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Differenze tra Streaming online e riproduzione di files in locale?


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Inviato
8 ore fa, PietroPDP ha scritto:

Se assaggi 2 vini dove puoi avere un approccio scientifico?

Certo che sì, infatti esistono le scuole di sommelier dove si insegna a percepire i diversi componenti e dove si addestra il gusto … improbabile che un sommelier ti dica che un vino ha origine in terra vulcanica e un’altro, per la stessa bottiglia, ti dica invece che arriva dalle Langhe.

 

 

  • Melius 2
Inviato
7 ore fa, PietroPDP ha scritto:

Si il problema è che i riferimenti mi stanno benissimo, ma non ti dicono come suonano fino a che non lo ascolti nel tuo contesto, c'è questo piccolo particolare che invece è fondamentale.

Come controllare le prestazioni di un'auto che può andare velocissima, ma è assettata quasi da pista e tu ci giri per il paese pieno di buche e bestemmi ad ognuna che incontri.

Magari se l'avessi provata prima te ne saresti reso conto più facilmente.

Non è che io non lo so, sono cose che so benissimo, ma quello che dici è paragonabile al lavoro che può fare tipo RPG o un tecnico che fa trattamento acustico della stanza, l'audio è un attimino più complesso, tu quando ti compri una elettronica hai un tizio che ti tara tutto alla perfezione nel tuo ambiente?

Passando di nuovo alla TV, quando ti compri il televisore non sai nel tuo contesto quale è meglio tra il Sony, l'LG e il Panasonic giusto per restringere il cerchio.

Pure li dovresti provarli nel tuo salotto dopo le calibrazioni e poi scegliere.

Non hai fatto un paragone in linea con quello che succede in un ascolto di un dac, perchè non esiste una sonda che ti regola tutto alla perfezione.

Tu hai fatto un paragone senza senso, e ti arrampicati sugli specchi. 

Due tv posso metterli uno di fianco all'altro, guardarli assieme, e scegliere quello che ha l'immagine più naturale. 

Due dac assieme non posso sentirli, e il confronto si basa solo sulla memoria uditiva,.che dura il battito di ciglia.

L'ambiente,  per quanto riguarda una TV, si limita alla luminosità della stanza, niente che non si possa sistemare a piacimento. 

  • Melius 1
Inviato
8 ore fa, PietroPDP ha scritto:

No non era questo il senso soprattutto sul discorso di 2 oggetti identici.

Perchè 2 elettroniche, poche o tante che siano avranno differenze e le differenze ci sono perchè quando giudichi un oggetto in ascolto per forza di cose non hanno mai la stessa presentazione sulla scena nelle 3 dimensioni.

Li non è minimamente soggettivo.

Se la presentazione è 1 m in profondità più dell'altra non c'è soggettivismo, c'è solo se si hanno le minime basi per fare un confronto, semplici orecchie per sentire.

Già mi dici la timbrica, quella può essere soggettivissima, ma lo è perchè non tutti sono musicisti di professione.

Ma riconoscere se un'elettronica ha le 3 dimensioni più grandi di un'altra o anche solo uno dei 3 parametri.

Hai mai sentito parlare che alcune fanno suonare dentro i diffusori e altre no?

Succede molto spesso e con vari gradi di larghezza.

Per quello dico che tutte ste cose uguali già a partire da cose oggettive non ci sono.

Non scomodiamo naturalezza di emissione o scintillamenti vari che sono innaturali, ma qualcuno non sa interpretarli come tali, ma almeno su cose oggettive non c'è soggettività.

E questo succede con tutte le elettroniche.

Nel momento in cui, con metodo di ascolto appropriato, si và a comprovare una differenza... questa allo strumento di misura apparirebbe grossa quanto un palazzo a 20 piani

Inviato

Mai visto un esempio più lampante di psicoacustica applicata, il problema è che il buon Pietro non se ne accorge... :classic_rolleyes:

Inviato
4 ore fa, stefano_mbp ha scritto:

Certo che sì, infatti esistono le scuole di sommelier dove si insegna a percepire i diversi componenti e dove si addestra il gusto … improbabile che un sommelier ti dica che un vino ha origine in terra vulcanica e un’altro, per la stessa bottiglia, ti dica invece che arriva dalle Langhe.

Andrea Scanzi, che si è diplomato sommelier AIS, nel suo libro "Elogio dell'invecchiamento" scrive "Nessuno, tranne pochi illuminati, è in grado di riconoscere senza ombra di dubbio il nome e l'assemblaggio del vino che sta degustando.".

Inviato
28 minuti fa, G.Carlo ha scritto:

Nessuno, tranne pochi illuminati, è in grado di riconoscere senza ombra di dubbio il nome e l'assemblaggio del vino che sta degustando.".

Eh.. ma qui siamo tutti super uomini. Riconosciamo 27 volte su 27un cavo, una spina in bronzo anziché in rame, un giro si spina, un cavo usb, ecc ecc. 

  • Haha 1
Inviato
14 ore fa, ilmisuratore ha scritto:

La risposta dell'interlocutore è stata sempre quella di una stucchevole disamina folcloristica, basata su argomenti inconsistenti e privi di qualsiasi logica

 

Che poi servono per difendere lo status quo...

Ma ormai la maggior parte degli appassionati si sono accorti che il re è nudo, già da quando iniziavano a circolare i listini internazionali su internet, e ti accorgevi che il tuo super-oggetto da 10k euro in realtà costava all'origine la metà, e quindi in fondo ne valeva 5k... e poi magari ne trovavi uno con listino meno rigonfiato e dal rapporto q/p elevato, che magari a 2,5k suonava come se non meglio del tuo super-oggetto, costando però 1/4

Ma permangono dei residui mnestici in taluni individui, non è così strano...: lasciamo fare, qualche pensiero arcaico in fondo allieta le letture :classic_rolleyes:

  • Melius 1
Inviato

@granosalis Ho appena ricevuto una mail da una societa The Audiophile Society fondata da David Chesky dove parla appunto della differenza tra ascolto locale e in streaming, per velocizzare ho tradotto con google buona lettura!

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Per coloro che sono nuovi alla mia più recente iniziativa The Audiophile Society, spero che apprezziate questo articolo e che supportiate i nostri sforzi per realizzare registrazioni dal suono migliore per il divertimento di tutti.

PERCHÉ I DOWNLOAD SONO MEGLIO DELLO STREAMING

Il dilemma dell'audiofilo: comodità dello streaming o qualità del suono?

Per me, lo streaming è semplicemente una moderna variante della radio FM. Nella mia esperienza, non suona bene come la riproduzione di un file locale, una conclusione condivisa da altri rispettati critici audio. Sebbene lo streaming sia comodo e accessibile, non è all'altezza di una vera esperienza audiofila.

Ecco come sono arrivato a questa osservazione.

Mio figlio, Lucca, sta avviando un'azienda di altoparlanti e ho ascoltato innumerevoli versioni dei suoi altoparlanti, testando vari marchi e dimensioni di cavi per altoparlanti interni dal crossover ai driver. Nonostante configurazioni identiche, sentiamo costantemente differenze significative tra le configurazioni dei cavi, anche quando le misurazioni suggeriscono che dovrebbero suonare allo stesso modo. Per chiarire, qui non stiamo conducendo test formali in doppio cieco; una persona riproduce i file mentre l'altra ascolta, attingendo alle nostre esperienze di ascoltatori. Con oltre 50 anni di esperienza come pianista, compositore, orchestratore e produttore di quasi mille album, mi fido della mia memoria musicale, che credo si estenda anche alla tonalità. Nella musica, accettiamo la memoria di tono come valida, quindi perché non quella tonale? Credo che tutti gli audiofili seri che hanno ascoltato criticamente i sistemi hi-fi nel tempo abbiano sviluppato memorie tonali, motivo per cui potremmo preferire un amplificatore rispetto a un altro.

Mentre testavamo gli altoparlanti, abbiamo iniziato a confrontare l'audio in streaming con i file audio locali utilizzando gli stessi metodi di ascolto applicati ai cavi. In ogni caso, i file locali suonavano costantemente più ricchi e sfumati, proprio come la musica dal vivo. In un'occasione, abbiamo notato un degrado ancora maggiore nella qualità dello streaming quando un altro computer in casa stava caricando simultaneamente. E questo ascolto è stato effettuato con convertitori D/A audiofili all'avanguardia che riprogrammano i dati. Nonostante ciò, lo streaming e i file locali suonavano comunque in modo diverso.

Ciò solleva una domanda fondamentale: cosa definisce "meglio" e perché i file locali suonano meglio alle mie orecchie? Per un parametro di riferimento, mi affido al suono della musica dal vivo. I file in streaming hanno spesso una qualità "incisa", una sorta di risoluzione artificiale, come aumentare il contrasto su una TV. Al contrario, i file locali offrono toni sottili e ricchi senza una nitidezza esagerata. Pensala in questo modo: la risoluzione apparente è come i colori fluorescenti, mentre la risoluzione reale è simile all'esame della trama fine di un maglione nella vita reale, dove ogni dettaglio è visibile, ma nulla salta fuori in modo innaturale. Ciò solleva anche una questione estetica: le persone preferiscono il suono "inciso" dello streaming (come i piselli in scatola) o il suono naturale e più pieno di un file locale (piselli freschi)?

Il vero mistero per me è che quando catturiamo entrambi i file in una Digital Audio Workstation, si annullano. Quindi cosa causa la differenza nel suono? Anche se è un segnale digitale, potrebbe essere un effetto triboelettrico su cavi lunghi? È possibile che tutte le complesse connessioni sul web raccolgano rumore elettrico lungo il percorso, degradando il suono durante la riproduzione?

Dopo aver scaricato e confermato che i file erano identici, la versione in streaming suonava ancora diversa nella riproduzione in tempo reale. Forse c'è un "fattore X" non ancora catturato dagli attuali test scientifici. Ma con la mia vasta esperienza nella musica dal vivo e registrata, mi fido delle mie orecchie più di qualsiasi grafico. La nuova domanda per me è se ci sono limitazioni nelle attuali tecniche di misurazione audio digitale che non riescono a catturare tutte le differenze percepibili nella qualità del suono?Alla fine, per la musica di sottofondo occasionale, lo streaming va bene. Ma quando voglio davvero ascoltare e valutare la qualità di un sistema, opterò sempre per un file locale.

David Chesky

 

https://theaudiophilesociety.com/products/the-audiophile-societys-headphone-evaluation-and-spatial-audio-test-album?se_activity_id=144904585416&syclid=ct1oi7297g2s73e8tvmg&utm_campaign=David+Chesky+on+Streaming+Convenience+vs+Sound+Quality_144904585416&utm_medium=email&utm_source=shopify_email

 

 

 

  • Thanks 1
Inviato

@Forest la mail di chesky era stata già segnalata e direi anche ampiamente dibattuta nelle pagine precedenti, ma grazie per averla riportata. 

Inviato

L'oste che racconta che il suo vino è migliore... 

  • Haha 1
Inviato
1 ora fa, Forest ha scritto:

Per me, lo streaming è semplicemente una moderna variante della radio FM.

 

Già uno che parte dicendo una cassata del genere, non lo prendo neppure in considerazione :classic_laugh::classic_laugh::classic_laugh:

ps: ecco perchè in passato ho acquistato soltanto un paio dei suoi cd e tutti gli altri sono Deutsche Grammophon, Decca, Oiseau lyre, Archiv, etc etc ... adesso ho capito il motivo!

Certo che per gli audiofili è una vera manna uno scritto del genere, tutto basato su sensazioni e percezioni... bah ....

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, Forest ha scritto:

Alla fine, per la musica di sottofondo occasionale, lo streaming va bene

 Uhè, @SimoTocca , hai capito cosa ti dice il David Chesky? Che stai ascoltando in sottofondo per 10/15 ore a settimana da almeno 4/5 anni: aggiornati perdinci!

:classic_tongue::classic_tongue::classic_tongue:

Inviato
17 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

Riassumo quello che dice Chesky: il medesimo file, bit perfect, se comprato download suona come l’ottava meraviglia del mondo, se ascoltato in streaming come una radiolina a transistor…!!

E questa differenza abissale lui la sente sui diffusori costruiti dal figlio Lucca….

Sara mica un problema delle casse?? 😉😆

Pubblicizza due prodotti in un colpo solo. Certa gente ha la faccia ancora più tosta, di chi compra cavi commerciali in Cina a 3 centesimi al metro, cambia l'isolamento e te li vende a 1.000. Comunque, sino a che ci sarà chi è disposto a dargli credito, fanno bene. 

  • Melius 1

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