Guru Inviato 22 Aprile 2024 Inviato 22 Aprile 2024 Gli ruppe invece uno zigomo Martin Scortese, trevigiano appassionato di film sulla mafia Italoamericana. Grande cinefilo ma dei modi piuttosto bruschi.
micfan71 Inviato 22 Aprile 2024 Inviato 22 Aprile 2024 "Commissario Bonomo!" "Mi dica Pingurlo" "Abbiamo un primo responso dal dottor Bisturri" "Bisturri? E Rodomonti che fine ha fatto?" "Trasferito commissario, in attesa del dott. Lava c'è il dott. Bisturri" "Lava, Bisturri...si saran mica prestati una r come quei tali Meda e Curlo?" "Scusi commissario, non ho capito..." "Lascia stare, Pingurlo, pensavo a voce alta..." "Bè, che dice il dott. Bisturri?" "Conferma la stranezza del morso canino con saliva umana, inoltre ha trovato delle larve nel retto e una zecca, sempre canina, ma con sangue umano dentro" "Stà a vedere che abbiamo a che fare con un lupo mannaro!" "E dov'era questa zecca?" "Sul collo commissario" "Grazie, vai pure Pingurlo" Ma tu pensa che cosa strana: ancora non si era sopìta l'eco dei recenti fatti causati da quel pazzo del commissario Sviduzzi, che già si trovava invischiato in una squallida storia di un vecchio esibizionista da cinema, con una spruzzatina di mistero. "Pingurlo!" "Dica commissario" "Esco per un sopralluogo, ci vediamo nel pomeriggio" "Se la cercano..." "...prendi nota e non disturbarmi, a meno che non siano Bisturri o il Papa" "Comandi commissario" Pingurlo sapeva che il "sopralluogo" era un modo di significare "pranzo", durante il quale il commissario non voleva essere interrotto. "Buongiorno commissario" "Buongiorno Noufel" "Il solito?" "Sí grazie" Il solito era riso e carne speziata, ancora non sapeva come si chiamava esattamente, ma gli piaceva un sacco. Ad accompagnarlo una coca cola gelata. Non aveva gusti troppo raffinati il commissario. "Come sta Fluterio?" "Bene commissario, oggi è dal notaio per il passaggio di proprietà del negozio, poi c'è la questione dell'eredità di mio padre. Lui è minorenne, gli serve un tutore legale, pensavo di poterlo fare io" Bonomo annuì, ma la sua testa era persa in un pensiero che non riusciva a fissare. Sapeva che era un dettaglio importante, ma gli sfuggiva. Pagò il conto e uscì, gli sarebbe venuto in mente in seguito.
micfan71 Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 “….e con quest’ultima firma - qui sotto, prego - il negozio è ufficialmente suo, sig. De Petis” Flut era visibilmente emozionato, tutti quei cambiamenti in così breve tempo erano stati una vera tempesta. “Grazie dott. Lo Scacco” “Adesso resta la questione dell’eredità del defunto sig. Khan: vede, è un po’ complesso perché lei è minorenne, e la figlia, Noufel, pur essendo maggiorenne, per le usanze pakistane non può ereditare nulla” “Ah…” “Quindi come facciamo?” “Ci sono due possibilità” “?” “La prima è che erediti tutto il nipote, Bilal” “Mmmmmm. La seconda?” “La seconda sarebbe che lei sposi Bilal” “Chi, io?” “Ma no De Petis, non lei lei, ma lei “lei”, Noufel” “Ah…ma sono cugini” “Questo in Pakistan non è un problema” “Paese che vai, usanza che trovi: in Pakistan Noufel può sposare Bilal, in Italia lo posso sposare io!” “E’ così, De Petis” “Bilal che dice?” “Non credo la voglia sposare” “Ma chi, io?” “Ma no De Petis, non lei, sempre Noufel! Su, non mi faccia fare confusione anche lei, che ce n’è già abbastanza!” “Mi scusi dott. Lo Scacco” “Ma no, si immagini, è che la sua eredità è veramente ingarbugliata” Silenzio “E lei mi vuole sposare?” “Chi, io?” “Ma no dottore, non lei lei, Noufel! Se ci sposassimo?” “Ah, questo potrebbe risolvere la questione. Mi faccia pensare: lei è minorenne, ma eredita, Noufel è maggiorenne e in quanto moglie le può fare da tutrice legale.” Se ne stette a fissare il soffitto farfugliando fra sé e sé. “Sì, così fila” “E’ sicuro?” “Al 99% , mi tengo sempre una percentuale scaramantica di errore” “Perfetto! Dottore la saluto, io corro subito da Noufel a dirglielo!” “Arrivederci De Petis!” Appena la porta dello studio si chiuse, il notaio fece una telefonata. : Flut arrivò in negozio e trovò Noufel intenta a preparare i biscotti. “Ciao amore, come stai? Ho incrociato il commissario, che voleva?” “Benissimo caro Flutino” e gli schioccò un bacio sulle labbra. “Nulla, è passato per il pranzo. Mi è sembrato un po’ assente: mi ha chiesto di te, ma quando parlavo sembrava non ascoltasse” “E dal notaio, tutto a posto?” “Nou, arrivo proprio dal suo studio….” “?” “…tienti forte!” “Ma che fai, stai bene?!” Flut si era ingiocchiato ai suoi piedi: “Noufel, mi vuoi sposare?” Nou rimase senza parole, i suoi occhi luccicavano “Quindi? Mi lascerai così a lungo, mi fan male i ginocchi!” “Alzati, piccolo, sciocco, dolce Flutino” Quando furono faccia a faccia lei lo baciò, ma non come prima… “E’ un sì?” “Certo che è un sì, scemo!” e gli diede una gomitata sul fianco. : Due settimane dopo, sbrigate le formalità, Noufel Khan era diventata la signora De Petis: il sindaco aveva celebrato il rito civile, e il matrimonio aveva avuto una certa rilevanza mediatica. Era il coronamento di una vicenda che era ancora nella memoria del pubblico, l’happy ending che ci si aspetta da un romanzo nazional popolare.
micfan71 Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 Il commissario rientrò in ufficio ancora assorto nell’inseguire quel pensiero che gli sfuggiva. “Buongiorno commissario” “Buongiorno Pingurlo, novità?” “Nessuna” “Meglio così” e fece per chiudere la porta dell’ufficio. “Ah, mi scusi commissario, in realtà ci sarebbe qualcosa” “?” “Ma non so…non è così importante” “Mi dica Pingurlo, ormai ha iniziato….finisca!” “Ha chiamato la signora Calcinacci” “Chi?” “Quella che litiga sempre col vicino per il volume della musica” “Mmmmm” “Ma sì, commissario, quella che quando ride sembra una cavalla!” “Nitrisce?” “No il rumore è umano, sono quei denti, mamma mia….ha presente quel film con Arberto Soldi che fa il presentatore?” “Sì ho presente Pingurlo, l’ho visto giusto….” E rimase con la frase a metà. “Commissario, tutto bene?” Ma certo! Ecco cosa non gli tornava: lo aveva avuto sotto gli occhi per tutto questo tempo, senza notarlo. “Tutto bene Pingurlo, anzi benissimo! La nebbia si dirada!” “Comandi commissario” e se ne andò lasciandolo alla sua gioia. Bonomo si allungò sulla sedia, incrociando le mani dietro la nuca: sorrideva davanti allo specchietto che usava per controllare i rimasugli di cibo nei denti. Guardava i suoi denti, ma vedeva quelli di Fluterio. : “Nou” “Dimmi amore” “Ho una cosa in testa che non riesco a capire” “E cos’è, non riesci a capire la fortuna che hai avuto a trovare me?” e lo sbaciucchiò “No, cioè sì, vabbè quella ormai l’ho archiviata…fra le cose belle!” “E allora, che c’è, dimmi” “Cos’è il tempo per te?” “?” “Hai presente passato, presente e futuro?” “Sì certo, ma tu intendi secondo quale visione? Aristotelica, platonica, agostiniana…” “Credo sia agostiniana Nou: ma quante cose sai?” “Bè anche tu non scherzi per essere alle elementari, scusa se te lo faccio notare” “Ma figurati, ormai glie l’ho data su” “Ma perché stai pensando al tempo?” “Bè, come si può spiegare un paradosso temporale?” “Quale paradosso?” “Tuo padre” “Cioè?” “Ma possibile che non lo hai notato? Zia Sufronia era venuta a cercarmi perché era stata chiamata dal notaio per la questione dell’eredità, ma solo molto tempo DOPO abbiamo saputo da Bilal che tuo padre era morto!” “E allora?” “Ma come, ‘e allora?’ : come fa uno che è ancora vivo a lasciare un’eredità prima di morire?!” “Ahhh, quello dici” “Certo, proprio quello” Noufel cominciò a ridere “Ti faccio ridere?” “Sì, mi sembra di sentire il rumore delle rotelline nella tua testa!” “Mio padre è morto PRIMA che ce lo comunicasse Bilal” “?” “Bilal lo ha saputo in via confidenziale alcuni mesi fa, ma non mi ha detto nulla per non turbarmi” “E tu come lo hai saputo?” “Io l’ho sempre saputo, sono in contatto con alcune persone amiche, me lo hanno riferito loro” “Ma allora io sono l’unico fesso che non sapeva nulla!” “Amore, non prendertela: erano vicende di famiglia, tu all’epoca non eri ancora ‘uno di noi’ “ “Ma quindi il viaggio in Pakistan…” “Sì, oltre al fatto del commissario Sviduzzi, c’era anche la necessità di sbrigare le pratiche prima dello scadere dei termini di legge” “Oh, io che mi ero fatto il viaggio del tempo…” “Ma hai ragionato bene pasticcino mio, ti meriti una ricompensa!” Quella notte Flut benedisse il tempo passato, presente e futuro…
micfan71 Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 Al commissario era come se avessero tolto il freno a mano: adesso il cricetino nella sua testa correva a più non posso. “Pingurlo!” “Agli ordini commissario” “Mi chiami il dott. Bisturri e me lo passi” “Comandi” “Dott. Bisturri, come sta?” “Che vuole commissario” “Ce l’ha ancora comodo il corpo di quel pervertito morto al cinema?” “Certo, nel mio frigo c’è sempre posto” “Allora, per cortesia, mi dovrebbe fare alcuni controlli” “E quali, lo abbiamo rivoltato come un calzino!” “Verifichi la saliva attorno al morso…” “Umana commissario” “…e il sangue della zecca….” “Umano commissario” “….se sono della stessa persona.” Silenzio. “Bisturri, è ancora in linea?” “Ma porca di quella porca, di quella putt**a, di quella zocco*a….” “Bisturri, contegno! Ma che le prende!” “Eh, che mi prende…mi prende che c’è arrivato lei e non io, ecco che mi prende!” “Non se la prenda, sono cose che capitano” “Procedo commissario, le faccio sapere entro sera” “Grazie, ci conto” : “Pingurlo, esco per un sopralluogo” "Se la cercano..." "...prendi nota e non disturbarmi, a meno che non siano Bisturri o il Papa" “Comandi” Si avviò di gran fretta alla rosticceria, sperando di trovarvi anche Fluterio. E infatti, eccoli lì i due piccioncini. Erano proprio una bella coppietta, un po’ strana, in effetti: lui poco più di un bimbo, lei giovane ma già donna. “Commissario, buongiorno, si accomodi, ho appena preparato il riso!” “Buongiorno Noufel, buongiorno Fluterio” “Com’è serio oggi, ci vuole arrestare?” E iniziarono a ridere. “Ma no, oggi no, magari domani!” Altre risate. Mangiò con calma, osservando Fluterio: sperava in cuor suo… “Ca**o!” Taaac: esaudito! Alle volte, quando si dice il fato… “Che hai fatto Flu?” “Mi sono tagliato col bordo di quel tavolino, l’ho detto che lo dobbiamo cambiare!” “Vieni, andiamo in bagno che ti disinfetto” “Ci scusi commissario” Non perse tempo: estrasse il tampone, prese un campione del sangue sul tavolino e lo rimise in tasca. Quando tornarono, Flut e Nou lo trovarono seduto al solito posto. “Tutto bene Fluterio? Non è grave, spero” “Niente di chè commissario, solo un taglietto” “Bè, io vado, il dovere mi attende” “A presto commissario, e arresti tutti i cattivi, mi raccomando!” Lui sorrise: “sarà fatto!” : “Pingurlo!” “Comandi commissario” “Mi chiami Bisturri” “L’ha appena cercata commissario” “E perché non mi hai chiamato?!” “Ho appena riattaccato, lo richiamo subito” “Bisturri!” “Commissario!” “Chi comincia?” “Prego Bisturri, dica” “Allora, ho eseguito le analisi e le confermo che ci ha preso! La saliva e il sangue sono della stessa persona!” “Ottimo, tutto va nella stessa direzione…” “Bisturri, non si muova, la raggiungo in reparto” : “Commissario, benvenuto nel mio regno” “Sembra un cimitero” “E’ l’anticamera” Bonomo estrasse il tampone “E quello cos’è?” “Un campione di sangue” “Di chi è?” “Non glie lo dico” “Me lo analizzi e mi dica se coincide con la saliva e il sangue della zecca” “Certo commissario, capisco…” “Non faccia l’offeso Bisturri: ognuno fa il suo mestiere. Io faccio il mio, lei faccia il suo”
micfan71 Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 “Commissario, non capisco perché mi abbia convocato in commissariato, mi devo preoccupare?” “Forse si vuole lamentare dello spezzatino?” Accennò un sorriso, ma gli morì in faccia… “Non ci girerò intorno, De Petis…” Ahia! Lo chiamava per cognome “…mi rincresce ma devo farle alcune domande precise…” Flut si irrigidì “…sul suo viaggio in Croazia di alcuni mesi fa” ‘Ecco, ci siamo’ “Cosa è andato a fare esattamente?” “Un intervento ai denti” “I denti di chi?” “Di Morfeo” “Chi è Morfeo?” “Era un cane, è morto” “L’ha ucciso lei?” “Incidente” “Di che tipo?” “In moto” “Chi guidava?” “Io” “E l’intervento?” “L’ho fatto io” “Le hanno messo i denti di un cane?” “Sì” “Sorrida” … “Già, un ottimo lavoro: si nota e non si nota, le dà un non so chè di inquietante” “Grazie” “Prego” “Le piace andare al cinema?” Flut accusò il colpo “Sta bene De Petis?” “S-sì” “Le piace andare al cinema?” “Commissario, lei lo sa già….” “Sì lo so che lo so, ma voglio che me lo dica lei” “Sì, mi piace il cinema” “Le piacciono i pop-corn?” “Sì” Il commissario esplose in un urlo improvviso: “a cuccia!!” Flut, in preda ad un riflesso istintivo, si accucciò ai piedi del commissario. “Come immaginavo, si alzi De Petis” “Mi scusi…io…non so…cosa mi è preso!” “Dott. Bisturri, ha visto bene?” Da una porta entrò il patologo: non credeva ai suoi occhi. “Sì commissario, ho visto” “Ma che succede, cosa volete da me?!” “Fluterio, stai tranquillo, penso di sapere com’è andata” “Ma cosa?” “Tu non ricordi nulla del cinema?” “No, non ricordo nulla, ma so cosa è successo! L’ho letto sui giornali, non ci dormo la notte…” “Mi dica commissario, ma allora sono stato io!?” “Posso fare un’ipotesi - un’ipotesi, bada bene – di quel che è accaduto” “Tu dopo l’intervento hai, in un qualche modo, assimilato alcuni comportamenti canini, istintivi e quindi non controllabili. L’esperimento di prima lo dimostra: nessuno reagisce in questo modo a un comando. Mentre eri al cinema il malcapitato Ernesto Manolonga ti ha addocchiato e si è seduto vicino a te. Poi ti avrà provocato, toccato, o qualcosa di simile. Questo ha scatenato in te l’istinto difensivo, che è divenuto di attacco. Devi averlo morso in preda a tale furore, poi sei uscito come nulla fosse.” Bisturri, in piedi al suo fianco, annuiva. Flut, impietrito, ascoltava in silenzio. “Commissario, sono un patologo e non uno psichiatra, ma azzardo che il giovane non sia consapevole né imputabile del suo gesto” “Dottore, io non sono neanche medico, ma ho la sua stessa impressione” “Ma quindi…” disse Flut “Fluterio, tu sei un caso clinico unico al mondo, per quel che ne sappiamo” : Dopo una serie di accertamenti clinici e psichiatrici, fu escluso che Flut avesse agito volontariamente. Allo stesso tempo, il suo DNA venne scomposto, studiato ,rivoltato come un calzino, per capire cosa ci fosse di nuovo. Ben presto la notizia dell’uomo-cane fece il giro del mondo: Fluterio viaggiava da un congresso a un altro, discusso e ammirato per la sua unicità. Iniziò a partecipare a delle trasmissioni televisive come ospite: si scadeva spesso nel fenomeno da circo, ma lui era talmente ubriacato dai riflettori che non se ne rendeva conto. Noufel lo seguiva, da brava moglie e tutrice legale: era un po’ triste perché avevano lasciato la tranquilla vita della rosticceria, e poi le dispiaceva vedere il piccolo Flut in balìa del carrozzone mediatico.
Guru Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 "E la larva, Bisturri?" "Ah, quella... Niente di che: i pop corn erano scaduti da tempo, e diverse larve erano nel sacchetto. Evidentemente una è penetrata nell'ano del Manolonga, che è risultato di diametro superiore alla media" "Il cerchio si è chiuso caro professore, mi stia bene." "Anche lei commissario, e complimenti ancora" La telefonata mise la parola fine sul delitto del Minuetto. Bonomo, persona buona e di rara rettitudine, era interessato unicamente all'arresto dei veri delinquenti, e il destino di Fluterio lo rallegrava. Era soddisfatto e sollevato. "Pingurlo, vado a fare un sopralluogo. Non ci sono per nessuno" "A parte il Papa e Bisturri, commissario?" "Nemmeno per loro caro Pingurlo" replicò sorridendo. L'appuntato, che ben conosceva il superiore, pensò volesse concedersi un meritato pisolino. Bonomo camminò per una buona mezz'ora, e in via Falloppia entrò al Soleluna. "Ciao Lin" "Buongiolno Lobelto" rispose la bella cinese con un inchino. Non era giovanissima, sulla cinquantina, ma alta e di belle forme. Il locale, pulito ma non particolarmente lussuoso, era aperto da anni e non aveva mai avuto noie con le forze dell'ordine. Lin non sapeva chi fosse quel signore dai modi gentili. "Happy ending Lobelto?" "Sì Lin" rispose con un sorriso. Bonomo si distese sul lettino, e le mani esperte di Lin cominciarono il massaggio. Ne aveva bisogno, lunghe giornate al commissariato e nessuno che lo aspettasse a casa. Era solo da quando la moglie se n'era andata col corriere Amazon accusandolo di pensare solo al lavoro. Aveva ormai tirato i remi in barca il commissario Bonomo, convinto che nessuna donna avrebbe mai più provato interesse per lui.
Guru Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 @micfan71 Bravissimo, mi piace molto lo stile dei tuoi ultimi post! 1
micfan71 Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 @Guru ce n'è anche domani, e dopodomani...hai voglia! 😅
Guru Inviato 23 Aprile 2024 Inviato 23 Aprile 2024 "Tanto il mondo non lo salvi, Roberto" Mentre le mani di Lin gli stringevano i deltoidi le ultime parole di Maddalena riecheggiavano in lui. "In agosto Rosh mi porta a conoscere la sua famiglia a Colombo, e tu? Non danno più nemmeno l'orologio d'oro alla pensione, Robbe', sveglia. Abbi cura di te" gli disse mentre caricava le ultime cose sul 242 di Roshan. Parole lontane, vere, dolorose. Ma come lo scorpione con la rana, che ci puoi fare se è la tua natura? Lo sapeva bene. Le labbra di Lin sul petto, ora Roberto non pensava più.
Guru Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 La bocca scendeva voluttuosa, e gli slip di carta velina non contenevano più il sesso infuocato del dottor Bonomo. Un poliziotto dorme con un occhio aperto, e nonostante l'eccitazione riconobbe alla radio una vecchia canzone di Falco, tradotta in cinese. Il volume lentamente aumentava. Strano. Si accorse, chissà come, che solo una mano di Lin era sul suo corpo. Notò, senza farsi accorgere, che l'altra stava prendendo qualcosa dal cassetto sotto il lettino...
micfan71 Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 “Buongiorno dott. Lo Scacco, che piacere sentirla!” “Buongiorno a lei De Petis, la chiamo perché sono stato contattato da un’associazione di medici pakistana. Solita cosa, chiedono se è disponibile a presenziare come “ospite” ad un loro congresso” Flut ormai si era abituato a queste richieste, era il solito clichè. “Dove si terrebbe questo congresso?” “A Karachi” “Ma è fan-ta-sti-co! Potrò rivedere Bilal!” “Mi fa piacere che sia contento, quindi rispondo che ci sarà? Sarebbe fra una settimana” “Certo dottore, confermi pure tutto! Soliti accordi, due biglietti, come sempre Nou viene con me” “Certo, come sempre” Flut era al settimo cielo, questa vita gli piaceva, era sempre al centro dell’attenzione, ricco, con una bella moglie che lo amava: cosa volere di più? Chiamò subito Noufel. “Nou, indovina: andiamo in Pakistan, a Karachi! Ci hanno chiamato per un congresso medico, avvisiamo Bilal, così ci incontriamo” “E quando sarebbe?” “Fra una settimana” “Oh, Flut…” “Ma che c’è? Non sei contenta?” “Ma certo, sono contenta per te e dispiaciuta per me” “Perché?” “Stavo per chiamarti io, mi hai anticipato: sono caduta e mi sono storta una caviglia. Sono bloccata a letto, imbottita di antidolorifici, non riesco a muovermi” “Oh, Nou…” “Allora chiamo il notaio e gli dico di annullare la mia presenza al congresso” “No Flutino, non annullare: vacci lo stesso, almeno lo rivedi tu” “Ma Nou…” “Insisto, vacci tu, io sono ok, me la caverò lo sesso!” “Ok, ci vediamo stasera a casa, baci” “Baci amore” : I medici pakistani avevano fatto le cose in grande: biglietto aereo di prima classe, lounge che levati, servito e riverito. Avevano addirittura mandato un’auto a casa a prelevarlo. Che lusso! E che bella la first class! Una “poltrona” così non l’aveva mai vista prima: che poi, chiamarla poltrona era riduttivo. In pratica era una specie di bozzolo che lui poteva aprire o chiudere a piacimento, per isolarsi ulteriormente dagli altri, che comunque erano già a ragguardevole distanza. E poi le hostess: sempre a chiedere come stava, e vuoi questo, e vuoi quello: lo rimpinzavano di champagne, tartine…in continuazione. Lui, che era praticamente astemio, aveva virato al brillo dopo il secondo flut “ma guarda, il bicchiere si chiama come me!” Le hostess passavano e ridevano, lui, ormai ubriaco, rispondeva ai loro sorrisi sorridendo: al chè loro capivano chi fosse e ridevano ancora di più. Insomma, gran festa da Milano a Karachi! Appena atterrarono, il comandante avvisò i passeggeri di non alzarsi dai loro posti: per sbrigare alcune questioni di tipo burocratico, sarebbero saliti degli agenti doganali. Flut stette ai detti: dopo circa 20min, vide entrare quattro uomini in divisa, che capì essere dei poliziotti. “Il signor Fluterio De Petis?” Chiese uno di loro in un buon italiano “Sì, sono io” “La prego, ci segua” ‘Caspita, addirittura scortato dalla polizia’ Flut li seguì sereno, un po’ caracollante per il jet leg e lo champagne. Seguirono una corsia preferenziale, saltando tutte le file: allo sportello dell’immigrazione, gli chiesero il passaporto. Dopo averlo consultato, anziché restituirglielo, lo tennero. I funzionari lo fecero salire su un’auto, che si avviò a sirene spiegate. Finalmente, a Flut si accese una lampadina. “Ehi, ma cosa succede? Dove mi state portando?” “Signor De Petis, dobbiamo fare alcune verifiche riguardo la sua posizione fiscale” “In Pakistan?” “Sì. Lei è uno degli eredi del signor Mohammed Khan” “Sì, sono io. E mia moglie” “Ma sua moglie non c’è” “No” “Vede allora, visto che lei invece c’è, verifichiamo lei” “Ah” “Siamo arrivati” Si trattava di un brutto casermone in cemento, enorme e pieno di finestre, ognuna con uno split del condizionatore appeso fuori. Entrarono in un atrio chiassoso, poi presero un ascensore fino al settimo piano. Lì, dopo aver percorso un dedalo di corridoi, entrarono in un ufficio. Ad attenderlo, dietro una scrivania enorme, un uomo minuto, coi capelli brizzolati, molto elegante nella sua divisa. Si alzò, gli strinse la mano e si presentò: “buongiorno sig. De Petis, benvenuto in Pakistan. Io sono Ismail Abdhallah, il prefetto della città di Karachi, dove ha sede la società principale del sig. Mohammed Khan, il suo defunto suocero. A proposito, condoglianze” Era già la seconda volta che un poliziotto gli faceva le condoglianze per la morte di un famigliare. “Parla un ottimo italiano” disse Flut “Grazie, sono stato molti anni in Italia, ho collaborato con la vostra polizia” “Ah. E per cosa?” “Truffe finanziarie, traffico di stupefacenti” e nel dirlo fissò Flut negli occhi, con uno sguardo freddo. Flut deglutì. “Lei sa perché è qui, De Petis?” “No” “Non lo immagina neanche?” “N-no. Cioè, sì: veramente io devo andare ad un congresso medico” e mostrò le referenze al prefetto. Lui lesse il foglio, poi lo prese fra gli indici e i pollici delle mani, strappandolo mentre fissava Flut negli occhi, sorridendo. “Ma che fa?!” “Non c’è nessun congresso medico, sig. De Petis, queste carte sono del tutto false” “C-come false? Mi hanno invitato loro, mi sono venuti a prendere in macchina a casa, il biglietto in first class…” “Tutto falso, De Petis” “….ha organizzato tutto il notaio, il dott. Lo Scacco” “Mai sentito nominare” “Adesso le spiego la sua situazione, come ho già fatto in precedenza col suo complice, il sig. Sarman” “Chi?” “Forse lei lo conosce come Bilal” “Bilal! Sì! Ma come ‘complice’? Complice di che cosa?” “Stia calmo sig. De Petis, ci stiamo arrivando” “L’impero finanziario che lei ha ereditato dal defunto sig. Khan, si è rivelato essere non solo un colabrodo, ma anche un ingegnoso sistema di società a scatole cinesi, teso ad occultare spostamenti di capitali illeciti, riciclaggio di denaro, traffico di stupefacenti. Questo almeno è quanto abbiamo rilevato finora.” Flut era senza parole. “Bilal…” gli uscì di bocca “Il sig. Sarman è già in custodia cautelare, e lei lo seguirà a breve. Fino a che non saranno terminate le indagini ed istruito il processo, voi due sarete nostri ospiti. Arrivederci” Detto questo, fece un cenno del capo, e due agenti lo presero sotto braccio, scortandolo fuori dall’ufficio. Flut non ebbe la forza di dire o fare nulla: un velo nero come la pece era sceso sui suoi occhi e sulla sua anima.
Guru Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 Venne chiuso in una stanzetta della centrale di polizia, in attesa di esser trasferito in carcere. C'erano altri tre uomini e un puzzo nauseante. Le guardie non parlavano italiano e lui non parlava inglese. Rimase in cella tre giorni, o durante i quali agli altri ospiti furono serviti pasti, ma a lui no. Fortunatamente i detenuti gli lasciarono turno un po' d'acqua. Notò che uno dei quattro, quello dell'aria più da duro, aveva segni di vecchie ustioni, piccole e circolari. Ogni tanto si udivano urla strazianti, qui si torturava.
Guru Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 Bonomo scattò mentre la mano di usciva dal cassetto, bloccandogliela con un movimento fulmineo: una sostanza irritante gli inondò il viso, era accecato. Ma un bravo poliziotto che sa fare il suo mestiere intuisce da che parte si sposta l' aggressore, e col gomito riuscì a colpire Lin al collo. Non non un urlo, solo pochi rantoli. Bonomo si pulì gli occhi con la carta del lettino, e comprese che quel fluido untuoso era semplice olio per massaggio. Il barattolo era ancora nella mano di Lin. Nessun battito alla giugulare, la ragazza era morta. "Cos'ho fatto..."
micfan71 Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 “E’ fatta!” “A noi due allora, dobbiamo festeggiare!” Il notaio prese la bottiglia di champagne dal secchiello e la aprì, con un sonoro botto e relativa schiumata. Versò i due calici, poi ne allungò uno a Noufel: “Cin!” “Cin!” e bevvero vuotandoli in un colpo solo. Il notaio guardò l’orologio, e fece due conti a mente: “A quest’ora Fluterio dovrebbe essere già stato prelevato dalla polizia” “Chissà che sorpresa!” disse Noufel, e rise di gusto “Che povero scemo!” Era completamente nuda, sdraiata sul divanetto dello studio del notaio Lo Scacco. Lui, dal canto suo, era vestito della sola camicia, mezza sbottonata, in piedi davanti a lei. Noufel teneva il calice con una mano e lo scroto del notaio con l’altra, ci giochicchiava con noncuranza. Poi alzò lo sguardo, fino ad incrociare quello di lui. “Ehh, che porca che sei, ne vuoi ancora, vero…., dimmi che ne vuoi ancora!” Noufel non disse nulla, non ce ne fu bisogno: si allungò verso di lui, continuando a fissarlo… “Mi hai spompato….” disse il notaio ansimando Noufel si alzò “Dove l’hai messa?” “Secondo cassetto a destra” Ritornò con una bustina di cocaina: ne versò un poco sul tavolino, separandola con una carta di credito, poi arrotolò 50 euro e la aspirò avidamente “AAAhhhh, che botta….!” Passò i 50 euro al notaio: “dai, fai un tiro anche tu, è roba buona!” “Solo un tiro” “La prima parte del piano è chiusa” “Non ancora, Nou, non ancora” “Che manca? Li hanno arrestati, no?” “Sì, ma non basta” “?” “Ricorda, ci vuole pazienza. Adesso occorre aspettare che le indagini vadano avanti, fino a dichiarare bancarotta. Solo dopo ci muoveremo” “Ufff, che palle: ma quand’è che possiamo spenderli tutti quei soldi?” “Prima dobbiamo recuperarli…” “Embè? Non abbiamo già i codici?” “Sì, certo, li abbiamo, ma adesso l’interpol e tutta la ca22o di polizia di questo mondo tiene gli occhi aperti, non è sicuro!” Le si avvicinò, mettendole una mano fra le gambe “e dai, aprile!” “Non mi va, vai via!” “Daiii…” La cocaina aveva fatto effetto su entrambi: andarono avanti tutta notte… : Flut si trovò in una cella di isolamento, piccola ma ben tenuta: temeva di doverla dividere con dei carcerati pakistani….gli venne un brivido al solo pensarci. Il prefetto ci teneva alla sua incolumità, si stava muovendo su un terreno scivoloso: la notizia dell’arresto di Fluterio era trapelata, l’Italia, tramite la sua ambasciata, aveva espresso preoccupazione per il cittadino in arresto. Non si poteva commettere nessun errore. I rapporti diplomatici andavano salvaguardati, a tutti i costi: tuttavia il prefetto era pressato dai superiori per risolvere questo caso, risalendo la lunga catena delle società, per arrivare a dipanare uno scandalo finanziario che rischiava di trascinare con sé mezza classe politica pakistana. Il sig. Khan era così invischiato con politici, banchieri, trafficanti…che la sua improvvisa morte era stata uno tsunami. Quanto poi alla questione dell’eredità…bè quello aveva superato di slancio ogni limite di sicurezza: la figlia non contava nulla, ma quei due coglion**lli andavano subito bloccati e messi sotto torchio. Almeno ci sarebbero stati dei colpevoli: almeno si sarebbe salvata la faccia… Per Flut e Bilal la situazione era pessima. : Dopo tre mesi di indagini, iniziò il processo: ma le conclusioni erano chiare. Le società – tutte – erano tate svuotate: la liquidità sparita, chissà dove. Ad ogni nuova società di comodo che indagavano, scoprivano che era collegata ad altre dieci, e così via, con rimbalzi in tutti i paradisi fiscali del pianeta. Non avrebbero mai – MAI – recuperato i soldi, perché non c’era modo di collegarli a nessuna delle società. Di questo, il prefetto Abdhallah era pienamente consapevole, così come lo era del fatto che quei due ragazzetti fossero solo dei poveri sprovveduti, incastrati ad arte come capri espiatori. : Il processo durò poco e si chiuse come ci si aspettava: piena condanna dei due imputati, in quanto titolari nominali dell’ “impero fantasma”, così lo aveva rinominato la stampa. Un impero che non valeva più nulla, perché non possedeva nulla, coperto di debiti insanabili. Flut e Bil avevano perso tutto, ed erano in prigione. In Pakistan.
Guru Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 Tra l'altro in Pakistan per gravi reati di natura fiscale è prevista la pena capitale. Impiccagione. La minore età di Fluterio avrebbe potuto rimandare l'esecuzione, ma Bilal rischiava grosso.
micfan71 Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 Le procure e le diplomazie, con lentezza, si mossero. Il Pakistan avanzò formale richiesta di estradizione nei confronti di Noufel: in quanto figlia del magnate e moglie dell’erede, era pienamente invischiata anche lei. L’Italia si disse preoccupata del trattamento carcerario di Fluterio: si auspicava il rispetto dei diritti umani e la massima trasparenza. Queste le ragioni ufficiali. Quelle ufficiose si basavano su più concreti interessi in gioco, per ambo le parti: un’importante fornitura di armi, che l’Italia non poteva perdere, e a cui il Pakistan non poteva rinunciare. Sarebbero state necessarie per l’interminabile “scaramuccia” con l’India, nella contesa del Kashmir. Di Bilal, nessuno si occupava: lui era pressochè sconosciuto e trasparente ai media. Praticamente già condannato al suo destino. : In tutto questo scacchiere internazionale, passò quasi in sordina il divorzio che Noufel chiese a Fluterio. Lui ricevette la mazzata in carcere, tramite il suo avvocato: una fredda comunicazione formale. Non provò neanche a cercare di comprendere, non gli importava più nulla: era come inebetito, il tempo passava sempre uguale, si stava dimenticando della sua vita. Viveva l’eterno presente del carcerato. Dopo aver ottenuto un facile divorzio, Noufel e il notaio si sposarono: conveniva a entrambi. Noufel era una donna, pakistana, in Italia, con una pendenza di estradizione sulla testa. Un notaio per marito era una garanzia. Per il notaio, il matrimonio era la chiave di accesso ad una quantità di soldi liquidi inimmaginabile: il giusto compenso per i suoi servigi. : La stampa locale venne a sapere del divorzio e del nuovo matrimonio, e subito si recò a casa di Noufel e allo studio del notaio. Li cercarono in vari luoghi: nulla da fare. Erano spariti.
micfan71 Inviato 24 Aprile 2024 Inviato 24 Aprile 2024 “Buongiorno commissario!” “Buongiorno Pingurlo” Il commissario era nervoso, sperava di aver fatto tutto come si deve. Si era ricordato di un film che gli piaceva molto: “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” Solo che lui non ci pensava neanche a voler essere preso! Aveva ripulito la scena per bene, eliminando ogni traccia biologica compromettente, inscenando una caduta accidentale. Quantomeno avrebbe confuso le acque. O almeno lo sperava. Poi era uscito con calma dalla porta principale, come sempre, per non dare nell’occhio. Adesso, ci voleva pazienza. Aspettò. Dopo due ore… “Commissario” “Mi dica Pingurlo” “C’è stato un…incidente” “Di che tipo?” “Al centro massaggi Soleluna: hanno trovato la proprietaria morta” “Omicidio?” “Non è chiaro commissario, ma di certo non ha avuto un infarto, non so se mi spiego…” “Si spiega, si spiega, Pingurlo: andiamo” Arrivati sul posto, il commissario e Pingurlo fecero un rapido sopralluogo. “Che ne pensa, Pingurlo?” “Dice a me commissario?” “Ne conosco solo uno che si chiama come te” Pingurlo non se l’aspettava: il commissario che chiedeva a lui un parere! “Ehm…allora…bè, direi che…insomma…per me è caduta, commissario. Si è inciampata e le sfortuna l’ha assistita: ha sbattuto la carotide sullo schienale della sedia” “Lei dice, Pingurlo? E’ sicuro?” “S-sì…?” “Sì o no, Pingurlo, si decida! Se vuole avanzare deve essere in grado di prendere decisioni!” “Sì commissario!” “Sono sicuro, è andata senz’altro così!” “Bravo Pingurlo, è proprio quello che pensavo anche io” “Buongirono dott. Bisturri: che ne dice, è stato bravo il nostro Pingurlo?” E diede una bella pacca sulla spalla all’agente scelto Ascanio Pingurlo. “Mah, difficile essere sicuri di qualcosa. Comunque sì, direi anche io che si tratta di incidente” “Bene dottore” “Pingurlo, torniamo in commissariato, qui abbiamo finito” “Comandi” Bisturri li osservò allontanarsi in macchina: quanta fretta aveva il commissario di chiudere la faccenda!
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