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Gli USA, la Cina e la corsa alla AI, cambia tutto.


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La mappa dell’imperatore di Jorge Luis Borges

 

C’era una volta un imperatore avido e crudele. Aveva fatto costruire un’altissima torre in cima alla quale c’era una stanzetta con quattro finestre aperte ai quattro venti. L’imperatore si richiudeva nella stanzetta e passava le giornate a contare. Affacciato ad una delle quattro finestre, l’imperatore contava i campi, gli alberi, le case, i fi umi che c’erano nel suo regno sterminato. Dopo aver contato, l’imperatore annotava ogni cosa in certi suoi libriccini unti e pieni di orecchie per il troppo uso che ne aveva fatto.

Un giorno passò sulla sua testa uno stormo di passeri e l’imperatore si mise a contarli. “1337 o 1338? Maledizione, ho sbagliato il conto!” Il solo pensiero che ci fosse qualcosa nel suo regno che non fosse segnato nei suoi libriccini lo faceva impazzire.

Aprì la porta della stanzetta e scese a precipizio le ripide scale della torre.

Giunto nella sala del trono chiamò attorno a sé i suoi ministri ed ordinò loro che si facesse subito un inventario di tutto ciò che, vivente o inanimato, abitasse nel suo regno. I ministri si grattarono la testa perplessi. Da dove avrebbero incominciato a contare? E quanto era grande il regno? Molti di loro non avevano mai messo il naso fuori del portone del palazzo imperiale. E se una cosa veniva contata due volte? C’era da diventare matti.

Un ministro più scaltro degli altri disse che ci voleva una carta sulla quale fossero disegnati tutti i monti, i fi umi, le valli, i boschi, le città del regno. Allora sarebbe stato facile contarli.

Gli altri ministri approvarono: che si facesse subito una carta geografica! A nord del paese, in un antichissimo monastero, vivevano dei monaci che sapevano disegnare delle carte geografiche. Quattro di essi furono chiamati a corte e subito si misero al lavoro. Sette anni dopo, la prima carta geografica dell’impero era pronta.

La carta, spiegata sul pavimento, occupava una sala intera del palazzo imperiale.

Sulla carta erano disegnate tutte le montagne, le valli, i fiumi, le città e le strade del regno. Per la prima volta i ministri dell’imperatore videro dove si trovavano i freddi paesi del nord e le scoscese montagne delle nevi, dove nasceva il fiume che scorreva nella valle e dove cresceva il grano che dava la farina per gli spaghetti delle loro mense.

Ma l’imperatore non era soddisfatto. Sulla carta c’erano le città, i paesi, ma non c’erano tutte le case delle città, tutte le capanne dei villaggi, tutti gli alberi dei boschi. I monaci risposero che ciò non era possibile perché la carta che avevano disegnato era troppo piccola per contenere quelle cose.

“Fate allora una carta più grande!” rispose l’imperatore. “Che si faccia subito una carta più grande!” fecero eco i ministri in coro. I monaci ripiegarono pazientemente la carta geografica e si misero nuovamente al lavoro. Quattordici

anni dopo la nuova carta geografica dell’impero era pronta.

Per mostrarla all’imperatore la carta fu spiegata sul selciato della piazza più grande della città. Tutti erano meravigliati per l’accuratezza e la precisione del disegno. Sulla carta c’erano disegnate tutte le case, tutte le fattorie, tutte le stalle, tutti i porcili ed i pollai del regno. Si vedeva in quali terreni cresceva il grano, in quali il lino e la canapa: dove crescevano i boschi e selve e dove pascoli e brughiere.

L’imperatore arrivò a mezzogiorno, in sella al suo cavallo. Di lassù guardò la carta in lungo ed in largo. “Dove sono tutte le tegole dei tetti, tutte le foglie degli alberi, tutte le galline dei pollai? Su questa carta non si vedono”. Uno dei quattro monaci rispose timidamente che non c’era posto sulla carta per tutte quelle cose. “Che sia fatta una carta più grande!” rispose l’imperatore e andò via.

Questa volta i monaci persero la pazienza e tornarono sulle loro montagne. I ministri erano disperati. Se la carta non si faceva le loro teste sarebbero finite sotto la mannaia del boia. Pensa e ripensa alla fine ebbero un’idea: che si ordinasse a tutti i sudditi, pena la morte, di ricoprire di carta i loro campi, i boschi, le case, insomma ogni angolo del regno. Poi mille squadre di disegnatori avrebbero disegnato sulla carta tutto quello che c’era sotto: i tetti con tutte le loro tegole, i prati con tutti i fi li d’erba.

Per fabbricare tutta la carta necessaria furono tagliati tutti gli alberi del regno.

Gli uccelli non sapevano più dove posarsi e sulla carta non c’era nulla da mangiare. La terra non dava più frutti perché ovunque uno strato di carta la ricopriva. Nel paese arrivò la carestia e la gente moriva di fame.

Un giorno il popolo del regno si ribellò. Tutta la carta fu strappata e fu raccolta in un mucchio enorme intorno al palazzo imperiale. Poi qualcuno accese un fiammifero e dette fuoco alla carta. Subito si alzarono fiamme altissime.

Dell’imperatore e dei suoi libriccini unti e pieni di orecchie non rimase che cenere.

 

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Ho postato il racconto di Borges perché l'impressione che ho avuto è che gli statunitensi con l'IA volgiano fare come l'imperatore del racconto, ossia non una mappa, ma duplicare l'intero territorio. Per fare ciò sono ovviamente necessarie enormi risorse in termini di calcolo. Ma la mappa ha senso se semplifica in scala, non se duplica.

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extermination
Il 27/1/2025 at 13:07, briandinazareth ha scritto:

due ai cinesi hanno battuto i più potenti modelli americani, o1 di open ai compresi.

 

Il 27/1/2025 at 13:07, briandinazareth ha scritto:

crollano in borsa tutti gli attori americani della AI.

 
Aggiornamento : nasdaq in salita ! Ai cinesi in discesa!!

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Borsa e realtà non sempre sono in sintonia, anzi, così mi diceva un super gestore di Carmignac, per cui bisognerà stare  a vedere cosa succederà davvero, comunque i rimbalzi sono una cosa normale dopo un colpetto di panico, non è che i processori Nvidia diventano ciofeche.

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extermination
8 ore fa, extermination ha scritto:

Suggerisco di mantenere più cautela nel sentenziare sugli sviluppi dell’AI, e sulle opportunità di mercato. Tra l’altro mai creduto che una variazione repentina del Nasdaq di per se già drogato, possa essere intesa come un qualcosa di rappresentativo sul futuro tecnologico!

@Panurge l’avevo scritto!

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I futurologi si basano pesantemente su questi numeri per indicare che stiamo avvicinandoci a una singolarità in cui i computer raggiungeranno un livello di prestazioni superiore a quello dell’uomo (Vinge, 1993; Kurzweil 2005; Doctorow e Stross, 2012), ma i semplici confronti fra numeri grezzi non risultano particolarmente informativi. Anche disponendo di un computer di capacità virtualmente illimitata, ci servono ulteriori progressi concettuali nella nostra comprensione dell’intelligenza (cfr. Capitolo 28). Per dirla con parole semplici: senza una teoria giusta, macchine più veloci forniscono solo risposte sbagliate più rapidamente.


Da: Intelligenza artificiale. Un approccio moderno. Ediz. mylab (Vol.) di Stuart J. Russell (Autore), Peter Norvig (Autore), Francesco Amigoni (a cura di)

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11 ore fa, loureediano ha scritto:

La Cina diretta da una dittatura al momento non ha invaso nessuno e non ha raccontato balle per poterle invadere.

La Cina farà scacco matto agli USA nel momento in cui pianterà la bandiera a Taiwan. TSMC è l'unica in grado di produrre i complessi chip americani, Intel, l'unica praticamente a produrre anche in USA ha cominciato a perdere colpi dai 14nm. Con TSMC in mano ai cinesi tutte le ricchissine aziende americane chiudono baracca. 

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ASML Holding NV (comunemente abbreviato in ASML, che originariamente stava per Advanced Semiconductor Materials Lithography) è una multinazionale olandese fondata nel 1984.

ASML è specializzata nello sviluppo e nella produzione di macchine per fotolitografia utilizzate per produrre chip per computer. Dal 2023 è il più grande fornitore per l'industria dei semiconduttori e l'unico fornitore al mondo di macchine per fotolitografia per litografia ultravioletta estrema (EUV), utilizzate per produrre i chip più avanzati. Nel 2023 ASML è la società tecnologica europea dalla maggiore capitalizzazione di mercato, con circa 270 miliardi.

 

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2 ore fa, Savgal ha scritto:

ASML Holding NV

ASML produce le macchine (da 400M$) per stampare, Intel ne ha solo 2, installate nel 2024, da usare per il futuro. Quei geni si facevano tutto in casa, poi vista la mala parata si sono arresi e passeranno da un 7 finti nani a 2 veri. Ma quelle macchine devono lavorare in Fab ultra complesse, non è che uno si sveglia la mattina con 400M di spiccioli in tasca, mette una EXE-5000 in garage e si mette a stampare chip. E poi non esiste solo la litografia ultraspinta. Prima anche solo di poter pensare di usare Intel come sostituto di tsmc, c'è sicuramente Samsung, ma non è USA, in ottica autarchica. Che già in Corea vai a capire che è successo, a rovesciare anche loro non è che ci voglia molto. 

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briandinazareth
25 minuti fa, Panurge ha scritto:

è cominciata la giostra, mi sa che google si deve sbrigare

https://www.open.online/2025/01/29/alibaba-intelligenza-artificiale-qwen-25-deepseek/

 

QED

e queste sono tutte ottime notizie per l'umanità, il pericolo dell'accumulo estremo di potere si riduce se sono tanti...

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loureediano

Se la IA è destinata per tutti è un bene che forse evitiamo di tornare nell'ottocento

Ma ancora la lotta è dura, io penso che al momento vincono i principi, ma il popolo potrebbe reagire se solo si svegliasse e mettesse i topi dove erano

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