appecundria Inviato 30 Settembre 2024 Inviato 30 Settembre 2024 Parlando in altra discussione di condizione della donna nell'Islam radicale, vorrei estrapolare il concetto del Cuoco (che non è una ricetta). Nella storia italiana si materializzò di nuovo un fantasma antico, quello della «Rivoluzione passiva». Un concetto che Vincenzo Cuoco nel Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, introdusse nel vocabolario politico italiano. Ricordiamolo: secondo lui quella rivoluzione napoletana era stata «passiva» perché importata da fuori e attuata da una minoranza, un’élite intellettuale, senza che ci fosse stata una coscienza, una partecipazione diffusa in mezzo al popolo. Quel fallimento dimostrava, secondo Cuoco, che nessuna rivoluzione poteva calare dall’alto, da «un’assemblea di filosofi» o essere imposta con «la forza delle baionette». Una Costituzione autentica come patto durevole di un popolo poteva nascere e mantenersi solo se adeguata alle caratteristiche, alla storia e alla cultura di quel popolo. In conclusione: le rivoluzioni non si esportano. In quel caso perché i sanfedisti, devoti al Trono e all'Altare, non erano come i sanculotti parigini che il re lo avevano decapitato. Questo vale pure per l'Afghanistan, per ogni luogo e in ogni tempo. 2
Fabio Cottatellucci Inviato 30 Settembre 2024 Inviato 30 Settembre 2024 3 ore fa, appecundria ha scritto: Quel fallimento dimostrava, secondo Cuoco, che nessuna rivoluzione poteva calare dall’alto, da «un’assemblea di filosofi» o essere imposta con «la forza delle baionette». Questo è molto interessante. Peraltro, mi conferma nella mia convinzione che le rivoluzioni, per funzionare e diventare cambiamento permanente e produttivo di mondi nuovi, devono essere propugnate dalla componente sociale che poi ne beneficerà. E questo secondo me è uno dei limiti delle rivoluzioni socialiste, pensate da intellettuali cresciuti in seno alla borghesia che armavano rivoluzioni contro la nobiltà per conto di una classe terza (il proletariato).
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