Savgal Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Un aspetto curioso dei partiti che si autodefiniscono di estrema destra o di destra-destra è il richiamo contestuale di libertà e tradizione. Geert Wilders in Olanda ha fondato ed è a capo del “Partito per la Libertà”. Nei discorsi di Trump la parola libertà ricorre più che frequentemente. Echeggia un richiamo di sapore anarchico di altri tempi, la vena anarcoide della contestazione studentesca del ’68, in cui si rivendicava l’autonomia illimitata dell’individuo. Contestualmente la legittimazione ideologica richiama quale elemento fondante la tradizione. L’etimo della parola è il latino “traditio” il cui significato era consegna, trasmissione, da cui il significato attribuito al termine di trasmissione nel tempo, di generazione in generazione, di consuetudini, usi e costumi, modelli e norme. La critica dei conservatori al Sessantotto era che costoro con la libertà rivendicavano il diritto di demolire l’ordine delle relazioni umane esistenti le quali avevano alle spalle un lunga tradizione e che erano sanzionate dalle convenzioni sociali. Preservare la tradizione, considerare la tradizione come la norma alla quale riferirsi o la fonte della legittimità politica implica inevitabilmente dei limiti alla libertà individuale. Il conflitto tra tradizione e libertà risale al tradizionalismo, movimento di pensiero che nasce alla fine del 1700 come contrasto e critica alla Rivoluzione francese. Per i tradizionalisti esisteva un "ordine naturale" ed era naturale l'ordine che deriva dalla tradizione, mentre è contro-natura ogni tentativo di stabilire la società su principi diversi. L'ordine tradizionale era considerato proveniente da Dio e questo divideva la società in ceti differenziati dal basso all'alto. Contemporaneamente per i tradizionalisti la società era un organismo, in contrasto con le concezioni dello Stato-macchina o del corpo sociale, considerato come un insieme di soggetti individuali tenuti insieme da un contratto. Per i tradizionalisti ciò faceva sì che il corpo sociale, sebbene differenziato, fosse ben saldo nel suo insieme. L'ordine naturale, inoltre, trovava coesione nella religione e si basava sulla sottomissione dei ceti inferiori rispetto ai governanti ed infine non riconosceva all'individuo dei diritti. Ho richiamato più volte il termine libertà, ma questo ha numerosi significati ed è quindi facile che sia adottato in modo equivoco o poco rigoroso. In politica si dice libero colui che è titolare di diritti, da cui la condanna della libertà da parte dei tradizionalisti. Nella filosofia della politica il concetto di libertà ha assunto due significati fondamentali. In un primo significato, negativo, il termine cerca di rispondere alla domanda di quale sia il perimetro entro cui si consente ad un soggetto, sia singolo che gruppo, di comportarsi, operare ed essere senza che vi siano ostacoli ed interferenze da parte di altri soggetti. Vi è un secondo significato, positivo, che risponde al quesito di quale sia l’origine di ciò che induce il soggetto a comportarsi ed operare in un modo invece che in un altro. In un secondo momento tornerò sui due significati di libertà, che hanno entrambi le libertà hanno pieno diritto di cittadinanza nell'universo della politica, mentre molto pericolose sono le estremizzazioni unilaterali. Rimane il dato di fatto che se la tradizione pone ostacoli ed interferenze agli individui e in tal modo limita inevitabilmente la libertà intesa nel senso negativo di cui sopra.
gibraltar Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Diciamo che certa parte politica ha un concetto ben chiaro di libertà: libertà di farsi beatamente i c@zzi propri senza tollerare interferenze esterne e infischiandosene degli altri e delle leggi (berlusconismo) e libertà di limitare le libertà degli altri quando il loro concetto di stare a questo mondo non sia perfettamente coincidente con il nostro. 1
Savgal Inviato 9 Giugno 2024 Autore Inviato 9 Giugno 2024 @gibraltar Cito dalla Repubblica di Platone: “Ti sembra che una Città o un esercito, o una banda di delinquenti o di ladri, o qualsiasi altra associazione che si formi allo scopo di delinquere, potrebbe combinare qualcosa, se al suo interno si comportasse al di fuori di ogni principio di giustizia? (..) L‟ingiustizia, Trasimaco, è fonte di sedizioni, di odi, di conflitti fratricidi (..) sì da rendere impossibile ogni forma di reciproca collaborazione” Platone intende il termine giustizia sia come rispetto rispetto dei ruoli e delle gerarchie sociali, che rispetto delle regole della comunità. Una società che rifiuti entrambe è inevitabilmente destinata all'autodistruzione, al "Bellum omnium contra omnes" di Hobbes.
Jack Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 ci credo che poi la corrente elettrica si ottiene solo per trasformazione di energia meccanica… 😂😂
gibraltar Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 8 minuti fa, Savgal ha scritto: rispetto delle regole della comunità La legalità, questa sconosciuta (ai più)...
bungalow bill Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Il '68 ha portato solo la liberazione della donna dal maschilismo , la libertà di dire " io sono mia " ; il caos politico , gli anni di piombo e le bombe . Comunque " W la libertà " .
Roberto M Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 In politica, purtroppo, stiamo regredendo drammaticamente sul concetto di libertà in tutto il mondo. In questo senso c'è una lucida analisi di Daniele Capezzone nel suo editoriale di oggi su Libero Lo spunto è Il discorso di Biden a Pointe du Hoc, dove il presidente americano celebra la memoria dello sbarco in Normandia del 1944. Come Reagan, nel 1984, anche Biden parla in difesa delle democrazie. Contrariamente a Reagan, scrive Capezzione, però, non è credibile. Con la sua amministrazione, le democrazie sono in ritirata. Ecco alcuni stralci dell'articolo: Quarant’anni dopo, nel 1984, proprio lì Ronald Reagan scelse di pronunciare uno dei suoi discorsi più emozionanti: più ancora che contro l’isolazionismo, a favore dell’eccezionalismo americano, chiamato a tenere alta - sempre e in ogni luogo possibile - la fiaccola della libertà e del contrasto all’oppressione. Dopo altri quarant’anni, l’altro ieri pure Joe Biden ha deciso di parlare da quella scogliera: e - va detto - si è trattato di un buon discorso, che gli fa onore. Eppure ci sono quattro ragioni una più macroscopica dell’altra per ritenere che le parole di Reagan fossero forti in quanto credibili, diversamente da quelle di Biden. Primo. Reagan, nel giugno del 1984, stava per concludere un primo quadriennio di presidenza letteralmente trionfale, e si avviava, nell’autunno successivo, a una conferma elettorale larghissima. Riguardate su YouTube lo spot di quella campagna («It’s morning again in America», cioè «È di nuovo giorno in America»), tutto centrato su una speranza che riprende corpo: imprese che aprono, famiglie che si formano, bimbi che nascono. ..... Il Reagan che parlava nel 1984 era nel pieno di quella corsa meravigliosa. Il Biden di oggi è invece a fine corsa. Secondo Secondo. Reagan non era giovane di età (nell’84 aveva 73 anni), ma era intellettualmente vigoroso, capace di sorridere e creare empatia, tanto quanto di sferzare gli avversari. La sua capacità oratoria rimane leggendaria. È impietoso paragonarlo a un Joe Biden che mostra segni sempre più evidenti di stanchezza. Terzo. Nel 1984, nel mondo, la libertà era in piena avanzata: «Freedom is on the offensive», amava dire Margaret Thatcher, altra epica protagonista di quella fase. Oggi- ahinoi- è vero esattamente il contrario. In questo senso, fa impressione leggere il rapporto Freedom in the world 2024 elaborato da Freedom House, di cui sintetizzo così i dati salienti: la libertà globale è decresciuta nel 2023 per il diciottesimo anno consecutivo, a testimonianza di una tendenza lunga e ormai consolidata alla compressione, non all’espansione, della libertà e delle possibilità di scelta per gli esseri umani. I diritti politici e le libertà civili si sono ridotti in 52 paesi, mentre hanno fatto passi in avanti solo in 21 nazioni. In dettaglio, i paesi in cui si è assistito a una contrazione di diritti politici e libertà civili ospitano più di tre volte gli abitanti di quelli in cui si è invece assistito – sempre nel 2023 – a un miglioramento della situazione: 22% contro 7%. Complessivamente, secondo la tripartizione di Freedom House, il 38% degli abitanti del pianeta vive in paesi non liberi (not free), il 42% in paesi parzialmente liberi (partly free), e solo il 20% in paesi liberi (free). Per carità, si tratta di una convenzione, di una stima, di una ricerca come tale assolutamente discutibile, ma il dato aggregato è raggelante: tra paesi non liberi e solo parzialmente liberi, la popolazione mondiale coinvolta arriva all’80% degli abitanti del pianeta. Quarto ...... Tutto questo i tiranni lo sanno fin troppo bene, da Pechino a Teheran, passando per Mosca, così come lo sanno le centrali del terrore islamista. Reagan voleva davvero vincere contro l’Urss, e ci sarebbe riuscito: proprio il riarmo Usa, una spettacolare ed esemplare applicazione della strategia della deterrenza, schiantò l’Unione Sovietica, fino all’esito del 1989. Molti anni prima, lo stesso Reagan, interpellato sulla conclusione più desiderabile della Guerra Fredda, rispose con quattro parole: «We win, they lose», cioè seccamente - «Noi vinciamo, loro perdono». Andò effettivamente così: e risultò convincente in primo luogo perché lui stesso ne era convinto. Non si può certo dire lo stesso delle attuali leadership occidentali (con rare eccezioni). E se devono suscitare diffidenza quei politici che - in troppe capitali europee- strizzano l’occhio agli autocrati, almeno altrettanta preoccupazione deve sorgere a causa dei massimi leader dello schieramento atlantico che dicono cose giuste nei giorni delle grandi commemorazioni, ma poi - nel concreto - non sembrano in grado di dar seguito a quegli annunci. Non sono creduti dalle loro opinioni pubbliche proprio perché non sono credibili. E - semmai - c’è da provare imbarazzo nell’immaginare le grasse risate che si saranno fatti Xi Jinping e Putin nel loro recente incontro: risate su un Occidente diviso, confuso, retorico e in ultima analisi non autorevole. Un triste incoraggiamento per loro, sull’orribile strada del rafforzamento delle autocrazie e di quella che dobbiamo iniziare a chiamare l’era della “non-libertà”.
Roberto M Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 41 minuti fa, Savgal ha scritto: Nei discorsi di Trump la parola libertà ricorre più che frequentemente E per fortuna. Purtroppo oggi solo nel 20% dei paesi nel mondo c'è effettivamente libertà, che anzitutto è quella di scegliere il proprio governo con libere elezioni. La diamo per scontata ma NON è scontata per niente, con enormi masse e gruppi di pressione al nostro interno ed istituzioni come L'ONU che guardano alle autocrazie e alle dittature come modello da seguire, ed una pressione militare senza precedenti che minaccia l'esistenza fisica dell'Europa, la cui sicurezza, oggi, è a rischio.
Questo è un messaggio popolare. senek65 Inviato 9 Giugno 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 9 Giugno 2024 Da Platone a Capezzone è un attimo... 5
Savgal Inviato 9 Giugno 2024 Autore Inviato 9 Giugno 2024 @senek65 Ho citato Platone per chi ha la maturità classica.
Guru Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 27 minuti fa, Roberto M ha scritto: c'è una lucida analisi di Daniele Capezzone 1
extermination Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Paese che vai, culture, tradizioni e libertà che trovi.
31canzoni Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 @Savgal credo che il disegno sia estremamente semplice. La libertà è quella di scardinare e distruggere le residue regole per poi tornare indietro. Niente diritti, nulla di nulla solo un padrone e dei servi. C'è un esperimento in atto in Argentina, i trust in Europa stanno facendo la medesima cosa. La ridicola battaglia per la libertà introdotta da Biden in Europa porterà ad un parlamento senza nemmeno più il simulacro delle sinistre, ma con un ppe che non è più quello di Kohl o Merkel ma di mediocri mezze maniche come la von der leyen tajani pisani lucani. Accanto a loro il braccio armato dei nazifascisti. Per tenere insieme testa e braccio un funzionario di provata levatura: Draghi è perfetto ha già fatto il lavoro di sdoganamento dei fascisti in Italia. 1
Guru Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 Credo che a destra si sia fondamentalmente egocentrici: il concetto di libertà è visto come il diritto di farsi i cazi propri senza intromissioni. L'egocentrico, o egoista, pretende però che nulla lo turbi, quindi gli altri devono rispettare scrupolosamente le regole, onde evitare che gli aumentino le tasse, i ticket sanitari... Il mondo di queste persone è estremamente semplice, non è il caso di fare raffinate analisi.
Roberto M Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 3 minuti fa, 31canzoni ha scritto: Niente diritti Ci sono più diritti in Cina, in Russia, nell'Iran, nella Corea del Nord, a Gaza, in Siria, a Cuba e del restante 80% delle autocrazie del mondo ? Non ti preoccupa il fatto che negli ultimi 20 anni nel mondo sono calate le democrazie e aumentate le dittature, più o meno mascherate ?
Savgal Inviato 9 Giugno 2024 Autore Inviato 9 Giugno 2024 Evitando di citare Capezzone, è opportuno definire bene i due differenti significati di libertà. La libertà negativa va intesa come assenza di impedimenti, quindi libertà di poter fare e/o assenza di costrizione, quindi libertà di non fare. Essa concerne la sfera delle nostre azioni. La libertà positiva va intesa come assenza di coercizione, implica l’autonomia del soggetto e concerne e i suoi atti di volontà. Implica l’autodeterminazione, il dare norme a se stesso. La libertà negativa corrisponde alla posizione del determinismo moderato e coloro che hanno fatto della libertà d'azione un valore, hanno sostenuto la loro tesi richiamandosi al "corso naturale delle cose". La libertà positiva corrisponde alla posizione degli indeterministi in filosofia. Bobbio sostiene che, se concettualmente le due libertà si possono riferire sia ad individui singoli che a soggetti collettivi, storicamente il soggetto della libertà negativa è stato l'individuo, come avvenuto nelle lotte per il riconoscimento delle libertà civili. Il soggetto della libertà positiva l'ente collettivo. La libertà negativa è la libertà dallo Stato, è la libertà del borghese o del privato; la libertà positiva è la libertà dello Stato, che interessa non il privato, ma il cittadino, in quanto parte di una totalità che vede lo stesso partecipe delle deliberazioni pubbliche. La prima è da sempre il valore e l'obiettivo del liberalismo, che è una teoria dei limiti del potere, interessata a garantire i diritti individuali; la seconda è patrimonio della tradizione democratica. Entrambe le libertà, negativa e positiva, hanno pieno diritto di cittadinanza nell'universo della politica; pericolose sono le accentuazioni unilaterali. Il privilegiare la libertà negativa a danno della libertà positiva può comportare squilibri sociali che possono mettere in pericolo la stessa esistenza della società. “La libertà per i lupi spesso ha significato la morte degli agnelli" (Berlin). L'accentuazione della libertà positiva a danno della libertà negativa può condurre alla dittatura. Le forme socializzate della libertà positiva, per quanto estremamente diverse tra loro e talvolta contrapposte, costituiscono l'essenza dei nazionalismi, comunismi, autoritarismi e totalitarismi. Ciò può accadere quando la libertà intesa come autonomia viene riferita non all'individuo singolo, ma a tutti gli individui di una comunità. La trasposizione è resa possibile dalla tesi per cui se è vero che la libertà del singolo è nella sua autonomia, quest'ultima si realizza solo nel collettivo, nel gruppo, sia esso politico che culturale, religioso, etnico, ecc. Questo passaggio, non rigoroso dal punto di vista logico, nella storia si è avvenuto frequentemente. Un conservatore come Hegel sul punto scriveva: "Nello stato la libertà è realizzata oggettivamente e positivamente. [...] La libertà è concepita solo negativamente, quando la s'immagina come se il soggetto limitasse rispetto agli altri la sua libertà, in modo che questa limitazione collettiva, il vicendevole impacciarsi di tutti, lasciasse a ciascuno il piccolo posto in cui potersi muovere. Sono piuttosto il diritto, la morale, lo stato, e solo essi, la positiva realtà e soddisfazione della libertà" (Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia, I). Il brano è una caustica critica della libertà negativa e una lode della libertà dello Stato e dell'individuo nello Stato
Roberto M Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 3 minuti fa, Guru ha scritto: a destra si sia fondamentalmente egocentrici: il concetto di libertà è visto come il diritto di farsi i cazi propri senza intromissioni @Savgal Ecco un pensiero "colto". Platone e Hegel proprio
31canzoni Inviato 9 Giugno 2024 Inviato 9 Giugno 2024 3 minuti fa, Roberto M ha scritto: Ci sono più diritti in Cina, in Russia, nell'Iran, nella Corea del Nord, a Gaza, in Siria, a Cuba e del restante 80% delle autocrazie del mondo ? Non ti preoccupa il fatto che negli ultimi 20 anni nel mondo sono calate le democrazie e aumentate le dittature, più o meno mascherate ? Certo che sono preoccupato stanno sparendo anche qui grazie a quelli che votano destra ed estrema destra. 1
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