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Intelligenza artificiale


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Inviato

 

La mia lettura estiva è "Intelligenza artificiale. Un approccio moderno" (volume 1) di Stuart J. Russell e Peter Norvig (autori), Francesco Amigoni (curatore). Una lettura impegnativa, ma intendevo farmi una mia idea su cosa sia l’intelligenza artificiale.

L’obiettivo dell’intelligenza artificiale mi appare chiaro, è replicare mediante programmi informatici ed algoritmi la mente umana, il che pone la questione di come definire la mente.

Nel pensiero contemporaneo il concetto di mente è stato ed è oggetto di indagini soprattutto in ambito anglo-americano tra i filosofi analitici, gli psicologi, i teorici dell'intelligenza artificiale e nelle scienza cognitive. Sul tema le mie letture sono limitate a “La mente non funziona così. La portata e i limiti della psicologia computazionale” di Jerry A. Fodor; “Le scienze cognitive classiche: un panorama” di Massimo Piattelli Palmarini.

Il confronto nel campo delle scienze cognitive, per quanto ricordo, è tra riduzionisti (teorici dell'intelligenza artificiale "forte") e non-riduzionisti (teorici dell'intelligenza artificiale "debole"). I primi sono convinti che l'intelligenza umana sia solo più complessa di quella del computer. I secondi ritengono l'intelligenza umana specificamente distinta da quella del computer; la mente, è considerata il prodotto dell'organizzazione biologica e chimica del cervello, e presenta proprietà peculiari - come la coscienza o l'intenzionalità - che non sono riproducibili. I primi identificano l'intelligenza con la capacità di manipolare simboli, e ritengono che il computer comprenda; i secondi definiscono l'intelligenza la capacità di interpretare simboli, e sostengono che il computer possa solo simulare la comprensione. Personalmente propendo per la tesi dei non-riduzionisti

Riporto due citazioni dal testo che ho citato in apertura.

 

Un agente è semplicemente qualcosa che agisce, che fa qualcosa. Naturalmente tutti i programmi per computer fanno qualcosa, tuttavia si suppone che gli agenti artificiali facciano di più: operare autonomamente, essere in grado di percepire l'ambiente, persistere in un'attività per un lungo arco di tempo, adattarsi ai cambiamenti e creare e perseguire degli obiettivi. Un agente razionale agisce in modo da ottenere il miglior risultato o, in condizioni di incertezza, il miglior risultato atteso.

 

In sostanza, l'IA si è concentrata sullo studio e la costruzione di agenti che fanno la cosa giusta. Che cosa sia la cosa giusta dipende dall'obiettivo fornito all'agente. Questo paradigma generale è talmente pervasivo che potremmo chiamarlo "modello standard". Prevale non solo nell'IA ma anche nella teoria del controllo, con cui un controllore minimizza una funzione di costo; nella ricerca operativa, in cui una politica massimizza una somma di ricompense; in statistica, dove una regola decisionale minimizza una funzione di costo; e in economia, dove un decisore massimizza l'utilità o qualche misura di benessere sociale.

 

La mia interpretazione è che gli autori propendano per l’intelligenza artificiale “debole”.

Apro questo thread perché mi farebbe piacere sentire cosa pensano i forumer che operano nel settore, quale è la loro rappresentazione, in ragione delle esperienze fatte, dell’intelligenza artificiale.

Chiudo esprimendo un dubbio. Quando si parla insistentemente di un argomento non poche volte ciò avviene per fini che non sono propriamente di comunicazione, bensì per creare un movimento di opinione che consenta di raccogliere fondi mediante la formazione di ciò che in finanza si definisce come “parco buoi”.

 

  • Thanks 2
briandinazareth
Inviato
1 ora fa, Savgal ha scritto:

Il confronto nel campo delle scienze cognitive, per quanto ricordo, è tra riduzionisti (teorici dell'intelligenza artificiale "forte") e non-riduzionisti (teorici dell'intelligenza artificiale "debole"). I primi sono convinti che l'intelligenza umana sia solo più complessa di quella del computer. I secondi ritengono l'intelligenza umana specificamente distinta da quella del computer; la mente, è considerata il prodotto dell'organizzazione biologica e chimica del cervello, e presenta proprietà peculiari - come la coscienza o l'intenzionalità - che non sono riproducibili. I primi identificano l'intelligenza con la capacità di manipolare simboli, e ritengono che il computer comprenda; i secondi definiscono l'intelligenza la capacità di interpretare simboli, e sostengono che il computer possa solo simulare la comprensione. Personalmente propendo per la tesi dei non-riduzionisti

 

a me sembra che questo dibattito sia più ideologico che concreto. una questione di definizioni.
 

cosa significa comprendere? a seconda della definizione, la ia, già quella attuale, ci può rientrare oppure no. (insomma la stanza cinese di searle non funziona)

la seconda cosa è che questo continuo paragone con la mente umana non è realistico, al momento.

un domani è probabile che potremmo riprodurre un cervello integralmente e vedere che succede, discuteremo se sia provvisto di coscienza oppure no... 
da tutto quello che sappiamo oggi, nella mente conta la logica e il funzionamento più che il materiale. 

ma oggi non siamo a questo punto, oggi riproduciamo alcune delle logiche presenti nel cervello, ad esempio quando progettiamo le reti neurali, ma le usiamo per farle imparare e "ragionare" su degli input che sono il risultato finale delle atività della nostra mente, non stiamo simulando una mente. 

è quindi abbastanza scontato che una ia sufficientemente evoluta, riproducendo, "capendo" e "ragionando" su come funziona la mente nelle sue manifestazioni esteriori, possa risultare indistinguibile da una mente vera, perché in maniera indiretta introietta anche le regole che giudano la mente.

però non sta comunque funzionando nello stesso modo. 

addirittura la ia oggi è già molto più brava in molte attività che richiedono intelligenza tipicamente umana e, anche senza riprodurre filologicamente il funzionamento del cervello, ha il potenziale per surclassarci in tutto a breve termine, qualcosa che in molti qui dentro vedranno all'opera.

un po' come un jet che ha le ali ma non funziona come un uccello, anche se obbedisce alle stesse leggi fisiche.


sara interessante vedere quando la prima ia cercherà di convincerci di essere cosciente come noi e non ci sarà modo di dimostrare il contrario...





 

  • Thanks 2
Inviato
1 ora fa, Savgal ha scritto:

Quando si parla insistentemente di un argomento non poche volte ciò avviene per fini che non sono propriamente di comunicazione, bensì per creare un movimento di opinione che consenta di raccogliere fondi mediante la formazione di ciò che in finanza si definisce come “parco buoi”.

Certamente, avviene anche questo

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@briandinazareth il nostro cervello non è un computer o per lo meno non lo è in senso stretto. I computer funzionano secondo regole ma mai visto un PC avere bisogno dello strizza cervelli.noi abbiamo malattie mentali e fenomeni che assomigliano alle malattie mentali solo perché non siamo in grado di comprenderli 

Carto la ai è molto più veloce a collegare fatti e fenomeni differenti ma non è che ci azzecca sempre  ma siamo all'inizio.

Inviato

Infatti, più evoluto un PC di un essere umano

Senza dubbio

😜

Inviato
3 ore fa, Savgal ha scritto:

Chiudo esprimendo un dubbio. Quando si parla insistentemente di un argomento non poche volte ciò avviene per fini che non sono propriamente di comunicazione, bensì per creare un movimento di opinione che consenta di raccogliere fondi mediante la formazione di ciò che in finanza si definisce come “parco buoi”.

Non concordo. Il parco buoi, i privati anche con disponibilità cospicue,  movimenta cifre che a livello globale sono insignificanti. Il mercato lo muovono i grossi fondi, privati o sovrani,  che buoi non sono, possono sbagliare o meno ma non sono facilmente suggestionabili.

Inviato

@meliddo

Non poche volte hanno commesso grossi errori di valutazione. La mia impressione è che non si ha idea di cosa l'intelligenza artificiale possa fare, ma che per andare avanti negli sviluppi, con prospettive incerte, servano somme ingenti. Di bolle sul tecnologico ve ne sono state non poche.

Inviato
3 minuti fa, Savgal ha scritto:

Di bolle sul tecnologico ve ne sono state non poche.

Esatto, ma non sono il parco buoi, gli sprovveduti che si giocavano i soldi in borsa senza capire.

Quelli ci sono ancora ma le somme in gioco sono irrilevanti a livello globale.

Un hedge fund può rischiare miliardi sapendo di rischiare, non perché s'è convinto leggendo il giornale.

  • Melius 1
briandinazareth
Inviato
1 ora fa, cactus_atomo ha scritto:

l nostro cervello non è un computer o per lo meno non lo è in senso stretto. I computer funzionano secondo regole

 

Questo è un punto interessante, perché la ia non funziona come i normali programmi per computer, ma più simile alle nostre reti neurali, quindi in modo molto meno rigido, altrimenti non potrebbe neppure riconoscere un gatto stilizzato, cosa che la ia fa, riuscendo a generalizzare, cosa impossibile per qualunque software tradizionale.

briandinazareth
Inviato
11 minuti fa, Savgal ha scritto:

La mia impressione è che non si ha idea di cosa l'intelligenza artificiale possa fare

 

Cosa potrà fare in futuro non lo sa nessuno, 3 mesi prima che fosse pronto nessuno neppure sognava chatgpt.

 

Se ci fermiamo allo stadio attuale invece si sa bene cosa può fare, ed è troppo, nelle aziende sta entrando ovunque, anche se c'è molta ovvia resistenza interna. 

Ma i progetti stanno partendo ovunque e ci sono già tante cose che stanno funzionando con la ia senza che ci rendiamo ancora ben conto.

 

 

Inviato

Dalla black box al cognitivismo si è cercato di ridurre, per riprodurre, la mente umana a criteri economici. Per quel che riguarda le neuroscienze, siamo ancora al brodo primordiale, il futuro è inimmaginabile. Personalmente preferisco Freud e la psicanalisi. Il giorno in cui l'AI andrà a fare un percorso di analisi dalla sua AI psicanalista, spero di essere morto da tempo e polvere libera di stelle 

Inviato

L'essenziale, almeno per me, è integrare le varie discipline per un approccio multidimensionale senza voler a tutti i costi eliminare il vecchio con il nuovo

 

  • Melius 1
briandinazareth
Inviato
17 minuti fa, 31canzoni ha scritto:

per riprodurre, la mente umana a criteri economici. Per quel che riguarda le neuroscienze, siamo ancora al brodo primordiale, il futuro è inimmaginabile

 

Oddio. Se vuoi metterla economicamente, la psicoanalisi freudiana, nonostante sia totalmente superata, come ogni terapia di qualunque tipo di oltre 100 anni fa, è un bel collettore di soldi 😂 

Poi ci si affeziona alle cose e alle idee... Ma fortunatamente si va avanti lo stesso nella conoscenza. (Lo dico da figlio di psicoanalista ;) )

 

Però È normale che ci inquietino la neuroscienza e la ia, soprattutto perché non siamo in grado di fare previsioni. la potenza della conoscenza su come funziona la nostra mente e intelligenze potenzialmente molto superiori alla nostra sono temi giganteschi e con uno sviluppo rapido come mai nulla nella nostra storia.

 

Se non ci fosse preoccupazione saremmo totalmente incoscienti

Inviato

Tutte queste certezze mi fanno sorridere

Vabbè..

Inviato
46 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

Oddio. Se vuoi metterla economicamente, la psicoanalisi freudiana, nonostante sia totalmente superata, come ogni terapia di qualunque tipo di oltre 100 anni fa, è un bel collettore di soldi 😂 

Intendevo "economico" nel senso di riduttivo funzionale, per banalizzare "input/output". Poi sì, sono fuori tempo, narciso e romantico. Tornando alla AI, penso che sia un suicidio lasciarla in mano ai grandi trust.

Inviato

Replicare il funzionamento della mente umana appartiene all'AI dei pionieri ed è solo parzialmente l'obiettivo attuale perche, in larga misura si usa per fare altro. Fino a 18 mesi fa, occhio ai tempi perché è la misura di quello che stiamo vivendo, AI serviva a definire il modello di un fenomeno, allenare il modello sui dati del fenomeno reale ed usare il modello allenato per cercare di "imitare" la realtà a fini previsivi o altro. Ottenere modelli affidabili, quanto ho descritto sopra, è stato un processo evolutivo di circa 30 anni che è andato di pari passo con lo sviluppo dell'hardware a disposizione. Questa era l'AI che cercava di fare quello che avrebbe fatto un cervello umano più rapidamente e con affidabilità simile. Negli ultimi 18 mesi lo sviluppo dei modelli linguistici ha esasperato la crescita dell'AI generativa. Imposto un tema e l'AI ne sviluppa lo svolgimento in maniera totalmente automatica attenendosi ai vincoli ed hai paletti dell'owner del processo. Va da se che la parte "generativa" deve avere regole precise perché può essere pericolosa; IBM e penso anche Google ad esempio, non lavorano su modelli che riconoscono i volti umani....

Ciao

D.

Inviato

@damiano

Mi piacerebbe sapere quali sono le applicazioni dell'intelligenza artificiale, oltre a quelle in ambienti quasi deterministici o in cui si applicano metodi statistici.

Quanto a cosa si intenda per intelligenza riporto una citazione di Galimberti.

"Schematicamente le varie definizioni si lasciano suddividere in tre gruppi: 1) definizioni generali dove l'intelligenza è vista come quel processo che consente all'uomo o all'animale dotato di struttura cerebrale evoluta di risolvere nuovi problemi che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento con l'ambiente; 2) definizioni specifiche che considerano l'intelligenza come un insieme di processi mentali specificamente umani che investono il ragionamento logico, la capacità di formulare valutazioni, la capacità di perseguire uno scopo anche a lungo termine scegliendo i mezzi appropriati, la capacità di auto-correzione e autocritica; 3) definizioni operative nate dalla difficoltà di approdare a una definizione univoca di intelligenza, per cui si preferisce sottoporne alcuni aspetti a determinati test la cui soluzione definisce di volta in volta il comportamento intelligente".

Inviato

Secondo me la AI fallirà il giorno che dovrà fare i conti con le leggi di Murphy...:classic_laugh:

(È una battuta, ma mica tanto)

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