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La rivoluzione russa e lo stalinismo


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...Il centro dell’utopia totalitaria è infatti costituito da un ideale che funziona collettivamente come una causa assoluta. Il mito totalitario ripara perciò l’uomo – lo faceva notare Erich Fromm nel suo celebre studio sulla personalità autoritaria titolato Fuga dalla libertà, pubblicato anch’esso in piena seconda guerra mondiale – dalla condizione lesa della sua esistenza, dall’angoscia di fronte non tanto alla «libertà da» (versione ancora infantile della libertà) ma alla «libertà di» (dimensione autenticamente etica della libertà).

Alla fine della seconda guerra mondiale, sulle macerie dei disastri provocati dalla follia nazifascista, Hannah Arendt pubblica il suo celebre studio Le origini del totalitarismo. Per un verso la sua tesi di fondo si mantiene nel solco dell’analisi freudiana: l’esperienza del totalitarismo è l’esperienza dell’abolizione violenta del singolare, è l’esperienza della negazione feroce e terroristica della pluralità irriducibile degli uomini nel nome di una causa elevata a un dover-essere assoluto e spietato: un dover-essere in cui ritroviamo quei caratteri superegoici che Freud attribuiva alla voce del padre arcaico.

È il principio base di ogni fondamentalismo: la verità assoluta della causa si impone sul destino delle vite singolari rendendolo un puro accidente di fronte alla necessità che invece ispira il disegno della natura o della storia. Per questo Hannah Arendt affermava che l’essenza terroristica del potere totalitario inverte il principio etico fondamentale per il quale «non l’Uomo ma solo gli uomini abitano la terra», giungendo a «far sparire la pluralità degli uomini in un unico Uomo di dimensioni gigantesche».

Nelle analisi di Freud e di Arendt l’essenza del totalitarismo sembra dunque consistere nella soppressione della singolarità nel nome di un potere superiore, di una causa identificata con una verità assoluta che non lascia spazio alla deviazione singolare. In questo senso Freud insiste nel porre a fondamento del legame totalitario una certa versione (aberrante) della figura paterna

Se dunque la versione storica dei totalitarismi si manifesta come una ipertrofia delirante del padre ordalico, questo avviene, ed è la tesi scabrosa che Lacan sviluppa nei suoi Complessi familiari del 1938 (sic!), proprio nel momento in cui la stessa psicoanalisi registra già una crisi irreversibile dell’Imago paterna e della sua autorità simbolica. L’utopia totalitaria prende, cioè, corpo proprio nel momento in cui la funzione guida del Padre viene meno, quasi si trattasse di una sorta di compensazione oscena: lo sguardo folle e invasato del leader supplisce l’assenza di sguardo del padre privato della sua autorità simbolica.

(M. Recalcati)

https://rassegnaflp.wordpress.com/2005/10/08/indagine-sulle-forme-del-totalitarismo-nella-contemporaneita/

 

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Dai che alla fine nazifascismo e comunismo sono la stessa cosa come da riscrittura storica UE in ottica politically correct e paracully correct, sì da aprire al ritorno del nazifascismo. Per ribadire quanto l'operazione "tutti i gatti al buio son bigi" riporto questa citazione: Alla fine di questa guerra io vedo un'Europa rigenerata non dai diplomatici, ma dal proletariato. La Repubblica federale europea – gli Stati Uniti d'Europa – è ciò che dovremo avere. L'autonomia nazionale non basta più. L'evoluzione economica richiede l'abolizione delle frontiere nazionali. Se l'Europa dovesse rimanere divisa in unità nazionali, l'imperialismo ricomincerà la sua opera. Solo una Repubblica federale europea potrà dare pace al mondo. [30 ottobre 1917]. L. Trockij. 

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@BEST-GROOVE

Copia-incolla da un documento utilizzato a suo tempo per delle lezioni. Purtroppo non posso più ridurre in minuscolo il titolo.

Il "pippone" è necessario per evitare che si possa dire che sono stati rimossi i caratteri dello stalinismo.

 

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