in cui la funzione guida del Padre viene meno, quasi si trattasse di una sorta di compensazione oscena: lo sguardo folle e invasato del leader supplisce l’assenza di sguardo del padre privato della sua autorità simbolica. https://rassegnaflp.wordpress.com/2005/10/08/indagine-sulle-forme-del-totalitarismo-nella-contemporaneita/
Amministratori cactus_atomo Inviato 8 Marzo 2024 Amministratori Inviato 8 Marzo 2024 @LUIGI64 personalmente ritengo che il totalitarismo sia la versione laica delle religioni rivellate. In emntrambi i casi si ha un testo sacro, la fede nel tsto come motore di ttto, la fedeltà come valore primario, il non riconoscimenti di chi non aderisce come "nemico" da convincere se pissossibile o meglio ancora (c'est plus facile( da eliminare unaa volta ci si scannava tra crstiani e musulmni, tra cattolici e protestanti, tra sciiti e sunniti, tra mussulmni ed induisti, pare ch ela nistra soecie abbia bisogno di trivare un capro espiatorio, un male assoluto a cui rifilare tutte le colpe
senek65 Inviato 8 Marzo 2024 Inviato 8 Marzo 2024 La libertà è faticosa: richiede impegno, sforzo mentale. Il totalitarismo è decisamente meno complicato.
LUIGI64 Inviato 8 Marzo 2024 Autore Inviato 8 Marzo 2024 Certamente vale anche per le derive fondamentaliste religiose L'ego si inflaziona, il soggetto abbraccia una causa pseudo salvifica che si materializza con il delirio di onnipotenza che può giustificare qualsiasi persecuzione, o eccidio
Savgal Inviato 8 Marzo 2024 Inviato 8 Marzo 2024 H. Arendt considera il totalitarismo un tratto caratteristico delle società sviluppate e non un’anomalia. L’elemento da cui originano i totalitarismi è l'atomizzazione e l'individualizzazione proprio delle moderne società di massa. Il totalitarismo diviene quindi un possibile sviluppo delle società liberali. Nella lettura di Arendt, quando crollano gli stati nazionali e tramontano le classi, emergono in primo piano le masse, congiuntamente alla solitudine che circonda l'individuo nella società di massa. I regimi totalitari si rivolgono a quella solitudine e a quelle masse organizzandole materialmente e ideologicamente. Sorgono i regimi incentrati sul leader carismatico, che rimuovono ogni garanzia sulle libertà e diritti individuali, che rendono normale la pratica della delazione, della tortura, della soppressione in massa di potenziali nemici e avversari, che aboliscono la distinzione fra vita pubblica e vita privata, che organizzano ogni aspetto dell'esperienza dei singoli. Il totalitarismo non usa la persuasione, ma la propaganda, che ritiene il solo strumento adeguato a muovere le masse. Utilizza il terrore come sistema normale di governo. Ha il tratto caratteristico di trovare e creare un capro espiatorio cui attribuire le responsabilità delle solitudine, dell’infelicità e del rancore propri dell’individuo solo della società di massa. Infine costruisce il mito di un'unica volontà irrazionale quale espressione immediata delle masse e in cui le masse si identificano. 1
LUIGI64 Inviato 9 Marzo 2024 Autore Inviato 9 Marzo 2024 Per E. Fromm, il governo totalitario viene accostato strettamente al narcisismo disfunzionale e maligno (...) Anche il narcisismo patologico dei gruppi assomiglia a quello individuale, anche nei gruppi dove domina la paura, lo sguardo emotivo è rivolto al passato, vi è una spinta al conservatorismo, una mancanza di obiettività e di giudizio razionale, è visibile nell’atteggiamento necrofilo del razzismo, nelle varie forme di nazionalismo. Questi mettono minuscoli e spesso ininfluenti frammenti di verità per costruire montagne di falsità. Quando le azioni politiche si fondano sull’autoglorificazione, la mancanza del senso della realtà conduce a conseguenze disastrose. Durante la seconda guerra mondiale il narcisismo irrealistico dei generali tedeschi portò a sottovalutare la potenza bellica degli USA e il freddo della Russia. L’elemento di soddisfazione, come in quello individuale è dato dall’autoinganno della superiorità che si trasforma in ideologia del potere che fa ritenere pregiudizialmente inferiori tutti gli altri. In diverse religioni, la superiorità è data dal ritenere come vero Dio, solo il proprio, in situazioni razzistiche, il dato di superiorità nasce dalla presunzione intellettiva dedotta dalla detenzione dei mezzi di produzione economica, l’etnocentrismo narcisistico, nell’Europa coloniale si fondava sulla superiorità del progresso tecnologico, attribuito ad un’intelligenza superiore. (...) Un elevato grado di narcisismo porta, come hanno dimostrano i casi di alcune dittature del Novecento alla distruttività. Il narcisismo dei gruppi, può diventare patologico come quello degli individui. Su un'attenta disamina del narcisismo: https://www.istitutoerichfromm.it/il-narcisismo/ 1
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