briandinazareth Inviato 7 Gennaio Autore Inviato 7 Gennaio 26 minuti fa, audio2 ha scritto: quali finti reati i pakistani in uk ne hanno fatte di tutti i colori, quelle cose li si insabbiate sei totalmente ignorante di quello di cui parliamo... non mi stupisce. i finti reati dei siriani, da parte di quello che adesso musk propone come candidato in uk, che ha provocato un'ondata di distruzione di negozi e caccia all'immigrato. informati, sono cose importanti. l'insabbiamento e quello che scrivi sui pachistani, oltre al tono, mi fa pensare che in fondo tu non sia così in disaccordo con musk... mi sbaglio? alla fine sembra che tu nonriesca a condannare neppure per un minuto chi chiede di bruciare gli hotel con i rifugiati e neppure una minima critica a musk che difende questi neonazisti. è molto triste.
extermination Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio @briandinazareth Hai una capacità di gestire dati ed informazioni di ogni genere con una accuratezza, facilità e velocità impressionante. My compliments.
iBan69 Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio 33 minuti fa, appecundria ha scritto: Musk ha fatto sapere che ha una nonna inglese e quindi ha il diritto di intervenire. Mio cuggino ha uno zio amaricano … posso quindi mandare a fanculus Musk? 1
UpTo11 Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio 6 minuti fa, iBan69 ha scritto: Mio cuggino ha uno zio amaricano … posso quindi mandare a fanculus Musk? Hai pure un antenato delle parti di Olduvai, vai tranquillo, no limits.
Savgal Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio Elon Musk, campione mondiale di ipocrisia: i sussidi e i 114 miliardi intascati (in un mese) di Federico Fubini Elon Musk sostiene che bisogna falcidiare la spesa pubblica americana ed eliminare i sussidi per tutti, dopo che lui stesso ne ha approfittato a piene mani fra il 2007 e quest’anno, sia per Tesla che per SpaceX Il welfare per ricchi: i sussidi miliardari a Elon Musk (che ora vuole tagliare la spesa per Trump) Ognuno ha il suo ipocrita preferito e il mio era Fred Smith, fondatore e presidente di FedEx. Smith è un repubblicano americano vecchio stampo, 80 anni, vicino all’amministrazione di George Bush figlio e alla campagna (poi perdente) di John McCain contro Barack Obama nel 2008. Smith è un libertario in economia, convinto che lo Stato debba farsi piccolo e starsene quanto possibile in disparte mentre le imprese creano ricchezza. E fin qui, naturalmente, niente di male. Anzi in Italia, dove non esageriamo certamente nell’applicare la sua ricetta (la spesa pubblica vale più di metà del prodotto lordo) magari avremmo bisogno di qualche suo consiglio. Poi però si scopre che Smith – con il suo liberismo – ha accumulato gran parte della propria fortuna personale da 6,3 miliardi di dollari grazie a contratti di trasporto pacchi e merci di FedEx in sostanziale regime di monopolio con varie branche del governo americano. Pentagono incluso. Musk e l’impressionante crescita della sua ricchezza (dall’elezione di Trump) Si può essere più ipocriti? Si può. Prendete per esempio l’uomo che dal 5 novembre, giorno delle elezioni americane, ha visto il suo patrimonio salire di 114 miliardi di dollari; tutto questo arricchimento, realizzato attraverso la crescita del valore azionario delle sue aziende, non discende dal loro rendimento attuale ma da quello previsto dal mercato per il futuro grazie alla posizione politica di quest’uomo così vicino alla Casa Bianca. Oggi la sua fortuna vale 376 miliardi, secondo Bloomberg. Sì, è lui: il più ricco del mondo, lo stesso che ha versato (almeno) 259 milioni di dollari nella campagna di Donald Trump. Lo stesso che ora lavora con il presidente eletto promettendo di tagliare la spesa federale americana di duemila miliardi, il 7% del prodotto lordo degli Stati Uniti. Naturalmente parlo di Elon Musk. Ma non avrebbe senso scagliarsi in un’invettiva contro di lui. Vorrei solo provare a spiegare perché la sua formidabile ipocrisia racchiude una lezione per tutti. Persino per noi in Italia, dove in queste settimane si discute molto del futuro dell’industria dell’auto. Il segreto dell'ipocrisia Prima di tutto, però, l’ipocrisia. Perché Musk è il nuovo campione del mondo della specialità? Dopo la campagna elettorale, si è fatto nominare da Trump nel ruolo consultivo ma influente di co-capo (con Vivek Ramaswamy) del «Doge»: Department of Government Efficiency. Il cuore del programma è individuare quei duemila miliardi di dollari di tagli alla spesa federale, pari al 28% del totale. Fatte le proporzioni, è come se l’uomo più ricco d’Italia venisse incaricato dal governo di trovare tagli per poco meno di 300 miliardi di euro nel bilancio dello Stato. Su questo sospendo qualunque giudizio, benché negli Stati Uniti un’operazione del genere sembri complicata: semplicemente non si direbbe che ci siano duemila miliardi da tagliare. L’87% del bilancio federale è bloccato in spese che Trump non può o ha già detto che non vuole toccare (difesa, interessi sul debito e spesa sociale sotto forma di Social Security, Salute, Medicare e sussidi ai veterani di guerra). Musk dovrebbe dunque trovare duemila miliardi di tagli… in 910 miliardi di spesa restante. In bocca al lupo. Super ricchi Ma questa è solo una premessa dell’ipocrisia. L’altra è quando lui stesso ha detto che farebbe a meno di tutti gli aiuti. Ha scritto nel luglio scorso l’imprenditore su X (ex Twitter), il social media di cui è proprietario: «Togliete tutti i sussidi, questo non farà che aiutare Tesla. Inoltre, cancellate i sussidi per tutti i settori produttivi!». Quel tweet, letto più da più di un milione di persone, segue di soli tre giorni il momento in cui Musk si è schierato a favore di Trump. Aiuti pubblici a nove zeri Ma davvero le cose stanno come dice l’uomo più ricco del mondo? Davvero cancellare i sussidi non farebbe che aiutare la sua azienda dell’auto elettrica? In un certo senso sì, ma la realtà non è esattamente come appare. Musk è un visionario e un imprenditore di capacità uniche, ha rivoluzionato interi settori, eppure difficilmente sarebbe arrivato dov’è senza una dose massiccia di sussidi e altri interventi pubblici. Si possono contare almeno sei miliardi di dollari in trasferimenti a fondo perduto del contribuente americano a favore delle sue principali imprese; più di mezzo miliardo in prestiti pubblici o garanzie sul debito a condizioni di vantaggio; e almeno undici miliardi di ricavi derivanti dai regolamenti governativi che permettono a Tesla di vendere ai concorrenti “crediti di carbonio” (in sostanza, diritti di inquinamento derivanti da una stima teorica delle minori emissioni da parte di Tesla stessa). Cerco di essere più preciso. - Fra il 2007 e quest’anno Tesla ha ricevuto trasferimenti pubblici americani per almeno 2,8 miliardi di dollari, più 466 milioni in garanzie pubbliche o prestiti pubblici a condizioni di favore; inoltre cinque casi di sussidi fiscali da parte del Texas, della California ed altri stati federali mantengono un valore «undisclosed»: mai reso noto. - Sempre Tesla ha superato nel 2022 i due miliardi di dollari l’anno di ricavi non dalla vendita di auto, ma dalla vendita alle case auto concorrenti di «regulatory credits» (cioè diritti regolamentati di inquinamento); senza questi avrebbe chiuso in perdita anche il 2021, che invece è stato il suo primo anno di utile dalla fondazione nel 2004. - Quando a SpaceX, il gruppo spaziale di Musk che controlla anche i satelliti per le telecomunicazioni di Starlink, fra il 2011 e il 2021 ha ricevuto 3,17 miliardi di dollari in trasferimenti pubblici a fondo perduto e 106 milioni di dollari in credito a condizioni di favore. Inoltre, il Texas ha fornito cinque aiuti diretti di entità «undisclosed» (non resa nota) per la costruzione di un nuovo impianto del gruppo. Doppie verità Lo scarto fra retorica e realtà salta agli occhi. Ne riassumo i punti principali. - Musk sostiene un presidente convinto che il cambio climatico sia una «truffa» («hoax») e deciso a portare gli Stati Uniti fuori dagli accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni; intanto però Musk stesso basa la propria ricchezza su un’azienda dell’auto che incassa circa due miliardi all’anno vendendo «crediti di carbonio» per la lotta al cambio climatico. - Sempre Musk sostiene che bisogna falcidiare la spesa pubblica americana ed eliminare i sussidi per tutti, dopo che lui stesso ne ha approfittato a piene mani. - I contratti pubblici conclusi fin qui da SpaceX valgono quasi 20 miliardi di dollari di ricavi. In cambio il gruppo ha fornito servizi e garantito prestazioni oggettivamente eccezionali, ma senza il primo contratto pubblico nel 2008 l’azienda avrebbe rischiato di fallire perché aveva bruciato tutta la cassa. È alla luce di tutto questo che bisogna rileggere l’uscita di Musk secondo cui bloccare i sussidi sarebbe positivo per Tesla. Probabilmente non intende esprimere una contrarietà di principio: vuole solo alzare il ponte levatoio una volta che lui stesso ci è passato sopra, in modo da tagliare la strada a quelli che potrebbero sfidarlo arrivando dopo. Perché senz’altro i sussidi e gli altri interventi pubblici sono piccola cosa rispetto al colossale valore azionario e ai buoni ricavi attuali di Tesla e di SpaceX; ma senza quegli aiuti probabilmente Musk non sarebbe riuscito a sviluppare le sue aziende al punto in cui sono oggi. Forse sarebbero fallite prima, come ha ammesso lui stesso riguardo alla situazione del gruppo dell’auto fra il 2017 e il 2019. Forse in Europa non ce l’avrebbero mai fatta, perché magari quegli aiuti di Stato stati proibiti da Bruxelles. La scalata a Twitter Qui è il punto. Personalmente non sono sempre contrario ai sussidi alle imprese tecnologiche o industriali, né sono scandalizzato dalla lingua biforcuta dell’imprenditore: in fondo fa parte del gioco. Il problema è se un governo ne ottiene in cambio interferenze politiche, conflitti d’interesse e comportamenti degni di un oligarca post-sovietico. Di recente al summit annuale della rivista «Grand Continent», uno degli appuntamenti più interessanti dell’anno in Europa, ho incontrato un americano che ha inquadrato perfettamente la questione. Si chiama Barry Lynn, ha poco più di 50 anni. Ha iniziato la sua carriera come camionista, operaio e muratore; poi, studiando e scrivendo, si è innalzato fino a dirigere un intero settore di ricerca della «New America Foundation» di Washington. Da lì venne licenziato nel 2017 per aver criticato in una ricerca gli abusi di mercato di Google, che era uno dei finanziatori del think tank. Da allora Lynn ha fondato il proprio centro studi e oggi esercita una profonda influenza sulle autorità Antitrust in America. Mi ha detto al summit del «Grand Continent»: «Musk ha dimostrato di essere un genio, quel che fa è fantastico. Ha reso il mondo migliore. Non vedo un problema nel fatto che abbia ricevuto sussidi: anche altri ne hanno avuti e spesso non hanno portato risultati, come del resto è normale nelle scommesse tecnologiche. Il problema – ha continuato Barry Lynn – è che nel 2022 a Musk è stato permesso di comprare Twitter. È un errore che l’amministrazione di Joe Biden glielo abbia permesso, oggi vediamo quanto sia negativo per la democrazia che un imprenditore controlli un mezzo di comunicazione tanto influente». In sostanza Lynn fa presente che la Casa Bianca e i regolatori americani potevano bloccare quella mossa di Musk, non lo hanno fatto e lui quest’anno ha trasformato il suo social media – oggi sotto il nuovo nome di X – in una piattaforma di propaganda per Trump e di ascesa politica per sé. Tanto opaca nei suoi algoritmi che sospingono i messaggi graditi e sopprimono gli sgraditi, quanto potente nei suoi effetti. Il negoziato che non ci fu Così Musk, da innovatore, si è fatto oligarca: deciso a usare il suo nuovo potere politico – conquistato anche grazie al suo social media – per precludere ai futuri innovatori gli aiuti pubblici che lui stesso ha usato per far crescere le sue start up. Oggi lui è in condizioni almeno di provare a sbarrare la strada ai suoi potenziali concorrenti, mentre l’America e il mondo rischiano di perdere qualcosa dell’innovazione futura. È persino in condizioni e non esita a cercare di minare un governo alleato, come sta facendo con la sua campagna su X contro il premier laburista di Londra Keir Starmer. In fondo Musk aveva già provato a guadagnare influenza politica anche in anni passati finanziando (ma con infinitamente meno risorse) la campagna democratica di Obama nel 2012 e varie campagne di membri repubblicani del Congresso nel 2014. Ci ha provato, con meno fortuna e abilità di Musk, il fondatore di Amazon Jeff Bezos comprando il Washington Post. È straordinario, quanto a ciò, che l’Ucraina da un anno obblighi per legge i propri oligarchi dell’industria a cedere qualunque partecipazione nei media: la democrazia a Kiev in questo è più avanzata che a Washington (e a Roma). Ma non è qui la sola lezione per noi, nella parabola di Musk. Ce n’è una più ampia e riguarda gli accordi che il potere politico può concludere con un’azienda strategica, quando questa viene aiutata. In quel momento un governo può negoziare impegni precisi sul lavoro, gli investimenti, la formazione, l’innovazione e l’azienda può indicare le proprie esigenze per poter prendere quegli impegni: esattamente ciò che la politica in Italia e Stellantis non sembrano aver fatto mai.
Supertramp Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio 21 minuti fa, Savgal ha scritto: senza questi avrebbe chiuso in perdita anche il 2021, che invece è stato il suo primo anno di utile dalla fondazione nel 2004. Un vero genio del male. Diventa l' uomo più ricco (ed egocentrico) del globo sostanzialmente con un fracco di palle e i contatti giusti. Fuffaguru è il termine più appropriato.
UpTo11 Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio Comunque è fantastico vedere questi sovranisti nazionalisti orgoglioni patriottisti strusciarsi al businessman come le donnine al night club. Il colmo è che il drink se lo fa pagare lui... coi centoni infilati nel perizoma.
briandinazareth Inviato 7 Gennaio Autore Inviato 7 Gennaio La gente non è cattiva, mia cara. È idiota, il che è ben diverso. La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L’idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all’istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione. Zafon 2
ascoltoebasta Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio 3 ore fa, briandinazareth ha scritto: La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza E direi che presuppone la mancanza di intelligenza emotiva.
LUIGI64 Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio Malvagità e spessore morale, dal mio punto di vista, sono un ossimoro Mi pare più una frase roboante che veritiera
Gaetanoalberto Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio 13 ore fa, Savgal ha scritto: alzare il ponte levatoio una volta che lui stesso ci è passato sopra, Sembra uno di quegli ex immigrati clandestini schierati per regole severe contro l’immigrazione.
Gaetanoalberto Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio 10 ore fa, UpTo11 ha scritto: centoni infilati nel perizoma. Allusione sottilmente dimensionale…
briandinazareth Inviato 9 Gennaio Autore Inviato 9 Gennaio la cosa diventa sempre più interessante e assurda: adesso musk è passato a difendere il teorizzatore della monogamia forzata: obbligare le donne ad avere un uomo qualunque, quindi non focalizzasi sui migliori, in modo che nessun uomo rimanga senza donna e i migliori ne abbiano troppe. perché se un uomo rimane senza donna poi diventa pericoloso. lo ha detto pubblicamente in unìintervista a proposito dell'attentato a toronto... Alek Minassian — charged with 10 counts of first-degree murder in relation to the Toronto van attack — was “angry at God because women were rejecting him,” and the “cure for that is enforced monogamy" non è uno scherzo il dr. peterson insegnava all'università in canada e, dopo questa e altre dichiarazioni stra-misogine, il consiglio lo ha obbligato a seguire dei corsi. lui è scappato negli usa e adesso è uno degli ideologi che i maga e musk seguono.
Panurge Inviato 9 Gennaio Inviato 9 Gennaio Oltre un certo livello di assurdità secondo me comincia ad operare una controreazione automatica, che magari all'inizio si nota poco ma comunque esiste, gli idioti che sostengono certe idee sono magari più visibili e rumorosi ma non maggioranza.
briandinazareth Inviato 9 Gennaio Autore Inviato 9 Gennaio 8 minuti fa, Panurge ha scritto: Oltre un certo livello di assurdità secondo me comincia ad operare una controreazione automatica, che magari all'inizio si nota poco ma comunque esiste, gli idioti che sostengono certe idee sono magari più visibili e rumorosi ma non maggioranza. me lo sto augurando con tutto il cuore...
Roberto M Inviato 9 Gennaio Inviato 9 Gennaio 16 minuti fa, Panurge ha scritto: Oltre un certo livello di assurdità secondo me comincia ad operare una controreazione automatica, che magari all'inizio si nota poco ma comunque esiste E’ esattamente quello che e’ successo con il wokismo e l’accondiscendenza con l’immigrazionismo no border e l’integralismo islamico, ideologie folli portate avanti per decenni. Questo ha portato ad una contro-reazione ora esplosa in tutto l’occidente.
Roberto M Inviato 9 Gennaio Inviato 9 Gennaio Il 07/01/2025 at 17:38, briandinazareth ha scritto: Il 07/01/2025 at 17:08, audio2 ha scritto: quali finti reati i pakistani in uk ne hanno fatte di tutti i colori, quelle cose li si insabbiate sei totalmente ignorante di quello di cui parliamo... non mi stupisce. Ma veramente non ti sei accorto dell’enorme scandalo che sta travolgendo Stramer e i Laburisti per la questione delle bande di pachistani islamisti che hanno violentato più di 1400 ragazzine e bambine (anche di 4 anni) nella sostanziale impunità con indagini insabbiate per non compromettere i rapporti con quelle comunità e non passare per razzisti ? E’ incredibile, e’ come se leggessi solo la stampa italiana (che non ha riportato la notizia) e non quella inglese.
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