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Melius Club

Il diritto di andare al ristorante senza consumare


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Inviato

che sfizio trovate a mangiare per l’ennesima volta una carbonara o amatriciana seppur fatte a regola d’arte?

o le polpettine? E il tiramisu’? Una volta al

mese va bene, ma il senso di andare a cena fuori per me e’ diverso

  • Melius 2
Inviato
27 minuti fa, mozarteum ha scritto:

ma il senso di andare a cena fuori per me e’ diverso

Aridaje con questi distinguo, ma perché uno non dovrebbe mangiarsi fuori casa una amatriciana fatta come dio comanda, o un piatto di anolini parmigiani da mettere poi addirittura il piatto alla bocca per non lasciare nemmeno un goccio di quel brodo buono facendo attenzione a che non ti vedano, o un bel piatto di tagliatelle il cui sugo è rimasto almeno almeno quattro ore sul fuoco? Perchè queste discriminazioni, quando una cosa è buona è buona e basta e non è proibito neppure mangiarla con lo smoking di ordinanza e magari la tovaglia al collo per non macchiarlo sempre che di nuovo non ti vedano o con le Birkeston ai piedi.

Inviato
46 minuti fa, Panurge ha scritto:

@Velvet il ramen è buono, se fatto bene.

Si infatti il gatto di @Akla sembra lo gradisca molto.

Quanto al sushi, dopo averlo assaporato celestiale in casa di una cuoca giapponese credo non potrei andare oltre ma solo scendere di livello perciò... mi astengo da quei tristi piattini che vedo instagrammare in giro. 

 

 

Inviato

@mozarteum concordo, io a cena fuori ci vado solo per mangiare una pietanza che a casa non si può fare o è di difficile realizzazione.

Personalmente non esco più da qualche anno con questo intento (preferiamo risparmiare e cenar fuori quando siamo all' estero), se non le 4 volte per festeggiare il compleanno di ciascuno dei componenti la famiglia ed evitare così il pensiero del solito regalo. Che tanto almeno 250-300€ per una cena in 4 se ne vanno tranquillamente.

Inviato
20 minuti fa, piergiorgio ha scritto:

io a cena fuori ci vado solo per mangiare una pietanza che a casa non si può fare o è di difficile realizzazione.

Cioè tu ad esempio verresti a Parma e non ti mangeresti un bel piatto di anolini o i tagliolini al culatello da quelle che erano le sorelle Picchi, solo perché li si possono fare anche in casa? Ma se un piatto è buono e fatto bene lo è tanto per un romano che arriva a far casino a Parma, tanto quanto è buono per il parmigiano che fa casino nei suoi luoghi d'origine. 

Inviato

@ferrocsm le Sorelle Picchi sempre nel cuore e nei ricordi più deliziosi, ma nella gestione successiva c’è stato declino e imbarbarimento.

Inviato
5 minuti fa, ferrocsm ha scritto:

Cioè tu ad esempio verresti a Parma e non ti mangeresti un bel piatto di anolini o i tagliolini al culatello da quelle che erano le sorelle Picchi, solo perché li si possono fare in casa?  

Non è quello che intendevo: ovviamente se per altri motivi capita di fare di 3-400 km vado a mangiare fuori, ma non vado a bologna o parma ma nemmeno piacenza apposta per cenare. Intendevo dove abito (prv. Milano), non usciamo più per il piacere di andare a cena, visti i prezzi e la difficoltà di trovare un posto dove veramente valga la pena di spendere 60-70 euro (a testa minimo) per mangiare bene. Scordatevi che qui da noi  trovate le trattorie dove con 30 euri si apprezza un pranzo con prodotti locali, anche perché il territorio offre poco o nulla di imperdibile.

Inviato
5 minuti fa, Lolparpit ha scritto:

ma nella gestione successiva c’è stato declino e imbarbarimento.

Effettivamente è un po' che non ci vado e ho sentito pure io che è scaduto come qualità e cortesia.  Va be' dai allora spostiamoci in collina e arriviamo fino a Calestano dalla Mariella dove anche lì è da un po' che manco, anche quel ristorante che tu sappia ha subito un declino e imbarbarimento? 

Inviato
1 ora fa, appecundria ha scritto:

Senti, hai riempito il thread di questi post lapidari. Contento te, contenti tutti, ma se tu provassi a spiegarti con qualche parola in più sarebbe cosa buona e giusta.

Ma che cosa vuoi che spieghi?

Continui a menarla con sti giudizi senza capo ne coda: o mangi come un bufalo o stattene a casa, come se il ristorante fosse un luogo semi sacro dove solo chi è in grado di ingozzarsi è ammesso. 

In più i ristoratori sembrano poveri cristi che per sbarcare il lunario devo servire  alneno ottocento portate a cranio e il cliente un appecorato che deve stare attento a non infastidire il gestore.

Ma il concetto di libertà ti è chiaro?

Parrebbe di no.

1 ora fa, Guru ha scritto:

sembra che chi ha opinioni diverse dalle tue abbia offeso tua madre.

Mia madre è  morta da 27 anni.

E tu mica esprimi opioni, spari giudizi pure offensivi.

 

Inviato
31 minuti fa, ferrocsm ha scritto:

o un piatto di anolini parmigiani

A Roma non ci sono quindi li mangio volentieri quando sono in Emilia, prossimamente per il festival Verdi.

Se abitassi in Emilia, al contrario mangerei piu’ volentieri un’amatriciana. Il senso del

mio post era diverso

Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Il senso del

mio post era diverso

Sicuramente avrò interpretato male, ma io per mangiare bene intendo una cosa fatta bene e che non sia solo prerogativa riservata ai foresti perché gli autoctoni possono anche farsela in casa, quando una cosa è fatta bene lo è per tutti, sia essa amatriciana o taglierini al culatello. 

Inviato
3 minuti fa, senek65 ha scritto:

Ma il concetto di libertà ti è chiaro?

Anche il ristoratore e’ libero. Affari suoi se i conti gli tornano o no. Il cliente ha liberta’ di scegliere di non andarci. Nell’esempio fatto si parlava di un ristorante a Camogli -localita’ pregiata- con soli 18 tavoli. Ed era indicata questa modalita’.

Ho fatto anche l’esempio di Voce a Milano dove sul menu’ all’ingresso e’ scritto che due portate sono minime.

Francamente, tanto rumore per nulla

Inviato

 

Sulla premessa che gia’ solo a vedermi entrare ogni oste sarebbe felice (a volte mi immagino in una serata con Appe e Melos, con conseguente premio da parte di Confcommercio Ristorazione Campania :classic_biggrin:), devo dire che, secondo me, il problema sta proprio nella insopprimibile necessita’ di urlare al mondo intero i propri pensieri(ni).

 

Anche cari amici (non piu’ giovanotti, quindi) non fanno a meno di fotografare il piatto e lasciare il commento sul loro canale preferito. E questo, specie da noi, puo’ effettivamente portare un pregiudizio gravissimo e molto difficilmente riparabile, proprio perche’ mediatico e – mi si perdoni la briochizzazione – ottimo brodo di coltura borsellatico.

 

Pero’ pure non trovo nulla di male se – UNA VOLTA RESISI CONTO DEL SISTEMA (prezzi e regole) – gli avventori, PRIMA di procedere, girino i tacchi e salutino. L’ho fatto persino io, tempo fa: sceso in un “pub”, seduto e data un’occhiata al menu (assurdamente carestoso), mi sono alzato, ho ringraziato e sono uscito. Ma non avevo ancora chiesto nulla, ne’ c’era neppure un “coperto” a tavola (il locale non lo prevedeva: e se ci fosse stato, avrei anche trovato il menu previamente esposto, come ogni ristorante in cui ora voglia entrare…)

 

Altrimenti, per me e’ corretto “giocare” con le regole del locale. Quest’anno Capri e’ stata “assalita” dai pizzaiuoli “di rango” napoletani, che hanno aperto locali con proposte indirizzate – ovviamente – alla ristorazione di alta gamma (e alla conseguente danarosa clientela, spesso di altri continenti). Fra loro, anche una notissima pizzeria una volta ottima e popolare, originaria del popolarissimo quartiere della Sanità (poi turisticizzata ed infine acquisita dalla famiglia proprietaria di Moncler…). Mi era stata segnalata l’elevatissima qualita’ del prodotto, anche migliore di quella che conoscevo in citta’, e ci sono andato, proprio per un esperimento sul campo :classic_wink: Pero’ ci siamo limitati a due pizze e acqua minerale, proprio per “contenere il danno”; mentre i nostri esotici vicini seguivano un (carissimo) menu degustazione, ed altri – sempre “altroparlanti” –  indulgevano in ulteriori portate . Non penso proprio di avere fatto una “barbonata” (certamente l’utile c’e’ stato anche con una ordinazione minima come la nostra), ne’ mi e’ stato mosso alcun appunto, neppure “velato”: servizio cortesissimo ed efficiente. Esperimento, peraltro, pienamente riuscito e confermo l’elevatissima qualita’ degli impasti e dei topping. Ma e’ ovvio che, se avessi voluto “sfamarmi”, mi sarei diretto altrove (beh, sull’isola e’ diventato difficile, devo ammetterlo…) e mai mi sognerei di “postare” commenti sbraitando: “ma siamo pazzi? 30 Euro per una margherita?”. Ne' ci tornero' quando avessi proprio desiderio di pizza; ma e' bene sapere di poterlo consigliare a chi possa rientrare nel loro "target", non solo economico, di ricerca della qualita' (e ce ne sono, anche alle nostre latitudini); insomma, contentissimo che non sia una "bufala" (pun intended, come dicono gli anglosassoni).

 

Il vero guaio e’, come gia’ fatto notare, che in realta’ sta sparendo l’ossatura della ristorazione piccoloborghese, della trattoria o del ristorantino “accessibile” che non si “mastercheffizza” tanto per fare. Quindi tutti mirano a vendere (che’ di questo si tratta, in nuce) una “esperienza”, non un sano piatto di spaghetti a vongole (davvero, ho faticato a trovare in zona Chiaia un locale “accessibile” che me le proponesse, per ospitare un parente "straniero" che ama quel piatto: solo quelli notoriamente di altissima qualita’… e prezzo). Forse e’ questo uno dei motivi per i quali spesso nelle (oramai ridotte) case famigliari partenopee si continua a saper fare da mangiare, quantomeno per gli ospiti…:classic_smile:

 

Vabbe’, sono prolisso, mi fermo qui

 

Omaggi

Carlo Iaccarino

 

Inviato
2 minuti fa, ferrocsm ha scritto:

quando una cosa è fatta bene lo è per tutti, sia essa amatriciana o taglierini al culatello. 

Si ferro infatti dicevo una volta al mese ok. Ma francamente uscire ogni volta per andare a mangiare le solite cose della propria regione non e’ il mio massimo.

De gustibus naturalmente

Inviato
4 minuti fa, md1809 ha scritto:

Iaccarino

Parente del mitico? A Napoli pero’ ci sono ottime trattorie per lo spaghetto alle vongole oppure per la pasta alla genovese dove si spende ancora poco. 

Inviato
Adesso, mozarteum ha scritto:

Anche il ristoratore e’ libero. Affari suoi se i conti gli tornano o no. Il cliente ha liberta’ di scegliere di non andarci. Nell’esempio fatto si parlava di un ristorante a Camogli -localita’ pregiata- con soli 18 tavoli. Ed era indicata questa modalita’.

Ho fatto anche l’esempio di Voce a Milano dove sul menu’ all’ingresso e’ scritto che due portate sono minime.

Francamente, tanto rumore per nulla

Ma ci mancherebbe: e mi pare di averlo detto più di una vta che credo solo che la tipa di Camogli abbia solo sbagliato modalità non sostanza ( se la sua politica è quella bene).

Da qui a la ripetuta barbonaggine o agli inviti ad andare a supermercato di strada ne passa.

Inviato
5 minuti fa, mozarteum ha scritto:

De gustibus naturalmente

Opinioni come al solito, io ho una compagnia di beoni e almeno una volta a settimana si esce a cena, chiaramente dobbiamo anche confrontarci con le realtà in cui si vive, certo a Roma sai che scelta hai disponibile? Molto più ristrette le nostre che viviamo sulle colline emiliane, anche se qualche volta si noleggia un taxi e si sconfina o in Liguria o in Toscana, quando hai trovato un locale e hai imparato cosa esso sa fare bene in base a quello che può reperire sul posto, perché rischiarla con qualcosa d'altro? De gustibus naturalmente, io sono solito stare ai primi danni. 


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