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Sull'eguaglianza


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briandinazareth
Inviato
1 ora fa, LUIGI64 ha scritto:

Lo spirito di vendetta non è riconducibile a nessun testo, ma soltanto agli impulsi di rivalsa che sono connaturati nell'essere umano

 

lo spirito di vendetta è certamente connaturato all'essere umano,  è esaltato in particolare nelle culture di tipo pastorale (almeno nelle origini), dove la reputazione è in assoluto al cosa più importante. 

già con il pensiero greco e poi con la giurisprudenza romana si riduce la possibilità e pure la giustificazione morale della vendetta. le società con meno vendetta sono molto più pacifiche e molto più funzionali. 

che poi pure hammurabi limitava la vendetta in modo proporzionale e gli ebrei hanno copiato. 

detto questo la bibbia esaltaòla vendetta, anche quella più sanguinosa. e dio che lo chiede ed è vendicativo, fa uccidere intere popolazioni, compresi i bambini e le donne non più attraenti.

ma il discorso non era questo ma il fatto che il concetto della vendetta è centrale nella produzione cinematografica e televisiva americana, in una misura molto superiore alla nostra.
 

Inviato
2 ore fa, senek65 ha scritto:

competitivo.... è giocare con le carte truccate.

E che si fa si punisce un fenomeno solo perche’ figlio di? Non esiste. 

Inviato

Bisognerebbe capire, soprattutto, come limitare ed intervenire su queste pulsioni di rivalsa.

Tuti gli altri discorsi, dal mio punto di vista, hanno valenza piuttosto marginale 

Poi, a dirla tutta  non possiamo non considerare anche il Nuovo Testamento... 

Gaetanoalberto
Inviato

Io laicizzerei la discussione, e la sottrarrei al consueto ping pong delle posizioni politiche.

Le persone non sono tutte uguali, ma tutte diverse, inoltre concordo che la situazione creata da stimoli, contesto, genetica etc, non può essere eliminata, al limite attenuata.

Non si tratta di sottrarre i figli alle famiglie e rimescolare le carte, o di creare una “dote statale” uguale per tutti.

La questione è più semplice, ed abbastanza chiaramente espressa nell’art. 3 della Costituzione.

Lo Stato interviene per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza.

Le modalità con cui lo ha fatto e continua a farlo sono infinite: dal portare energia elettrica agli asini delle montagne, al rendere percorribile e coltivabile una palude, al curare chi non conosce le malattie, al dare soldi a chi non lavora più anche se non ha mai saputo o potuto risparmiare.

L’elenco sarebbe infinito.
Dunque si può fare qualcosa e ridurre gli ostacoli, e d’altra parte sul tema della pari opportunità, se é perfettamente auspicabile e lodevole che il figlio di un geniale professore universitario possa superare il padre, forse si potrebbero almeno ridurre alcuni meccanismi baronali per i quali mogli e figli meno dotati, rivestono ugualmente ruoli rilevanti, ma senza lumi di genialità.

Fenomeni umani, non del tutto eliminabili, ma almeno riducibili.

Non so se si possa dire che il tema sia sparito dal dibattito, piuttosto pare che il tema del merito, e non tanto quello dell’uguaglianza, tenda a sfumare.

  • Melius 1
extermination
Inviato
18 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Lo Stato interviene per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza.

Ma tu puoi toglier tutti gli ostacoli che vuoi ma non tirerai mai fuori il sangue dalle rape. Per raggiungere risultati "importanti" devi avere del tuo e ci devi mettere del tuo. E lo sai bene! quante capre di studenti vedi tutti i giorni!!! E quand'anche  tu abbia finito il percorso di studi alla grande, sei solo agli inizi. Da li in poi inizia la vera competizione. Per non parlare di tutti coloro che si fermano non appena trovano la prima "area di comfort" e poi di lì a poco, cominciano a lamentarsi vita natural durante!!

  • Melius 1
Inviato
13 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

laicizzerei la discussione, e la sottrarrei al consueto ping pong delle posizioni politiche

Sono d'accordo

Ho risposto soltanto ad una affermazione che ritengo  superficialmente vera, ma piuttosto riduttiva

Gaetanoalberto
Inviato
10 minuti fa, extermination ha scritto:

non tirerai mai fuori il sangue dalle rape

Si, ma non capisco chi voglia cavarlo dalle rape.Altra questione è, sulla base delle diverse attitudini, orientare verso una posizione attiva e non passiva nella società, cosa che è nell’interesse di tutti.

L’equità salariale non sarebbe male, ad esempio, senza voler in alcun modo eliminare i profitti…

extermination
Inviato
1 minuto fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Si, ma non capisco chi voglia cavarlo dalle rape

I "bravi" studenti, in un modo o nell'altro se la cavano senza frignare troppo e senza aspettare che cadano "cose" dall'alto.

Gaetanoalberto
Inviato
1 minuto fa, extermination ha scritto:

in un modo o nell'altro se la cavano

Si, tutti se la cavano in un modo o nell’altro.

Mia figlia ha fatto un anno di Università a Vienna: a parte le basse tasse universitarie, esistono numerosi studentati che consentono un alloggio a costi accessibili.

Che ne pensi di meccanismi sostanziali di borse di studio per i bravi ?

E se i concorsi universitari non prevedessero il lecchinaggio gratuito e la spartizione nazionale ?

Ma dai, sembra che si viva in mondi diversi: personalmente non voglio togliere niente a nessuno o ribaltare il mondo, ma riguardo al merito strada ne possiamo fare.

Inviato

Anche perché, spesso e volentieri, dall'alto  cadono soltanto tegole

 

Inviato

Ma nessuno di voi al tempo della scuola ha constatato la regola del 10 per cento? 
Cioe’ il 10 per cento della classe (contro il 90) non aveva un altro passo?

a volte dietro questi discorsi delle pari opportunita’ c’e’ molto fumo

extermination
Inviato
4 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

ma riguardo al merito strada ne possiamo fare.

Ne prendo atto e ti credo sulla parola. Mio figlio, ad esempio, s'è dato da fare, seminando del suo e raccogliendo del suo. 

Gaetanoalberto
Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

volte dietro questi discorsi delle pari opportunita’ c’e’ molto fumo

Ma forse perché le possibili “sfumature” sono tante.

Infatti quel 10% non ha alcun bisogno, e si costruisce la propria strada.

Temo che sia proprio nel rimanente 90 % che si determinino i problemi.

Inviato
41 minuti fa, mozarteum ha scritto:

E che si fa si punisce un fenomeno solo perche’ figlio di? Non esiste. 

No certo.

Gaetanoalberto
Inviato
4 minuti fa, extermination ha scritto:

Mio figlio, ad esempio, s'è dato da fare, seminando del suo e raccogliendo del suo. 

Guarda, io vengo da un contesto agricolo, di bracciantato a giornata.

Posso garantire che i migliori sono quelli che non chiedono, e molti si sono fatti strada comunque.

Penso si possa distinguere la questua che viene dal basso, dal lavoro di creazione di contesti favorevoli che deve venire dall’alto. 
La presenza di questuanti non fa venir meno il dovere di creare una società equa, così come le posizioni di vantaggio non devono portare alla collettivizzazione.

 

Gaetanoalberto
Inviato
53 minuti fa, extermination ha scritto:

ne. Per non parlare di tutti coloro che si fermano non appena trovano la prima "area di comfort" e poi di lì a poco, cominciano a lamentarsi vita natural durante!!

Ecco, non vorrei però che stessimo parlando dello stesso problema, ma come al solito senza capirci.

Se leggi un po’ di post fa, io non sopporto il lamentone che se la cava anche assai bene ma, ad esempio, discute solo delle tasse che paga.

Poi ci sono i fancazzisti che danno del fancazzista all’altro per giustificarenil proprio fancazzismo.

Tra gli uni e gli altri molti che scambiano per merito alcune grandi botte di fortuna.

E molti che silenziosamente si fanno il mazzo.

Io penso a questi ultimi e, se in condizioni difficili, ai loro figli in gamba, ai quali spero di dare qualche possibilità.

Personalmente mi ritengo molto fortunato.

  • Melius 1
briandinazareth
Inviato
1 ora fa, extermination ha scritto:

Per raggiungere risultati "importanti" devi avere del tuo

 

Certamente, ma averlo non  indica la benedizione divina Calvinista ma il cūlus che ti è stato dato in modo casuale. 

 

La diseguaglianza in questi casi è evidente, il discorso sull' uguaglianza verte su quanto riteniamo che questo talento debba significare in termini di differenza con gli altri.

Ovvero: i mancanti di talento e di altre caratteristiche necessarie al successo hanno comunque diritto ad una vita dignitosa, di  essere curati e di non essere considerati dei paria? 

 

 

Inviato
52 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

mancanti di talento e di altre caratteristiche necessarie al successo hanno comunque diritto ad una vita dignitosa, di  essere curati e di non essere considerati dei paria? 

In astratto son tutti d'accordo,  nella realtà a me sembra molto meno.


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