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Sull'eguaglianza


Savgal

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briandinazareth
2 minuti fa, Savgal ha scritto:

Se invece di scrivere su questo forum questa discussione avvenisse nel mondo reale dinanzi ad un pubblico le argomentazioni di un giurista o di un docente universitario o le nostre sarebbero valutate ben diversamente da quelle dell'operaio o dell'impiegato. Il tema è: questa differenziazione è legittima?

 

potrebbe essere legittima se parliamo di competenze specifiche, nel senso che le argomentazioni informate sono spesso più aderenti alla realtà delle altre anche se con moltissime eccezioni che riguardano anche profili venerabili. 


ad esempio nella valutazione di un'assunzione, la stima del potenziale fatta dalle maggiori aziende è accurata quanto una scimmia che tira freccette su un tabellone. 

così pure per le previsioni politiche ed economiche (i politologi sui giornali di tutto il mondo arrivano ad un'accuratezza simile, così come gli investitori). 

e tornando più in topic, forse pure in una discussione sui valori di base di una società, in mancanza di un qualunque criterio d verità sulle diverse opinioni.

ma normalmente la questione è che la considerazione sulla validità delle argomentazioni soffrono dell'aura sociale di chi le pronuncia.

quindi non c'è un giudizio di merito sull'effettiva competenza o delle capacità specifiche e spesso neppure sull'argomento, ma su chi le pronuncia, la sua classe sociale, la sua fama, la sua ricchezza ecc.

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cactus_atomo

il mondo di platone non era il nostro. c'erano i cittadini cn diritto di voto, gli stranieri tollerati, gli schiavi (in genere prigionei di guerra o debitori nslventi) le donne non votavano (vannacci direbbe che è er questo che atene è fiorita).

la ceisi di atene nasce con le gurre del peloponnesoche videro la vittoria di Sparta. Facioe dare la colpa al 'artito democratico (non era il pd del tempo tanto per essere chiari) quando si perde serve un colpevole. L'ateniese che andò a trattare la resa al ritorni venne trattao come un eroe (la città era esausta privadi cibi e di acqua) ma pochi anni dopo gli stessi che lo avevano festeggiato lo madarono a mote per tradimento considrando le clausole della pace troppo oenrose. Il mndo è sempre lo stesso, ricordiamociche socrate aveva una moglie ma anche un amante uomo (alcibiade)

l'uguaglianza di fronte ala legge è un prerequisito di qualsasi società democratica, il principio sar0santo una testa un voto non può esser messo in discussione(anche se si sospettamche in troppi abbiamo una testa per divdere le orecchie)

poi ovviamente non siamo tutti uguali c'è l'antoressico ed il bulimico, per molti lavori serve competenza e apacità (non arriviamo all'etremo degli anarchc soagnoli che durante la guerra civile nomunavani i cmandati litari per sorteggio cambuandli ogni giorno, certo che poi franco ha vinto)

le società primordiali nomado cacciatori e raccoglitori non avevano trutture grarchiche, quelle nascon con la popolazione stanziale,un re per diritto ereditario rende stabile (o men instabile) il paese evitando i conflitti che nascerbbero per prenderne il posto . non è un sco che solimano facesse uccideretutti i figi tranne un per garantire lunità dello stato, noi abbiamo diversi esempi in europa, la guerra dei qoo anni, la guerra dei 3 anni, la guerra delle due rose, la guerra di successienspagnola--

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38 minuti fa, Savgal ha scritto:

Se invece di scrivere su questo forum questa discussione avvenisse nel mondo reale dinanzi ad un pubblico le argomentazioni di un giurista o di un docente universitario o le nostre sarebbero valutate ben diversamente da quelle dell'operaio o dell'impiegato. Il tema è: questa differenziazione è legittima?

Certo.

Così come sarebbero legittime, su altro argomento,  le argomentazioni di qualsiasi persona competente in materia. 

Esistono le opinioni , che però non fanno giurisprudenza o sostanza. 

La sostanza necessita del sapere.

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briandinazareth
27 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Citare le fonti, per trasparenza ed evitare errate interpretazioni, è sempre una buona abitudine

 

la continue citazioni delle fonti, quando si tratta di opinioni e della persona che le ha espresse, è spesso solo principio di autorità, che si ricollega al problema di prima.

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Può essere, ma a mio avviso è sempre preferibile inserire le fonti

Poi, ognuno ha la possibilità di riflessioni personali circa le argomentazioni esposte

Ho visto citare più volte personaggi che erano stati proposti come dirimenti per determinati argomenti, i quali con un minimo di approfondimento, sono risultati molto superficiali se non, per certi versi, risibili

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briandinazareth
4 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Ho visto citare più volte personaggi che erano stati proposti come dirimenti per determinati argomenti, i quali con un minimo di approfondimento, sono risultati molto superficiali se non, per certi versi, risibili

 

non voglio andare fuori tema, ma forse non lo è troppo. 

quando i personaggi sono dirimenti è solo per aura e principio di autorità, sono i fatti, gli argomenti e la loro elaborazione che dovrebbero essere dirimenti. 

e qui torniamo all'idea delle caste, anche semplicemente di popolarità.

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Ho posto il tema dell’eguaglianza in ragione del fatto che esso era centrale nella politica.

Condivido ciò che sosteneva Norberto Bobbio secondo cui i valori implicati tra destra e sinistra sono diversi e riguardano l'atteggiamento che esse hanno di fronte all'uguaglianza. Mentre la sinistra è egualitaria, la destra è inegualitaria, per cui il valore sulla base di cui avviene la scelta fra destra e sinistra sarebbe dell'uguaglianza. Posto che nell'uomo ci sono aspetti di uguaglianza e aspetti di disuguaglianza, le persone di sinistra ritengono "che gli uomini siano più eguali che diseguali" mentre le persone di destra ritengono "che siano più diseguali che eguali". Sempre secondo Bobbio "se vi è un elemento caratterizzante delle dottrine e dei movimenti che si sono chiamati e sono stati riconosciuti universalmente come sinistra, questo è l'egualitarismo, inteso [...] non come l'utopia di una società in cui tutti gli individui siano eguali in tutto, ma come tendenza a rendere più eguali i diseguali".

Eppure è un tema che pare scomparso dal dibattito politico, quasi che l’eguaglianza si sia realizzata, cosa niente affatto vera. Le differenze di ceto e di classe permangono e con esso il conflitto, sebbene meno evidente.

Mi ha colpito l’uso strumentale e dispregiativo dell’etichetta “radical chic”, intesa non più nel senso chi, per moda o convenienza, professa idee anticonformistiche e tendenze politiche radicali, bensì per una particolare categoria di ricchi. La mia impressione è che il radical chic sia divenuto il nuovo nemico di classe. Se ci si identifica con il ricco imprenditore, l’ostilità non può più essere rivolta contro la borghesia, ma solo contro una parte non definita di essa.

 

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Il 12/6/2024 at 22:47, Savgal ha scritto:

il problema che egli cerca di affrontare è ancora attuale, ossia come si giustificano le diseguaglianze della gerarchia sociale e la conseguente differenza di ruoli, prestigio a questo riconosciuto o meno, e reddito?

 

Oltre all'art. 3 avresti dovuto citare l'art. 36 retribuzione,  34 merito scolastico, 97 merito nella selezione concorsuale della Costituzione.

Appare evidente che il principio di allocazione di risorse scarse sia principalmente quello di merito, non esclusivamente ma principalmente 

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